Avete lette la prima pagina di GMC numero di Luglio,secondo l'editoriale di Gorman è azzeccato,nn tanto per l'esposizione contro la pirateria,ma per le accuse contro le numerose riviste,in cui compaiono metodi nn propriolegali sui videogiochi e DVD video,effettivamente si và a colpire il privato cittadiono che scarica materiale pirateria e nn si vede ciò che è palese e davanti agli occhi di tutti.
Dite la vostra,e comunque grande Gorman.
Mi permetto di modificare il tuo messaggio per inserire il testo completo dell'editoriale. Non è detto che tutti i frequentatori del forum leggano GMC, ma ci tengo che lo possano leggere e commentare tutti. Gorman.
COPY. RIGHT?
È già capitato, in passato, che la redazione di GMC prendesse posizione contro la pirateria videoludica. Non abbiamo fatto mistero di come riteniamo che le copie illegali danneggino il mercato dei videogiochi e, in ultima analisi, i giocatori stessi. Questa linea di pensiero è stata sposata da chi vi scrive, in compagnia di un nutrito numero di redattori, sin dai primissimi anni Novanta, quando ci capitò la fortuna di cominciare il lavoro dei nostri sogni. Erano gli anni in cui un computer di successo come il Commodore Amiga veniva sempre più abbandonato dagli sviluppatori, in quanto pesantemente afflitto dalla pirateria. Sin da allora ci rendemmo conto che, ben lungi dal non danneggiare nessuno, questa piaga stava segnando il destino di un’ottima piattaforma di gioco e ci impegnammo sulle pagine delle nostre riviste per far sì che i videogiocatori italiani comprendessero il valore dell’originale.
Mai come in questi ultimi mesi, però, ci siamo sentiti un po’ delle mosche bianche. Esistono ottime probabilità che, nell’acquistare questo numero di GMC in edicola, siate stati bombardati da titoli dello stampo di "Copia senza problemi!", "Supera tutte le protezioni!", "Come realizzare copie di backup!", "Duplichiamo i nostri film!", "Videogiochi protetti? Copiali così!" e altre amenità simili. Non passa settimana senza che testate autorevoli, dedicate all’informatica di consumo, illustrino sulle proprie pagine tutte le tecniche e le metodologie sviluppate dai "cracker" di mezzo mondo.
Si è fatto un gran parlare del decreto Urbani in queste settimane. Un giro di vite contro lo scambio di materiale duplicato illegalmente, la fine della pirateria… ecco, mentre quotidiani, politici, televisione, i forum su Internet si riempivano la bocca con definizioni altisonanti, nelle edicole di tutta Italia continuavamo ad assistere a quella che consideriamo una vera e propria istigazione a delinquere.
E NESSUNO HA FATTO NIENTE. Rileggete questa frase, perché a noi pare sconcertante. Abbiamo interpellato avvocati e associazioni nazionali contro la pirateria. E nessuno ha fatto niente. Abbiamo contattato le aziende per i cui prodotti venivano descritte le tecniche di copia e i crack. E nessuno ha fatto niente. Viene spontaneo chiedersi: "Dormono tutti?"
Come abbiamo spiegato, non difendiamo la titolarità del diritto d’autore unicamente in base a quella che qualcuno potrebbe considerare una sterile morale. Lo facciamo perché da sempre ci battiamo perché al videogioco venga riconosciuta una propria dignità. Perché anche in Italia si possano avere tutti i prodotti tradotti e doppiati in italiano.
La copia digitale è invitante, in quanto facile e, spesso, perfetta. Rappresenta per voi lettori una forte motivazione d’acquisto nei confronti di una rivista che spiega le "istruzioni per l’uso". E, alla fine, il nostro lavoro è proprio quello di vendere riviste. Finora è stata la coerenza con le nostre idee a prevalere. Non siamo, però, i più fessi. Che nessuno lo creda, nemmeno per un minuto. Se la situazione non dovesse mutare, non sorprendetevi se un giorno sulle pagine di GMC troverete un bello speciale, con ogni riferimento possibile e immaginabile alle risorse disponibili in rete per poter copiare, scambiare, piratare e crackare tutti i videogiochi più famosi. In quel caso, è probabile, ci autodenunceremo alle autorità competenti. Forse, chissà, qualcuno si sveglierà…
Andrea Minini Saldini