Voi cosa ne pensate di ciò ?Paolo PassariniNella Corea del Sud la Rete non perdona: se per qualche motivo finite nel mirino della comunità informatica, siete spacciati
La caccia alle streghe informatica si sta dilagando in Corea del Sud e si tratta di un fenomeno che crea serie prreoccupazioni sia nelle autorità locali coreana sia nella comunità cibernetica internazionale. Il caso più famoso è quello della cosidetta "dogshit girl", la ragazza della cacca di cane. Si tratta della sequenza fotografica di una giovane donna con un cane all'interno di una carrozza ferroviaria. Il cane fà la popò e la donna non pulisce. Le fotografie sono state diffuse in Rete e in poco tempo la "dogshit girl", come esempio di intollerabile inciviltà, è diventata la principale figura d'odio della comunità informatica coreana. La donna è stata costretta a lasciare l'università e a scomparire nel nulla. Ma quello della "dogshit girl" non è stato il solo caso di caccia alle streghe cibernetica accaduto rcentemente in Corea del Sud.
LE CONTRO-MISURE DEL GOVERNO
C'è la storia di quella cantente che, in seguito a un insopportabile martellamento via Rete, ha dovuto smentire le voci secondo le quali era un uomo. Poi c'è quella della giovane studentessa messa alla gogna informatica perché accusata di aver causato il suicidio di una sua compagna. Il governo coreano ha cominciato a pensare delle contromisure per stroncare il fenomeno. Una di queste è la "politica dei nomi veri", vale a dire l'obbligo di fornire i propri dati personali per chi introduce un messaggio in un "bulletin board".
La meggioranza dei cittadini appoggia la misura, che viene però osteggiata da chi sostiene che essa conculcherebbe la libertà di critica e le opinioni di minoranza. La Corea del Sud è il Paese al mondo con la più alta penetrazione di collegamenti Internet a banda larga. La "cyber-violence" nordcoreana dimostra cosa può scaturire dall'incontro tra uno strumento anarchico come Internet e una società tradizionalista e autoritaria.
Da "Lo Specchio" (n°485), settimanale del quotidiano "La Stampa", [email protected]