Pavullo (MO): preside rifiuta benedizione a scuola
Carlo Prandini, preside dell’Istituto Ipsia Marconi di Pavullo (MO), ha negato a don Paolo Soliani, parroco del paese, il permesso di benedire alcuni nuovi locali della scuola per difenderne il carattere laico, durante l’inaugurazione in presenza delle autorità e dei cittadini del luogo. Le istituzioni locali interpellate ostentano “imbarazzo” e fastidio per il gesto di un preside arrivato da pochi mesi e considerato di fatto un guastafeste. Emblematico ciò che racconta proprio l’assessore comunale Stefania Cargioli: “Per tutta la settimana abbiamo provato a convincerlo che non era il caso di impedire la benedizione della scuola e che avrebbe fatto meglio a parlarne col provvedditore”, visto che la prassi era consolidata. Infatti il preside, già una settimana prima aveva contestato il fatto che fosse ammessa la benedizione della scuola, ma nessuno aveva accolto le sue posizioni: al momento dell’inaugurazione, ha quindi chiesto al parroco di non benedire la scuola. Il presidente della provincia modenese Emilio Sabattini, dichiarandosi “sorpreso” per la decisione del preside, gli chiede un “gesto distensivo per superare lacerazioni e contribuire a rinsaldare il senso di appartenenza di una comunità”. Provincia e comune, afferma Sabattini, hanno finanziato i lavori della scuola e “hanno ritenuto di invitare il parroco a impartire la benedizione, come del resto era indicato nel biglietto di invito”. Sabattini cerca di trarsi d’impaccio spiegando che il “taglio del nastro non è avvenuto in presenza degli studenti, quindi non ha in alcun modo toccato l’attività didattica”, come se l’oggetto del contendere fosse quello e non il fatto che sia considerata assolutamente normale la benedezione religiosa di edicifi pubblici e laici.
Il pacato ma fermo rifiuto del preside ha suscitato le aspre critiche del centrodestra, tanto che la deputata del Pdl Isabella Bertolini ha promosso un’interrogazione parlamentare. “L’atto intollerante del preside dell’Istituto Marconi di Pavullo, che ha negato la benedizione dei nuovi locali della scuola, è di una gravità assoluta” attacca Bertolini, la quale arriva ad affermare addirittura che in questo caso “la laicità dell’istituzione scolastica
non è stata tutelata, bensì calpestata e con essa è stata offesa la maggioranza delle persone che si riconoscono nei valori e nei riti cristiani”. “Non si possono liquidare gesti del genere come malintesi o incidenti, bensì come atti di arroganza, figli di quel relativismo culturale che tanti danni sta facendo nel nostro Paese, come negli altri Paesi occidentali”, continua Bertolini, intimando: “è necessario fare piena luce sull’episodio, chiarendo se il gesto del preside sia frutto di una volontà personale, certamente discutibile, o di ordini imposti dall’alto. E’ necessario che il dirigente scolastico rimedi all’errore, scusandosi per avere offeso il sentimento della maggioranza dei cittadini e garantendo quella benedizione che tutti si aspettavano”.
La Lega promette un’ulteriore interrogazione, con toni ed espressioni simili a quelli della Bertolini. Anche Giovanardi - sottosegretario alla presidenza del Consiglio - afferma: “al di là della cattiva educazione del Preside che ha bloccato il parroco proprio nel momento in cui stava per impartire la benedizione alla presenza di tutte la autorità”, ritorna in questo caso “la fondamentale questione della difesa della nostra identità, della nostra cultura e dei nostri valori essenziali tra cui sicuramente ha un ruolo fondamentale la radice cristiana”.
La sinistra esprime invece solidarietà verso il preside, ritenendo “ingiustificati” gli attacchi verso di lui. In un comunicato congiunto di Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi, Sinistra Democratica e Partito Socialista si denuncia il fatto che il preside sia stato “lasciato solo da tutti coloro che, quali autorevoli membri delle istituzioni pubbliche, avevano il dovere di rappresentare l’intera comunità e garantire quindi che lo svolgimento della cerimonia di inaugurazione avvenisse nel rispetto costituzionale di laicità che la nostra Repubblica ha sancito ormai da molti decenni”. Si spiega inoltre che “tutte le religioni vengono rispettate”, ma “sanno di non poter esigere esclusive fuori dai loro luoghi di culto”: “dobbiamo evitare che le confessioni religiose diventino argomento di scontro tra le persone, dobbiamo evitare che gli spazi pubblici siano ‘giurisdizione’ di una parte, ma anzi, siano veramente la casa di tutti dove ci si incontri con reciproco rispetto e riconoscimento”.