Ricordo ancora la cosa più assurda che mi sia mai capitata di non vedere in vita mia, l'ho solo immaginata, ma questo la rende più reale della fasulla realtà che ci circonda, e voglio condividerlo con voi:
Era una fredda giornata di settembre, i colori della città mi sembravano molto più grigi del solito, ed i marciapiede umidi mettevano tristezza, creavano un senso di colpa di sconosciuta provenienza, forse, era insoddisfazione...
Passeggiavo, ma non mi rendeo conto di camminare, ero talmente assorto nei miei pensieri, che mi resi conto della stanchezza una volta arrivato a destinazione, la stazione.
Li stavo aspettando mio cugino, figlio di una delle sette sorelle gemelle, tutte chiamate marche. Quando arrivò non potei fare a meno di riconoscerlo:
Tipico ragazzo di città diversa, vestito con giacca , pantaloni grigio topo, e capigliatura impomatata, tipica degli italo-americani che credono di essere italiani.
Appena arrivai, io sentendomelo antipatico a pelle, esordii con questa frase, credendo di fare il simpatico, ma non aspettandomi la sua risposta:
io - Allora, di che marca sei?
lui - italiano macho al 100%!
io - ... intendevo quale delle marche è tua madre...
lui - che domanda, la seconda che è nata per ultima!
io - eh?
lui - quindi la settima! ahaha (risata plastificata più che plastica) !
A quel punto non potei sopportare oltre, questa era stata la goccia di vino che aveva fatto aumentare il mio tasso alcolico in modo sproporzionato, estrassi la mia magnum, comprata direttamente da un certo callaghan, gliela puntai alla testa, e mi sparai.
ero morto, avevo ucciso me stesso, non mi piacevo ed avevo deciso di mettere la parola fine alla mia finzione, io ero andato alla stazione, ma ritrovai quello che più odiavo, me stesso, non la mia "fiction".