La mia carriera di videogiocatore è iniziata solo da pochi anni. Era il lontano 2003 quando mi fu portata in casa la Ps2 e gli unici generi che ero in grado di apprezzare erano i platform e i titoli sulle licenze che apprezzavo (ahimè avevo undici anni).
A distanza di quattro (ma ormai potrei dire cinque) anni in cui il culto del videogioco ha sempre occupato due o tre ore della mia quotidianetà credo di potermi soffermare a riflettere sugli svolti che lo stesso ha avuto nel corso degli anni.
Il primo titolo a colpirmi veramente fu Final Fantasy X, che provai nell'estate 2003 a distanza di un anno dalla sua uscita. Esso mi portò a recuperare i Prequel che avevo perduto, in particolare FFIX. Le trame dei suddetti mi impegnarono per circa 60 ore a testa. Direi che è difficile non affezionarsi a dei personaggi così ben caratterizzati in 60 ore. I due FF, in particolari il IX, propone temi fino ad allora (semi)sconosciuti nei videogiochi, il protagonista che ritorna dopo l'esser creduto morto, l'amore per la purezza, il tema del "fantastico" estrapolato orse dalla letteratura medioevale, ma che comunque funziona.
Max Payne 2 mi aveva appassionato tantissimo, la storia era appassionante dalla prima all'ultima vignetta, il gameplay innovativo e funzionale, grafica e personaggi di tutto rispetto. Longevità sulle 20 ore, anche oltre tenendo conto dei vari livelli di difficoltà.
Insomma erano giochi che ti facevano davvero sperare in un seguito.
Nel 2006 seguì forse l'acquisto migliore che potessi fare nell'ambito videoludico, l'acquisto di una xbox 360.
La line up è stratosferica, non c'è che dire ma..
Analizziamo tutti i capolavori che ho avuto il piacere di gustare grazie ad essa:
Oblivion
Gears of War
Lost Planet
Bioshock
Halo 3
Assassin's Creed
Mass Effect
Oblivion è una perla per i gdr, gameplay fantastico, mondo poetico, esplorazione senza fine, longevità alle stelle ma...
la trama come unica pecca del gioco che, pur essendo originalissima ('idea di un regno invaso attraverso dei portali è encomiabile), prende vita attraverso personaggi mediocri e una trama che da sola si protrae per poco più di 20 ore.
E questo è forse uno dei pochi fiori all'occhiello di questo periodo.
Gears of war ha invece un design strepitoso, dei personaggi fantastici, un ottima idea di base, un gameplay da favola e poi... una trama che getta si le basi per un "epopea" ma le lascia lì scoperte e non sviluppate, in attesa di un sequel che molto probabilmente sarà ancora più breve del suddetto
Lost Planet inizialmente dà l'idea di essere un gioco in cui la lotta per la sopravvivenza avrebbe dovuto palesemente essere il fulcro su cui la trama si sarebbe sviluppata. Gli stenti, la forza di volontà avrebbero potuto renderlo un gioco appassionante, ma ciò che ho avuto il (dis)piacere di ptovare è un buon titolo di battaglie tra robbottoni giganti, con animazioni nipponiche e surreali e una trama che sorvola totalmente l'umanità del titolo. Forse il peggior calo di stile immagginabile!
Bioshock. Provando la demo mi sembrava di aver finalmente trovato pane per i miei denti. Temi maturi, un personaggio che lotta attraverso la disperazione, la reale ignoranza dell'uomo che non sa ciò che vuole realmente trovandosi poi in rovina. E questa resta forse la seconda delusione dell'anno perchè il titolo parte in modo egregio ma dopo la prima ora di gioco ci ritroviamo in un normalissimo sparatutto, dall'ottima ambientazione ma dal ritmo che va dal caotico fino al cadere nell'angoscioso. Per tutta la durata del titolo la storia non svolge importanti passi avanti, eccetto nelle prime e nelle ultime due ore di film, con banalissimi colpi di scena riassumibili neSpoiler:
Halo 3. Preso come il termine di una trilogia Halo è sicuramente un titolo validissimo. Avendo giocato i due prequel ho amato questo titolo il quale vanta di personaggi perfetti sia nell'ambito morale che nel design, una trama galattica già ben sviluppatae, una sceneggiatura al livello delle aspettative e una regia e una colonna sonora oltre ogni immaginazione, sicuramente sopra il livello di qualsiasi videogioco mai uscito prima. Halo resta forse uno dei pochi titoli di questa generazione che DAVVERO merita, con gli unici piccoli difetti da ricercare nei tecnicismi, un leggero aliasing e filtri antisotropici mal gestiti nelle ambientazioni più vaste. Piccolezze.
Dai Trailer veneravo assassin's creed come fosse un Dio. Puntualmente per un anno ogni singolo giorno cercavo notizie su questo (presunto) capolavoro. Alla sua uscita questo titolo presenta un design superiore a qualsiasi gioco sul mercato (W i producer femmina!), un gameplay a dir poco spettacolare, una IA senza paragoni (eccetto Halo), dei personaggi (seppur pochi) davvero ben caratterizzati, una narrazione di buon livello e un ritmo di gioco imbarazzante. Anche qui la storia si sviluppa durante le prime e le ultime ore di gioco, rendendo tutto il gioco in se piuttosto frustrante. Il gioco resta sempre ottimo, ma solo per le dodici ore che dura. Apre le porte ad una potenziale epopea, speriamo che il sequel non tradisca le aspettative, perchè in tre ore di narrazione non ho fatto a tempo ad apprezzare tutte le tematiche importanti che il gioco (avrebbe dovuto) tratta(re).
Mass Effect, preso come gioco a se non presenta nessuna pecca, eccetto qualche calo di stile nei tecnicismi, che sono loeto di sorvolare. Narrazione sublime, personaggi ben caratterizzati, idea di base divina, design superbo, background da oscar, regia e ritmo tutto sommato apprezzabili ma... non appena il gioco inizia a decollare ecco che ci ritroviamo alla schermata dei titoli.. il gioco è finito.Spoiler:
Che occasione sprecata.
Tutti i giochi odierni, e tra i sopra citati solo Halo si salva, hanno grossi baratri dentro di se. Questi non sono da ricercare nella grafica, che per me resta sempre uno dei punti di forze per un gioco, ma non il solo; o nel gameplay che, mi dispiace per voi retrogamer, si sta sviluppando in maniera superba... ormai anche i gdr hanno gameplay da favola.
Ma nell'"umanità" del gioco stesso, la passione che fa distaccare i nostri pensieri dal fatto di trovarci davanti ad un codice e delle texture, le tematiche e le idee che durante i titoli di coda debbano farci riflettere in modo tale che la persona che metta il disco nella custodia sia diversa da quella che lo ha acquistato.
In questo ambito The Darkness è stata la vera scoperta. Seppure presenti texture piuttosto scialbe, qualche calo di ritmo qua e là, il gioco vanta di una narrazione superba e di personaggi memorabili. Ma ovviamente una piccola congrega di programmatori come la Top Cow difficilmente riuscirà a muovere una svolta in un marketing dove grandi marchi come quelli presentati sopra buttano al cesso (scusate il francesismo) diecine di ottime occasioni.
Che si sia persa la passione? A voi la parola.