Il futuro del calcio si chiama Olanda. Sotto la pioggia di Groningen, gli Orange ripetono l'impresa compiuta un anno fa in Portogallo e per la seconda volta consecutiva si laureano campioni d'Europa under 21. Senza storia la finale contro la sorpresa Serbia, che regge solo un tempo prima di cedere per 4-1. Un risultato che porta le firme di Bakkal, Babel, Rigters e Bruins ma che sarebbe potuto essere anche più rotondo visto che la Serbia, in gol solo nel finale con Mrdja, ha giocato in dieci l'ultima mezz'ora. Onore all'Olanda padrona di casa, che ha senza dubbio meritato questo Europeo in cui all'Italia di Casiraghi rimane solo la magra consolazione del pass per Pechino, ma da applausi anche la Serbia, crollata alla fine ma assoluta protagonista del torneo.
De Haan conferma la stessa squadra che ha battuto l'Inghilterra, con centrocampo a rombo che vede De Ridder e Drenthe larghi, Maduro davanti la difesa e Bakkal vertice alto dietro Babel e Righters. Dall'altro lato, invece, Djukic conferma il 4-2-3-1 ma affiancando Smiljanic con Drincic in mezzo al campo e spostando sulla linea dei trequartisti Milovanovic con Rakic unica punta preferito a Mrdja. L'inizio è di marca olandese, con un pressing asfissiante a tutto campo che non dà respiro alla manovra serba.
La formazione di Djukic soffre e dopo aver respinto qualche timido tentativo dei padroni di casa capitola al 17': pallone in area di De Ridder, Bakkal controlla, mette a sedere Rukavina e fredda Kahriman per l'1-0.
La Serbia accusa il colpo, la difesa lascia troppi spazi e sulla sinistra Drenthe fa quello che vuole. L'Olanda potrebbe anche chiudere la partita (al 22' De Ridder sbaglia da pochi metri a botta sicura) ma rischia anche di subire il pari quando, al 36', una punizione del futuro laziale Koralov viene mancata clamorosamente da Waterman finendo sul palo. La Serbia conclude in crescendo e anche nella ripresa conferma di essersi scrollata di dosso tutte la paure, sfiorando il gol dopo nemmeno 20" con Basta (miracolo di Waterman) e poi con Rakic e Jovanovic.
Ma tra il 15' e il 22' la partita si chiude perché l'Olanda trova due volte il gol, prima con Babel, lesto a mettere in rete una palla messa in mezzo da De Ridder e deviata da Tosic, e poi con Rigters, capocannoniere del torneo con 4 reti grazie al sigillo del 3-0. In mezzo c'è l'espulsione per doppia ammonizione di Koralov che lascia la Serbia in dieci e priva di ogni speranza di rimonta.
L'ultima mezz'ora regala anche un rigore sbagliato (Kahriman si oppone a Babel), un gol per la Serbia (Mrdja al 34') e un altro per l'Olanda (Bruins al 42') ma la partita ha già detto quello che doveva dire e al triplice fischio la festa è tutta dei padroni di casa, ancora una volta sul gradino più alto d'Europa.
OLANDA-SERBIA 4-1
OLANDA (4-3-1-2): Waterman; Zuiverloon, Kruiswijk, Donk, Pieters (44'st Jong-A-Pin); De Ridder, Maduro, Drenthe (33'st Beerens); Bakkal; Babel, Rigters (24'st Bruins). In panchina: Vermeer, Krul, Vlaar, Jenner, Schilder, Medunjanin, Janssen, Van der Struijk. Allenatore: De Haan.
SERBIA (4-2-3-1): Kahriman; Rukavina, Ivanovic, D.Tosic, Kolarov; Smiljanic, Drincic (20'st Z.Tosic); Basta (28'st Babovic), Milovanovic, Jankovic; Rakic (28'st Mrdja). In panchina: Kesic, Rnic, Kacar, Pavlocic, Ivelja, Rajkovic, Petkovic. Allenatore: Djukic.
ARBITRO: Skomina (Slovenia).
RETI: 17'pt Bakkal, 15'st Babel, 22'st Rigters, 34'st Mrdja, 42'st Bruins.
NOTE: pioggia, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 20 mila circa. Al 26'st Kahriman para un rigore a Babel. Ammoniti: Drenthe, D.Tosic, Ivanovic, Mrdja, Beerens, Rukavina. Angoli: 8-2 per l'Olanda. Recupero: 2', 0'.