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Discussione: - Retro Games Museum -

Cambio titolo
  1. #31
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: HeroQuest

    Produttore: Gremlin Graphics Software

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga (versione recensita); Amstrad; Atari ST; Commodore 64; Dos, Windows; ZX Spectrum

    Genere: Gioco da tavolo

    Giocatori: 1-4 Giocatori a turno

    Screen:




    Descrizione:
    HeroQuest è la rappresentazione digitale del famosissimo e fortunatissimo gioco da tavolo creato da Mylton Bradley per conto della Games Workshop, ambientato nel mondo di Warhammer Fantasy.
    Il gioco riprende tutte le meccaniche e regole del gioco da tavolo, con la piccola differenza che qui il master sarà interpretato dalla IA.
    Nel gioco dovremmo guidare i nostri eroi, fino a quattro, ognuno con le sue caratteristiche di razza e classe, all’interno di svariati livelli pieni di mostri, trappole e tesori.
    Tutto il gioco viene svolto secondo una sequenza di turni, prima i movimenti dei 4 personaggi e poi quelli dei mostri controllati dalla IA, i movimenti cosi come gli scontri sono risolti tramite un lancio virtuale di dadi, mentre la ricerca di eventuali tesori viene gestita tramite diverse carte imprevisto.
    Il tutto avviene in modo piuttosto semplice, seguendo in pieno lo spirito del gioco da tavolo, man mano che si esplora il livello verranno aggiunte delle tessere a rappresentare le stanze e corridoi esplorati e verranno posizionati i mostri e gli oggetti scoperti.
    Ogni livello avrà una missione che dovrà essere portata a termine prima di poter proseguire con successo, mentre tra una quest e l’altra sarà possibile comprare dell’equipaggiamento migliore con i soldi trovati in precedenza.
    A livello tecnico il gioco rientrava sicuramente nella media, grafica non eccezionale ma che svolgeva bene il suo lavoro, mentre gli effetti sonori e le musiche seppur azzeccate risultavano piuttosto ripetitive, sicuramente le doti migliori di questo titolo risiedono in una buona giocabilità e atmosfera, che costituiranno un valore aggiunto per tutti i fans del gioco da tavolo, per non dire la possibilità di giocare insieme ad altri tre amici.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 6-05-2009 alle 11:23:39

  2. #32
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Nitro

    Produttore: Psygnosis

    Anno: 1990

    Piattaforma: Amiga (versione recensita); Atari ST

    Genere: Racing / Driving

    Giocatori: 1-3 Giocatori

    Screen:




    Video: 1

    Descrizione:

    Nitro si presenta come un classico gioco arcade di corse tra auto, sostanzialmente nulla di innovativo, però qualitativamente superiore alla media dei titoli presenti su Amiga per questo genere di giochi.

    A partire da un ottima grafica, un comparto sonoro ben curato con ottime musiche e una giocabilità quasi perfetta, rovinata dai famigerati tracciati notturni veramente al limite della frustrazione.
    Nitro presenta una classica visuale a volo d’uccello, con inquadratura fissa sul veicolo da noi pilotato, con una veduta piuttosto limitata del percorso da affrontare, che costringe il giocatore ad imparare quasi a memoria i percorsi per poter competere con l’infallibile IA e scovare le scorciatoie nascoste.
    Il gioco permette a tre amici di gareggiare insieme, con la quarta macchina sempre pilotata dalla IA, scelto il tipo di mezzo che si intende guidare, diversi per caratteristiche di guidabilità, velocità e tenuta, si dovrà affrontare tutta una serie di percorsi più o meno accidentati e suddivisi per ambientazioni per scalare la classifica e aggiudicarsi il trofeo finale, inoltre nel corso del gioco avremo la possibilità di potenziare tutte le caratteristiche del nostro mezzo per renderlo maggiormente competitivo tramite i soldi guadagnati in gara.
    Unico punto dolente del gioco erano i temutissimi percorsi notturni dove con l’unico ausilio dei nostri fari, tra l’altro soggetti a rottura, era praticamente facilissimo perdersi e bloccarsi perdendo completamente l’orientamento.
    In queste situazioni la tattica vincente alla fine era quella di cercare di rimanere il più possibile attaccato alla macchina guidata dalla IA che, come fosse stata su binari, svolgeva la sua gara in tutta tranquillità, facendoci di fatto da guida verso il traguardo.
    In definitiva Nitro rimane comunque senza dubbio un ottimo gioco, forse uno dei migliori nel suo genere, sia per livello tecnico che per l’ottima giocabilità, rovinato solo purtroppo da alcune scelte dei programmatori che possono far risultare il gioco troppo ostico al giocatore poco esperto.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 6-05-2009 alle 11:25:49

  3. #33
    ... L'avatar di maxlee
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    Titolo: Unirally

    Produttore: DMA

    Anno: 1994

    Piattaforma: Super Nintendo

    Genere: Racing

    Giocatori: competitivo, 2 split-screen o fino a 8 a turni

    Screen:



    Unirally (Uniracers in usa e jap) sviluppato dalla DMA, si presenta nella scena Nintendiana con un biglietto da visita ambiguo, composto da un’elevata originalità concettuale messa insieme assemblando meccanismi già esistenti e riconducibili ad alcuni dei prodotti più eccellenti dell’epoca. Fra questi ingredienti clonati ne spiccano due: il primo è la competizione dei giochi classici di corsa arcade con il meccanismo basato principalmente sul trial and error, un sistema che obbliga a memorizzare il percorso in modo da imparare meccanicamente i giusti movimenti da compiere, piuttosto che reagire in presa diretta alla comparsa di ostacoli e nuove situazioni. Il secondo è il percorso in se che risulta particolarmente originale fino ad un certo punto in quanto fondamentalmente si tratta di quella monorotaia (con tanto di cerchio della morte, salti, rampe e piccoli ostacoli) percorribile attraverso un movimento veloce e costante non molto dissimile da quello Sega di porcospina memoria.
    Tralasciando lodi o infamie per una creatività messa al servizio di imitazioni più o meno velate, Unirally coinvolge e lo fa come riescono solo i migliori arcade, quelli che gara dopo gara dimostrano l’esistenza della possibilità di poter essere dominati. Se si lascia libera la voglia di rivalsa è un gioco capace di rapire come pochi altri e da cui trarre soddisfazione proprio per il suo essere infame. Infatti difficilmente verrà perdonato più di un errore (e spesso neanche quello) il che obbliga a raggiungere un grado di simbiosi quasi del tutto meccanico. Questa caratteristica non agevola la modalità versus contro un avversario umano in quanto l’eventuale divario, sia di abilità pratica che di distacco reale in caso di errore, risulta solitamente incolmabile. Di contro, nel caso ci si ritrovasse davanti un antagonista di pari professionalità, sarebbero scintille sia per i partecipanti direttamente impegnati nella sfida, che per chi eventualmente avesse la fortuna di assistervi; un senso di condivisione non molto diversa dalll’osservare un rapido scambio di battute fra campioni di ping pong cinesi impegnati in una gara olimpica.
    In sintesi si tratta di una sfida che si basa su una corsa sincopata svolta attraverso un mezzo di locomozione anomalo che vive di vita propria (monociclo senza pilota), intrapresa all’interno di circuiti dall’aspetto bizzarro che pur non offrendo una terza dimensione in cui potersi muovere, non sono privati delle tre caratteristiche principali richieste da dei percorsi veloci: concentrazione, controllo, riflessi. Se a questo aggiungiamo la classica sfida svolta attraverso un campionato suddiviso in categorie e la modalità VS per giocatori duri e puri, si ha un prodotto adatto ai professionisti del pad, lodevole quel tanto che basta da ritenerlo degno di essere esposto nella teca del museo videoludico.
    Ultima modifica di maxlee; 3-01-2008 alle 23:18:10

  4. #34
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Rainbow Islands

    Produttore: Taito

    Anno: 1987

    Piattaforma: Arcade, Amiga, Atari ST, Commodore 64, NES, Sega Mega Drive, Game Boy Color, Amstrad CPC, ZX Spectrum, PC Engine, TurboGrafx-16

    Genere: platform

    Giocatori: 1 o 2 in alternanza.

    Screen:

    versione Arcade (la converisione per Amiga è identica)


    versione Commodore 64


    Descrizione:

    Questo bellissimo platform è un seguito del leggendario Bubble bobble (il gioco dello stesso genere con protagonisti i due draghetti Bub e Bob, ma non divaghiamo), i protagonisti hanno riassunto le loro sembianze umane, ma hanno scoperto che molta gente è stata trasformata in draghetti, come loro, ed è stata portata su delle isole.
    Nei panni dei protagonisti dovrete superare le sette isole completando i vari livelli che il gioco propina e sconfiggendo il boss finale di ciascuna isola (nella seconda immagine il mostro della prima isola insect island, un ragno gigante), ma il gioco non si limita certo a questo. Oltre al superamento delle isole, nel corso del gioco dovrete anche collezionare i sette diamanti giganti, uno per isola, (per recuperare un diamante gigante si devono raccogliere i sette piccoli diamanti colorati in ciascuna isola e, se ci riuscirete, alla sconfitta del boss otterrete il diamante gigante) e dovranno essere scoperte tre isole segrete (accessibili solo raccogliendo i sette diamanti giganti). A seconda se guadagnerete o meno questi bonus il finale del gioco cambierà. (ci sono ben quattro possibilità di finale, altro che Warrior within). Per abbattere i nemici, gli lancerete contro degli arcobaleni, che possono anche essere usati come piattaforme per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Man mano che si procede l’uso degli arcobaleni come piattaforme diventerà obbligatorio se si vogliono superare i livelli, perché incontrerete ben poche piattaforme naturali nelle isole superiori (dovrete anche fare in fretta perché gli arcobaleni hanno breve durata). Gli arcobaleni possono anche essere usati per raccogliere i bonus e per farsi scudo dei proiettili lanciati da alcuni nemici. La grafica è ottima e spiritosa e il colore del cielo cambia da isola ad isola (azzuro per insect island, arancione per combat island). La musica è godibile per i primi tempi ma non cambia mai e in seguito si deciderà di togliere il volume. E' comunque un platform da non perdere!

    Note e curiosità:

    1) Esiste Rainbow Island Extra, una versione del gioco uscita tre anni dopo e che rispetto all'originale presenta alcune notevoli differenze.

    2) Vi è anche un rifacimento grossolano intitolato Jumping che presenta poche differenze rispetto alla versione base. Le uniche sono lo scorrimento più veloce della musica, gli archi di stelle al posto degli arcobaleni e l'aspetto del protagonista totalmente diverso (figura in basso).



    3) Il seguito di questo gioco è Parasol Stars.
    Ultima modifica di Garet; 17-03-2009 alle 15:31:11

  5. #35
    Rullacartoni L'avatar di M.Uollas
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    Titolo: Ghouls'n ghosts

    Produttore: Capcom

    Anno: 1988

    Piattaforma: coin-op, ZX Spectrum, CBM64, amiga, mastersystem, megadrive, supergrafx, psx, ps2,Nintendo DS, wii virtual console.

    Genere: platform- action

    Giocatori:1




    Dopo Ghosts’n Goblins il nostro cavaliere sir. Arthur è nuovamente alle prese con le forze del male, in uno dei più classici e giocabili arcade di tutti i tempi, secondo capitolo di una saga storica.

    Loki, il cattivo di turno ha rapito la nostra amata principessa, e senza batter ciglio il prode Arthur si precipita in 5 lunghi livelli per sconfigge gli eserciti di Loki e riprendersi la donzella.

    Muovendosi in uno scenario a scrolling principalmente orizzontale
    sir. Arthur è dotato di un’armatura di ferro e di una giavellotto, saremo noi stessi a decidere con quale arma procedere il cammino scegliendo da un ricco armamentario che ci verrà proposto lungo il percorso tramite degli scrigni nascosti in determinati punti dei livelli.

    Proprio l’uso e la scelta delle armi riveste un ruolo importante nella tipologia di combattimento, ogni arma, che può essere lanciata anche verticalmente, possiede infatti una propria caratteristica che si adatta al tipo di scenario che stiamo percorrendo, come per esempio l’ampolla di fuoco e lo scudo che si muovono radenti al suolo sono adatte a terreni irregolari e scoscesi, mentre i coltelli possono essere lanciati in rapida successione ma possiedono scarso potere distruttivo mentre lo spadone non può essere lanciato ma è decisamente potente ecc.
    Inoltre alle armi è associata una beam weapon, un’azione dal potere devastante che possiamo utilizzare ogni volta che troviamo ed indossiamo l’armatura d’oro, mentre ogni volta che entreremo in contatto con un nemico l’armatura ci verrà tolta lasciandoci in mutande, e in caso di ulteriore contatto trasformati in mucchio d’ossa.
    La caratteristica di ghouls’n ghosts che balza subito all’occhio è senz’altro la grandissima varietà di scenari e situazioni che in alcuni punti ci vedranno anche momentaneamente trasformati in oca e in vecchio decrepito, le belle animazioni di sprites e sfondi e la perfetta manovrabilità del protagonista non fanno pesare per nulla il concept classico di “cammina salta spara abbassati” ne il livello di difficoltà piuttosto elevato, tuttaltro. Tanto che Capcom ha appena celebrato il mitico titolo con ultimate Ghosts'n Goblins recentemente pubblicato su PSP.

    Unica particolarità discutibile di GnG è quella di dover percorrere l’intero gioco almeno 2 volte in modo da poter recuperare l’arma definitiva che ci consentirà di sconfiggere il Boss di fine gioco.

    Ghouls’n ghosts lo reputo ancora oggi uno dei più validi VG arcade mai realizzati e mi sento di consigliare a tutti di farci minimo un centinaio di partite, quantomeno alla versione Mega Drive che è una delle migliori conversioni da coin-op su 16 bit.
    Ultima modifica di M.Uollas; 30-05-2009 alle 23:38:04

  6. #36
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Black Crypt

    Produttore: Raven Software

    Anno: 1992

    Piattaforma: Amiga

    Genere: Gioco di Ruolo (Dungeon Crawler)

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    Descrizione:
    Black Crypt appartiene alla famiglia dei Dungeon Crawler, giochi di ruolo ambientati all’interno di claustrofobici labirinti e nati con il famosissimo Dungeon Master.
    Black Crypt è stato inoltre il primo titolo svillupato dalla ormai famosissima Raven Software, autrice tra le altre cose di titoli come Hexen, Heretic, Soldier of fortune e il più recente Quake IV.
    Il gioco riprende tutti gli elementi tipici dei Dungeon Crawler più blasonati come appunto Dungeon master e i vari Eye of the Beholder, non portando di fatto nulla di nuovo, ciò che rendeva però speciale il gioco era la meravigliosa realizzazione tecnica, mai dungeon era stato cosi bello, ogni elemento dello scenario curato nei dettagli, per non parlare dei mostri che si dovevano affrontare, alcuni tra i più originali visti in un gioco del genere.
    Nonostante il tutto fosse un sistema di gioco già visto e rivisto, Black Crypt introdusse un paio di novità che diedero un ulteriore valore aggiunto al titolo, per prima la possibilità tramite un incantesimo di avere sotto mano una mappa completa del dungeon che si stava esplorando, che di fatto toglieva dai guai in più di un occasione ed in fine l’inserimento di alcuni boss da affrontare, il primo tra tutti il mastodontico orco a due teste che era possibile affrontare già dopo pochi passi dall’inizio del gioco, ma che ci avrebbe letteralmente annientato il party a causa della mancanza di armi adatte per affrontarlo, boss che tra le altre cose possedeva la chiave per poter proseguire nel gioco appesa proprio al collo.
    Tutta questa serie di trovate, unite ad una grafica sopra la media, ad una realizzazione dei mostri curata in ogni minimo dettaglio, ad una giocabilità eccellente e ad un’atmosfera incredibilmente accattivante contribuirono alla creazione di uno dei migliori Dungeon Crawler per Amiga, rovinato forse dall’unico piccolo difetto di non lasciare molta liberta di scelta nella creazione del gruppo iniziale (per esigenze di trama) e dall’assenza di Png con cui interagire.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 6-05-2009 alle 11:28:40

  7. #37
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Mickey Mouse

    Produttore: Kotobuki System

    Anno: 1989

    Piattaforma: Game Boy

    Genere: maze-platform

    Gicatori: 1

    Screen:




    Descrizione:

    Questo è il primo gioco per Game Boy (e il secondo in tutta casa Nintendo) aventi come protagonisti personaggi della Disney e corredato da una semplicissima trama: il perfido Re Corno ha rapito Minnie e l’ha rinchiusa nel suo castello, a Topolino il compito di salvarla. Semplicemente intitolato Mickey Mouse, questo gioco è un ibrido tra un platform e un puzzle game che si articola lungo ventotto livelli di difficoltà crescente in ciascuno dei quali il nostro alter-ego dovrà recuperare otto chiavi per poi scappare. Terminare un livello non è chiaramente facilissimo visto che questo è costellato di scale, vicoli ciechi che possono rivelarsi trappole, tubi che ricordano quelli di Super Mario, corde da percorrere aggrappandosi, speciali blocchi che possono essere spaccati solo con un martello o scavalcati con un piccone (ovviamente da trovare) e ovviamente tanti nemici presi da vari celebri film Disney (tra cui il suo acerrimo nemico Gambadilegno, la strega di biancaneve e la carta da gioco animata di Alice nel paese delle meraviglie) che si muovono con una discreta intelligenza e che possono comunque essere eliminati con delle armi (frecce da lanciare o bombe da posare) sparse quà e là nello schema.
    Il comparto grafico da buona prova di sé con dei personaggi quasi subito riconoscibili mentre quello sonoro è caratterizzato da musichette vivaci e canticchiabili.
    Un gioco che vale la pena di provare, sebbene non impegni a lungo!


    Note e curiosità:

    1) Ogni livello ha una password di 4 lettere che consente di riprendere il gioco da li dopo averlo interrotto. E’ tuttavia possibile tentare di “ingannare” il gioco cercando di indovinare qualche password sperando addirittura che sia quella per l’ultimo livello.

    2) Topolino può saltare solo per mezzo di speciali piattaforme su cui è scritto “up”. Quelle con la lettera “W” sono teletrasporti.

    3) Il combattimento finale contro re Corno è decisamente facile, essendo sufficente evitarlo e lanciargli contro tre frecce.

    4) Il nemico che appare nell'immagine numero 4 è Mangiafuoco del film di Pinocchio.
    Ultima modifica di Garet; 7-01-2010 alle 11:01:01

  8. #38
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    Titolo: Crush roller

    Produttore: Kural Sanmo Electric

    Anno: 1981

    Piattaforma: coin-op, neo geo poket.

    Genere: labirinto

    Giocatori:1 giocatore

    Screen:


    Maze game stile pacman dalla struttura semplicissima;
    All’interno di un labirinto impersoniamo un bizzarro essere, una sorta di pennellone che deve tracciare l’intero percorso verniciando la strada al suo passaggio di verde al primo livello, rosa al secondo, arancione al terzo e così via..
    Saremo inseguiti da due feroci pesciolini dalla tenacia davvero notevole che non ci daranno un attimo di tregua. L’unico modo per fermarli momentaneamente è utilizzare dei grossi rulli compressori presenti all’interno del labirinto.
    Oltre ai pesci dovremo fare anche i conti con dei veri “disturbatori”, casualmente faranno il loro ingresso in campo gatti, topi, auto,e uccelli camminando dappertutto e sporcando le strade da noi precedentemente colorate costringendoci a rifare tutto da capo.
    La struttura è davvero semplicissima e pluricollaudata, in perfetto stile con il periodo così come la grafica minimal, mentre non è affatto semplice il livello difficoltà del gioco che aumenta in maniera notevole con l’avanzare dei pochi livelli.
    Divertente la musichetta che accompagna i livelli; strana, vagamente psichedelica e ipnotica, o fastidiosa a seconda dei punti di vista.
    Crush roller conosciuto anche come Paint Roller, Magic Brush, Make Trax, Korosuke Roller è un gioco per veri fanatici nostalgici.
    Ultima modifica di M.Uollas; 30-05-2009 alle 23:38:58

  9. #39
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    Titolo: Frogger

    Produttore: Konami - Sega/Gremlin

    Anno: 1981

    Piattaforma: coin-op, CBM64, Vic 20, Atari 800, MSX, Acorn Electron, ZX Spectrum, Amstrad CPC, Apple II,Amiga, PC [MS-DOS], Nintendo DS.

    Genere: Arcade


    Giocatori:1 giocatore

    Screen:


    Ecco un altro dei mostri sacri del retrogame; Frogger.
    Su questo spensierato giochino a schema unico c’è poco da dire, Frogger la protagonista è una ranocchia verde
    e dobbiamo aiutarla ad attraversare una superstrada e un fiume ricolmi di insidie fino a giungere alla tana entro un tempo limite facendo slalom tra automobili e zompettando su tronchi galleggianti e gusci di tartaruga.
    Il livello si completa una volta riempite tutte le cinque tane al di la del fiume, dopo di che di passa al quadro seguente che è identico a quello precedente, l’unica cosa a variare è la velocità delle auto, delle piattaforme e altre piccole insidie lungo il percorso che si aggiungeranno mano mano come serpenti e coccodrilli.
    L’unico scopo del gioco è totalizzare più punti possibili anche grazie all’ausilio di bonus presenti nel gioco come insetti da ingurgitare e un ranocchio viola, che passerà a caso sopra dei tronchi galleggianti e dovremo essere abili a farci letteralmente “ingroppare” portandolo con noi alla tana dove riceveremo dei punti extra.
    Frogger è divenuto un cult game alla stregua di altre vecchie glorie che al tempo dominavano nei bar come pacman, galaga, o moon patrol ed è il classico gioco da prendere quando si hanno 5 minuti di tempo libero.
    Il gioco è stato imitato innumerevoli volte, ne esistono decine di seguiti non ufficiali e versioni in flash anche online.
    Da ricordare varie riedizioni del gioco in versione adventure tra le quali; Frogger 1 e 2 per psx, Frogger:the beyond per Ps2, Gamecube e Xbox e Frogger:the helmet chaos per Nintendo ds che include anche la versione originale rieditata.
    Ultima modifica di M.Uollas; 30-05-2009 alle 23:39:20

  10. #40
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Congo bongo - africa nera

    Produttore: SEGA

    Anno: 1983

    Piattaforma: Sala giochi, Commodore 64, Apple II, Atari 2600, Atari 5200, Atari 8-bit, ColecoVision, Intellivision, MSX.

    Genere: Arcade

    Giocatori: 1 o 2 in alternanza.

    Screen:



    Descrizione:

    Congo bongo (conosciuto anche come "africa nera") è stato prodotto in occasione del boom arcade degli anni '80, è una delle perle del retro-gaming e ha molti elementi in comune con "Donkey Kong" e "Frogger". Spesso si interagisce con un ambiente a tre dimensioni.
    Lo scopo del gioco è semplicissimo: il protagonista, un esploratore con abbigliamento da safari, deve catturare lo scimmione che si trova alla fine del livello, perchè ha dato fuoco alla sua tenda per fargli uno scherzo, superando o aggirando gli ostacoli: ci sono ostacoli fissi come buche o pozze d' acqua e ostacoli mobili come rinoceronti ed altri animali feroci che non è possibile uccidere. Ci si può muovere nelle 4 direzioni, saltare ed arrampicarsi (quest' ultima possibilità è presente solo nel primo livello).
    Il gioco è suddiviso in 4 livelli diversi l'uno dall'altro. Una volta completati tutti il gioco riparte d'accapo, con i medesimi livelli, i pattern velocizzati e l'aggiunta di altri ostacoli.
    Un gioco divertente, semplice e impegnativo allo stesso tempo.
    Ultima modifica di Garet; 2-05-2009 alle 19:51:57

  11. #41
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: RoadFighter

    Produttore: Konami

    Anno: 1985

    Piattaforma: MSX

    Genere: Corse

    Giocatori: 1

    Screen:


    Descrizione:
    Nel panorama MSX, un gioco di corse riusciva a distinguersi su tutti per velocità, bellezza estetica e giocabilità: RoadFighter di Konami.

    Gioco di corse con la visuale dall'alto, la sua struttura di gioco è stata per certi versi ispiratrice del successivo 'OutRun' di SEGA:
    Il nostro bolide deve sfrecciare in mezzo al traffico attraversando paesaggi di diversa natura, tentando di raggiungere i vari checkpoint prima dell'esaurimento della nostra scorta di benzina.
    In caso di incidente, subiremo una penalità sulla benzina residua.
    Lungo il tragitto dovremo evitare ostacoli come chiazze d'olio che ci manderanno in testacoda, ma troveremo anche degli 'item' a forma di cuore, che ci ricaricheranno parzialmente di carburante;
    La benzina è quindi 'equiparabile' al tempo disponibile per concludere una sezione.

    Gli avversari si dividono in due categorie:
    - I 'comuni civili', che si fanno i fatti loro e si lasciano sorpassare facilmente;
    - I 'bastardi rosa', incubo di ogni 'corsaiolo-su-8-bit', macchine che al nostro avvicinarsi cambiano direzione appositamente per ostacolarci.
    Nelle prime partite la perdita di controllo causata da contatti con i 'rosa' -con conseguente schianto- renderà frustranti molti passaggi del gioco, ma con l'esperienza impareremo a controllare la vettura anche in situazioni estreme.
    Di fatto, la difficoltà del gioco è bilanciata molto bene.
    Il giocatore fa progressi ad ogni nuova partita, e non c'è il rischio di 'rimanere bloccati definitivamente': L'impegno, alla fine, viene premiato.
    L'unico piccolo neo di questo titolo è una longevità non elevatissima, la manciata di sezioni non impegnerà a lungo un giocatore esperto, ma la qualità generale fa chiudere un occhio al riguardo.
    Ottimo.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 11:11:35

  12. #42
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: Donkey Kong

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1981

    Piattaforma: Arcade (versione esaminata), Atari 2600, Colecovision, INTV, Atari 8-bit, Apple II, C64, TI-99, MS-DOS, NES, FDS, Atari 7800, Game & Watch

    Genere: Arcade Platform

    Giocatori: 1; 1-2 in alternanza (a seconda della versione)

    Screens:


    Video: 1

    Descrizione:
    Ecco una pietra miliare di tutta la storia dei videogames, nonchè uno dei titoli più importanti e significativi di sempre. Si tratta, infatti, del debutto di Shigeru Miyamoto (e di Nintendo stessa) nel mondo dei videogiochi, che dimostrò fin da ora la sua abilità di Game Designer.
    Dopo il fallimento di Radar Scope (Shooter sulla falsariga di Space Invaders e Galaxian), si presentò la necessità di sfruttare il materiale avanzato di tutti quei coin op invenduti. Per lavorare al progetto, fu chiamato un dipendente di Nintendo famoso per le sue idee brillanti: Miyamoto di cui sopra. Gli sviluppatori riuscirono soprendentemente a creare sullo schermo i personaggi in stile manga creati dalla matita di Miyamoto, ben caratterizzati nonostante i limiti tecnici dell'hardware, oltre che un titolo che forniva nuovi concetti di gameplay.
    Donkey Kong, infatti, è il primo gioco di piattaforme della storia, poichè per la prima volta il protagonista è in grado di saltare. Si tratta, inoltre, della prima apparizione di Mario (qui chiamato "Jumpman" e che esercita la professione di carpentiere) e dello scimmione Donkey Kong.
    Detto scimmione ha rapito la bella Pauline portandola sulla cima di un palazzo in costruzione: il nostro eroe dovrà infatti attraversare quattro livelli, correndo su travi, saltando da impalcatura a impalcatura ed evitando gli ostacoli.
    Mario potrà difendersi dai nemici saltandoli ed evitandoli. Nel corso del suo cammino, però, potrà raccogliere un martello che, per un periodo limitato di tempo, gli consentirà di distruggere tutti gli avversari.
    Eliminando (o saltando) i nemici e raccogliendo gli oggetti bonus sparsi qua e là per i livelli, si incrementa il proprio punteggio, che è soggetto al timer (si parte con un tot di punti, ogni secondo che passa ne toglie cento).
    Ogni volta che si completano i quattro livelli, il gioco ricomincia a difficoltà maggiore.
    Un titolo che va giocato anche solo per la sua importanza storica e che, malgrado i limiti tecnici dell'epoca, può offrire ancora molto divertimento. Non potete definirvi giocatori (ancor meno retro-giocatori) se non lo avete mai provato.

    Note e curiosità:
    -Come potete notare, il gioco è stato convertito per innuverevoli piattaforme, con risultati altalenanti in termini di fedeltà all'originale: se la versione per Colecovision emula con una certa precisione il coin op, quella per Atari 2600 è completamente differente (e peggiore). Come prevedibile, l'edizione più simile all'originale è quella per NES, che però conta un livello in meno. Discorso a parte per la versione Game & Watch, una divertente riduzione del classico per coin op, riproposta più volte nella serie "Game & Watch Gallery" per Game Boy. La versione di Donkey Kong per NES è presente in ben due versioni (una classica e l'altra che contiene anche Donkey Kong Junior) ed è stata riproposta nella collana "Classic NES" per Game Boy Advance ed anche come extra in Animal Crossing per Gamecube. Per Game Boy Advance esiste anche un'edizione e-Reader (semi sconosciuta periferica della console portatile Nintendo). Il gioco è inoltre disponibile oggi sulla Virtual Console del Wii. Il gioco originale (ossia intero) è presente anche come divertente cameo in Donkey Kong 64: si tratta dell'unico modo per potersi procurare l'originale Donkey Kong.

    -Secondo la leggenda, i caratteri somatici di Mario derivano dalla scelta di far somigliare il personaggio al proprietario degli uffici di New York di Nintendo of America, tale Mario Segali. In realtà, l'affinità con l'uomo riguarda solo il nome (aggiunto in seguito a questa voce): l'aspetto di Mario deriva da esigenze precise, atte a creare un personaggio riconoscibile anche con i limiti tecnici dell'epoca. Infatti, Mario porta il cappello per evitare agli sviluppatori l'onere di dare l'effetto del movimento dei capelli e porta i baffi per staccare il naso dal mento, mentre indossa una salopette poichè essa si prestava a dare bene l'idea del movimento del dorso. E pur vero che v'era da parte di Nintendo l'intenzione di creare un protagonista che si presentasse come "uomo qualsiasi", che potesse adattarsi ad ogni situazione di gioco. Infatti, con l'uscita di Super Mario Bros., l'ambientazione che fa da sfondo all'avventura cambierà assai radicalmente rispetto a quella originaria per poi assumere una forma definitiva e caratteristica dei giochi di Mario. Ad ogni modo, lo stile con cui sono caratterizzati i personaggi di Miyamoto si rifà a quello del manga classico del maestro Osamu Tezuka, nonostante egli stesso abbia affermato di essersi ispirato ad i personaggi di Popeye. Infatti, sebbene in parte pensato per essere fruibile anche per il pubblico statunitense, Donkey Kong è un grande rappresentante della cultura nipponica.

    -Si vocifera che il nome "Donkey Kong" derivi da un'errore di comunicazione tra i dirigenti Nintendo, sostituendo la "M" di "Monkey Kong" con una "D". La verità è che Miyamoto, alla voce "donkey" del suo dizionario, trovò il significato di "testardo", "cocciuto" (oltre che il classico "asino").

    -Oltre ad aver creato il Platform Game, Donkey Kong è famoso anche per essere il primo videogioco dotato di una storia: tenendo in mente le tradizionali strisce a fumetti nipponiche, Miyamoto creò dei personaggi che potessero dar vita ad una breve storia. La scena iniziale, che vede Donkey Kong arrampicarsi sul palazzo in costruzione con Pauline in braccio può esser considerata la primissima cut-scene della storia dei videogiochi.

    -Il gorillone Donkey Kong sarà anche il protagonista dei seguiti Donkey Kong Jr. e Donkey Kong 3. Allontanandosi dalla serie principale di Mario, il personaggio attraversò un lungo letargo e sparì dalla circolazione per molti anni (salvo alcune apparizioni e remake del primo episodio, tralasciando i numerosi Game & Watch di cui lo scimmione fu protagonista). Sul finire degli anni '80 fu pianificato un ritorno del primate con i titoli per NES "Donkey Kong no Ongaku Asobi" (gioco musicale) e "Return of Donkey Kong" (di cui sappiamo solo che si sarebbe potuto giocare sia nei panni di Mario che in quelli di Donkey Kong), entrambi cancellati.
    Donkey Kong trovò una nuova giovinezza nell'era 16 bit con la serie Donkey Kong Country di Rare, che rese il gorillone una delle star Nintendo più celebri ed importanti.

    -Nel 1982 la Universal tentò una causa a Nintendo per aver plagiato il celebre film King Kong. Essa si concluse solo nel 1986 con la vittoria del colosso giapponese (con 1,8 milioni di dollari), in quanto il giudice riconobbe il pubblico dominio delle vicende di King Kong.

    -Il tema di sottofondo del primo livello è la linea di basso della canzone dei Beatles "The Ballad of John and Yoko".
    Ultima modifica di >V@len$<; 20-07-2009 alle 08:35:12

  13. #43
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Boppin

    Produttore: Accursed Toys

    Anno: 1992 (Amiga) – 1994 (DOS)

    Piattaforma: Amiga, MS-DOS

    Genere: puzzle

    Giocatori: 1 o 2 giocatori in cooperativa

    Screen:




    Descrizione:

    Boppin è un puzzle game i cui protagonisti sono Yeet (rosso) e Boik (verde), due esseri dalla pelle gialla che appartengono al mondo dei videogiochi. Un giorno si accorgono di uno strano fatto: da ogni videogioco sono scomparsi tutti i nemici! Dopo aver informato di ciò i loro compagni partono alla ricerca dei nemici perduti.

    A ogni livello lo scopo del gioco è quello di ripulire lo schema facendo sparire i vari blocchi che ci sono (blocchi che possono avere gli aspetti più vari). Per fare ciò dobbiamo semplicemente dirigere ed accostare il blocco che ci viene offerto (che appare alla nostra locazione di partenza e che può essere preso) a quelli uguali che già si trovano nel livello (che non possono essere presi ma solo spinti), la quarta figura rende l’idea di ciò che si deve fare. Spesso non è possibile arrivare ai blocchi che si deve far sparire (come nella figura appena citata), perciò è necessario lanciarli prendendo bene le misure, oppure catapultarli utilizzando apposite molle presenti nel livello (medesima figura), o ancora potrebbe essere possibile raggiungerli utilizzando degli ascensori. Se accostando i blocchi si riesce a creare un figura esatta (come un quadrato o una croce) verrà liberato un mostro e si otterranno più punti. Il tutto è corredato da vari oggetti bonus da raccogliere per ottenere punti extra.
    Gli sviluppatori hanno cercato di creare ambientazioni sempre diverse di livello in livello e risultano essere a volte ripetitive, altre volte molto curiose, come quella nella sesta figura.
    Questo gioco può annoiare se non si è appassionati di puzzle game, visto che lo scopo principale in fondo non cambia, eccettuato l’ultimo livello in cui si devono lanciare varie armi verso il responsabile della sparizione dei nemici dai videogiochi, uno strano pupazzo apparentemente innocuo che cercherà di colpirci fluttuando continuamente per lo schema. Il comparto grafico è tutto sommato buono anche se segue inevitabilmente la struttura "a caselle" del gioco, il comparto sonoro è senza infamia e senza lode. Questo discreto puzzle-game può rivelarsi più stuzzicante se giocato in due.

    Note e curiosità:

    1) Il gioco conta 150 livelli nella versione amiga e 160 nella versione DOS.

    2) I compagni di Yeet e Boik (i due protagonisti) sono i personaggi mostrati nella terza figura e ricordano (volutamente) certi ben noti protagonisti di alcuni celeberrimi videogiochi.
    Ultima modifica di Garet; 27-03-2010 alle 11:37:51

  14. #44
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Shadow Fighter

    Produttore: NAps Team/Gremlin

    Anno: 1994

    Piattaforma: Amiga 500, Amiga 1200, Amiga CD32

    Genere: Picchiaduro 2D

    Giocatori: 1/2

    Screen:



    Descrizione:
    Anno 1994.
    Quando l'Amiga era sul viale del tramonto, ormai visibilmente sopraffatto dalle console 16Bit e dai PC, e tutti pensavano che il computer di 'mamma Commodore' non fosse adatto a svilupparvi picchiaduro 2D, arrivarono due ragazzini siciliani, sotto il nome di NAps Team, e realizzarono il miracolo.

    Sedici combattenti, ognuno con un suo stile di combattimento, erano selezionabili sia per le partite in singolo che per le sfide tra due giocatori, con molti 'ring'/ambientazioni nelle quali combattere.
    Una serie di musichette molto orecchiabili accompagnava gli scontri, rappresentati da una grafica estremamente veloce, fluida e ben definita.
    I vari personaggi erano ottimamente caratterizzati (come dimenticare il ragazzino Toshio, o la ragazza-gatto Manx, o il pugile Cody?) e animati discretamente.
    Il menù delle opzioni si presentava in modo classico, ma con un'aggiunta gradita:
    l'allenamento contro Pupazz, un manichino semovente, disponibile anche come personaggio segreto.

    Rispetto a giochi deludenti e 'pesanti' come Street Fighter II [Versione Amiga, sia ben chiaro] e Body Blows, il gioco Gremlin vantava una giocabilità insuperabile, anche grazie ad una risposta ai comandi immediata e precisa.
    TUTTO veniva eseguito con un unico tasto, ma nonostante questo a disposizione del giocatore c'erano un gran numero di mosse.
    L'intelligenza artificiale della CPU non era stratosferica, ma raggiungeva comunque la media per l'epoca garantendo una buona giocabilità anche nel single player.
    L'unico neo di questo Capolavoro erano i caricamenti, a volte troppo lunghi e frequenti [questo difetto non è presente nella versione Amiga CD32], ma ciò non toglie che SHADOW FIGHTER, un videogioco italiano realizzato da due sole persone, è (e sempre sarà) il miglior picchiaduro di sempre su Amiga.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 11:11:59

  15. #45
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: Mario Bros.

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1983

    Piattaforma: Arcade (versione esaminata), Atari 2600, Atari 5200, NES, Apple II, C64, PC-88, Atari 7800, XEGS

    Genere: Arcade Platform

    Giocatori: 1-2 in contemporanea
    Screens:


    Video: 1

    Descrizione:
    Il 1983 vede la separazione degli acerrimi nemici Mario e Donkey Kong, evento che sarà molto determinante per gli anni a venire. Infatti, mentre il gorillone è protagonista di Donkey Kong 3 (che si dimostrò mediocre sotto praticamente ogni aspetto), il baffuto eroe da vita alla sua saga principale.
    Infatti, Super Mario Bros. non è che il seguito di questo titolo (che si chiama, per l'appunto, "Mario Bros."), che vede inoltre il debutto del fratello minore Luigi.
    Mario e Luigi, in qualità di idraulici, dovranno eliminare gli animaletti (tartarughe, granchi, mosche) che escono dalle tubature delle fogne di Brooklyn, creando scompiglio alla città.
    I livelli sono strutturati come piccole arene. In alto vi sono i tubi da cui escono i nemici, che dovranno essere sconfitti in due fasi: per prima cosa, Mario (o Luigi) dovrà colpire con un salto da sotto il piano sul quale il nemico di turno scorazza per stordirlo e renderlo immobile per qualche secondo; successivamente ci si dovrà affrettare per raggiungerlo e calciarlo via dallo schermo. Se non si fa a tempo ad effettuare questa seconda parte, l'animaletto si rimetterà in piedi, muovendosi in maniera ancora più aggressiva. Sono presenti degli oggetti che possono aiutarci (come il blocco POW, che capovolge tutti i nemici), così come dei nemici ulteriori che ci disturbano (come le palle di fuoco che percorrono lo schermo). Il livello finisce quando tutti gli animaletti verranno eliminati.
    Mario e Luigi (ancora identici) potranno effettuare salti molto alti.
    Il gioco è divertente se affrontato da solo, ma è in multiplayer che raggiunge il suo apice: i fratelli Mario, pur obbligati a collaborare, si spintonano, si scontrano e ciascuno può usare l'altro come "trampolino" e anche provocarne la morte, per ottenere il punteggio più alto (o per semplice divertimento) . Si tratta di una modalità comparativa/competitiva, similmente ad altri arcade dell'epoca.
    Il gioco è ancora godibile malgrado il peso degli anni si faccia sentire, giocato in singolo è divertente, ma in due è davvero uno spasso.

    Note e curiosità:
    -Analogamente a quanto accadde per Donkey Kong, Mario Bros. fu rilasciato in moltissime versioni, ma la sola che conservò esattamente la formula dell'originale fu quella per NES, che riscosse notevole successo e che ritroviamo nella collana Famicom Mini (solo in Giappone) per Game Boy Advance e per Virtual Console (Wii). Per Game Boy Advance, oltre alla versione e-Reader, troviamo un vero e proprio remake di Mario Bros. con grafica aggiornata ed alcune differenze nella serie Super Mario Advance, che offre una modalità per ben quattro giocatori.

    -L'idea di chiamare "Luigi" il fratello di Mario venne per via di un ristorante italo-americano in California, "Mario & Luigi", in cui Shigeru Miyamoto cenò una sera.

    -Per la prima volta viene dichiarato che Mario e Luigi esercitano la professione di idraulici, caratteristica mantenuta nei giochi successivi.

    -I due fratelli sembrano vivere a Brooklyn, ma i giochi recenti smentiscono questa notizia, affermando che Mario e Luigi sono originari del Mushroom Kingdom.

    -Ad introdurre il primo livello del gioco ci sono le prime note della celebre Serenata in Sol Maggiore K 525 (o "Eine Kleine Nachtmusik") di W. A. Mozart.
    Ultima modifica di >V@len$<; 20-07-2009 alle 08:41:11

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