Ma il campionato perde spettatori
a fine stagione oltre un milione in meno
Spalti vuoti a Treviso
Più di un milione di spettatori in meno. Forse addirittura un milione e cento, un milione e due. Questo il calo (previsto) di spettatori a fine stagione. D'altronde, il trend stagionale è questo: più che un calo, è un crollo. Ogni partita ha, in media, circa 3000 spettatori in meno rispetto al passato: è vero che in serie A si sono persi club come Bologna, Brescia e Atalanta che facevano sicuramente più spettatori e abbonati dei neopromossi (o ripescati) Treviso, Ascoli ed Empoli.
Ma si sono persi tifosi anche a Palermo, a Roma c'è stato un calo vistosissimo di abbonati fra Roma e (soprattutto) Lazio, il Delle Alpi è sempre mezzo vuoto, anche a Reggio Calabria, Livorno e Palermo ci sono meno spettatori rispetto all'annata precedente. Non è colpa degli stadi brutti, "lo erano anche prima..." ricorda Petrucci. Inutile fare confronti con Germania o Inghilterra: lì gli stadi sono (quasi) pieni, qui (quasi) vuoti. Per il turno infrasettimanale, mercoledì scorso, a Udine c'erano 135 paganti: avvilente.
Franco Carraro ha suggerito ai club di abbassare il prezzo dei biglietti: silenzio, salvo pochi lodevoli esperimenti. Il n.1 Figc ha suggerito anche il ritorno a 18 club: silenzio anche su questo fronte, ai presidente interessano solo i soldi. E intanto le tv (a pagamento) tolgono altri spettatori agli stadi.
"Così non si può più andare avanti, è arrivato il momento di fare qualcosa: ora ci tocca fronteggiare anche i siti illegali", tuona Tullio Camiglieri, direttore comunicazione di Sky. La tv di Rupert Murdoch è sul piede di guerra, e si è rivolta anche a Bruxelles. Sarà molto acceso quindi il dibattito che si terrà lunedì 13 febbraio alle ore 15.30 presso il Residence di Ripetta, a Roma. Il convegno è intitolato, "Il calcio tra dritti e diritti" e organizzato dall'ufficio sport di Alleanza Nazionale. Assicurata la presenza del ministro Landolfi, dei deputati Gasparri e Ronchi, oltre a Franco Carraro e Gianni Petrucci. I club svendono il loro prodotto? Cosa si può fare per fermare l'emorragia di spettatori? Carraro ha promesso per maggio interventi concreti: è il momento di agire.
Bilanci: i segreti di Samp, Cagliari e Juve
Secondo Adriano Galliani, " la perdita operativa del calcio quest'anno sarà tra 350 e 400 milioni". La ha detto con una certe soddisfazione, ma si tratta, in pratica del 30% del giro d'affari complessivo, intorno a 1,2 miliardi di euro. Non è poco, insomma. La Deloitte aveva stimato una perdita di 341 milioni per la stagione 2003-'04, 381 nel 2001-'02 e 404 nel 2001-'02. Insomma, non sembra proprio che il calcio stia così bene. C'è da dire però che adesso i club pagano gli stipendi con maggiore puntualità e, secondo stime della Figc, a fine stagione non ci dovrebbero essere grossi problemi di iscrizione per la prossima stagione. La cura-Carraro sta avendo i primi effetti. Per fortuna. Il Sole-24 Ore, di recente, è andato a guardare nei bilanci dei principali club di serie A., Scoprendo cose interessanti. La Sampdoria ha ridotto i costi del personale (34 milioni nel 2003-'04 e 28 la stagione successiva): ma nella stagione luglio 2004-giugno 2005 l'azionista di riferimento, il petroliere Riccardo Garrone, ha versato 18 milioni per coprire le perdite.
Il club blucerchiato è stato il primo a cedere il marchio: un'operazione di leasing, il "marinaretto" blucerchiato vale circa 20 milioni. Il Cagliari ha trasferito a Milano la sede legale della società, forse in cerca di finanziamenti: ma la Federcalcio ha costretto Massimo Cellino, il patron, a riportare velocemente tutte le carte in Sardegna. Per il semplice motivo che non si può trasferire la sede di un club, i regolamenti Figc lo proibiscono.
Nell'Inter, il socio di riferimento, Massimo Moratti, ha effettuato un versamento a capitale di 35 milioni netti il 31 agosto 2005 e uno a fondo perduto di 20 milioni nei mesi successivi: il club nerazzurro infatti aveva chiuso il bilancio a "meno" 118,7 milioni, record per la serie A. Il costo del lavoro è cresciuto addirittura di 20 milioni (da 120 a 144), mentre in quasi tutti i club scende. Il Milan è passato invece da -51,0 a -35,7. Un discreto miglioramento: tagliati anche gli stipendi (da 155 a 131 milioni). Chi sta meglio di tutti, ma non è una novità, è la Juventus: Antonio Giraudo vuole chiudere il prossimo bilancio in attivo, poi (probabilmente) saluterà tutti, o, se resterà, avrà anche incarichi in campo immobiliare. Il Palermo, tornando in serie A, ha riacquistato prestigio e peso: Zamparini è stato anche bravo nel dimezzate la perdita che ora sfiora gli 8 milioni mentre è raddoppiato il valore della produzione (43 milioni). Sempre lontano però da quello dei grossi club (229 la Juve, ad esempio).
Debiti fiscali, i club pagano a rate. O non pagano...La situazione non è drammatica, come in passato: ma molti club di calcio hanno ingenti debiti fiscali. Anche se sono stati rateizzati, o sospesi. L'Agenzia delle Entrate ha consegnato alla Camera dei Deputati l'elenco delle società di calcio in ritardo coi pagamenti (stagione 2004-'05). La Lazio batte tutti, ma già si sapeva: Lotito è stato bravissimo, ha sfruttato una legge e ha avuto una rateizzazione per 130 milioni (più 37 milioni sono stati sospesi). Il Parma ha 62 milioni di debiti scaduti, ma la sua situazione è diversa perché usufruisce della legge dopo il fallimento di Tanzi: e grazie a quella legge ha potuto iscriversi al campionato. In serie A non ci sono altre situazioni pesanti: il Messina ha 13 milioni di debito rateizzato, la Reggina quasi tre di debito sospeso. In B ci sono club come il Perugia, il Torino, la Salernitana e il Venezia che debbono cifre ingentissime oltre 120 milioni di euro: ma nessuno di questi club è riuscito a iscriversi al campionato (e Luciano Gaucci è ancora ricercato...). Sarà dura per l'Erario recuperare tutti quei soldi.
http://www.repubblica.it/2003/h/rubr...html?ref=hprub