Nel 1564 di certo non esistavano computer o console.Il videogioco era una cosa non ancora concepita e non concepibile.
C'è però questo filosofo e matematico che non appena studiato mi ha incuriosito particolarmente sopratutto per la sua visione della natura.
Galileo dice:<<La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a inteder la lingua,e conoscer i caratteri,ne' quali è scritto.Egli è scritto in lingua matematica,e i caratteri son triangoli,cerchi ed altre figure geometriche [...]>>
"Però!" mi sono detto.I nostri amati videogiochi vogliono riprodurre la realtà(a parte certi casi) e fanno proprio uso di triangoli,cerchi e quadrati per rappresentare i mondi,le persone e le cose...una natura virtuale regolata da leggi di per se matematiche.
Galileo vedeva la realtà come fatta di poligoni...chissà forse sarebbe stato un grande nome del mondo dei videogiochi se fosse vissuto qualche secolo più tardi...