Fatemi capire, il tribunale italiano ha giudacato un morto ?Pier Paolo Pasolini morì prima che il montaggio del film fosse ultimato (Salò tra l'altro fu sottoposto a numerosi sequestri che ne faranno slittare l'uscita nelle sale di alcuni anni; Pasolini subirà così l'ultimo processo da imputato seppur morto; il produttore Grimaldi verrà, in appello, prosciolto dalle accuse di "commercio di pubblicazioni oscene").
E' inquietante l'apparente preveggenza del film, che a differenza delle pellicole precedenti non lascia alcuna speranza. Può sembrare un testamento spirituale, questo di Salò, un estremo tentativo di denuncia della trasformazione antropologica italiana e degli abusi, giudiziari e morali, che subì il regista fino al giorno della sua morte. Ma in fondo non c'è soluzione di continuità con i precedenti film; con la spensierata Trilogia della vita (Decameron, I racconti di Cantebury, Il fiore delle mille e una notte), rappresenta, semplicemente, l'inevitabile conclusione di una visione sociale e antropologica fatta dall'uomo-poeta, legato indissolubilmente al suo tempo e dal suo tempo ucciso.