Ma alla fine della fine cosa rimane?
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Discussione: Ma alla fine della fine cosa rimane?

Cambio titolo
  1. #1
    Utente L'avatar di Ruben
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    Ma alla fine della fine cosa rimane?

    Innanzitutto mi scuso, perchè so che il titolo di questo messaggio non è molto esplicativo, ma per una volta ho deciso di fare un eccezione alla regola e dunque se volte sapere di cosa sto parlando leggetevi quanto segue.

    Da qualche tempo sto facendo una riflessione che mi ha come potete notare portato a scrivere sul forum.

    Gran parte del panorama videoluco odierno è caratterizzato da videogiochi che al loro interno narrano una storia. A volte questa è l'elemento centrale, come può essere il caso di Final Fantasy, mentre altre rimane in secondo piano.
    Noi dunque, volenti o meno, giocando a questi titoli, abbandoniamo la nostra realtà per entrare nel mondo che di volta in volta ci viene proposto e vivere le gesta (eroiche o deprecabili) del nostro alterego poligonale. Attraverso mille peripezie (che ormai sempre più spesso consistono nella semplice eliminazione del più alto numero di avversari possibile) seguiamo lo svolgersi delle azioni di cui siamo i protagonisti e fatica dopo fatica giungiamo al fatidico ed imprescindibile "THE END"...e poi?E poi spegnamo la console o il computer per tornare alla nostra vita reale, ma il gioco è veramente finito? Possiamo davvero dire di essere la stessa persona che eravamo prima di aver giocato al nostro ultimo titolo? O invece porteremo al nostro interno delle tracce per aver giocato ad un determinato titolo? I personaggi con i quali interpretimo la storia sono sempre più verosimili e scatenano in noi le reazioni più diverse, ci fanno ridere o arrabbiare, a volte magari riescono addirittura a farci sentire tristi, e non solo per la durata della partita!

    Io credo perciò che valga la pena riflettere un attimo...

    Ogni videogioco (a meno che non sia particolarmente malfatto) che narra al suo interno una storia ci coinvolge sul piano emotivo creando un legame tra noi e le vicende che viviamo, talvolta molto forte, che può lasciare delle dei segni al nostro interno. Ovviamente il discorso è applicabile anche ad altri campi come la televisione o la letteratura ma nel nostro caso c'è una differenza che può rivelarsi un arma a doppio taglio: l'interazione. Noi non siamo semplici spettatori degli eventi che guardano in modo passivo l'evolversi delle vicende ma siamo i protagonisti, determiniamo il corso della storia, e se questo non corrisponde perfettamente alla realtà odierna, a sentire gli sviluppatori i mondi con cui ci confronteremo in futuro mostreranno sempre più le conseguenze delle nostre azioni. E qui una domanda è d'obbligo: ma siamo sicuri che questo sia un bene? Siamo sicuri che tutti siano in grado di ritornare alla realtà quotidiana una volta "terminata l'applicazione? E sopratutto, è davvero possibile non portare dentro di noi ricordi di avventure virtuali?

    “La Forza ha una grande influenza sulle menti deboli" diceva Obi Wan nel quarto episodio di Star Wars, ed è soprattutto a queste che io penso. Non tutte le persone sono uguali e di conseguenza ognuno reacisce in maniera diversa ed è dunque normale pensare che per qualcuno il legame con il suo mondo virtuale diventi talmente forte da non riuscire più a separarsene.
    Già oggi credo molti provino un senso di malinconia e tristezza una volta arrivati alla fine di un gioco per il fatto di doversi separare dai personaggi di cui si hanno seguito le gesta e dunque se il coinvolgimento sarà sempre maggiore dove arriveremo?

    Arriverà il giorno in cui i giocatori si sentiranno in colpa per non essere riusciti ad evitare la morte di un personaggio importante? Chi può dire che nessuno avrà il rimorso di aver ridotto un villaggio alla fame con conseguente morte di vecchi e bambini dopo aver dato fuoco ai raccolti con frecce incendiarie mentre inseguiva dei banditi per un campo?
    Se oggi si piange per un film quali saranno le conseguenze di un finale triste che siamo stati noi a provocare?

    Forse siamo ancora lontani da queste situazioni, ma il pericolo mi sembra reale, voi cosa ne dite?

  2. #2
    ₮hê Ðår₭ñëšš L'avatar di Andrea NFSU
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    » Delta Halo « N00b Pwner
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    Beh,già oggi ci sono giochi che ti soggezionano in un modo assurdo,e che addirittura ti commuovono....

    Un esempio,il Finale di Final Fantasy 8,che ha fatto versare qualche lacrima a non poche persone....

    Quello lo definirei un ottimo esempio REALE di quello di cui parli...

    Tuttavia è qualcosa di Soggettivo....

    Un Finale che a me può dare emozioni forti ad un altro potrebbe sembrare qualcosa di stupido....

    Però,i Giochi influenzano la nostra vita quotidiana,in molti modi,che a volte nemmeno ce ne accorgiamo....

    Alcuni esempi sono frasi o comportamenti di famosi personaggi che noi trasponiamo nella vita Reale....

    I Videogiochi si avvicinano sempre più spesso alla realtà e trattano di temi che ci interessano da vicino,come guerre e affini....

    Mi sembra normale che un gioco possa far provare diverse senzazioni a chi lo gioca....

  3. #3
    Insane L'avatar di ShadowAlex
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    Citazione Ruben
    Innanzitutto mi scuso, perchè so che il titolo di questo messaggio non è molto esplicativo, ma per una volta ho deciso di fare un eccezione alla regola e dunque se volte sapere di cosa sto parlando leggetevi quanto segue.

    Da qualche tempo sto facendo una riflessione che mi ha come potete notare portato a scrivere sul forum.

    Gran parte del panorama videoluco odierno è caratterizzato da videogiochi che al loro interno narrano una storia. A volte questa è l'elemento centrale, come può essere il caso di Final Fantasy, mentre altre rimane in secondo piano.
    Noi dunque, volenti o meno, giocando a questi titoli, abbandoniamo la nostra realtà per entrare nel mondo che di volta in volta ci viene proposto e vivere le gesta (eroiche o deprecabili) del nostro alterego poligonale. Attraverso mille peripezie (che ormai sempre più spesso consistono nella semplice eliminazione del più alto numero di avversari possibile) seguiamo lo svolgersi delle azioni di cui siamo i protagonisti e fatica dopo fatica giungiamo al fatidico ed imprescindibile "THE END"...e poi?E poi spegnamo la console o il computer per tornare alla nostra vita reale, ma il gioco è veramente finito? Possiamo davvero dire di essere la stessa persona che eravamo prima di aver giocato al nostro ultimo titolo? O invece porteremo al nostro interno delle tracce per aver giocato ad un determinato titolo? I personaggi con i quali interpretimo la storia sono sempre più verosimili e scatenano in noi le reazioni più diverse, ci fanno ridere o arrabbiare, a volte magari riescono addirittura a farci sentire tristi, e non solo per la durata della partita!

    Io credo perciò che valga la pena riflettere un attimo...

    Ogni videogioco (a meno che non sia particolarmente malfatto) che narra al suo interno una storia ci coinvolge sul piano emotivo creando un legame tra noi e le vicende che viviamo, talvolta molto forte, che può lasciare delle dei segni al nostro interno. Ovviamente il discorso è applicabile anche ad altri campi come la televisione o la letteratura ma nel nostro caso c'è una differenza che può rivelarsi un arma a doppio taglio: l'interazione. Noi non siamo semplici spettatori degli eventi che guardano in modo passivo l'evolversi delle vicende ma siamo i protagonisti, determiniamo il corso della storia, e se questo non corrisponde perfettamente alla realtà odierna, a sentire gli sviluppatori i mondi con cui ci confronteremo in futuro mostreranno sempre più le conseguenze delle nostre azioni. E qui una domanda è d'obbligo: ma siamo sicuri che questo sia un bene? Siamo sicuri che tutti siano in grado di ritornare alla realtà quotidiana una volta "terminata l'applicazione? E sopratutto, è davvero possibile non portare dentro di noi ricordi di avventure virtuali?

    “La Forza ha una grande influenza sulle menti deboli" diceva Obi Wan nel quarto episodio di Star Wars, ed è soprattutto a queste che io penso. Non tutte le persone sono uguali e di conseguenza ognuno reacisce in maniera diversa ed è dunque normale pensare che per qualcuno il legame con il suo mondo virtuale diventi talmente forte da non riuscire più a separarsene.
    Già oggi credo molti provino un senso di malinconia e tristezza una volta arrivati alla fine di un gioco per il fatto di doversi separare dai personaggi di cui si hanno seguito le gesta e dunque se il coinvolgimento sarà sempre maggiore dove arriveremo?

    Arriverà il giorno in cui i giocatori si sentiranno in colpa per non essere riusciti ad evitare la morte di un personaggio importante? Chi può dire che nessuno avrà il rimorso di aver ridotto un villaggio alla fame con conseguente morte di vecchi e bambini dopo aver dato fuoco ai raccolti con frecce incendiarie mentre inseguiva dei banditi per un campo?
    Se oggi si piange per un film quali saranno le conseguenze di un finale triste che siamo stati noi a provocare?

    Forse siamo ancora lontani da queste situazioni, ma il pericolo mi sembra reale, voi cosa ne dite?
    Non capisco, di cosa hai paura? Che la persona s'immedesimi nel personaggio che gioca al punto da cambiare x essere simile a lui?

    X il resto non credo che possa esserci un cambiamento drastico rispetto a quello che si prova con un libro o un film o un altra opera d'arte di questo tipo... xchè l'interazione principalmente c'è ma è separata dalla trama il più delle volte, anche nel più perfetto dei gdr alla fin fine non puoi far altro che seguire quello che i programmatori hanno messo a tua disposizione, quindi non direi proprio che "determiniamo il corso della storia".
    Almeno questo x quanto mi riguarda, ho sempre sentito di rivestire mentre videogiocavo un duplice ruolo, quello di giocatore (batti i nemici, fai evolvere il party in modo perfetto, pianifica una buona strategia...) e di spettatore (scopri come và a finire la trama, appassionati ai personaggi e alle loro vicende e così via).


  4. #4
    Eptesicus Mk 16 L'avatar di endeko
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    Ciò che scrivi ha senso, e molto anche.
    Però non capisco il fattore "paura/ansia da interpretazione e interazione". E' naturale che alcuni videogiochi tocchino corde emotive in modo evidente ma credo che il videogioco, in quanto esperienza virtuale e mentale circoscritta, vada vissuta come tale, senza ripercussioni sul nostro VERO vivere. Trascurare l'impatto sentimentale dei videogiochi è sbagliato e inopportuno, oltre che biecamente superficiale, ma lasciarsi risucchiare così nel profondo...beh, è un po' estremo. Il tutto va sempre preso con le pinze, con un po' di...freddezza. Cosiccome coi film, coi romanzi, col teatro, con la musica, con l'arte e con qualsiasi altra forma di rappresentazione audio/visiva/sensoriale, l'esperienza va vissuta sul piano della semplice fruizione e della contemplazione istantanea, senza portarsi dietro strascichi nella propria esistenza fatta di emozioni ben più potenti e di esperienze ben più plasmanti.
    Per fare un paragone "medievale", è come indossare un usbergo (la cotta di maglia, per intenderci) che sia della nostra misura, nè troppo stretto e quindi soffocante e opprimente, nè troppo largo al punto che renda noi impacciati nei movimenti e si trasformi in un indumento inadatto. Le maglie devono essere strette al punto giusto e le trame di anelli non devono soffocarci. Il videogioco è uguale: se lo "indossiamo" in maniera troppo sentita, finiamo col condizionarci la vita reale in maniera malsana "soffocandoci", mentre se lo "indossiamo largo", allora cala il nostro desiderio di viverlo nella maniera giusta, calibrata, in quanto non ci sentiamo a nostro agio.
    Ci può stare benissimo un'influenza superficiale sulla nostra vita reale, come ad esempio il taglio di capelli di un protagonista a cui vorremmo assomigliare fisicamente, una frase recitata da un personaggio che ci ha colpiti, delle musiche che fischiettiamo per tutto il giorno (a completa insaputa delle persone che ti circondano, le quali ignorano la provenienza di tale motivetto ), oppure ancora lo stile nella camminata o nelle movenze. Io stesso confesso che talvolta mi sento profondamente influenzato da alcuni dettagli di Prince of Persia: il mio taglio di capelli somiglia molto a quello del Principe e per questo motivo me li sto facendo crescere (tra un po' sarò come nel mio avatar ), le musiche in game mi balzano alla mente ogni giorno e spesso tornano alla memoria delle frasi o degli episodi che appaiono nella trilogia. Questa influenza...ci può stare. Ma non credo che, io personalmente, venga condizionato dalle avventure del Principe a tal modo da sentirmi in qualche modo oppresso dalle sue travagliate vicende o dall'aura dei suoi nemici mortali. Per esempio: non è che verso in uno stato di ansia traumatica perchè il Dahaka mi sta dando la caccia per mezzo mondo, mi spiego? Forse non è nemmeno probabile una cosa del genere, nemmeno nell'individuo più psicolabile, visto che il livello di trama e di narrazione di Prince of Persia è molto leggero, calibrato e non invasivo. Ma dico questo per far capire FINO A DOVE l'influenza di un videogioco dovrebbe toccarci "seriamente".
    I finali commoventi o gioiosi, i momenti di gloria vissuti col proprio alter ego cosiccome i momenti di dipartita, vanno vissuti in maniera serena, lasciandoci sì trasportare dai sentimenti più sinceri e istantanei, ma senza farsene una ragione tale da protrarsi tutto ciò anche nella vita vera. Questo no, attenzione, si rischia di trasformare l'esperienza di gioco in una situazione deformante.
    Tirando un po' le conclusioni, credo che i videogiochi continueranno a svilupparsi nel senso audio/visivo e di conseguenza anche in quello emotivo, narrandoci terrore, o divertimento, o tensione ma senza mai arrivare così in profondità, sarebbe dannoso e inopportuno oltre che pesantemente privativo del fattore GIOCO che, ricordiamoci, è sempre il fattore determinante, ancor più che le emozioni che si originano.
    Studioso di combattimento medievale nella Confraternita del Dragone

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  5. #5
    Insane L'avatar di ShadowAlex
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    Citazione endeko
    Ciò che scrivi ha senso, e molto anche.
    Però non capisco il fattore "paura/ansia da interpretazione e interazione". E' naturale che alcuni videogiochi tocchino corde emotive in modo evidente ma credo che il videogioco, in quanto esperienza virtuale e mentale circoscritta, vada vissuta come tale, senza ripercussioni sul nostro VERO vivere. Trascurare l'impatto sentimentale dei videogiochi è sbagliato e inopportuno, oltre che biecamente superficiale, ma lasciarsi risucchiare così nel profondo...beh, è un po' estremo. Il tutto va sempre preso con le pinze, con un po' di...freddezza. Cosiccome coi film, coi romanzi, col teatro, con la musica, con l'arte e con qualsiasi altra forma di rappresentazione audio/visiva/sensoriale, l'esperienza va vissuta sul piano della semplice fruizione e della contemplazione istantanea, senza portarsi dietro strascichi nella propria esistenza fatta di emozioni ben più potenti e di esperienze ben più plasmanti.
    Per fare un paragone "medievale", è come indossare un usbergo (la cotta di maglia, per intenderci) che sia della nostra misura, nè troppo stretto e quindi soffocante e opprimente, nè troppo largo al punto che renda noi impacciati nei movimenti e si trasformi in un indumento inadatto. Le maglie devono essere strette al punto giusto e le trame di anelli non devono soffocarci. Il videogioco è uguale: se lo "indossiamo" in maniera troppo sentita, finiamo col condizionarci la vita reale in maniera malsana "soffocandoci", mentre se lo "indossiamo largo", allora cala il nostro desiderio di viverlo nella maniera giusta, calibrata, in quanto non ci sentiamo a nostro agio.
    Ci può stare benissimo un'influenza superficiale sulla nostra vita reale, come ad esempio il taglio di capelli di un protagonista a cui vorremmo assomigliare fisicamente, una frase recitata da un personaggio che ci ha colpiti, delle musiche che fischiettiamo per tutto il giorno (a completa insaputa delle persone che ti circondano, le quali ignorano la provenienza di tale motivetto ), oppure ancora lo stile nella camminata o nelle movenze. Io stesso confesso che talvolta mi sento profondamente influenzato da alcuni dettagli di Prince of Persia: il mio taglio di capelli somiglia molto a quello del Principe e per questo motivo me li sto facendo crescere (tra un po' sarò come nel mio avatar ), le musiche in game mi balzano alla mente ogni giorno e spesso tornano alla memoria delle frasi o degli episodi che appaiono nella trilogia. Questa influenza...ci può stare. Ma non credo che, io personalmente, venga condizionato dalle avventure del Principe a tal modo da sentirmi in qualche modo oppresso dalle sue travagliate vicende o dall'aura dei suoi nemici mortali. Per esempio: non è che verso in uno stato di ansia traumatica perchè il Dahaka mi sta dando la caccia per mezzo mondo, mi spiego? Forse non è nemmeno probabile una cosa del genere, nemmeno nell'individuo più psicolabile, visto che il livello di trama e di narrazione di Prince of Persia è molto leggero, calibrato e non invasivo. Ma dico questo per far capire FINO A DOVE l'influenza di un videogioco dovrebbe toccarci "seriamente".
    I finali commoventi o gioiosi, i momenti di gloria vissuti col proprio alter ego cosiccome i momenti di dipartita, vanno vissuti in maniera serena, lasciandoci sì trasportare dai sentimenti più sinceri e istantanei, ma senza farsene una ragione tale da protrarsi tutto ciò anche nella vita vera. Questo no, attenzione, si rischia di trasformare l'esperienza di gioco in una situazione deformante.
    Tirando un po' le conclusioni, credo che i videogiochi continueranno a svilupparsi nel senso audio/visivo e di conseguenza anche in quello emotivo, narrandoci terrore, o divertimento, o tensione ma senza mai arrivare così in profondità, sarebbe dannoso e inopportuno oltre che pesantemente privativo del fattore GIOCO che, ricordiamoci, è sempre il fattore determinante, ancor più che le emozioni che si originano.
    Ma in che cosa allora bisognerebbe fare attenzione?
    Hai detto tu stesso che prendere come modello un pg di cui ci piace il look è naturale, che le musichette che ci ritornano in mente siano una cosa del tutto normale, che a volte ci si commuova un pò ripensando ald alcune scene e situazioni idem... ma più di questo io non riesco ad immaginare cos'altro ci possa essere.
    Di persone che si credono napoleone d'altronde ce ne sono parecchie già ora e non credo che i vg possano in qualche modo favorire qualche psicosi.


  6. #6
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    beh... non so ke dire....

  7. #7
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    Citazione ShadowAlex
    Ma in che cosa allora bisognerebbe fare attenzione?
    Hai detto tu stesso che prendere come modello un pg di cui ci piace il look è naturale, che le musichette che ci ritornano in mente siano una cosa del tutto normale, che a volte ci si commuova un pò ripensando ald alcune scene e situazioni idem... ma più di questo io non riesco ad immaginare cos'altro ci possa essere.
    Di persone che si credono napoleone d'altronde ce ne sono parecchie già ora e non credo che i vg possano in qualche modo favorire qualche psicosi.
    Premetto che il mio post lunghino era riferito al discorso di apertura del thread...non stavo quotando te.
    E' esattamente quello che hai detto tu: "più di questo io non riesco ad immaginare cos'altro ci possa essere". Io aggiungerei "cos'altro ci DEBBA essere". Non bisogna caricare l'esperienza virtuale di responsabilità morali; si finisce col compromettere l'aura del gioco e dell'intrattenimento nel senso più sincero del termine.
    E' il discorso iniziale che getta il seme per questo "allarme" che in realtà , per me cosiccome per te, non ha ragion d'essere, mi spiego?
    Il gioco è un'esperienza circoscritta, non deve divenire mai condizione deformante per la nostra vita.
    Tutto qui.
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  8. #8
    Jim della Foglia L'avatar di Jim Kenobi
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    Ricordo che,nella recensione di World of Warcraft di GMC,tra i lati negativi c'era: "Può causare dipendenza". È vero,i videogiochi hanno un'arma che li pone molto più in alto di tv e radio: l'interattività.Un ragazzo è capace di passare quasi dieci ore senza smettere di giocare... e può benissimo succedere che le persone si immedesimino troppo nei personaggi che interpretano... Tuttavia ritengo che videogioco sia soprattutto divertimento,e come tale, nonostante abbia giocato titoli che ti comunicano vere emozioni e che ti fanno salire un brivido su per la schiena,io lo considero...
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  9. #9
    Insane L'avatar di ShadowAlex
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    Citazione endeko
    Premetto che il mio post lunghino era riferito al discorso di apertura del thread...non stavo quotando te.
    E' esattamente quello che hai detto tu: "più di questo io non riesco ad immaginare cos'altro ci possa essere". Io aggiungerei "cos'altro ci DEBBA essere". Non bisogna caricare l'esperienza virtuale di responsabilità morali; si finisce col compromettere l'aura del gioco e dell'intrattenimento nel senso più sincero del termine.
    E' il discorso iniziale che getta il seme per questo "allarme" che in realtà , per me cosiccome per te, non ha ragion d'essere, mi spiego?
    Il gioco è un'esperienza circoscritta, non deve divenire mai condizione deformante per la nostra vita.
    Tutto qui.
    L'avevo capito a chi ti riferivi, quello che non capisco è la ragione dell'allarmismo. Il problema non sussisterà mai x nessuna persona sana, mentre x una non sana non è specificamente il vg ma qualunque cosa può nuocerla ulteriormente, quindi mi sembra un discorso un pò inutile.

    Citazione Alby90
    beh... non so ke dire....
    Ne prendiamo atto


  10. #10
    Utente L'avatar di GeppoBerghem
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    be, calcola che vedendo il finale di mafia ho pensato:

    "che finale di muerda "

    poi ci ho riflettutto un pò e ho capito il messaggio, e rigiocandolo, pur sapendo ormai come finiva mi sono quasi commosso...


    quindi direi che finito un gioco non finisce tutto li, ma anzi, certi momenti mi accompagnano nella vita normale

  11. #11
    aka zzyklon, since 2004 L'avatar di theTAP
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    mmm,che riflessione profonda
    ciò che dici ha molto senso ma a parer mio non devi aver 'paura' della forza dei nostri amati vgames,anzi....cioè,mi spiego: tu dici "è davvero possibile non portare dentro di noi ricordi di avventure virtuali?" però io dico "perchè non dovremmo portare dentro di noi questi ricordi?"
    è positivo il fatto di ricordare avventure che in fondo abbiamo portato a termine noi stessi,significa che ci hanno appassionato,che hanno significato qualcosa per noi e che forse non dimenticheremo
    è un modo per vivere emozioni che altrimenti non potremmo vivere nella vita reale
    io,per esempio,non dimenticherò mai kingdom hearts,il vgame più commovente per me
    ognuno avrà il suo o i suoi e si spera che in un futuro (e questo non è affatto lontano) l'interazione raggiunga i livelli più alti possibili
    io la vedo così
    Ultima modifica di theTAP; 10-10-2006 alle 23:55:01

  12. #12
    Eptesicus Mk 16 L'avatar di endeko
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    Citazione ShadowAlex
    L'avevo capito a chi ti riferivi, quello che non capisco è la ragione dell'allarmismo. Il problema non sussisterà mai x nessuna persona sana, mentre x una non sana non è specificamente il vg ma qualunque cosa può nuocerla ulteriormente, quindi mi sembra un discorso un pò inutile.
    Appunto...mi sa proprio che siamo d'accordo!
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  13. #13
    Woke up this morning... L'avatar di AdamWarlock
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    Onestamente OGGI solo il cinema è in grado di regalarmi questa sensazione dato che non ricordo ultimi videogiochi capaci di ciò.

    Se però vado indietro con la memoria ci sono un paio di titoli...

  14. #14
    Eptesicus Mk 16 L'avatar di endeko
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    Citazione AdamWarlock
    Onestamente OGGI solo il cinema è in grado di regalarmi questa sensazione dato che non ricordo ultimi videogiochi capaci di ciò.

    Se però vado indietro con la memoria ci sono un paio di titoli...
    Su questo ti quoto.
    Non so spiegare completamente il perchè di questa cosa...forse sta tutto nella narrazione: i videogiochi devono compiere ancora un passo determinante in questo senso, mentre il cinema...beh, il cinema è maestro della narrazione da decenni.
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  15. #15
    Bannato L'avatar di Indiana_Jones
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    Io un paio di titoli che mi hanno "segnato" l'infanzia (non esagero) li ho.
    E tutt'ora mi vien da riflettere sul perchè se penso a Indy, a Monkey, a TV sport Basketball, a Dune, a Flashback, a Defender of the Crown, a Ultima 7 e UO, a The Dig...mi emoziono ancora un bel pò.
    Una su tutti però è cioè la prima avventura di Indiana Jones, capace di farmi venire il magone solo a pensarci.
    Presumibilmente trattasi di ricordi legati ai tempi spensierati della gioventù (non sono un vecchiaccio per intenderci, ma 30 anni li ho ) e forse è per questo che oggi difficilmente qualcosa mi rimane dentro o mi fa riflettere(tranne per un paio di titoli).

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