Alexander Popov esce dalla vaca, si toglie cuffia ed occhialini e se ne va. Lo Zar di tutte le piscine ha scelto di ritirarsi, trentatrè anni sono tanti, se si considera i giovani squali presenti nelle competizioni che contano, anche per chi, come lui, può vantare un palmarès di sei titoli del mondo e quattro medaglie d'oro olimpiche.
Popov è già stato in carriera vicino al ritiro. Subito dopo le Olimpiadi di Atlanta nel 1996, oro nei 50 e 100 m stile libero, venne aggredito in strada a Mosca, riportando ferite da coltello al collo e al reni, ma questo non gli impedì di vincere i Mondiali del 1998 sulle stesse distanze e di presentarsi da favorito ai Giochi di Sydney, in Australia, sua patria d'adozione per almeno dieci anni. Ma nel 2000 il più forte si dimostro l'olandese Van den Hoogenband, che sui cento anticipò il russo di soli 0.39 secondi, strappandogli il record del mondo, quel 48"21, che era resistito per ben sei anni agli attacchi di tutti i velocisti del globo. Dopo quell'argento amaro dichiarò: "Pieter è il campione, io no, fine della storia".
Ad Atene questa estate Popov non è riuscito a conquistare le finali dei 100 e dei 50m, e forse fu in quelle piscine che maturò l'idea dell'abbandono definitivo dopo una strepitosa carriera.
Quattro ori e cinque argenti olimpici, riuscendo a confermare ad Atlanta '96 il doppio successo sui 50 e sui 100 sl, già vinti a Barcellona '92, diventando il primo, dopo Johnny Weissmuller (Olimpiadi del 1928), a vincere consecutivamente, nel nuoto, in diverse edizioni dei Giochi. Ai Mondiali di specialità ha collezionato sei medaglie d'oro, quattro d'argento e una di bronzo, mentre agli Europei addirittura 21 ori, più tre argenti e due bronzi...