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Discussione: - Retro Games Museum -

Cambio titolo
  1. #76
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Wario Land II

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1998

    Piattaforma: Game Boy, Game Boy Color

    Genere: platform

    Giocatori: 1

    Screen:


    Video: introduzione

    Descrizione:

    Visto il grande successo di Wario Land, nintendo sforna un altro eccellente platform per Game Boy che vede di nuovo Wario come protagonista: Wario Land II.
    La terribile piratessa Syrup si introduce con tre sgherri nel nuovo castello di Wario mentre questi fa un sonnellino e trafuga il suo tesoro. Essendosi accorto troppo tardi del furto Wario dovrà inseguire Syrup, percorrendo livelli caratterizzati da ambientazioni sempre diverse, e riprendersi il bottino.
    Il protagonista è ora molto più agile e veloce, cosa che eviterà la noia degli spostamenti necessari da un punto all'altro dei livelli. I nemici possono essere massacrati come meglio si crede, sono vari e realizzati con grande cura, possono colpire Wario facendogli perdere delle monete senza però mai ucciderlo. Alcuni di essi se lo toccano possono fargli acquisire speciali status (zombie, ubriaco...) grazie ai quali può fare cose altrimenti impossibili. Anche i boss intermedi e finali sono ben realizzati, ma non ci si deve scervellare troppo su come fare per batterli.
    Sotto ogni aspetto ci sono dei notevoli cambiamenti rispetto al precedente episodio, innanzitutto la classica isola è stata sostituita con un percorso di livelli capace di sfociare in tanti finali diversi e che dona quindi al titolo un'estrema longevità. Il gioco può inoltre contare su una grafica ineccepibile, su una musica varia e orecchiabile e su degli effetti sonori che accompagnano egregiamente il gioco e le divertenti animazioni, che espongono chiaramente gli eventi lungo cui si sussegue la storia. Queste (le animazioni) sono perfette e di alta precisione anche nei più piccoli particolari, come per esempio il veloce sbattere delle palpebre di Wario quando si sveglia e altre chicche simili.
    A completare il tutto non mancano ovviamente minigiochi durante e alla fine dei livelli che hanno come ricompense tesori e pezzi di una misteriosa mappa da completare.
    Wario Land II è un titolo coinvolgente che sprona i giocatori a scoprire ogni suo segreto.
    Ultima modifica di Garet; 20-04-2011 alle 22:25:17

  2. #77
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Death Mask

    Titolo: Death Mask

    Produttore: Alternative Software

    Anno: 1995

    Piattaforma: Amiga 500

    Genere: First Person Shooter bidimensionale

    Giocatori: 1/2

    Screens:


    Descrizione:
    Gli ultimi anni di vita di Amiga hanno visto nascere imitazioni di quel "Doom" che spopolava su PC.
    "Death Mask" potrebbe essere definito una "versione monodimensionale" di "Doom", per via delle semplificazioni tecniche e strutturali estreme, solo parzialmente dovute alle difficoltà di Amiga nella gestione della grafica 3D.
    Il gioco si presenta con un motore grafico 'a caselle' di derivazione RPGististica 'alla Dungeon Master', che riesce a garantire una decenza visiva e una fluidità accettabili, ma che si porta dietro i segni di un'obsolescenza dichiarata fin dalla nascita.
    L'arretratezza del motore influisce negativamente sulla libertà di movimento e sull'ampiezza dell'area visiva, ma il titolo si 'salva in corner' grazie ad una discreta giocabilità, soprattutto in multiplayer.
    La componente 'splatter' degli scontri a fuoco rende più vivaci le partite, mentre la sensazione di claustrofobia aiuta a calarci nella parte e a soprassedere sulle carenze estetiche.
    Se c'è un parametro nel quale il titolo di Alternative Software esce a testa alta, è la colonna sonora:
    Degnissima di lode la musica iniziale, epica e drammatica, ad opera di Matt Owens.

    Per concludere, non è un capolavoro, e non passerà alla storia, ma rimane un gioco d'azione dura&pura, dall'attrattiva sufficiente.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 11:00:37

  3. #78
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: System Shock

    Produttore: Looking Glass Technologies

    Anno: 1994

    Piattaforma: Dos; Macintosh

    Genere: Avventura/Gdr/Fps

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    Video: 1 - 2

    Descrizione:
    System Shock è senza dubbio un gioco che ha lasciato un segno profondo e ha delineato le basi per un nuovo genere.
    All'epoca in cui usci rappresentava il top per grafica ed atmosfera, portando ai massimi livelli il coinvolgimento e l'immedesimazione.
    Nei panni di un giovane hacker, su cui erano stati impiantati diversi dispositivi cibernetici, ci risvegliamo in una gelida stanza di una stazione orbitante, soli e sperduti e senza memoria di ciò che ci è capitato, dovremo cercare di capire cosa ci è successo e cosa ci facciamo li.
    Presto scopriremo nostro malgrado che la stazione è in mano al computer centrale, un'intelligenza artificiale di ultima generazione di nome Shodan che ha annientato ogni forma di vita senziente sulla struttura.
    Grazie alle nostre capacità e sopratutto ai numerosi indizi, appunti e diari che troveremo nel corso del gioco si delineerà l'intera faccenda, che ci porterà a scontrarci con shodan stesso.
    Il gioco si presentava in apparenza come uno sparatutto in prima persona, dimostrando però dopo soli pochi minuti di gioco di trovarsi difronte a qualcosa di molto più profondo e complesso, la componente esplorativa era molto marcata, e gli scontri assumevano rilevanza minore in un ambientazione cosi profonda, inoltre i vari elementi da gdr, come crescita del personaggio e delle sue caratteristiche, con conseguente influenza sulle azioni compiute dal nostro alter ego nel mondo di gioco, rendeva il tutto ancora più stimolante.
    La presenza poi di una realtà virtuale accessibile tramite appositi terminal, rendeva l'esperienza di gioco ancora più completa, infatti per poter sconfiggere Shodan era necessario affrontarlo nel suo stesso mondo.
    System Shock ha senz'altro il merito di essere stato un pò il pioniere per questo genere di giochi, dettando nuovi standard, sia in termini di grafica ma sopratutto in termini di giocabilità, coinvolgimento ed atmosfera, ed è grazie a lui che in questi anni abbiamo potuto godere di capolavori del calibro di System shock 2, Deus Ex e Bioshock che riprende in parte quello spirito.
    Un capolavoro imperdibile per tutti gli amanti della fantascienza e per chi cerca un esperienza coinvolgente oltre ogni limite.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 09:57:25

  4. #79
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Need for speed 3: Hot pursuit

    Produttore: EA sports

    Anno: 1997

    Piattaforma: Windows (versione esaminata), Ps1

    Genere: Guida

    Giocatori: 1, 2 in split screen o in rete

    Screens:


    Descrizione:
    Se è vero che la serie di Need for speed ha avuto diversi alti e bassi, si può tranquillamente annoverare questo terzo capitolo tra quelli alti, probabilmente il livello più alto raggiunto insieme al capitolo Porsche 2000/Unleashed.

    Rispetto ai precedenti capitoli, l'Hot pursuit si presentava con una notevole iniezioni di poligoni, un buon numero di tracciati ben congegnati basati su luoghi realmente esistenti negli Stati Uniti, delle buone musiche e tante muscle car da sogno. A differenziare questo gioco tanto dai suoi capitoli precedenti quanto dai suoi concorrenti (giusto in quel periodo in Giappone stava uscendo il primo Gran turismo, il suo eterno rivale) ci pensava un'idea tanto semplice quanto indovinata: nel gioco era presente anche la polizia. Ciò che rendeva questo aspetto interessante era che non si trattava di un semplice ostacolo alla corsa, ma vi era il gioco intero che verteva proprio attorno a questo: la polizia non solo inseguiva il giocatore e lo speronava, ma metteva pure striscie chiodate per terra e, eventualmente, organizzava posti di blocco. L'aspetto più interessante è che il giocatore stesso poteva impersonare la polizia e giocarsi tutte queste carte. La bilanciata curva di difficoltà, mista alle tante modalità di gioco e alla buona fisica dei mezzi (comunque sempre votata all'arcade, come caratteristico della serie) hanno fatto il resto.
    Ancora adesso vale la pena farci una partitina.

    Note e curiosità:
    - l'idea di creare un gioco basato sugli inseguimenti tra fuggiaschi e polizia in realtà non è nuova: la Taito l'aveva già utilizzata con Chase H.Q. che esordì come coin op nel 1988
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 17:07:36

  5. #80
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Jim Power in Mutant Planet

    Produttore: Loriciel - Digital Concept - Fernando Velez

    Anno: 1992

    Piattaforma: Amiga 500(versione recensita), PC, Megadrive, Turbo GrafX, Amstrad CPC

    Genere: platform-Sparatutto 2D

    Giocatori: 1

    Screens:


    Descrizione:
    Chi ha vissuto l' "età dell'oro" di Amiga (inizio anni '90) non può non ricordare Jim Power, titolo Loriciel-Digital Concept di sicuro impatto:
    La formula è quella di uno spettacolare gioco d'azione, strutturato in modo da alternare i livelli platform con quelli shoot'em up (entrambi rigorosamente a scorrimento orizzontale);
    La varietà non è elevatissima, specialmente nelle sezioni platform:
    I movimenti dei nemici sono gestiti da pattern abbastanza elementari, e la composizione dei livelli tende ad essere ripetitiva.
    La longevità non è enorme ma sufficiente, le aree sono solo cinque ma dal terzo livello il gioco si fa impegnativo e non si lascia terminare tanto presto.

    Jim Power ha comunque molte frecce al proprio arco:

    Le musiche, ad opera di un certo Chris Huelsbeck, sono meravigliose e trascinanti;
    Gli scenari, coloratissimi e visivamente molto 'profondi' grazie agli strati di parallasse, ci attraggono istantaneamente; gli sprite sono molto ben definiti ed animati, e di dimensioni generose.
    Al riguardo, i grafici in più d'una occasione si sono ispirati a qualche classico del passato (ad esempio 'Ghost'n Goblins', in special modo nel terzo livello), l'omaggio è senz'altro gradito e realizzato con molta classe.
    Il sistema di controllo, immediato e preciso al millimetro, innalza la giocabilità a livelli elevatissimi, ed è proprio questo il segreto di Jim Power: la giocabilità.
    Per una volta la morte sopraggiungerà non per difetti nel sistema di salto o per l'eccessiva inerzia (difetti riscontrabili in altri titoli dell'epoca), ma esclusivamente per nostri errori.

    Sarebbe potuto essere un banale giochino 'tutta grafica e poca sostanza', invece al momento della sua uscita su Amiga 500 si è rivelato uno dei più divertenti platform/sparatutto per il sistema a 16 bit.

    Per concludere, un Signor Gioco, che ha come principale neo il non essere riuscito ad eludere certi 'schemi' del genere.

    Da giocare fino in fondo.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 11:01:16

  6. #81
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Dreamweb

    Produttore: Creative Reality

    Anno: 1994

    Piattaforma: Dos; Amiga

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:



    Video:
    1 - 2

    Descrizione:
    Dreamweb non è la classica avventura grafica, i temi trattati sono forti, maturi e privi di moralità, sesso, droga, omicidi e inquietanti sogni, ci trasportano in un mondo cyberpunk dalle tonalità davvero cupe e squallide.
    Il protagonista si ritroverà invischiato in situazioni inquietanti e costretto a compiere le più orribili azioni che si potessero immaginare, che ci portano man mano verso la fine, senza via di scampo, senza possibilità di scelta.
    Dreamweb si presenta come un atipica avventura grafica punta e clicca con un insolita visuale dall'alto, il mondo di gioco, rappresentato da una finestra di dimensioni ridotte, ci appare in ogni minimo dettaglio, anche se a volte un pò troppo ridotto, mentre il resto dello schermo viene per lo più inutilizzato.
    La gestione avviene tramite il solito Mouse, con il quale è possibile svolgere tutte le azioni quali movimento, raccolta oggetti, esaminare, usare, ecc..
    Ciò che rende veramente particolare il gioco però, al di là della curiosa rappresentazione grafica, sono di fatto il suo background e la sua trama, curati in ogni particolare e pensati per un pubblico adulto, che spinge il giocatore a proseguire, coinvolgendolo, grazie all'incredibile atmosfera che si viene a creare attorno al gioco ed alla superba storia che fà da sfondo a tutto.
    Dreamweb è un gioco che, o si ama, o non lo si conosce, purtroppo quando usci rimase quasi nell'ombra e ai pochi fortunati che hanno avuto la fortuna di giocarlo (tra i quali sono felice di inserirmi) ha regalato un esperienza unica.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 10:04:42

  7. #82
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Need for speed: Porsche 2000

    Produttore: EA

    Anno: 2000

    Piattaforma: Windows (versione esaminata), Ps1, GBA

    Genere: Guida

    Giocatori: 1 o 2 in rete

    Screens:


    Descrizione:
    Questo quinto capitolo noto anche con il nome di Porsche unleashed nel Nord America rappresenta un'altro dei punti più alti raggiunti dalla serie di Need for speed a parere di chi vi scrive.
    Il comparto grafico era come sempre di altissimo livello: nonostante questo gioco assomigliasse al precedente High stakes/Road challange che a sua volta assomigliava all'Hot pursuit, tra quest'ultimo e Porsche 2000 c'era un'abisso, a dimostrazione del certosino lavoro di perfezionamento che da sempre caratterizza la serie. Al contrario, dal lato del sonoro il gioco risultava un pò carente. Ciò che distingueva questo capitolo dagli altri era il fatto che era (ed è tutt'ora) l'unico capitolo della serie ad essere monomarca: nel gioco sono presenti solo modelli di Porsche, tutti quelli della casa da quando è nata fino al 2000. Ad ampliare la longevità del gioco, ci pensava l'inserimento della possibilità di elaborare le automobili (quest'ultima feature era disponibile solo nella versione pc) e di riparare i guasti che si causavano al mezzo correndo, rendendo il gioco un misto riuscito di Colin McRae e di Gran Turismo. Il design dei tracciati raggiungeva di nuovo vette di eccelenza, sia per design che per resa estetica e, come ciliegina sulla torta, il gioco allegava diversi documenti e approfondimenti sui vari veicoli man mano che li si sbloccava.
    Questo gioco è guida arcade allo stato dell'arte, se vi piace il genere non potete lasciarvelo scappare.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 17:07:09

  8. #83
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Avventura nel castello

    Produttore: Enrico Colombini/Dinosoft/J.Soft

    Anno: 1983

    Piattaforma: Apple II, Dos (versione esaminata)

    Genere: Avventura testuale

    Giocatori: 1

    Screens:

    a sinistra la schermata d'avvio della prima delle due versioni per Apple II, a destra quella della versione Dos

    Descrizione:
    Nei primi anni 80', quando la voglia di avventure era tanta ma le risorse tecnologiche erano poche, queste ultime invece di essere ambienti interattivi come i vari Monkey island erano delle avventure testuali.
    Nel 1983 ne nacque una delle più famose prodotte nei nostri confini, una delle poche che poi i nostri confini li ha anche varcati, intitolata semplicemente Avventura nel castello. In questo gioco il protagonista precipitava con un aereo nel terreno di un antico castello scozzese e doveva cercare di scappare via evitando un consistente numero di trappole.
    Il gioco non faceva altro che descrivere minuziosamente l'ambiente circostante e concludere ogni schermata con la domanda Cosa devo fare? alla quale il giocatore doveva dare direttive come Prendi il sasso o Apri la porta. Nonostante il gioco risulti irrimediabilmente datato nella meccanica, la sua immediatezza e l'atmosfera che riesce ancora a ricreare riesce a renderlo ancora godibile. Tra l'altro il gioco è tutt'altro che semplice e basta davvero poco per ritrovarsi sottoterra e dover ricominciare tutto daccapo. Come ciliegina sulla torta il gioco era pervaso da un umorismo davvero fantastico, basti pensare agli epìteti con cui il computer apostrofava il giocatore nella schermata di game over a seconda di quanto era andato avanti nel gioco.
    Avventura nel castello venne creato da Enrico Colombini che ne realizzò artigianalmente anche la confezione (copertina inclusa) e distribuito a mano con la collaborazione di un amico negoziante; solo in un secondo momento, grazie ai riscontri positivi di chi l'aveva provato, divenne un gioco distribuito regolarmente e poi convertito anche per pc (dove visse la sua seconda giovinezza).
    In rete è possibile scaricarlo gratuitamente, dateci una possibilità, non ve ne pentirete.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 17:11:42

  9. #84
    Bannato L'avatar di Eclipse
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    Titolo: Barbarian (a.k.a. Death Sword)

    Produttore: Palace Software

    Anno: 1987

    Piattaforma: Acorn Electron, Amiga, Amstrad CPC, Apple II, Atari ST, BBC Micro, Commodore 64, DOS, ZX Spectrum

    Genere: picchiaduro ad incontri

    Giocatori: 1-2 competitivo

    Screenshots: (versione C64)


    Descrizione:

    Barbarian è il primo picchiaduro ad incontri che presentava features come decapitazioni, sangue, e donnine poco vestite.
    Due barbari si affrontavano in varie arene eseguendo una serie di coreografiche mosse che spesso portavano alla perdita della testa di uno dei due, da incontro ad incontro cambiava solo lo scenario e la difficoltà (e in alcune versioni il colore del nemico).
    Il gioco, nato su c64, vide porting su tutte le maggiori piattaforme.
    Il gioco fu anche il primo del suo genere ad avere una mossa che, se andata a segno, permetteva di vincere un incontro automaticamente, la Death Sword.
    Indimenticabile il piccolo goblin che entrava a fine incontro per portarsi via il cadavere dell'avversario trascinandolo e che se trovava anche la testa mozzata la buttava fuori dallo schermo a calci.
    Ultima modifica di Saverione; 22-03-2008 alle 14:38:54

  10. #85
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Impossible mission

    Produttore: Epyx

    Anno: 1984

    Piattaforma: C64 (versione esaminata), Acorn, Amstrad CPC, Apple II, Atari 7800, BBC micro, Master system, Nes, Spectrum ZX

    Genere: Platform

    Giocatori: 1

    Screens:


    Descrizione:
    Nei panni di un agente segreto, il giocatore deve sventare i piani del Dr.Atombender che tiene il mondo sotto scacco minacciandolo con una bomba atomica. Per riuscirci deve raccogliere i pezzi di un mosaico che compongono la password dell'ingresso del suo covo segreto, evitando i pericolosissimi robot che fanno la guardia nella base.
    Questa era la premessa di Impossible mission, gioco sviluppato nel 1984 per C64 (di cui è diventato uno dei classici) e sucessivamente convertito per tutte le piattaforme dell'epoca. Il gioco divenne famoso principalmente per alcune caratteristiche peculiari: in primo luogo non c'erano armi: i nemici andavano saltati o aggirati, ma di affrontarli non se ne parlava proprio; in secondo luogo la base era strutturata a stanze (raggiungibili tramite degli ascensori) che presentavano dei puzzle per poter proseguire nel gioco, costringendo il giocatore a esplorare in lungo e in largo la fortezza. Infine, il gioco era a tempo: si avevano a disposizione 6 ore per finire il gioco, ed esse erano corrispondenti a 6 ore reali; se si moriva si poteva continuare a giocare (le vite erano illimitate), ma venivano scalati 10 minuti dal tempo limite.
    Se il comparto grafico era piuttosto buono, dal punto di vista dell'audio il gioco era un autentico miracolo: esso conteneva frasi campionate e nel 1984 era tutt'altro che normale! La curva di difficoltà era abbastanza ripida, il livello di difficoltà era notevole. L'animazione del protagonista era buona e i robot, pur essendo tutti uguali dal punto di vista estetico, seguivano tutti pattern indipendenti gli uni dagli altri.
    Se i giochi che escono al giorno d'oggi vi sembrano troppo semplici, questo potrebbe offrirvi il giusto grado di sfida. Buon divertimento.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 17:14:09

  11. #86
    have a little Faith L'avatar di Circio
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    Titolo: Soul Calibur

    Produttore: Namco

    Anno: 1998 (coin-op), 1999 (Dreamcast)

    Piattaforma: Coin-op, Dreamcast (versione esaminata)

    Genere: Picchiaduro 3d

    Giocatori: 1-2 (vs.)

    Screen:


    Descrizione:
    Vi erano un tempo gli arcade perfect, e gli sforzi - talvolta titanici - degli sviluppatori per ridurre al minimo il grado di approssimazione fra la versione casalinga e l'originale da sala dell'ennesima, attesissima conversione.
    Poi, arrivò Soul Calibur. Apparso su Dreamcast a pochi mesi dal lancio giapponese dell'ultima console made in Sega, il picchiaduro 3d Namco sconvolse il mondo videoludico settando de facto il nuovo standard. Eravamo di fronte alla prima conversione fedele al 110%.
    La versione DC superava di gran lunga ed in ogni aspetto la versione da sala: mole poligonale incrementata, texture dettagliatissime, effetti di luce splendidi e diversificati, anti-aliasing e chi più ne ha più ne metta. Il tutto mosso con fluidità e sicurezza disarmante dal gioiellino della casa di Sonic. Menzione particolare per gli sfondi, un misto tra 3d e 2d capace di lasciare ancora oggi di stucco.
    E le migliorie non si fermarono al comparto grafico. Oltre a presentare le modalità tipiche da sala, il gioco venne "ingrandito" con l'aggiunta di un lungo e avvincente quest/story mode (in cui era possibile sbloccare personaggi, stage, modalità, ecc), due modalità time attack, due survival, theatre mode, exhibition mode, ed addirittura una modalità per modificare lo splendido opening.
    Dal punto di vista del gameplay il picchiaduro all'arma bianca targato Namco si distingue per il sistema di controllo denominato 8-way run system, che permette di muoversi in completa libertà all'interno dell'arena 3d, per un giusto equilibrio tra tecnicismo e tendenza button-smashing.
    Successore dell'ottimo Soul Edge/Blade e capostipite della fortunatissima e tutt'ora viva serie, Soul Calibur è un capolavoro senza tempo. A voler essere pignoli, i pochi difetti sono da ricercare nella presenza di alcuni personaggi “doppioni” e in alcuni stage poco ispirati.
    Possedere un Dreamcast e non avere una copia di Soul Calibur rappresenta un freddo atto di crudeltà autolesionista.
    Ultima modifica di Circio; 8-03-2014 alle 02:33:53

  12. #87
    Flooder L'avatar di auron92
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    Titolo: Crazy Taxi

    Produttore: Sega

    Anno: 2000

    Piattaforma: Dreamcast (versione esaminata) Playstation 2, PC

    Genere: Racing/Azione

    Giocatori: 1

    Screen:




    Se si parla di porting da arcade, è assolutamente d’obbligo annoverare Crazy Taxi tra i migliori e meglio riusciti di sempre. Uscito su Dreamcast all’inizio del 2000, il gioco ci pone alla guida di un taxi (selezionabile tra quattro diversi veicoli) con il semplice scopo di caricare a bordo e portare a destinazione quanti più passeggeri possibile. Tutto qui? Assolutamente no, la caratteristica principale del gioco è infatti la frenesia, di cui esso è pregno a partire dal menu principale fino ai crediti finali: ci ritroveremo ad effettuare slalom tra il traffico per guadagnare più denaro, ad affrontare un ponte sospeso a velocità elevatissime, per poi magari atterrare sul fondo del mare e far salire un altro passeggero, ripartire con uno sprint e arrivare a destinazione davanti ad una chiesa o all’entrata di un negozio Levi’s. Tutto questo per descrivere la follia che accompagna il titolo.
    In Crazy Taxi troviamo essenzialmente tre opzioni di gioco: l’Arcade, che presenta la stessa città della versione da sala, l’Original, che ci mette sulle strade di una nuova area, con anche uno stile di gioco diverso rispetto alla precendente, ed infine la modalità Crazy Box, che ci permetterà di affrontare delle sottospecie di missioni, tutte molto divertenti e diversificate tra loro.
    Allo splendido gameplay fa da contorno un comparto grafico assolutamente eccellente, con textures raffinate e un alto livello di dettagli; sono talvolta riscontrabili cali di frame, che comunque si presentano anche nella versione da sala e che non influiscono gravemente sull’esperienza di gioco.
    Menzione d’onore va fatta al sonoro, Crazy Taxi presenta infatti una colonna sonora quanto mai adatta ad un titolo del genere. Troviamo appunto brani di gruppi come Offsprings e Bad Religion, che non fanno che aumentare il coinvolgimento in un gioco già di per sé capace di farci rimanere davanti allo schermo per molto tempo.
    Inutile dire che chi possiede un Dreamcast farebbe bene a rimediarne una copia subito.
    Ultima modifica di auron92; 3-01-2008 alle 19:01:28


  13. #88
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Burger Time

    Produttore: Data East Corporation

    Anno: 1982

    Piattaforma: sala giochi, C64, ColecoVision, Nes, MSX, Intellivision, Apple II, Dos, GB, Atari 2600, Atari 5200, Atari 7800

    Genere: arcade platform

    Giocatori: 1 o 2 in alternanza.

    Screen:

    versione Commodore 64


    Descrizione:

    Ecco un altro dei tanti giochi prodotti in occasione del boom arcade degli anni '80 ma che è riuscito a spiccare tra la massa per il gameplay veloce, intuitivo e anche spiritoso. Il comparto grafico e la musica sono elementari così come lo scopo: aiutare lo chef Peter Pepper a far precipitare sui rispettivi vassoi, semplicemente passandoci sopra, i vari strati (disposti verticalmente, in modo che possano precipitare uno sull'altro) che compongono gli hamburger. I nemici, che portano i nomi di Mr. Hot Dog, Mr. Pickle e Mr. Egg, si muovono continuamente all'interno del livello cercando di catturare lo chef ma possono essere temporaneamente storditi se viene gettato loro del pepe nero o temporaneamente eliminati se vengono schiacciati da uno strato in caduta.
    Il gioco è impegnativo fin dall'inizio e proseguendo incontreremo schemi sempre più difficili e nemici più fastidiosi. Superato l'ultimo livello (il sesto) si ricomincia d'accapo con i pattern velocizzati. Perdere a Burger time, vista la discreta velocità dei nemici e la facilità con la quale si può rimanere intrappolati in un angolo, è molto facile e non tutti possono avere pazienza e passione sufficienti per completarlo.
    Il suo gameplay semplice gli fece ottenere abbastanza successo da essere convertito per diverse piattaforme, ne venne realizzata perfino una versione per il Game boy.
    Da provare senza se e senza ma.

    Note e curiosità:

    1) Di questo gioco esiste una versione prodotta amatorialmente chiamata Cook Race. E' più ostica data la maggiore velocità dei nemici.

    2) Per le piattaforme Atari 5200 e Atari 7800 il gioco si chiama Beef Drop.
    Ultima modifica di Garet; 21-04-2009 alle 16:55:44

  14. #89
    have a little Faith L'avatar di Circio
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    Titolo: Ikaruga

    Produttore: Treasure

    Anno: 2001

    Piattaforma: Arcade, Dreamcast (versione esaminata), Gamecube, Xbox360 (XBLA)

    Genere: Shoot'em up

    Giocatori: 1-2 (coop.)

    Screen:


    Descrizione:

    Ardua perfezione. È questo il binomio che balena alla mente non appena si tenta di inquadrare Ikaruga.
    E con perfezione si intende quel tipo di algida compiutezza attribuibile a remote divinità che forse ci scrutano da vette siderali e comunicano con i mortali attraverso linguaggi precisi e imperturbabili, come la simmetrica matematicità dell'incredibile shoot'em up targato Treasure.
    La classica impostazione a scrolling verticale racchiude una geniale, rigida ed assolutamente perfetta costruzione ludica: la vostra navicella ha a disposizione due tipi di scudo, rappresentati da due colori distinti; ognuno di essi vi protegge dai colpi scagliati dai nemici del medisimo colore. Non solo gli scudi ci proteggono dai proiettili, ma ci permettono altresì di assorbirne l'energia per poi liberarla con veemenza contro i nemici stessi.
    Il bipolarismo cromatico è applicato con la stessa perizia alle armi offensive: sparando proiettili del medesimo colore del bersaglio designato, significherà distruggerlo lentamente restando al riparo. Viceversa, ce ne sbarazzeremo velocemente, restando però vulnerabili ai loro attacchi.
    Avanzando attraverso un universo futurisco minimalista, etereo, assolutizzato (così come il gameplay, d'altronde), partorito attraverso una concezione artistica di altissimo livello (di una bellezza stupefacente se consideriamo il peso complessivo dell'opera: solo poco più di 20 megabyte), la creazione Treasure scatenerà su di voi una cattiveria innata, precisa, metodica, obbligandovi a memorizzare ogni pattern di attacco, a massimizzare ogni movimento.
    Sarete accompagnati da una colonna sonora magnifica, a tratti mistica, epica, commovente.
    Ikaruga è un'esperienza imperdibile. Un gioco arduo ed assolutamente perfetto.
    Ultima modifica di Circio; 8-03-2014 alle 02:36:18

  15. #90
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Antarctic Adventure

    Produttore: Konami

    Anno: 1983

    Piattaforma: MSX (versione recensita), Colecovision, NES, Game Boy, Game Boy Color, Arcade.

    Genere: Racing/Azione

    Giocatori: 1

    Screen:


    Descrizione:
    Il 1983 è l'anno della nascita della principale mascotte di Konami, Penta, il pinguino protagonista di 'Antarctic Adventure'.
    Il gioco si presenta come un racing game 'anomalo':
    il giocatore deve guidare il pinguino lungo il tragitto cercando di arrivare a destinazione prima dello scadere del tempo, evitando (anche saltandoli) ostacoli e trichechi, e raccogliendo i pesci che saltano fuori dall'acqua.
    La longevità è un po' limitata, ma la semplicità dell'idea di base si lega ad una giocabilità elevata resa possibile da un sistema di controllo sempre reattivo, e ad una grafica ben realizzata e definita.
    La musica è orecchiabile, ma alla lunga tediosa.
    Il titolo pecca invece in varietà, in quanto i livelli sono troppo simili tra loro.

    Per concludere, 'Antarctic Adventure' all'epoca della sua uscita era un capolavoro.
    Oggi, pur divertendo, risente in parte del peso degli anni per via della struttura ripetitiva.



    Nota:
    La figura del pinguino Penta comparirà in moltissimi altri giochi targati Konami, come 'Konami's Ping Pong' e 'Parodius'.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 10:58:46

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