Calciomercato, caso Suazo: per Grassani "L'Inter e il giocatore rischiano"
Il primo che tira fuori Moggi vince un peluche con la spilla "Io sono Interista"Se l'Inter ha in mano la firma del solo David Suazo ma non un accordo firmato con il Cagliari la società nerazzurra rischia di andare incontro a sanzioni disciplinari, al pari del calciatore. E' questo lo scenario delineato dall'avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, che ha fatto ordine nella vicenda che ieri ha scosso il mercato estivo e rovinato definitivamente i rapporti tra Milan ed Inter. "Dal 1978 perché un giocatore si trasferisca è necessaria la firma contestuale, del club cedente, del calciatore e del club di destinazione. Se l'Inter ha la firma di Suazo ma non quella del Cagliari - spiega Grassani - il giocatore non si trasferisce sulla sponda nerazzurra e il contratto è carta straccia. Se invece l'Inter ha entrambe le firme, quella del giocatore e l'accordo sottoscritto con la società cedente, deve solamente depositare il contratto del giocatore in Lega Calcio". Nelle sue dichiarazioni di ieri il presidente interista Massimo Moratti ha affermato di avere in mano "la firma del giocatore" spiegando che "c'era un accordo completo con il Cagliari". Il club di Cellino, invece, smentisce questo accordo e tanto basta per mettere nei guai il patron nerazzurro.
"Se il Milan ha solamente la firma del Cagliari l'attaccante allora non si trasferisce", ha chiarito Grassani, sottolineando come "non sia possibile cedere un giocatore contemporaneamente a due club": "E' lo stesso discorso dei giocatori che firmano due contratti. Ricordo il caso di Figo, ma anche quello del direttore sportivo del Chievo, Sartori, squalificato perché firmò per il Torino pur essendo vincolato alla società veneta. Club e giocatori non possono firmare fino a quando un accordo non venga perfezionato. Nello sport a differenza di altri lavori a titolo subordinato si contempla il rifiuto del lavoratore. Per questo se un club acquirente ha in mano contratto del calciatore e accordo con la società di appartenenza va bene, altrimenti è carta straccia".
Con la sua mossa poco ortodossa Moratti ha dunque prestato il fianco alla Commissione Disciplinare che, in teoria, adesso dovrebbe attivarsi d’ufficio avendo ricevuto una “notitia criminis” direttamente da chi l’ha commessa. Il contratto di Suazo con il Cagliari, infatti, scadrà il 30 giugno 2010, e questo è un fattore chiave negli scenari delle possibili sanzioni disciplinari. "Un giocatore può sottoscrivere contratti preliminari con altre società solamente nell'ultimo anno di contratto", conclude l'esperto di diritto sportivo, "ma se ha ancora tre anni e c'è una firma escludo sanzioni così morbide. Il calciatore rischia un paio di mesi di squalifica e anche la società che firma con Suazo, senza consenso del club di appartenenza, va incontro a procedimenti disciplinari". Moratti e gli interisti possono difendersi affermando che è una pratica comune quella di raggiungere prima l’accordo con il giocatore e poi con la società di appartenenza. Giustissimo.
Ma allora Moratti è esattamente come tutti gli altri dirigenti che operano nel calcio, non è una “mosca bianca”. Del resto l’Inter ha gestito in passato alcuni rapporti con le norme sportive e penali in maniera, diciamo così, abbastanza personale (Oriali ha patteggiato la pena per il passaporto falso di Recoba, quindi ha ammesso la sua colpa, Moratti e Facchetti hanno utilizzato mezzi “poco ortodossi” per venire a conoscenza di determinate situazioni di illegalità che si verificavano nel calcio, senza avere l’autorità per farlo né la competenza: la giustizia in Italia in nessun ordinamento può essere “privata”)…
Che vuol dire tutto ciò?
Che l’Inter e i suoi dirigenti si comportano esattamente come tutti gli altri dirigenti…
La tanto decantata onestà dell’estate scorsa dov’è?