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Discussione: - Retro Games Museum -

Cambio titolo
  1. #91
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Konami's Tennis

    Produttore: Konami

    Anno: 1984

    Piattaforma: MSX

    Genere: Tennis

    Giocatori: 1/2

    Screen:


    Descrizione:
    L'evoluzione dei videogiochi di tennis parte dal preistorico Pong, arrivando alle moderne serie di Top Spin, Virtua Tennis e compagnia.
    Nel mezzo di questo cammino evolutivo, ci sono titoli più o meno riusciti e più o meno tendenti al realismo.
    Konami's Tennis rientra senza dubbio tra i titoli tennistici di successo, pur senza rientrare nella categoria dei 'simulatori' in senso stretto.
    Il menu iniziale ci permette tre scelte basilari ma godibili:
    'Player Vs CPU', 'Player VS Player', oppure il Doppio 'Player VS CPU'.
    Il titolo si presenta come arcade puro, non c'è spazio per tocchetti preziosi e volèe effettate, si fa tutto con un tasto solo ed in modo intuitivo.
    La palla può essere colpita in tre modi, ovvero pulita (ne esce un colpo diretto e potente), sporca (ne esce un colpo che la fa alzare lentamente) e di striscio (imparando a colpirla in questo modo, la si può 'piazzare' in modo letale).
    I tre tipi di impatto dipendono dalla posizione del giocatore rispetto alla palla, e si impara a gestirli giocando, giocando, e giocando.
    In pratica, l'esperienza del videogiocatore cresce dopo ogni partita, e la longevità ne guadagna enormemente.
    Ovviamente non mancano i falli, e sono presenti anche i contatti della pallina contro la rete, che portano a volte a guadagnare (o perdere) punti in modo avventuroso.
    Le sfide contro la CPU sono divertenti, anche grazie ai tre livelli di difficoltà, ma l'apice del divertimento si raggiunge affrontando un amico o giocando il doppio insieme a lui.
    Il multiplayer è semplicemente irresistibile, ancora oggi a più di venti anni dall'uscita del gioco.
    In poche parole, un'autentica Gemma del videoludo, ancora oggi divertentissima.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 12:02:09

  2. #92
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Magical Tree

    Produttore: Konami

    Anno: 1984

    Piattaforma: MSX

    Genere: Platform

    Giocatori: 1 / 2 alternati

    Screen:


    Descrizione:
    Un piccolo bimbo indiano deve raggiungere i suoi genitori fino al castello. Per farlo, deve arrampicarsi su di un altissimo albero che nasconde molte insidie.

    'Magical Tree' è un platform a scorrimento verticale, l'obiettivo è saltare di ramo in ramo fino a raggiungere la sommità.
    A rendere più complicata l'impresa ci pensano gufi, bachi da seta, millepiedi e i pericolosissimi fulmini scagliati da nuvole dall'umore decisamente alterato.
    Lungo il tragitto non mancheremo di raccogliere tesori nascosti e oggetti di valore, che faranno aumentare l'ammontare di punti e ci faranno così ottenere preziose vite extra. Anche se non visibile con indicatori a video, esiste un limite di tempo al termine del quale verremo sommersi dall'acqua.
    L'albero ha un'altezza di duemila metri, un indicatore sulla destra ci aggiorna in tempo reale circa la distanza rimanente da percorrere.
    Il gioco è suddiviso in livelli nei quali i fondali cambiano colore gradualmente, simulando efficacemente un alternarsi di giorno/notte che aumenta la sensazione di 'evoluzione temporale' della vicenda.
    La grafica, fumettosa e colorata, ha un'ottima nitidezza e non si rischia di 'non vedere' un'insidia.
    La musica si alterna con un ritornello orecchiabile, ed un jingle inquietante, a seconda se si sta affrontando i livelli normali o quelli dove sono presenti le nuvole malefiche.
    La giocabilità è quella, elevatissima, dei buoni vecchi titoli Konami; i controlli sono semplici e precisi, finchè non lo finirete non potrete abbandonarlo, e anche una volta finito la rigiocabilità è molto buona.
    La modalità a due giocatori in realtà costringe ad alternarsi uno alla volta, ma con un titolo di questa qualità non si sente la mancanza di un modo 'cooperativo'.

    Senza dubbio 'Magical Tree' è uno dei capolavori degli anni '80.
    Imperdibile.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 12:03:42

  3. #93
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Bruce Lee

    Produttore: Datasoft

    Anno: 1984

    Piattaforma: C64 (versione esaminata), ZX Spectrum, Msx

    Genere: Platform

    Giocatori: 1 o 2 competitivo

    Screens:


    Descrizione:
    Q
    uesto gioco all'epoca fu un autentico successo. La versione per C64 forse non era all'altezza di quella per Spectrum, ma riusciva lo stesso a lasciarsi giocare. Il gioco era tuttosommato elementare: appese al soffitto c'erano delle 'chiavi' che andavano prese per aprire le porte che permettevano di arrivare in fondo al livello. Il gioco aveva un coefficente di difficoltà piuttosto basso ed era anche abbastanza corto, ma una partita ce la si può ancora fare, anche se è palese che non è invecchiato benissimo. A dargli smalto, oggi come allora, è la curiosa modalità a due giocatori, dove il secondo giocatore impersona uno dei due nemici a schermo e ha il compito di impedire al compagno di completare il gioco.
    Non regalerà ore di gioco ma in due ha ancora qualcosa da dire.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:15:33

  4. #94
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Soccer kid

    Produttore: Krisalis

    Anno: 1993

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Amiga CD32, Dos

    Genere: Platform

    Giocatori: 1

    Screens:


    Descrizione:
    L'unico gioco sul calcio che non è un gioco di calcio.
    Questo particolarissimo platform (perchè di questo si tratta) aveva la caratteristica di mettere al centro della vicenda un giovane calciatore e di dargli come arma il suo pallone da calciare addosso ai nemici. Il ragazzo poteva usare vari colpi (tiro semplice, rovesciata, colpo di testa) e poteva salire sul pallone per darsi slancio e fare salti più alti (il pallone poteva poi essere recuperato con la barra spaziatrice). Ogni livello aveva poi disseminate 11 figurine che, se recuperate, elargivano bonus. Il gioco funzionava alla grande, ma arrivare in fondo al gioco era un'impresa di notevoli dimensioni. Sia il comparto video che quello audio erano di buona fattura.
    L'unicità del gioco unito al buon gameplay lo rende un gioco valido ancora oggi; tra l'altro è reperibile anche per pc a pochi spiccioli, non avete davvero scuse per non giocarlo.

    Note e curiosità:
    - la Domark realizzò per le piattaforme Sega (Master system, Mega drive e Mega CD) qualche anno più tardi un clone spudoratamente uguale dal nome di Marko's magic football. Quest'ultimo si limitava a riproporre lo stesso identico gameplay con un comparto tecnico aggiornato.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:17:52

  5. #95
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    Titolo: Super grand prix

    Produttore: Codemasters

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Atari ST

    Genere: Guida

    Giocatori: da 1 a 4 contemporaneamente

    Screens:


    Descrizione:
    Questo videogioco nacque sotto una cattiva stella: troppo derivativo per potersi differenziare dai concorrenti e non sufficentemente aggiornato graficamente per poter attirare l'utenza casuale. Come modalità di gioco presentava 4 opzioni: corsa di auto da F1, corsa di moto, corsa con le dragster o corsa con mezzi di ogni tipo. Sicuramente quest'ultima tipologia di gara era la più interessante e i mezzi erano abbastanza differenziati tra loro, ma la palese superiorità dei mezzi tipicamente da corsa fece sì che si finisse con il correre sempre con i soliti 3-4 mezzi sulla decina a disposizione. Indipendentemente dalla tipologia di corsa che si sceglieva, i percorsi erano sempre i soliti 10, con il risultato che dopo un pomeriggio si era visto praticamente tutto quello che c'era da vedere.
    Non un brutto titolo, ma c'è di meglio in circolazione, anche rimanendo sulla sola piattaforma Amiga.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:20:15

  6. #96
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    Titolo: Amnios

    Produttore: Psygnosis

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga

    Genere: Shooter

    Giocatori: 1

    Screens:


    Descrizione:
    Se questo bizzarro shooter non ha lasciato un segno nella storia della blasonata Psygnosis un motivo c'è.. e questo motivo è semplice: questo gioco è tutt'altro che un buon gioco. Se, da una parte, il comparto grafico era gradevole in quanto piuttosto dettagliato, dall'altro risultava per diversi tratti piuttosto confusionario, costringendo il giocatore a scappare via per evitare di essere vittima di nemici che si confondevano con il terreno. Il sonoro era carente e i controlli della navetta (il suo movimento a 360° erano l'innovazione del gioco) erano incredibilmente scomodi. Per concludere in bellezza (?) il gioco era di una difficoltà scriteriata.
    Ingiocabile oggi come allora, evitatelo come la peste.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:22:48

  7. #97
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Pit-fighter

    Produttore: Domark

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, Mega drive, Master system, Spectrum ZX, SNes, Dos, Atari Lynx, Game boy

    Genere: Picchiaduro

    Giocatori: 1 o 2 contemporaneamente

    Screens:


    Descrizione:
    Se è vero (come è vero) che l'Amiga era una delle macchine favorite dell'epoca per la conversione su sistemi casalinghi di giochi arcade in virtù della sua maggiore potenza, è vero anche che queste conversioni non sono riuscite tutte alla perfezione. Una conversione di quelle letteralmente scriteriate fu proprio quella del qui presente Pit-fighter, probabilmente uno dei titoli peggio riusciti per questa piattaforma.
    L'arcade originale sfruttava la potenza della macchina dedicata per proporre una grafica digitalizzata che potesse competere con quella proposta all'epoca da Mortal kombat. Dato, però, che l'Amiga non aveva la potenza di una macchina dedicata, i programmatori ebbero l'infelice idea di sacrificare il gameplay per lasciare il più intatta possibile la grafica. Il risultato fu semplicemente deprimente: i controlli erano legnosi all'inverosimile, le collisioni pessime ma l'allineamento richiesto al giocatore per raccogliere e lanciare gli oggetti maniacale; il risultato non poteva che essere un gioco frustrante, coronato peraltro da un sonoro abbastanza spompato. Le uniche note positive derivavano dall'originale ambientazione (con tanto di pubblico che ti ributtava al centro se cercavi di allontanarti) e dal buon differenziamento dei personaggi disponibili, che però erano solo tre.
    In due parole: da dimenticare.

    Note e curiosità:
    -
    in caso durante la partita si inserisse il secondo giocatore, dall'incontro successivo diventavano due anche i nemici da battere per ogni incontro, aumentando notevolmente la difficoltà degli incontri
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:27:00

  8. #98
    Utente L'avatar di Outlander999
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    Titolo: Quarth (A.K.A. 'Block Hole')

    Produttore: Konami

    Anno: 1989

    Piattaforma: MSX2 (versione recensita), Arcade, NEC PC-9801, NES, Game Boy.

    Genere: Puzzle

    Giocatori: 1/2, cooperativa o sfida

    Screen:


    Descrizione:
    'Quarth' (nome occidentale: 'Block Hole') è un azzeccato incrocio fra uno sparatutto a scorrimento ed un rompicapo.
    La software house nipponica in questa occasione si è mostrata capace di guardare al passato, cogliendo le ispirazioni dei classici e rimodellandole secondo le sue esigenze.
    Il risultato è un godibilissimo mix tra Tetris e Terracresta.
    La navicella protagonista deve sparare freneticamente ai blocchi, che però si distruggono solo diventando quadrilateri.
    I nostri 'colpi' sono in realtà mattonelle, ed è proprio grazie ad esse che possiamo modificare la forma dei blocchi.
    E' una struttura di gioco semplice e geniale allo stesso tempo, che rende il puzzle ragionato e frenetico allo stesso tempo.
    La giocabilità è eccezionale, sia nella modalità ad un giocatore, che nella modalità a due 'cooperativa', mentre la difficoltà del gioco richiede un discreto impegno:
    Se è vero che il viaggio inizia in modo relativamente tranquillo, è anche vero che già dopo un paio di livelli il tasso di sfida salirà rapidamente.
    La grafica è molto semplice ma svolge il suo ruolo dignitosamente, mentre la musica è orecchiabile e mai fastidiosa.
    Un gran titolo, ancora attualissimo.
    Ultima modifica di Outlander999; 5-01-2008 alle 12:09:19

  9. #99
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    Titolo: Mario's Picross

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1995

    Piattaforma: SNes, Game boy

    Genere: Puzzle

    Giocatori: 1

    Screen:


    Descrizione:
    Questo curioso puzzle game è poco noto per via della rarefatta distribuzione e del fatto che il suo seguito non è uscito dai confini giapponesi. Questo gioco era composto da livelli contenenti delle griglie ai lati delle quali erano segnate quante caselle per ogni riga e per ogni colonna andavano 'salvate' e, il loro insieme, finiva con il corrispondere ad un disegno.
    Tutto qui.
    Il gioco era di una facilità disarmante da apprendere grazie all'ottima curva di difficoltà, ma con il procedere della partita sapeva offrire il giusto tasso di sfida, grazie anche al considerevole numero di schemi da completare. A tenere sempre alta la tensione ci pensava il tempo limite presente e l'errore di una casella rotta che invece andava 'salvata' costava per l'appunto tempo.
    Questo gioco era tanto appassionante all'epoca quanto lo è ancora oggi. Se proprio non riuscite a reperire l'originale potete sempre recuperarlo su Game boy o, eventualmente, prendere il recente remake per DS. Ne varrà la pena, garantito.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:28:01

  10. #100
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    Titolo: Stellaris - Il mostro d'argilla

    Produttore: Softimage

    Anno: 1995

    Piattaforma: Windows

    Genere: Avventura grafica

    Giocatori: 1

    Screens:


    Video: sigla di Solletico, il programma per ragazzi all'interno del quale è stato lanciato il gioco

    Descrizione:
    Lo scienziato Magnus è stato intrappolato dalla perfida Frida Friday nel corpo del suo cane Ciccio e l'unica persona che può salvarlo è un suo collega scenziato che però è stato tramutato dalla perfida antagonista in un mostro d'argilla; il giocatore, controllando il trio di protagonisti composto da Silvia, Max e la domestica-robot Greta K2 ha il compito di ritrasformare lo scienziato in umano per poter salvare Magnus. Questa in poche parole la trama di Il mostro d'argilla, uno dei vari capitoli che compongono la saga di Stellaris. Questa serie è nata come gioco interattivo della trasmissione Solletico che andava in onda a metà anni '90 sulla Rai e che all'epoca era condotta da Mauro Serio e Elisabetta Ferracini. Da lì all'adattamento per il computer il passo fu breve, tanto che di queste avventure nel giro di qualche anno ne vennero pubblicate 5 o 6. Dato che la trasmissione era rivolta ad un pubblico di giovanissimi è conseguenza logica che anche il gioco sia rivolto allo stesso target; ne consegue che gli enigmi sono semplici e la durata dell'avventura non è particolarmente elevata (per usare un eufemismo). Il comparto grafico che all'epoca era piuttosto buono è invecchiato abbastanza male, ma non arriva a compromettere la giocabilità (comunque ridotta all'osso), mentre si rivela particolarmente fastidioso il sonoro per colpa di un volume decisamente esagerato.
    Una piccola chicca che potrà forse ancora divertire i vostri fratellini e far scendere una lacrimuccia a voi, ma per non più di un'oretta scarsa.
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:34:24

  11. #101
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Zak McKrakcken and the Alien Mindbenders

    Produttore: LucasArts (all’epoca Lucasfilm)

    Anno: 1988

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Commodore 64, Atari ST, Dos, FM Towns

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    Descrizione:
    Zak McKrakcken and the Alien Mindbenders è una delle più famose avventure grafiche realizzate dalla Lucasfilm, ora meglio conosciuta come LucasArts, il gioco era il secondo titolo a fare uso del linguaggio di scripting denominato SCUMM e ideato da Ron Gilbert appositamente per Maniac Mansion, che grazie alla sua duttilità fu poi usato per molte altre indimenticabili avventure.
    Il gioco ci metteva nei panni di un giovane giornalista che si ritrovava a fronteggiare la terribile minaccia di un invasione da parte di alieni che sottraevano l’intelligenza agli esseri umani rendendoli stupidi, per poterne venire a capo si era costretti a viaggiare un po’ per tutto il mondo, alla ricerca di indizi e addirittura a viaggiare fino su Marte.
    Il gioco traeva ispirazione dai classici B-Movie in voga in quel periodo, infarcendo il tutto però con del sano umorismo che si poteva riscontrare per tutto il gioco.
    Tecnicamente il gioco si presentava con una grafica in EGA (la versione uscita per FM Towns presentava una grafica in VGA) colorata e ben realizzata, del tutto simile a quella utilizzata per Maniac Mansion, e con musiche ed effetti sonori semplici ma sempre azzeccati.
    Il sistema di gioco come detto pocanzi era basato sull’utilizzo dello SCUMM, uno scripting che semplificava notevolmente l’interazione con gli ambienti di gioco e tutte le azioni ad esso collegate, nella parte passa dello schermo erano presenti una serie di comandi (apri, chiudi, prendi, usa, cammina, leggi, ecc..) per far eseguire al nostro eroe tutte le azioni possibili, tale sistema implicava il solo utilizzo del mouse, rendendo l’esperienza di gioco decisamente più intuitiva e accessibile, fatto che contribuì ulteriormente a sancire il successo del gioco.
    Zak McKrakcken and the Alien Mindbenders è un avventura di stampo classico che ogni amante del genere dovrebbe giocare almeno una volta nella vita, cosi come del resto tutte le altre avventure indimenticabili targate LucasArts, consigliate senza riserva alcuna.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 11:16:10

  12. #102
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Maniac Mansion

    Produttore: LucasArts (all’epoca Lucasfilm)

    Anno: 1987

    Piattaforma: Dos (versione esaminata), Apple II, Amiga, Commodore 64, Atari ST, NES

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    P.s. gli screen sono tratti dalla versione Amiga

    Descrizione:
    Maniac Mansion originariamente uscito per C64, ed in seguito convertito per gli altri formati, fu la prima avventura grafica a fare uso dello SCUMM (Script Creation Utility for Maniac Mansion) un applicazione per semplificare notevolmente lo sviluppo dei videogiochi, inizialmente pensata solo per facilitare la realizzazione di Maniac Mansion ma che si rivelò cosi sorprendente da venir poi utilizzato anche per tutte le altre produzioni future.
    Maniac Mansion è in buona sostanza una sorta di parodia dei classici B-Movie di genere Horror, nei panni di tre giovani ragazzi, di cui due selezionabili da una serie di personaggi ognuno con caratteristiche diverse, dovevamo introdurci all’interno della stravagante abitazione del Dott. Fred Edison, classico scienziato pazzo, che ha rapito la ragazza di Dave Miller, unico personaggio dei tre a dover far parte obbligatoriamente del gruppo di recupero.
    Il gioco nel più classico stile LucasArt è infarcito di umorismo e battute, con scenette divertenti e al limite dell’assurdo, i nostri tre eroi usando le loro abilità dovranno perlustrare a fondo la sinistra magione senza farsi scoprire dal pazzo dottore e dalla sua stramba famiglia.
    La gestione avveniva interamente tramite Mouse, grazie ad una serie di comandi posti nella parte bassa dello schermo si controllavano i tre membri del gruppo, facendogli compiere ogni azione, come il movimento, la raccolta e l’uso di oggetti e la ricerca di indizi, sistema decisamente intuitivo è rivoluzionario per l’epoca, che visto l’enorme successo fu poi riutilizzato in tutte le successive produzioni targate Lucas.
    Tecnicamente il gioco si presentava con una grafica in EGA (su PC scalabile anche in CGA) pulita e colorata, che nonostante il peso degli anni risulta godibile ancora oggi.
    Nonostante ormai il sistema di gioco risulti piuttosto datato e non più utilizzato, Maniac Mansion, cosi come tutte le altre avventure Lucas, rappresentano per molti il massimo del divertimento e costituiscono ancora oggi un metro di paragone importante per tutte le avventure punta e clicca.

    Note e curiosità:
    La versione per NES rilasciata un paio di anni più tardi subì una censura piuttosto marcata da parte della Nintendo, che elimino alcuni contenuti e battute ritenute volgari.
    Nel gioco è presente una motosega senza benzina, la cosa curiosa è che la benzina per motoseghe viene trovata poi in Zak McKracken, dove però non c'è la motosega.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 11:18:48

  13. #103
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Day of the Tentacle

    Produttore: LucasArts

    Anno: 1993

    Piattaforma: Dos (versione esaminata), Mac

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    Descrizione:
    Day of the Tentacle è il seguito del famosissimo Maniac Mansion, prima avventura grafica della allora Lucasfilm a fare uso del famosissimo SCUMM, e ottava ed ultima avventura a fare uso dell’interfaccia classica con i verbi posti sotto la finestra di gioco.
    La storia è ambientata 5 anni dopo il primo Maniac Mansion, dei celebri personaggi solo Bernard è rimasto, ma anche questa volta sarà affiancato da due nuovi personaggi, che nel tentativo di fermare la sete di conquista del temibile tentacolo viola, evolutosi dopo aver ingerito uno strano miscuglio trovato nel laboratorio del Dt. Fred Edison, verranno sbalzati in diversi periodi temporali, uno 200 anni nel passato ed uno 200 anni nel futuro, mentre il povero Bernard rimane nel presente, i nostri tre eroi dovranno trovare, oltre al modo di fermare il tentacolo viola, anche il modo per ritornare sani e salvi nel presente, ovviamente con l’aiuto di Bernard.
    La storia, come nel più classico stile Lucas, sarà ovviamente infarcita di umorismo e sarcasmo puro, in ogni momento sarà possibile passare da un personaggio all’altro e sarà indispensabile farli collaborare per riuscire a portare a termine l’ingrato compito.
    Tecnicamente siamo su livelli ottimi, la vecchia interfaccia grafica del primo Maniac Mansion è solo un lontano ricordo, il gioco fa sfoggio di una splendida grafica in VGA con uno stile cartoon veramente ispirato e coloratissimo, grazie al sapiente uso dei 256 colori, e con un comparto audio che oltre ad un ottima colonna sonora poteva contare sul doppiaggio di tutti i dialoghi presenti nel gioco.
    L’interfaccia di gioco, come già detto è ancora quella classica dello SCUMM e questa sarà anche l’ultima avventura a farne uso, il sistema funziona ovviamente in maniera egregia, risultando solo a volte un po’ macchinoso, anche se ancora oggi tale sistema non sfigurerebbe affatto in un avventura grafica.
    In definitiva Day of the Tentacle risulta essere una delle più belle avventure targate LucasArts, divertente e ispiratissima, forse non carismatica quanto Monkey Island, ma in grado di regalare diverse ore di piacere.

    Note e Curiosità: Mentre si giocava nei panni di Bernard, se si entrava nella stanza del figlio del Dott. Fred, usando il computer sulla sua scrivania era possibile giocare al primo Maniac Mansion in versione completa.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 11:22:49

  14. #104
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    Titolo: Yo! Joe!

    Produttore: Play byte

    Anno: 1993

    Piattaforma: Amiga

    Genere: Platform

    Giocatori: 1 o 2 cooperativo

    Screens:


    Descrizione:Nel 1993 l'Amiga viene graziato da un platform assolutamente stupefacente il cui nome era Yo! Joe!. Questo gioco si presentava fin da subito con una grafica davvero notevole, ma erano le ottime musiche ad opera di Michael Bialas a lasciare maggiormente a bocca aperta. Il gioco prevedeva l'utilizzo di diverse armi raccoglibili in giro per i livelli e questi ultimi erano sufficentemente ben strutturati da essere esplorativi senza rischiare di perdersi. Il punto debole del gioco era che il livello di difficoltà non era molto alto e, per portare a termine i 6 livelli di gioco, era sufficente mezza giornata. Divertente da giocare in due, interessante il minigioco in cui si volava a bordo di un mostro alato per spostarsi da un mondo all'altro (si può vedere in una delle immagini allegate).
    Rigiocato oggi può fornire un'esperienza di gioco breve ma intensa. Quando avete finito Superfrog ricordatevi di questo platform..
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 9-03-2008 alle 18:36:03

  15. #105
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Another World

    Produttore: Delphine Software

    Anno: 1991

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), 3DO, Apple II, Atari ST, Dos, GBA, Genesis, Machintos, SNES, Windows

    Genere: Platform/Adventure

    Giocatori: 1 Giocatore

    Screen:




    Descrizione:
    Difficile parlare di Another World, come del resto di tutti quei titoli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dei videogiochi e questo indubbiamente è uno di quei titoli.
    E’ piuttosto riduttivo definire Another world un videogioco, come è riduttivo assegnargli il titolo di capolavoro.
    Another World è un esperienza, un viaggio fantastico in una dimensione sconosciuta, un insieme di emozioni, una vera gioia per gli occhi e in grado di affascinarci e trasportarci lontano dalla realtà grazie al suo carisma, alla sua storia, ai suoi personaggi, Another World è tutto questo e molto di più.
    Ci troviamo di fronte ad una magistrale opera, con una cura per i dettagli maniacale ed un uso sapiente dei colori e delle forme, come solo Delphine Software sa fare, come dimostrerà nelle altre sue produzioni, dietro cotanta bellezza vi era poi il supporto di una storia intrigante, coinvolgente ed originale, con personaggi che trasmettevano tutto il loro carisma anche con semplici gesti, senza bisogno di altro.
    Ad un comparto tecnico che era pura arte, e lo rimane tutt’oggi, ad una storia ed ambientazione fantastica, facevo contorno una giocabilità e un sapiente bilanciamento della difficoltà che rendeva il gioco perfetto, elevando il titolo allo stato di Opera d’arte.
    Pur sentendo spesso abusare di tale nomea, Another World rientra senz’altro di diritto, senza obiezione alcuna, nei titoli che possono farne uso senza peccare di presunzione.

    Note e Curiosità:
    Il gioco è conosciuto negli USA con il nome di "Out of this World" e in giappone come "Outer World"
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 11:24:45

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