Conoscete il testo dell'inno italiano?
  • In diretta da GamesVillage.it
    • News
    • -
    • In Evidenza
    • -
    • Recensioni
    • -
    • RetroGaming
    • -
    • Anteprime
    • -
    • Video
    • -
    • Cinema

Pag 1 di 7 1234 ... UltimoUltimo
Visualizzazione risultati da 1 a 15 di 97

Discussione: Conoscete il testo dell'inno italiano?

Cambio titolo
  1. #1
    Wir Wollen Alles! L'avatar di NARKOS
    Registrato il
    08-05
    Località
    veneto
    Messaggi
    4.677

    Conoscete il testo dell'inno italiano?

    Lo conoscete tutto o solo fino a metà come la maggior parte degli italiani?




    L'inno di Mameli: un pò di storia.


    La poesia Fratelli d'Italia, messa in musica, fu ai tempi delle guerre per l'indipendenza
    d'Italia una delle canzoni più in voga fra i combattenti.
    Con la proclamazione della Repubblica (1946)
    la composizione di Mameli - con alcuni tagli - diviene Inno ufficiale.
    Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.


    GOFFREDO MAMELI


    (Genova 5 settembre 1827 - Roma 6 luglio 1849)



    Se una figura umana dovesse simboleggiare con l'aspetto d'una seducente giovinezza il Risorgimento d'Italia, che pure ebbe stupendi uomini rappresentativi - Mazzini, Cavour, Garibaldi non si saprebbe quale innalzare e amare meglio che quella di Goffredo Mameli, poeta a quindici anni, guerriero a ventuno, avvolto a ventidue nella morte come nella nuvola luminosa in cui gli antichi favoleggiavano la scomparsa degli eroi.
    Stirpe di marinai soldati, figlio d'un comandante di nave da guerra e d'una leggiadra donna che aveva fatto palpitare il cuore giovane di Giuseppe Mazzini, Goffredo è il romanticismo, è il patriottismo, è sopra tutto la poesia che fiorisce sull'azione. Frequenta l'università, prepara i suoi esami di diritto e intanto fiammeggia nel fuoco d'italianità de' suoi compagni, che lo sentono un capo.
    Appena giunta a Genova la notizia delle Cinque Giornate parte alla testa d'un manipolo di giovani, si batte nella campagna del '48; s'agita perché non se ne subiscano con rassegnazione le tristi conseguenze militari, mazziniano puro, con la sua Genova impaziente e intollerante verso la Torino monarchica.
    E' incerto se correre a Venezia o a Roma.
    Si risolve per Roma.
    E' di Mameli il telegramma "Venite, Roma, repubblica" in cui si invitava Mazzini a raggiungere la Repubblica Romana.
    E' a fianco di Garibaldi, ma vuole prima di tutto trovarsi dove più rischiosamente si combatte.
    Ferito a una gamba il 3 giugno in un combattimento nel quale s'era voluto gettare a ogni costo, fu male assistito nell'ospedale dai medici che avrebbero dovuto sollecitamente amputargli la parte offesa e invece tanto tardarono che poi l'operazione non valse più a salvarlo, ed egli spirò il 6 luglio, un mese prima di compiere i ventidue anni, recitando versi in delirio.

    La sua poesia è poesia d'amore e di guerra: pensando a guerre come quelle, i due più alti temi d'ogni poesia, la donna ideale e la libertà pura.
    I critici, naturalmente, rilevano le imperfezioni artistiche che non mancano.
    Ma per quel che v'è, ed è tanto, di vivo e di bello in promessa anche più che in fatto si può dire che, se fosse vissuto, l'Italia avrebbe avuto in lui un magnifico poeta.
    Qui si riproducono, naturalmente, il canto indimenticabile Fratelli d'Italia che fu messo in musica del maestro Novaro e che la Repubblica Italiana d'un secolo dopo ha ripreso come inno nazionale nonostante l'elmo di Scipio e la Vittoria schiava di Roma.

    Questo brano è tratto da: I Poeti minori dell'Ottocento
    a cura di Ettore Janni - BUR 1955

    FRATELLI D'ITALIA
    - Inno di Mameli o Il Canto degli Italiani -
    Scritto nell'autunno del 1847
    (versione originale)

    Fratelli d'Italia,
    L'Italia s'è desta;
    Dell'elmo di Scipio
    S'è cinta la testa.
    Dov'è la Vittoria?
    Le porga la chioma;
    Ché schiava di Roma
    Iddio la creò.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamò.

    Noi siamo da secoli
    Calpesti, derisi,
    Perché non siam popolo,
    Perché siam divisi.
    Raccolgaci un'unica
    Bandiera, una speme;
    Di fonderci insieme
    Già l'ora suonò.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamò.

    Uniamoci, amiamoci;
    L'unione e l'amore
    Rivelano ai popoli
    Le vie del Signore.
    Giuriamo far libero
    Il suolo natio:
    Uniti, per Dio,
    Chi vincer ci può?

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamò.

    Dall'Alpe a Sicilia,
    Dovunque è Legnano;
    Ogn'uom di Ferruccio
    Ha il core e la mano;
    I bimbi d'Italia
    Si chiaman Balilla;
    Il suon d'ogni squilla
    I Vespri suonò.


    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamò.

    Son giunchi che piegano
    Le spade vendute;
    Già l'Aquila d'Austria
    Le penne ha perdute.
    Il sangue d'Italia
    E il sangue Polacco
    Bevé col Cosacco,
    Ma il cor le bruciò.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamò.
    Inno scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato lo stesso anno da Michele Novaro. Divenne Inno d'Italia nel 1946 in sostituzione della Marcia Reale, inno d'Italia dal 1861 al 1946, scritto da Giuseppe Gabetti per Carlo Alberto

    Come nacque l'inno
    La testimonianza più nota è quella resa, seppure molti anni più tardi, da Carlo Alberto Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli. Siamo a Torino: "Colà, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d'accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell'anno per ogni terra d'Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari - Del nuovo anno già l'alba primiera - al recentissimo del piemontese Bertoldi - Coll'azzurra coccarda sul petto - musicata dal Rossi. In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l'egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: - To' gli disse; te lo manda Goffredo. - Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos'è; gli fan ressa d'attorno. - Una cosa stupenda! - esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. - Io sentii - mi diceva il Maestro nell'aprile del '75, avendogli io chiesto notizie dell'Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli - io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo. Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all'inno, mettendo giù frasi melodiche, l'un sull'altra, ma lungi le mille miglia dall'idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c'era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Là, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte. Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d'un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l'originale dell'inno Fratelli d'Italia."
    Ultima modifica di NARKOS; 7-07-2006 alle 20:34:19

    Bruciamo chi non tollera con la sua stessa collera.



  2. #2
    Jacob89
    Ospite
    So solo il pezzo che di solito si canta.
    Ultima modifica di Jacob89; 9-07-2006 alle 17:24:43

  3. #3
    مرحبا نينو L'avatar di fools
    Registrato il
    07-04
    Messaggi
    30.371
    sì, ho studiato anche la storia di Mameli per un esame sull'unità di Italia...
    KATA TON ΔAIMONA EAYTOY


  4. #4
    spooky L'avatar di Venator
    Registrato il
    08-05
    Messaggi
    4.438
    io pure conoscevo solo quello che si canta di solito

  5. #5
    Mr.Mispogliosullacattedra L'avatar di Saruman87
    Registrato il
    02-04
    Località
    Nell'insoddisfazione
    Messaggi
    1.160
    Bello e interessante
    L'ho già visto sto film alla radio

  6. #6
    DMV L'avatar di Yoda1988
    Registrato il
    03-05
    Località
    Frosinone
    Messaggi
    9.103
    musicalmente il nostro inno fa schifo
    Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna. (G.G)

  7. #7
    poisonsnake
    Ospite
    Prima lo sapevo tutto, adesso mi ricordo giusto il pezzo che si canta prima delle partite dell'Italia.

  8. #8
    Utente neuro semaforo L'avatar di Sherman
    Registrato il
    09-03
    Località
    Palermo
    Messaggi
    4.838
    Solo il pezzo che si canta e' stato scelto come Inno... magari un po piu' lungo. Il resto del Canto degli Italiani rimane per l'omonima canzone. Cmq si lo conosco tutto. E credo che sia bello perche' e vivace e solenne e non lo dico perche' sono Italiano.

  9. #9
    Mr.Mispogliosullacattedra L'avatar di Saruman87
    Registrato il
    02-04
    Località
    Nell'insoddisfazione
    Messaggi
    1.160
    Citazione Yoda1988
    musicalmente il nostro inno fa schifo
    Fra quelli ke ci sn ( o ke x lo meno ho sentito) è sicuramente il migliore...Poi il SI!!!! finale, ti esalta abbestia
    L'ho già visto sto film alla radio

  10. #10
    beggy
    Ospite
    si appunto, il finale è stupendo!

  11. #11
    Bannato L'avatar di Impact90
    Registrato il
    06-06
    Località
    Parma [LECCE]
    Messaggi
    17.736
    nella città mia il nostro sindaco l'ha distribuito integro a tutti i cittadini...

  12. #12
    Mvesim
    Ospite
    Dall'Alpe a Sicilia,
    Dovunque è Legnano;
    Ogn'uom di Ferruccio
    Ha il core e la mano;
    I bimbi d'Italia
    Si chiaman Balilla;
    Il suon d'ogni squilla
    I Vespri suonò.
    Questa parte non fa parte dell'inno italiano, è stato inserito nel periodo fascista e tutt'ora è stato levato.


  13. #13
    Mod of the Year 2009 L'avatar di Steee
    Registrato il
    11-03
    Località
    Bologna / Boston
    Messaggi
    20.602
    Tutto, anche la parte che di solito non si canta.

  14. #14
    Mr.Mispogliosullacattedra L'avatar di Saruman87
    Registrato il
    02-04
    Località
    Nell'insoddisfazione
    Messaggi
    1.160
    Citazione Mvesim
    Questa parte non fa parte dell'inno italiano, è stato inserito nel periodo fascista e tutt'ora è stato levato.

    Immaginavo infatti...I balilla....
    L'ho già visto sto film alla radio

  15. #15
    Wir Wollen Alles! L'avatar di NARKOS
    Registrato il
    08-05
    Località
    veneto
    Messaggi
    4.677
    Citazione Mvesim
    Questa parte non fa parte dell'inno italiano, è stato inserito nel periodo fascista e tutt'ora è stato levato.

    ops... ho dimenticato di toglierlo

    Bruciamo chi non tollera con la sua stessa collera.



Pag 1 di 7 1234 ... UltimoUltimo

Regole di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •