Dopo ben sette anni, Sheva se ne va. Come fu per Zidane, anche questa volta la volontà di cambiare aria è della moglie del calciatore. Nel pomeriggio, Galliani ha provato a fargli cambiare idea in ogni modo, ma inutilmente. Sheva, dopo l'incontro con il vice presidente rossonero, ha dichiarato ad alcuni tifosi che non è una questione di soldi, né ha qualche problema con la società. Va via, destinazione probabilissima Inghilterra, terra d'origine della moglie, perchè è stata lei a chiederglielo. Ancora non è ufficiale, ma giocherà nel Chelsea. Il Milan però non lo mollerà tanto facilmente: chiede infatti 70 milioni di euro o 50 più una o due contropartite tecniche (si fanno i nomi di Gallas, molto gradito alla società, e Dogba). Altre alternative non sembrano essercene: Henry ha appena rinnovato con l'Arsenal, Ronaldinho è "blindato" dal Barcellona. Nelle ultime ore si è fatto anche il nome dell'interista Adriano: più di una volta, il brasiliano ha fatto capire di non divertirsi all'Inter, e gradirebbe cambiare aria. Al Milan, Kakà, Dida e Cafu fanno pressione per averlo in squadra. Comunque vada a finire, auguro tutto il male possibile a Shevcheno, un uomo che non è in grado di mantenere la parola data. Qualche anno fa, dichiarò che avrebbe concluso la sua carriera calcistica al Milan, di essere eternamente grato alla società e al presidente Berlusconi, che lo volle fortissimamente. Senza il Milan, probabilmente Sheva non sarebbe diventato quello che è adesso, come lui ha ripetuto più e più volte nel corso degli anni. E il Milan, senza Sheva, forse non avrebbe vinto quella Champions, partita nella quale il rigore decisivo fu calciato proprio dall'ucraino. Meno male che ho comprato la maglietta di Kakà; almeno lui, per ora, non pare avere voglia di andarsene. Scusate lo sfogo.