dado88
"Fuori! Il padrone vuole così". Domenica pomeriggio davanti allo stadio Sant’Elia erano tutti in attesa di Cagliari-Milan, incontro della sesta giornata di serie A. Mentre i tifosi si accomodavano sugli spalti e Galliani, più simpatico che mai si intratteneva ai microfoni di Sky rispondendo alle domande di Ilaria D’Amico, a un gruppo di giornalisti era negato l’accesso alla tribuna stampa e a un paio di fotografi l’ingresso in campo. Ironia della sorte, giornalisti e fotografi di un’unica testata, il Giornale di Sardegna.
Un disguido tecnico a sentire le parole del presidente rossoblu Massimo Cellino (sarebbero mancati gli accrediti...); "Un’esclusione senza giustificazione che lede la libertà di espressione" ha sottolineato invece l’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Un coro di proteste del sindacato di categoria, dell’Unione stampa sportiva e di rappresentanti delle istituzioni cittadine e regionali. Ma cosa è successo? Ha ragione Cellino a dire che mancavano gli accrediti o quel foglietto, con alcuni nomi segnati sopra e in mano agli addetti all’ingresso, era una sorta di lista di proscrizione? Persone scomode da non far entrare, insomma. Per ripicca.
Pare, infatti, che tutto sia dovuto a un articolo apparso sulle pagine del quotidiano di venerdì 16 ottobre, nel quale si cercava una soluzione al ‘mistero’ Suazo. Il forte attaccante honduregno era stato lasciato in tribuna, nemmeno convocato dal tecnico Arrigoni nonostante la buona condizione fisica e nonostante l’assenza annunciata dello squalificato Mauro Esposito. Perché? Questo si era chiesto quel giornalista e ora i tifosi del Cagliari si chiedono se quella contro il Milan sia stata partita vera, se il ‘sacrificio’ di Suazo sull’altare della stellare squadra di Berlusconi era davvero necessario. Un motivo era stato ipotizzato: David Suazo potrebbe essere un attaccante milanista già a gennaio, alla riapertura del mercato; un affare per i rossoneri, che hanno dovuto finora fare a meno dell’infortunato Crespo. Alla società sarda, in cambio, qualche ‘nocciolina’. Perché mai allora il Cagliari dovrebbe indebolirsi? "Questioni private e importanti – dicono al Giornale di Sardegna – tipo la candidatura a sindaco di Cellino per il centrodestra nelle prossime elezioni a Cagliari. Una promessa di lunga durata. Che deve essere alimentata sul piano del rapporto con Berlusconi. Che non ama vedere la sua squadra in difficoltà. E visto che si giocava a Cagliari...". Che brutto il calcio, se diventa merce di scambio.
Gianfranco Belgrano (goalcity)
Io non voglio crederci, non può essere vero. Altrimenti è uno schifo.