Juba non è un soldato, è un abilissimo irregolare, para-militare, guerrigliero o come altro tu voglia chiamarlo. Un soldato risponde ad ordini di superiori, agisce secondo essi in concerto con i suoi commilitoni e non in base al proprio personale arbitrio come lui ha fatto e fa.
Ragionando alla tua maniera, separando dogmaticamente azioni di guerriglia "legittime" da un terrorismo di cui si crede di possedere una definizione oggettiva, azzeri anni di teorizzazione sulla guerra asimmetrica e ti presti alle interpretazioni dei neo-conservatori.
In ogni caso, tutto il tuo discorso contro il valore del suicidio ad uso bellico, per altro basato su tue considerazioni condivisibili ma assolutamente soggettive (ed è ovvio che sia così
, cade nel momento in cui parliamo di uno che "è sopravvissuto per raccontarlo" tanto da esser sottoposto a giusto processo.
Ti faccio inoltre notare come tu non abbia minimamente risposto alle critiche relative alla risoluzione giuridica da te auspicata, che tu hai voluto nascondere dietro il punto di vista etico. Per inciso, le tue motivazioni emotive sono le stesse per cui gli Stati Uniti da anni trattengono a Guantanamo senza processo prigionieri che, avendo in teoria commesso reati contro gli Stati Uniti, sono stati sottratti illegalmente alle autorità competenti.
Ti inviterei anche a non usare toni polemici dato che io non mi sono permesso di farlo, specie quando esponi un tuo punto di vista soggettivo che non per forza deve riflettersi nel tuo interlocutore.