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Discussione: - Retro Games Museum -

Cambio titolo
  1. #301
    Utente L'avatar di [Strider]
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    Nome: Future Wars: Time Travellers

    Produttore: Delphine Software

    Anno: 1989

    Piattaforma: Amiga 500 (versione esaminata); Atari ST; PC Dos

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1

    Screens:




    Video: 1

    Descrizione:
    Nata nel 1989 dai programmatori francesi della Delphine Software, Future Wars era un'avventura punta e clicca ambientata come lasciava intuire il titolo, in un futuro pieno d'intrighi e viaggi nel tempo. Il suo protagonista infatti, visto con una visuale in terza persona, doveva viaggiare per tutta la durata del gioco in varie epoche, con lo scopo di fermare il solito complotto alieno di conquista del mondo.
    Questa prima incursione nel campo delle avventure grafiche da parte della casa francese, (in seguito usciranno altre due avventure prima che la software house cambi totalmente genere per i suoi futuri titoli), presentò aspetti positivi e negativi: per quanto riguardava i primi, avevamo un'interfaccia di gioco denominata "Cinematique" (che sta per Cinematografico) molto duttile, almeno a detta dei programmatori che la crearono... perché consisteva in un menù contenente dei verbi utili all'interazione come: esamina, prendi, inventario, usa, adopera e parla, che poteva essere aperto con un semplice click del mouse. Questa era una buona cosa, perché eliminava la famosa lista di verbi e oggetti a fondo schermo tanto cara alla Lucasarts (vedi SCUMM), in modo da visualizzare il gioco a tutto schermo, poiché il menù poteva essere aperto in un qualsiasi punto della videata. Di contro però aveva che alcuni oggetti che erano troppo distanti dal protagonista, quando venivano esaminati o provati a raccogliere, il gioco non li riconosceva.
    Parlando degli enigmi invece, possiamo dire che erano abbastanza vari e di diverso tipo: c'erano quelli "a labirinto", a cui era aggiunto anche un tempo limite per trovare l'uscita, quelli classici di "usa l'oggetto x con y", e perfino dei minigiochi in cui la prontezza di riflessi era tutto.
    L'aspetto migliore del titolo in ogni caso era la trama, che grazie ai suoi colpi di scena riusciva a mantenere sempre vivo l'interesse del giocatore. Come detto in precedenza infatti, l'intero plot narrativo ruotava attorno ai viaggi temporali che il protagonista poteva compiere grazie al ritrovamento all'inizio della storia di una macchina del tempo. A tal proposito era anche curioso vedere la trasformazione in poco tempo del proprio alter ego, da semplice lavavetri a salvatore della razza umana.
    Da segnalare anche le sequenze animate e le musiche. Molto belle entrambe.
    Come aspetti negativi invece, oltre al già citato non-rilevamento degli oggetti da raccogliere o esaminare troppo distanti dal personaggio, l'aspetto più scocciante (che ricorderanno tutti gli avventurieri che lo giocarono negli anni '90), era la dimensione di quasi tutti gli oggetti da raccogliere o attivare. Questi, infatti, erano dei veri e propri pixel, che facevano perdere molto tempo per essere trovati, tanto che erano molte le volte in cui ci si bloccava perché non si faceva scorrere lentamente il cursore in una data locazione.
    Tolte però queste piccole pecche il gioco rimaneva molto appassionante, specialmente a fronte della sua bellissima trama.

    Note e Curiosità:
    - La Delphine Software era una costola della Delphine Records, dedicata alla sviluppo di videogiochi. L'azienda fallì nel 2004 per bancarotta.
    - Il gioco venne interamente tradotto in italiano dalla Lago SoftMail, in tempi in cui era raro vedere un'avventura grafica tradotta nella nostra lingua.
    - Nel gioco ci sono alcuni riferimenti ai precedenti giochi della Software House, (come la citazione di Bio Challenge nella locazione del convento).
    Ultima modifica di [Strider]; 18-10-2009 alle 16:20:32

  2. #302
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: Mario is Missing!

    Produttore: Mindscape

    Anno: 1992 (PC); 1993 (NES; SNES)

    Piattaforma: PC; NES; SNES

    Genere: Avventura Grafica - Educational

    Giocatori: 1

    Screens:

    Video: Versione DOS - Versione NES - Versione SNES

    Descrizione:
    Il grande successo di Nintendo e del franchise di Mario foment&#242; la produzione di svariati prodotti su licenza, dalla gadgettistica pi&#249; comune (portachiavi, peluches, magliette, ecc…) ad un’intera serie di cartoni animati. Questa tendenza si svilupp&#242; anche nell’ambito dei videogiochi stessi che, soprattutto nel mercato PC, vide la nascita di numerosi Educational destinati all’infanzia, sviluppati da team assai lontani da Nintendo e che per lo pi&#249; di Mario avevano solo il nome. Tra questi, il pi&#249; famoso &#232; senza dubbio Mario is Missing!, insieme al seguito Mario’s Time Machine, gli unici di questo filone a godere di un porting su console.
    Questa volta ci troveremo esclusivamente nei panni di Luigi che, insieme a Yoshi, dovr&#224; visitare tutte le capitali pi&#249; famose del mondo (si, quello reale, non il Mushroom Kingom) per salvare il (ben pi&#249; celebre) fratello rapito da Bowser. Quest’ultimo, infatti, ha inviato il suo esercito a rubare gli artefatti necessari per realizzare il suo piano: sciogliere il ghiaccio del Polo Sud e cos&#236; inondare l’intero pianeta, per mezzo di molti asciugacapelli.
    L’avventura, in side scrolling, si svolge all’interno del castello di Bowser del Polo Sud, che funge da hub per teletrasportarci nelle citt&#224; (per accedere ad esse dovremo battere i Koopalings di guardia ad ogni piano). Quest’ultime pullulano di Koopas, che dovremo sconfiggere per recuperare gli oggetti sottratti e restituirli alle citt&#224; (tre per ciascuna) a cui appartengono. Per fare ci&#242; sar&#224; necessario esplorare a fondo i vasti centri urbani e raccogliere informazioni (conservate in una sorta di computer portatile) dai numerosi PnG sulla storia del paese che stiamo visitando, nonch&#233; risolvere alcuni semplici enigmi. Durante la nostra peregrinazione potremo anche chiamare Yoshi in nostro aiuto, per mezzo del quale possiamo camminare pi&#249; veloci e spaventare i Pokey nascosti nei tubi.
    Il gioco &#232; concentrato sulla conoscenza delle civilt&#224; e dei dati geografici relativi ad esse e la ricerca di Mario &#232; semplicemente un pretesto.
    Mario is Missing! &#232; uscito in tre versioni differenti: quella principale per DOS, sviluppata da The Software Toolworks ed i porting per NES e SNES, curati da Radical Entertainment. La prima &#232; una vera e propria Avventura Punta e Clicca e gode di una veste grafica originale e del doppiaggio, mentre la seconda ha l’interfaccia di un Platform, gli sprites “rippati” da Super Mario World ed altri titoli (oltre che diverse differenze nel gameplay stesso). Naturalmente, la versione per SNES &#232; assai pi&#249; ricca di colori e dettagli rispetto alla controparte NES.
    Mario is Missing!, per quanto possa ritenersi “riuscito” per quel che riguarda la sua natura di Educational, si tratta comunque di un titolo davvero pessimo, non assolutamente degno dell’illustre nome che porta. A parte alcuni aspetti parzialmente riusciti come la struttura solida e tutto sommato ben orchestrata, un gameplay banale, uno stile poco ispirato, una mimesi con il mondo reale che nessuno avrebbe mai voluto in un gioco di Mario e svariati altri problemi affliggono un titolo che non ha ragion d’essere e sconsigliato a chiunque. Il peggior Mario mai uscito su console.

    Note e curiosit&#224;:
    -Mario is Missing! &#232; il primo gioco in cui Luigi &#232; il protagonista assoluto. Ci&#242; si verificher&#224; anche molti anni pi&#249; tardi, quando nel 2001 uscir&#224; Luigi’s Mansion (il titolo di lancio del GameCube), che presenta un intreccio narrativo simile: nei panni di Luigi dovremo inoltrarci in una casa infestata da fantasmi per liberare Mario ivi imprigionato.

    -Molto popolare tra i fan &#232; il pessimo sprite di Luigi della versione PC di Mario is Missing!, chiamato da essi “Weegee”.
    Ultima modifica di >V@len$<; 20-01-2009 alle 23:38:56

  3. #303
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Krush, Kill 'n' Destroy

    Produttore: Beam Software

    Anno: 1997

    Piattaforma: Windows

    Genere: strategia in tempo reale

    Modalità di gioco: single-player, multiplayer da 2 a 6 giocatori su rete IPX con possibilità di alleanze

    Screen:






    Video: introduzione

    Descrizione:

    E' ignoto chi abbia lanciato la prima, ma in seguito sono piovute dal cielo un sacco altre di testate nucleari e in poco tempo dell'umanità non rimase granchè. La terra venne ridotta a un immenso deserto. Tra gli esseri umani ci furono quelli prudenti, che al presagio di una guerra nucleare si rifugiarono sottoterra evitando così gli effetti delle radiazioni (i sopravvissuti), e quelli che non diedero peso alla cosa rimanendo in superficie condannandosi così a subire pesanti mutazioni (i mutanti). Dopo il disastro nucleare i sopravvissuti sono tornati in superficie per riappropriarsi della terra e ripulirla dai mutanti, questi a loro volta non vogliono lasciare la terra ai sopravvissuti, ed è la guerra! E' in questo scenario post-apocalittico che si colloca l'ambientazione di KKND.

    Dopo aver scelto una delle due fazioni del gioco dovremo superare una serie di missioni che possono avere diversi fini: dalla semplice distruzione della base nemica al recupero di forze alleate disperse e da riportare a casa sane e salve. Gli scenari in cui muoveremo i nostri uomini e costruiremo i nostri edifici sono ben realizzati ma un po' ripetitivi, cosa normale vista l'ambientazione del gioco. In compenso potremo addestrare diversi tipi di unità, dai semplici mitraglieri agli infallibili cecchini, e costruire veicoli di tutti i tipi, da quelli poco corazzati ma veloci a quelli lenti ma dotati di armamento pesante. Tutti questi tipi di truppe sono addestrabili in soli 4 tipi di edifici, come avamposti, officine. La costruzione delle basi è cosa abbastanza rapida e ovviamente consigliata vicino ai giacimenti di petrolio (la risorsa del gioco che permette di fare qualsiasi cosa), in luoghi spaziosi ma difendibili.
    A sfavore di questo titolo gioca molto il fatto che le differenze tra le due fazioni si contano sulle dita di una mano poiché ogni unità e veicolo dei sopravvissuti ha il suo equivalente mutante che svolge la medesima funzione, inoltre le unità a piedi si muovono con troppa lentezza; in compenso i briefing di missione sono ben realizzati con persone reali che spiegano la situazione e gli obiettivi da raggiungere.
    Le partite multiplayer sono delle vere e proprie risse in cui, in una delle quattro mappe disponibili, ci si può divertire alleandosi e dichiarandosi guerra a proprio piacimento.
    Le musiche che accompagnano esplorazioni e combattimenti sono discrete e specialmente quella dei sopravvissuti coinvolge il giocatore nell'atmosfera di gioco.
    Questo RTS non riesce a emergere dalla massa, ma data la sua elevata difficoltà, rappresenta un'ottima sfida per gli amanti del genere.

    Note e curiosità:

    1) Le unità che acquisiscono esperienza durante i combattimenti diventano unità veterane. Questo permette loro di colpire con maggiore velocità, di avere una velocità di tiro superiore e addirittura di curarsi da sole se restano ferme.

    2) KKND può contare su un libretto di istruzioni davvero esilarante come si può vedere da queste immagini.

    immagine 1 - immagine 2

    3) Dopo aver messo in coda di produzione 9 unità, cliccando ancora una volta la produzione diventa infinita, è una funzione utile quando si è alle prese con lunghe battaglie per non rimanere a corto di unità. Ovviamente la produzione continuerà finchè c'è petrolio disponibile.

    4) Come già detto la costruzione di una base è questione di poco tempo. Se si possiede un avamposto mobile è possibile posizionarlo nella zona più adatta, altrimenti può essere costruito dall'apposito menù. Per impossessarsi di un giacimento di petrolio è sufficiente costruire una raffineria mobile e dislocarla su un giacimento libero.

    5) Un edificio nemico può essere distrutto, oltre che col metodo tradizionale, anche mandando al suo interno un certo numero di sabotatori che si intrufoleranno dentro e, se il loro numero è superiore a quello dei difensori all'interno della costruzione, la faranno saltare in aria.
    Ultima modifica di Garet; 22-12-2010 alle 11:39:30

  4. #304
    Erik108
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    Titolo: CTR: Crash Team Racing

    Produttore: Naughty Dog

    Anno: 1999

    Piattaforma: PlayStation

    Genere: Guida Arcade

    Giocatori: da 1 a 4

    Screens:









    Video: 1 - 2

    Descrizione: Crash Team Racing è il primo di una serie di spin-off che hanno reso celebre la saga di Crash Bandicoot, nonché uno dei titoli più divertenti. Nato come clone di Mario Kart 64, rispetto ai suoi predecessori si presenta come una vera novità riguardo il mondo di Crash, anche se rimangono chiaramente visibili gli elementi chiave della serie, non solo i personaggi, ma anche atmosfera, oggetti e sottofondi musicali. La storia si articola in questo modo: Nitrous Oxide, corridore di kart venuto dal pianeta Gasmoxia, arrivato sulla Terra decide di sfidare il corridore più veloce del nostro pianeta, e se questi non lo batterà, Oxide trasformerà il nostro mondo in un parcheggio spaziale e renderà tutti i terrestri schiavi. Così Crash e tutta la banda di amici e di nemici iniziano a mettersi in competizione con i loro kart per diventare il miglior corridore e salvare la Terra!
    Il giocatore è così libero di scegliere il suo personaggio preferito, cercando di farlo arrivare davanti tutti gli altri e battere definitivamente N.Oxide. Ma per farlo bisogna attraversare 4 differenti mondi e per ognuno battere il boss locale, che daranno ognuno una chiave per sbloccare il boss finale.
    Il gameplay è semplice, trattandosi di un gioco di corse, ma quello che rende CTR un ottimo titolo per PlayStation (soprattutto per la modalità multigiocatore) è la possibilità di utilizzare oggetti come razzi, bombe, turbo e quant'altro per vincere e per rallentare la corsa del nostro avversario, o velocizzando la nostra, che si trovano nelle classiche casse col punto interrogativo, famose per chi ha giocato almeno una volta a Crash. Esistono poi due modi per acquisire potenza e velocità: o raccogliendo frutti wumpa, in grado di potenziare le nostre armi e darci maggior velocità, o utilizzando la spinta delle nostre scivolate. Ad ogni gara vinta riceveremo un trofeo, che sbloccherà man mano tutti gli altri circuiti. Una volta battuto il boss locale, sarà possibile rigiocare la pista per cercare di aggiudicarsi un gettone CTR, che insieme altri 3 del suo stesso colore, sbloccheranno la gara per la Gemma, che a sua volta potrà sbloccare un boss giocabile e una pista nascosta, e la reliquia del tempo, che tutte insieme sbloccheranno la seconda sfida di Oxide, per farlo allontanare definitivamente dal nostro pianeta.
    Interessantissima la modalità multigiocatore che presenta sia la classica corsa sui kart contro gli amici sia la fantastica modalità "battaglia": da 2 a 4 giocatori nella stessa arena che si sfidano fino all'ultima vita a suon di TNT, bombe rotolanti e razzi a ricerca, con la possibilità di personalizzare le varie impostazioni di sfida, dal numero di vite disponibili alla scelta delle armi in campo.
    La colonna sonora è stata diretta dal maestro Mutato Muzika, che anche in questo quarto episodio ha dato il suo meglio, facendola diventare una delle più memorabili ancora oggi.
    Se non avete mai giocato a questo titolo o manca nella vostra collezione, recuperatelo al più presto possibile, e che vinca il più veloce!

    Note e curiosità:

    - Oxide, una volta finito il gioco, è l'unico boss non giocabile(se non con il GameShark).

    - Un altro personaggio nascosto è Penta Penguin, che diventerà disponibile solo inserendo una cheat.

    - Potrete gareggiare con N.Tropy solo dopo che lo avrete battuto sul tempo in tutte le piste.
    Ultima modifica di Erik108; 1-02-2009 alle 21:44:36

  5. #305
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Sam & Max: Hit The Road

    Produttore: LucasArts

    Anno: 1993

    Piattaforma: Dos (versione esaminata), Windows, Mac

    Genere: Avventura grafica

    Giocatori: 1

    Screens:


    Descrizione:
    Nel 1993 LucasArts decise di creare un titolo "di rottura" e pens&#242; di realizzare un'avventura su una strampalata coppia di improbabili poliziotti freelance ideati da Steve Purcell, il quale venne anche coinvolto nella realizzazione del titolo; nacque su questa base Sam & Max: Hit The Road, avventura grafica decisamente atipica. La trama era piuttosto semplice: il cane poliziotto Sam e il suo compagno Max -un coniglio iperattivo- dovevano indagare sul caso di sparizione di Bruno il bigfoot e di Trixie la ragazza con il collo di giraffa.
    Questa avventura si distingueva dalle altre in diversi fattori: tanto per cominciare, mentre le altre avventure lavoravano molto di fantasia, questa metteva alla berlina in chiave demenziale alcuni aspetti degli Stati Uniti dell'epoca; in secondo luogo fu uno dei primi -e a tutt'ora uno dei pochi- giochi che, come gi&#224; faceva Day Of The Tentacle sfruttava per i propri enigmi il cosiddetto pensiero laterale; come terza cosa presentava una rivisitazione dell'interfaccia che rendeva il gioco pi&#249; "snello" rispetto alle altre avventure, rimuovendo in toto sia i comandi che l'inventario dallo schermo per rendere tutto richiamabile da una piccola interfaccia che saltava fuori cliccando il tasto destro del mouse.
    Il gioco si presentava bene dal punto di vista tecnico e la difficolt&#224; piuttosto alta degli enigmi era compensata dal carisma dei protagonisti e dalla demenzialit&#224; dei loro dialoghi; l'interfaccia alleggerita faceva il resto. Questa &#232; una delle poche avventure in cui soffermarsi sulla descrizione di ogni singolo hot spot dello scenario ha un senso nonch&#232; uno dei primi giochi -se non addirittura il primo- che viene in mente quando si parla di videogiochi che fanno ridere. Nonostante la difficolt&#224; da avere assolutamente

    Note e curiosit&#224;:

    - l'interfaccia utilizzata in questo titolo diventer&#224; il nuovo standard nelle avventura Lucas pubblicate successivamente
    - il gioco era distribuito in floppy e cd: quest'ultima versione conteneva i dialoghi doppiati
    - il libretto di istruzioni era pieno di illustrazioni e battutte al pari del gioco
    - quasi tutti i giochi Lucas usciti dopo Sam & Max -compresi anche diversi titoli dedicati a Star Wars- contengono riferimenti a questo gioco, spesso nella veste della presenza pi&#249; o meno celata del faccione di Max
    - un seguito di questo titolo intitolato Sam & Max: Freelance Police venne annunciato insieme ad un seguito di Full Throttle dalla Lucas nel 2002 per poi venir cassati entrambi nel 2004. Qualche anno pi&#249; tardi la TellTale Games, per&#242;, riesum&#242; il franchise trasformando la rediviva serie di Sam & Max in una serie episodica distribuita via digital delivery, rilasciando ogni 5 episodi anche i cofanetti su supporto ottico contenenti tutti gli episodi delle "stagioni" correnti, sulla falsariga di quanto avviene nel mercato dvd con i telefilm o i cartoni
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 4-02-2009 alle 22:59:26

  6. #306
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: L'impero delle formiche

    Produttore: Microids

    Anno: 2000

    Piattaforma: Windows

    Genere: Real Time Strategy

    Modalità di gioco: single player (campagna singola o scaramuccia, che comprende una normale battaglia su una mappa a scelta), multiplayer.

    Screen:






    Descrizione:

    Questo originale RTS ha come tema la vita di una delle comunità più organizzate e laboriose che ci siano: quella delle formiche. Allo sviluppo di questo gioco ha collaborato Bernard Werber (autore del libro le formiche), famoso entomologo che con il suo aiuto ha fatto in modo che la vita dentro e fuori del formicaio fosse in questo titolo riprodotta il meglio possibile, quindi chi si aspetta di vedere formiche umanizzate (come nel film Z la formica) da controllare come si fa con i marine in starcraft si tolga dalla testa questa idea.

    L'impero delle formiche, come si può evincere dal titolo, simula la vita di un formicaio sotto ogni aspetto: il ciclo vitale di ogni singola formica, la costruzione e manutenzione delle stanze del formicaio, l'esplorazione del pericoloso ambiente esterno che pullula di animali ostili (e non) e così via.
    Sebbene sembrino tutti uguali i nostri insetti si differenziano in due caste: operaie e soldati, che a loro volta comprendono diverse sottospecie che riescono meglio in alcuni compiti che in altri. Le operaie comprendono, oltre alla normale schiava che esegue discretamente ogni compito, diverse caste specializzate ad eseguirne bene uno solo come la nutrice che si occupa di accudire le uova da quando vengono deposte dalla regina a quando, da larve, diventano formiche complete dopo un periodo passato nella stanza di incubazione. Le formiche operaie non sono controllabili direttamente con il mouse, ma tramite un sistema di priorità dei compiti cui verranno assegnate più o meno formiche secondo come sono stati disposti nella scala. I soldati si comandano a gruppi direttamente con il mouse e sono anch'essi divisi in classi adatte a un determinato tipo di combattimento. Abbiamo a disposizione molti tipi di guerrieri tra cui: soldati semplici, corpo a corpo e artiglieri che sparano acido. I soldati sono elementi preziosi perchè possono, oltre che combattere contro gli altri formicai, esplorare i dintorni alla ricerca di nuove zone di cibo e materiali o affrontare predatori come ragni o mantidi religiose che possono minacciare le operaie. Ovviamente in un gioco così non manca il fattore clima, che può influenzare l'ambiente circostante e il comportamento delle formiche a seconda della stagione che si sta attraversando fino a costringerle a rintanarsi nel formicaio in prossimità dell'inverno a pena di morire di freddo o anche di fame se nei magazzini non c'è cibo a sufficienza.
    L'impero delle formiche può vantare un eccellente comparto grafico che riproduce maniacalmente qualsiasi ambiente, sia esterno che interno, mentre quello sonoro può risultare alla lunga fastidioso o addirittura inadatto visto che la musica di sottofondo è troppo imponente per delle formiche; anche i continui suoni della natura che accompagnano il gioco possono diventare alla lunga snervanti.
    Tralasciando questi difetti siamo di fronte a un gioco più che riuscito e dall'interfaccia intuitiva diverso dai soliti e che gli appassionati dovrebbero assolutamente avere.

    Note e curiosità:

    1) Nella sola francia il romanzo “le formiche” di Bernard Werber, cui il gioco è ispirato, vendette più di due milioni di copie.

    2) Nel gioco è presente un enciclopedia che aiuta a conoscere il mondo delle formiche.

    3) Essendo un gioco sulle formiche, non aspettatevi niente di spettacolare dai combattimenti.
    Ultima modifica di Garet; 7-03-2012 alle 15:06:35

  7. #307
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Chicken shift

    Produttore: Bally Sente

    Anno: 1984

    Piattaforma: arcade

    Genere: arcade

    Giocatori: 2

    Screen:




    Descrizione:

    Siamo di fronte a un titolo facente parte della produzione arcade degli anni ottanta che presenta una struttura di gioco molto simile a quella del celebre Lemmings ma più semplice, tanto semplice che per giocare servono solo due tasti. Il gioco si divide in tre fasi: lo scopo della prima è manovrare i tubi azzurri e rossi per fare in modo che le uova prodotte dalle galline rotolino sicure verso il loro contenitore, quello della seconda è manovrare le piattaforme dei medesimi colori in modo da far raggiungere ai pulcini l'aria aperta in modo che possano prendere il volo, mentre nella terza bisogna usare i trampolini per far saltare i pulcini sulle piattaforme al momento giusto fino a fargli raggiungere le stie dove diventeranno galline. La pressione di uno dei due tasti corrisponde al movimento simultaneo di tutti i tubi e piattaforme dello stesso colore, questo può far apparire semplice il gioco, e in effetti lo è finchè nei primi livelli vi sono due elementi per colore, ma proseguendo il gioco diventa frenetico al punto di far desiderare di avere quattro occhi per poter controllare ogni punto dello schermo. Ci si accorge subito che riuscire a salvare tutte le uova è una vera impresa. Il tutto è accompagnato da una musichetta gradevole e canticchiabile.
    E' una sfida decisamente impegnativa per gli appassionati ma il resto del pubblico non ci giocherà a lungo.

    Note e curiosità:

    1) Una volta completate le tre fasi il gioco ricomincia con i pattern velocizzati e con piattaforme e tubi più numerosi e disposti in maniera diversa, anche in relazione ai loro colori. Tutto ciò ovviamente per far confondere il più possibile il giocatore.
    Ultima modifica di Garet; 7-03-2012 alle 15:07:08

  8. #308
    One Shot L'avatar di aXelfg
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    Titolo: The Dig

    Produttore: Lucas Arts

    Anno: 1995

    Piattaforma: MS-DOS, Mac, Windows (versione recensita)

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1

    Screen:





    Descrizione:
    Questa bellissima avventura grafica narra le vicende di un team di astronauti, composto da Boston Low, Ludger Brink e Maggie Robbins: la loro missione è quella di evitare lo schianto dell'asteroide Attila sulla Terra. Dopo aver posizionato delle bombe atomiche sull'asteroide, al suo interno trovano delle lastre metalliche che li trasporteranno su un pianeta alieno. Ed è qui che comincia la vera avventura: un viaggio che porterà alla scoperta di un intero mondo alieno e alle loro scoperte scientifiche e tecnologiche, che purtroppo creeranno dissapori tra il team, costringendo ogni singolo membro a prendere strade diverse.
    The Dig sfrutta ancora una volta il motore grafico Scumm, e l'interazione con il paesaggio si dimostra ancora una volta funzionale.
    Il gioco presenta ambientazioni e fondali molto curati, anche se un po' sottotono con gli standard di quegli anni, dovuto soprattutto alla storia travagliata del team di sviluppatori e dai notevoli ritardi che il gioco ha subito. Le sequenze animate sono in stile cartoon, che forse stonano un po' con l'avventura, ma sono realizzate ottimamente.
    A dispetto delle altre avventure targate Lucas, The Dig presenta uno stampo molto serio (se non per qualche battutina del protagonista).
    La colonna sonora è uno degli aspetti più riusciti del titolo, con orchestre che si presentano nei momenti di maggior tensione. Stessa cosa per il doppiaggio, davvero ben fatto: addirittura un membro del team, Brink, dimostra un accento russo.
    C'è da dire che la difficoltà di questo titolo è un po' elevata, sarà facile rimanere bloccati in alcuni punti del gioco per piccoli dettagli che ci sono sfuggiti, come ad esempio degli oggetti sul terreno scarsamente visibili.
    Alla fine, The Dig è una di quelle avventure grafiche che vanno giocate, per trama, spettacolarità e colonna sonora. Un "must have" nel panorama delle AG.

    Curiosità:
    Il soggetto del gioco è opera del regista Steven Spielberg. Proprio quest'ultimo aveva in origine l'idea di fare un copione di questo videogioco, un film di fantascienza simile per alcuni aspetti ad Armageddon, ma con una storia diversa da quella apparsa nel videogioco. Ma i costi proibitivi per la realizzazione mandarono tutto all'aria. Fu così che Spielberg, amico intimo di George Lucas, si rivolse a quest'ultimo per la realizzazione di un videogioco, ovvero The Dig.
    Il gioco ha subito notevoli ritardi (ben 5 anni), causa abbandono del progetto da parte di alcuni sviluppatori (tra cui anche il capo-progetto).
    Durante lo sviluppo, il team sbarcato nel mondo alieno prevedeva la compagnia di un quarto personaggio, Toshi Olema; sarebbe morto quasi subito in seguito ad una pioggia acida, ma la Lucas decise che tale scena sarebbe stata superflua, e così venne cancellato dal progetto.
    Ultima modifica di aXelfg; 30-08-2009 alle 13:03:12

  9. #309
    Il famoso ziano[cit.] L'avatar di Ziano
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    Titolo: shock troopers

    Produttore: Saurus

    Anno: 1997

    Genere:Sparatutto a scorrimento

    Piattaforma: Arcade

    Giocatori: 1 0 2 cooperativo



    Screen:





    Descrizione: questo titolo si pu&#242; considerare come un'alternativa alla ben pi&#249; famosa serie di Metal slug. Anche se di generi non proprio identici, Shock troopers cos&#236; come metal slug ripropone un buon sistema di gioco, un notevole comparto grafico in stile simil-cartoonistico e peculiarit&#224; caratteristiche che ne fanno uno degli sparatutto a scorrimento pi&#249; coinvolgenti e divertenti di sempre. Il gioco si distingue da subito per la possibilit&#224; data al giocatore di sparare in tutte e 8 le direzioni di movimento; per quel che riguarda i tasti, invece, il primo tasto serviva appunto a sparare, il secondo offriva una capriola che serviva ad evitare i proiettili che stavano per colpire il personaggio (quest'opzione utilissima aggiungeva una discreta quantit&#224; di tecnicismo al gioco), col terzo pulsante si lanciavano le bombe e con il quarto tasto si cambiavano i personaggi nel team; ebbene s&#236; avete capito bene!, questo gioco offriva (diversamente da altri del genere) la possibilit&#224; di affrontare i vari livelli di gioco con un team di tre personaggi, da scegliere dopo aver selezionato la modalit&#224; team (l'altra &#232; la lone wolf che vi permetteva di affrontare il gioco con un solo personaggio) tra gli otto disponibili, ponendo la variet&#224; dei personaggi e la loro quantit&#224; tra i punti a favore del titolo. Nell'arco della partita il giocatore poteva scegliere da che via procedere per l'infiltrazione nelle fila nemiche, avendo a disposizione la valle, la montagna e la giungla. Altro aspetto degno di nota &#232; la variet&#224; di armi che potrete trovare sparse per il mondo di gioco, magari nascoste in casse o che verranno abbandonate dai nemici che avrete ucciso. I livelli sono abbastanza vari ed immersivi e regalano spesso al giocatore momenti davvero unici (uno su tutti la scalata della parete rocciosa) e per finire vanno citati i boss che spesso sono a bordo di enormi carri armati, navi o altri veicoli, solitamente armati fino ai denti. L'ironia che pervade la serie &#232; palese e di buon gusto e anche le animazioni sono di discreta realizzazione e vi permetteranno di apprezzare i nemici mentre li ardete vivi, mentre tossiscono perch&#232; gli avete gettato addosso una bomba chimica, quando si spaventano perch&#232; vi vedono all'improvviso e cos&#236; via. Ultimo aspetto del gameplay da citare &#232; il colpo ravvicinato che, una volta eseguito su un nemico, regala al giocatore dei bonus che possono essere armi, punti extra o medikit per ripristinare l'energia.
    Insomma un ottimo gioco e una perfetta alternativa a Metal slug, godibile anche dopo dieci anni senza nessun problema.
    Ultima modifica di Ziano; 25-02-2009 alle 18:40:45

  10. #310
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Alien Breed

    Produttore: Team 17

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Dos

    Genere: Azione/Sparatutto

    Giocatori: 1-2 Giocatori


    Screen:




    Video: 1

    Descrizione:
    Alien Breed è un gioco che riesce a mescolare sapientemente diversi elementi presi sia da videogiochi che da pellicole cinematografice, il titolo dei Team 17 prende infatti chiaramente ispirazione da Film del calibro di “Alien” e ricalca in tutto e per tutto la struttura tipica del classico Gauntlet mischiandola con il genere degli sparatutto.

    La storia è quanto di più banale possa esistere, nei panni di due Marines, Jhonson e Stone dovremmo fermare l’invasione aliena in atto alla stazione spaziale ISRC-4.
    Seppur banale la trama serve unicamente ad inserire i personaggi nel contesto in cui ci si trova e svolge alla perfezione il suo compito, facendo immergere in questo modo il giocatore nel pieno del Gameplay che grazie alla sua semplicità ed immediatezza riesce a coinvolgere il giocatore fin da subito.
    La stazione spaziale non è altro che una serie di stretti cunicoli e stanze di chiara impostazione labirintica al cui interno è molto semplice rischiare di perdersi.
    I nostri movimenti andranno studiati con attenzione, non solo per la presenza massiccia di alieni da massacrare ma soprattutto per la limitata disponibilità di chiavi che spesso ci porterà ad un vicolo cieco e per le limitate munizioni e kit medici a nostra disposizione.
    La presenza di alieni inoltre non facilita certo l’esplorazione dei livelli, la loro presenza sarà costante e gli attimi di tregua a nostra disposizione saranno pochi ma graditi; per fortuna dalla nostra parte abbiamo un buon set di armi che variano dal classico mitragliatore al lanciafiamme fino ai fucili laser ecc..
    Tecnicamente il lavoro svolto è egregio, la visuale è quella tipica a volo di uccello, con il nostro Marines inquadrato dall’alto, gli ambienti sono riprodotti con dovizia di particolari e l’inquadratura che mostra solo una piccola porzione di livello attorno al nostro personaggio rende l’esperienza sufficientemente claustrofobica per suscitare la giusta tensione in chi sta giocando.
    La parte acustica fa affidamento agli unici effetti sonori, senza presenza di musiche, per amplificare al massimo la sensazione di inquietudine che si prova durante la perlustrazione della base spaziale.
    Le conclusioni non possono essere che positive, il Team 17 è stato in grado di rispolverare un vecchio gameplay e di innovarlo e renderlo ancora più adrenalinico, Alien Breed è un titolo che si ama per l’atmosfera che riesce a ricreare, per l’immediatezza e soprattutto per l’azione costante che ci regala momenti di sano divertimento.

    Note e Curiosità:

    - All’interno della base oltre ai vari bonus quali munizioni, chiavi e kit medici si dovevano accumulare anche crediti che venivano utilizzati in appositi terminali per poter acquistare equipaggiamento migliore;
    - Negli stessi terminali, per allentare la tensione, oltre che a poter consultare la mappa del livello, si poteva giocare al classico Pong;
    - Nel 1993 è stata pubblicato Alien Breed Special Edition 92, il gioco è sostanzilmente lo stesso, le differenze sono nel minor prezzo a cui veniva proposto, la presenza di dodici nuovi livelli oltre a quelli dell'edizione originale, la possibilità di abbattere le porte se si rimaneva senza chiavi ed un aumento della difficoltà generale.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 17:07:50

  11. #311
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: Virtual Boy Wario Land

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1995

    Piattaforma: Virtual Boy

    Genere: Platform

    Giocatori: 1

    Screens:


    Video: 1

    Descrizione:
    La serie di Super Mario Land ha ormai spostato definitivamente i riflettori su Wario, boss del secondo episodio e protagonista del terzo (ribattezzato “Wario Land” per l’occasione). Fu (o meglio, sarebbe dovuto essere) proprio un episodio della serie Wario Land a fungere da Killer Application per la nuova console “portatile” di Gunpei Yokoi.
    Questa volta vediamo Wario atterrare con il suo aeroplano presso la riva del fiume Awazon per una vacanza. D’un tratto, il buffo anti-eroe nota tre strani mostri mascheati portare in spalla dei forzieri pieni di gioielli e dunque decide di seguirli all’interno di una caverna, dove per&#242; cade in una trappola che lo fa precipitare in un gigantesco labirinto sotterraneo. Il nostro Wario a questo punto dovr&#224; farsi strada attraverso sentieri pericolosi pieni di trappole e nemici, per scovare tesori e risalire in superficie.
    Il gioco riprende esattamente la struttura (per certi versi acerba) del primo Wario Land: in pieno stile Platform 2D, Wario prosegue in linea retta per raggiungere la fine del livello, sconfiggendo i nemici, raccogliendo monete e power up (che si trovano nei classici blocchi “?”); i power up sono sostanzialmente gli stessi del primo episodio, a parte il Jet Cap che viene sostituito dall’Eagle Cap, che ha per&#242; le medesime propriet&#224; e, se combinato con il Dragon Cap, former&#224; il King Dragon Hat, che riunisce le caratteristiche di tutti i cappelli. Come nel primo episodio, di grande rilevanza &#232; la caratterizzazione del personaggio: Wario &#232; una vera e propria parodia di Mario, e ci&#242; influisce anche sul gameplay; data l’avidit&#224; del protagonista, &#232; stata attribuita maggior attenzione alla soluzione degli enigmi ed alla ricerca dei segreti e dei tesori, dunque il ritmo &#232; pi&#249; lento. Inoltre, l’irriverente Wario &#232; enorme ed occupa gran parte dello pseudo-schermo, i nemici sono estremamente piccoli e indifesi rispetto a lui, tanto che non solo raramente costituiscono un pericolo, ma spesso sono semplici “strumenti” destinati alla risoluzione degli enigmi.
    La novit&#224; introdotta in Virtual Boy Wario Land &#232;, similmente a quanto accade in Mario Clash, la presenza di due assi: sfruttando delle apposite molle o dei tubi, Wario potr&#224; balzare verso la profondit&#224; di campo e camminare su dei piani d’appoggio paralleli a quelli principali; questa caratteristica si riveler&#224; cruciale nella risoluzione degli enigmi e nella ricerca dei segreti.
    Come da tradizione per Nintendo, Virtual Boy Wario Land &#232; un Platform di grande qualit&#224; e giocabilit&#224;, divertente e pieno di chicche non da poco, nonch&#232; dipinto su schermo con il solito stile Nintendo. Purtroppo il titolo non &#232; privo di difetti: il level design, seppur generalmente buono, non si attesta ai livelli del primo (e soprattutto degli episodi successivi), complice una leggera monotonia di fondo, sottolineata da una scarsa variet&#224; delle ambientazioni (cosa insolita per un Platform Nintendo, ma in parte dovuta ai limiti tecnici della console) e da un commento musicale piuttosto dimenticabile. Tuttavia, Virtual Boy Wario Land risulta ancor oggi un validissimo esponente del genere, che varrebbe da solo l’acquisto di un Virtual Boy per gli appassionati.

    Note e curiosit&#224;:
    -La versione giapponese di Virtual Boy Wario Land porta il sottotitolo “Secret Treasure of the Awazon”. Inoltre, il gioco doveva chiamarsi originariamente “Wario Cruise”, titolo cambiato poco tempo prima della sua effettiva pubblicazione.

    -Nonostante spesso non venga considerato come un vero e proprio episodio della saga (a causa principalmente del suo scarso successo), Virtual Boy Wario Land presenta alcune caratteristiche importanti negli anni a venire, prima fra tutti l’ambientazione di tipo “archeologico” alla Indiana Jones, ripresa soprattutto negli episodi a venire. Le rovine ed i resti di antichi reperti che fungono da scenari sono attualmente un tratto distintivo della serie di Wario Land (anche per opposizione ad i paesaggi fiabeschi della serie principale di Mario).
    Ultima modifica di >V@len$<; 25-05-2009 alle 15:12:41

  12. #312
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Infestation

    Produttore: Frontier Developments Ltd.

    Anno: 2000

    Piattaforma: Windows, Playstation

    Genere: guida/azione

    Giocatori: 1. Il gioco presenta anche una modalità multiplayer

    Screen:






    Descrizione:

    Ecco qui un titolo da considerarsi una via di mezzo tra un gioco di guida e uno sparatutto. La trama, che ci vede dover scongiurare un'invasione aliena, si colloca in un improbabile futuro in cui gli umani hanno colonizzato molti pianeti. Questo ha portato a far conoscenza con una razza ostile di extraterrestri che attacca tutti i mondi su cui gli scienziati hanno costruito avamposti.

    A bordo del nostro speciale carro ACAM, inizialmente equipaggiato con un banale cannoncino, dovremo spostarci, tramite teletrasportatori, lungo i mondi che gli alieni hanno occupato e portare a termine gli obiettivi di missione che ci vengono posti. Potremo dover semplicemente distruggere la base aliena che si trova nel livello o mettere fuori uso dei generatori che servono a dare energia a speciali scudi protettivi di un qualche centro vitale operativo degli alieni, solo per fare qualche esempio.
    Giocano molto a favore di questo titolo prima di tutto l'assoluta libertà di movimento del giocatore all'interno del livello, ma fanno la loro parte anche l'enorme quantità di armi, potenziamenti e accessori che potremo ottenere durante il gioco. Infatti i tre diversi tipi di cristalli (verde, rosso, blu) che si trovano sul terreno sono utili a migliorare l'equipaggiamento del nostro ACAM, presso gli stabilimenti presenti nei livelli le idee degli scienziati (uomini che possono essere trasportati nel nostro mezzo o che possono essere lasciati negli stabilimenti) potranno essere realizzate e quindi il potenziamento potrà essere installato sul nostro mezzo, che col tempo potrà trasformarsi in un veicolo anfibio con ruote grosse in grado di attraversare i fiumi, in un hovercraft capace di galleggiare sull'acqua, in un aereo a reazione o persino in un veicolo-razzo capace di attraversare i canyon a grandi velocità. I progetti possono comprendere anche nuove armi come cannoni al plasma, lanciafiamme e granate di tutti i tipi, oggetti utili come scavatrici portatili in grado di estrarre i cristalli dal sottosuolo, scanner in grado di rilevare giacimenti minerari o sistemi in grado di eludere gli scudi e i sistemi di protezione delle basi nemiche. Queste ultime sono spesso contornate di pericolosi cannoni, per poterle espugnare ci si dovrà ingegnare sfruttando l'arsenale a nostra disposizione ma anche usando le colline come protezione e saltare fuori al momento opportuno lanciando una granata al punto giusto.
    E' presente un'interessante modalità multiplayer che propone diverse modalità di gioco tra cui la corsa tra ACAM (in modalità razzo) e il classico deathmatch in singolo o a squadre che si svolge in un'arena, è anche possibile una partita di calcio tra ACAM.
    Infestation può contare su un ottimo comparto grafico che, seppur datato, è sempre in grado di fare buona impressione mentre quello sonoro è da considerarsi discreto non essendo suoni e musiche niente di eccezionale. Anzi.
    Sorvolando su questi difetti siamo di fronte a un buon titolo capace di regalare ore e ore di divertimento.

    Note e curiosità:

    1)Gli scienziati possono avere automaticamente le idee per i nuovi accessori e potenziamenti per l'ACAM, ma è possibile fargliele venire mettendoli a contatto con qualcosa. Se per esempio desideriamo installare nel nostro carro un lanciafiamme dobbiamo trasportare uno scienziato fino al rottame di un veicolo (che abbiamo distrutto) armato di lanciafiamme e farlo scendere li vicino. Questo si metterà a studiare il rottame finchè non gli apparirà una lampadina sulla testa che indicherà che ha finito e il progetto è pronto. A questo punto basterà andare fino a uno stabilimento per installarlo nel carro. Ogni volta che vediamo uno scienziato con una lampadina sulla testa dobbiamo toccarlo per sapere che progetto ha in mente.

    2) Affinchè uno stabilimento possa apportare i potenziamenti all'ACAM al suo interno devono trovarsi 2 scienziati. Potrebbero esserci già o meno, comunque portarne almeno 2 con sè è una buona cosa.

    3) A proposito delle varie modalità dell'ACAM (carro, aereo, hovercraft) è possibile passare da una a un'altra in qualsiasi momento.
    Ultima modifica di Garet; 13-07-2009 alle 23:33:57

  13. #313
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: Wrecking Crew

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1984 (versione Arcade) – 1985 (versione NES)

    Piattaforma: Arcade - NES

    Genere: Action-Puzzle

    Giocatori: 1-2 in cooperativa

    Screens:

    Video: 1

    Descrizione:
    Altro divertente gioco arcade con protagonista Mario, sviluppato dalla divisione RD#1 (l’attuale Intelligent System). Il gioco, sulla scia del successo Mario Bros. è stato pensato per i due giocatori, che devono collaborare per andare avanti nel gioco.
    Mario e Luigi, stavolta in veste di operai, devono demolire un palazzo e per farlo devono farsi strada attraverso cento livelli, cercando nel contempo di evitare i nemici che tentano di ostacolarli.
    Il giocatore dovrà muovere Mario (o Luigi) attraverso i diversi stage e distruggere tutti i blocchi di cemento e di mattoni con il proprio martello per poter passare al livello successivo. Mario questa volta non è in grado di saltare, ma può accedere da una piattaforma all’altra solo tramite delle scale (come quanto accade in Donkey Kong). Vi sono diversi tipi di elementi con cui interagire: accanto ai blocchi da distruggere di vario tipo (che differiscono per colore e resistenza), vi sono anche delle bombe che ci aiuteranno nella demolizione, dei barili che ostruiscono il passaggio e delle porte che, se colpite con il martello, si apriranno e lasceranno attraversare i nemici che vi passano davanti, così da “chiuderli fuori” dal livello ed altri oggetti di questo tipo. L’impostazione del gioco si rifà principalmente ai Puzzle Game: ognuno dei cento stage, infatti ha una struttura particolare che costringe il giocatore a pianificare le sue strategie per finire il livello con successo e non cadere nelle mille trappole che esso riserva (ad esempio, ci si ritrova spesso a non poter più proseguire nel gioco poiché non si è riusciti a distruggere un blocco che si trova su una piattaforma ormai irraggiungibile).
    Importante notare che la versione NES gode di un vero e proprio editor di livelli, che ci consente di sbizzarrirci e di creare nuovi stage.
    Wrecking Crew non è certo un capolavoro. Una struttura di gioco riuscita ma poco stimolante si unisce ad una caratterizzazione piuttosto anonima (gli stessi Donkey Kong e Mario Bros. erano assai superiori). Un gioco divertente ma non ai livelli delle altre produzioni contemporanee (Nintendo e non), da giocare solo per i completisti.

    Note e curiosità:
    -Nonostante sia noto a pochi, la prima versione di Wrecking Crew risale al 1984 in sala giochi, nel celebre Nintendo vs System. Questa versione arcade era sostanzialmente identica a quella più famosa per NES (uscita l’anno successivo) ma ovviamente priva dell’editor. Wrecking Crew inoltre gode di un remake per SNES uscito nel 1998 (chiamato, appunto “Wrecking Crew ’98) e del porting della versione originale nella serie Famicom Mini per Game Boy Advance (solo in Giappone) e sul servizio Virtual Console del Nintendo Wii.

    -Wrecking Crew è probabilmente uno dei titoli di Mario meno famosi ed apprezzati, complice la scarsa originalità e caratterizzazione (i protagonisti erano assai anonimi, soprattutto se paragonati all’eccellente design di Mario Bros.), tanto che il sito Screwattack ha dato a Wrecking Crew l’ottavo posto nella classifica dei dieci peggiori giochi di Mario. Il gioco, di fatto, sfruttava una tecnologia obsoleta per l’epoca nell’ambito dei coin op, segno di come Nintendo si stesse ormai orientando verso l’intrattenimento casalingo (è pur vero che il Nintendo vs System era una versione da sala del NES). Importante segnalare il personaggio di Foreman Spike che nella versione originale compare in alcuni bonus stage come avversario e che probabilmente fungerà da ispirazione per la creazione di Wario.
    Ultima modifica di >V@len$<; 25-05-2009 alle 15:22:00

  14. #314
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Clans

    Produttore: ComputerHouse GBG AB

    Anno: 1999

    Piattaforma: windows

    Genere: action RPG

    Giocatori: 1

    Screen:






    Descrizione:

    L'anno 1996 vide l'uscita del famoso action rpg della Blizzard chiamato Diablo, solo quattro anni dopo il secondo episodio di questa saga vide la luce. Tener testa a titoli cos&#236; era un'impresa ostica, ma nonostante ci&#242; la ComputerHouse decise di creare un'alternativa senza dubbio meno costosa sviluppando Clans.
    Il tentativo riusc&#236; alla perfezione.
    Clans &#232; pi&#249; che un titolo in cui si devono massacrare orde di mostri, infatti spesso &#232; bene decidere cosa fare contro i nemici (alcuni davvero ostici da abbattere) che ci si parano davanti: colpirli senza piet&#224;, usare una tattica mordi e fuggi o fare ricorso alla magia. Il fine ultimo &#232; quello di distruggere un demone malvagio che con il suo esercito di mostri ha seminato il panico sulla terra.
    A inizio gioco si deve scegliere il proprio alter-ego tra quattro personaggi disponibili: il Guerriero, classico personaggio abile con la spada dotato di buona agilit&#224;, forza, vita e punti mana; il Barbaro, dotato di una forza incredibile ma di scarsa agilit&#224; e abilit&#224; con la magia; l'Elfo, debole nel corpo a corpo ma incredibilmente affine alla magia; il Nano, bravo a usare l'ascia. Se nessun personaggio ci soddisfa &#232; possibile prenderne uno e stabilire le sue abilit&#224; in modo del tutto casuale, secondo il lancio di un dado.
    Iniziato il gioco ci troveremo con il nostro personaggio in un bosco in cui sono gi&#224; presenti le prime creature da affrontare e che, una volta davanti a noi, dovremo colpire (con l'arma equipaggiata) cliccandoci sopra tante volte con il tasto destro del mouse. Esplorando le varie aree incontreremo, oltre ai nemici, stanze con degli strani marchingegni che spesso rappresentano enigmi, i quali sono spesso di non facile soluzione anche perch&#232; comportano quasi sempre la ricerca di particolari oggetti; questi, oltre a comprendere quelli cruciali al completamento del gioco, possono spaziare ad armi e armature pi&#249; potenti a pozioni che restituiscono salute, mana o che migliorano alcune abilit&#224; del nostro personaggio. Tali oggetti sono ottenibili anche completando le varie quest che vengono proposte.
    Clans &#232; un titolo a cui non manca nulla per essere coinvolgente, &#232; facile prendere confidenza con i comandi, il comparto grafico &#232; senza infamia e senza lode ma comunque pi&#249; che sufficiente a caratterizzare gli ambienti.
    Una valida alternativa a Diablo, da provare.


    Note e curiosit&#224;:

    1)Per evitare di perdere tempo a girovagare senza meta nel vasto ambiente del gioco, &#232; possibile richiamare la mappa (suddivisa in piccole sezioni ognuna delle quali corrisponde a una porzione di ambiente) in qualsiasi momento, che ci far&#224; immediatamente capire dove siamo.

    2)Le quest secondarie sono ben realizzate, la prima ci porta a fare conoscenza con un mago intrappolato da un incantesimo in un lago. La sua richiesta &#232; quella di liberarlo distruggendo il suo libro degli incantesimi. Teletrasportati davanti alla sua casa, dovremo entrare sfondando l'ingresso con l'ascia che si trova li vicino e perlustrarla finch&#232; non troveremo il libro. Fatto ci&#242; dovremo accendere il camino della casa con un tizzone ardente e gettarci dentro il libro per liberare il mago. La ricompensa sar&#224; una pozione che ci regaler&#224; una vita.

    3) L'inventario del personaggio (sul lato destro dello schermo) &#232; caratterizzato da un limitato numero di posti, spesso bisogna lasciare a malincuore qualcosa di prezioso a terra.

    4) A inizio gioco ogni personaggio inizia con una spada come arma, eccezion fatta per l'elfo che, essendo affine alla magia, possiede anche una pergamena per l'incantesimo Fireball.
    Ultima modifica di Garet; 17-03-2009 alle 22:57:33

  15. #315
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    Titolo: One Must Fall 2097

    Produttore: Epic Megagames

    Anno: 1994

    Piattaforma: DOS

    Genere: Picchiaduro 2D

    Giocatori: 1-2 in contemporanea

    Screen:




    Descrizione:

    Sebbene il PC sia sempre stato una macchina da gioco in grado di far girare i generi più disparati, alcune tipologie di intrattenimento videoludico risultano meno rappresentate di altre.
    E' il caso dei picchiaduro 2D: gli esponenti del genere sono pochissimi, e ancor meno quelli validi. In alcuni casi, giochi potenzialmente interessanti nati su altre piattaforme si rivelano delle delusioni a causa di conversioni frettolose e mal realizzate, come nel caso di Body Blows, o delle prime versioni di Street Fighter.
    One Must Fall 2097, fortunatamente, non é una conversione ma un titolo originale per PC, e decisamente non é un gioco brutto, anzi é uno dei migliori nel suo genere.
    La trama é la seguente: nel 2097, la Terra é governata da una corporation di nome W.A.R., che si accinge a colonizzare la luna di Giove Ganimede, sfruttando dei giganteschi robot.
    Viene indetto un contest tra dieci persone, che pilotando psichicamente i suddetti robottoni dovranno affrontarsi tra di loro in torneo. Il vincitore entrerà a far parte del consiglio di amministrazione di W.A.R., e supervisionerà la conquista di Ganimede.
    A noi tocca quindi scegliere un pilota tra i dieci possibili, ognuno con proprie caratteristiche di forza, velocità e resistenza, e abbinargli uno tra i dieci robot. Se riusciremo a sconfiggere gli altri nove personaggi, ci troveremo di fronte come ultima prova il boss finale Major Kreissack, che controlla un bot decisamente più potente del nostro.
    La possibilità di scegliere non un personaggio, ma una coppia personaggio / robot, introduce una varietà di scelta sconosciuta ad altri giochi simili.
    Le arene di combattimento non differiscono tra loro solo per estetica, bensì ognuna di esse introduce un "hazard" diverso, come punte retrattili o muri elettrificati, di cui va tenuto conto nella pianificazione della propria tattica di combattimento.
    Oltre al classico "tournament mode" appena descritto, esiste un inedito "championship mode", nel quale combattete per soldi, e col vostro guadagno potete potenziare voi stessi con delle sedute di addestramento, oppure potenziare il vostro robot, oppure ancora comprare un robot più potente. Questa modalità di gioco incrementa esponenzialmente la longevità di OMF.
    A quanto detto, aggiungiamo un gameplay fluido e pressoché privo di difetti, e un comparto sonoro coinvolgente che vi entra in testa con una facilità impressionante, e capirete perché di questo gioco non si può che tessere lodi.

    Note e curiosità:

    - il gioco é stato rilasciato come freeware nel 2003, in concomitanza dell'uscita di One Must Fall: Battlegrounds
    - Cercando in giro per la rete, potete ancora trovare un demo del gioco, in cui non combattono robot ma personaggi umani.
    Ultima modifica di mxyzptlk; 4-05-2009 alle 21:49:43

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