Guardate l'appello di questo ragazzo americano
http://www.youtube.com/watch?v=zp-en...layer_embedded
Una volta laureato dovra' pagare un debito di 50.000$, e nella stessa situazione sono molti altri ragazzi americani.Cosa ne pensate?
Guardate l'appello di questo ragazzo americano
http://www.youtube.com/watch?v=zp-en...layer_embedded
Una volta laureato dovra' pagare un debito di 50.000$, e nella stessa situazione sono molti altri ragazzi americani.Cosa ne pensate?
In pratica vuoi impostare l'argomento di discussione su un confronto tra università italiane ed americane?
Domanda da ignorante in materia:
Le università in america non vengono gestite in modo privato al contrario delle italiane che sono statali?
No. A quanto ne so anche le più prestigiose sono pubbliche negli USA. Certo, il concetto di "pubblico" negli States è completamente diverso dal nostro, considerato quanto le aziende siano dentro al sistema università statunitense. E soprattutto i costi, nettamente diversi.
Comunque in Italia non tutte sono statali. Ne abbiamo una decina private.
Un americano deve ipotecare la propria vita visti i costi delle rette universitarie, qui da noi ancora no.
Ma è inequivocabilmente vero che l'istruzione universitaria là fornisca una preparazione infinitamente superiore (mediamente).
Allora, chiariamo un paio di cose.
Non tutte le università italiane sono statali, e non tutte quelle americane sono private.
In america l'università di berkley è una delle migliori ed è pubblica.
Le altre che contano sono quasi tutte private.
In Italia la maggioranza sono pubbliche, ma ce ne sono tante private tra cui Luiss e Bocconi.
"Per il resto la serie TES cesserà di interessare quando Fulminato smetterà di fare errori di battitura nei suoi post"
Dark_Angel83"Physics is like sex: sure, it may give some practical results, but that's not why we do it."
Richard P. Feynman"A mathematician is a blind man in a dark room looking for a black cat which isn't there."
Charles R Darwin"Una nuova verità scientifica non si impone perché i suoi detrattori via via l'accettano, ma perché questi mano mano muoiono, e nel contempo sorge una nuova generazione in grado di accettarla."
Max Planck
Su quella europea non discuto, io mi riferivo a quella italiana.
E quella italiana potrà pure essere migliore "al dettaglio", ma coloro che qui intraprendono quella carriera di studi sono sempre meno, moltissimi cervelli emigrano per esercitare o proprio per studiare, e non credo che i tagli di fondi su tagli di fondi facciano bene alla strumentazione necessaria alle facoltà scientifiche.
Io non mi metto a sindacare sulla qualità del livello di formazione perché più che dei "sentito dire" non potrei chiamare in causa, però c'è da dire una cosa: che nonostante i costi pare che uscire con una buona laurea da un'università prestigiosa in America voglia dire quasi certamente trovare un impiego che ripaghi abbondantemente dei sacrifici economici fatti per ottenerla, in Italia pare profilarsi uno scenario che frustra i sacrifici dello studente, in cui pochi fortunati emergono su molti sfortunati e talvolta (spesso?) nemmeno in base al merito ma alle politiche clientelari.
Sì, ma questo è un caso specifico di un fenomeno più generale.
Il fenomeno generale è il seguente: chi si laurea in atenei tenuti in buona considerazione, trova lavoro facilmente, gli altri no.
Questo indipendentemnte dalla preparazione dei laureati: crediamo davvero che un Bocconiano "medio" in Italia ne sappia molto di più di un laureato in Economia "medio" alla statale di Milano? Ma anche no: solo che il bocconiano avrà un boost in più al momento di cercare lavoro, anzi, avrà l'imbarazzo di scegliersi il posto di lavoro che vuole lui.
Allo stesso modo per le università americane più prestigiose: un matematico uscito da Princeton non credo abbia una preparazione molto migliore di quella di un matematico uscito dalla Federico II di Napoli, eppure le chances di trovare impiego per i due saranno diversissime.
Allora, io posso riportare la testimonianza di molte persone che hanno fatto l'Erasmus: in Europa l'università è nettamente più facile. Quello in cui noi siamo infinitamente indietro è il post laurea: all'estero hanno master da brividi, qui in Italia il sistema è ancora molto scarno.
Per gli States non so, ma come diceva Gargoyle le università prestigiose sono poche: Berkley, Harvard, l'università di Chicago. Stop. E sono costose.
Però, c'è da dire una cosa: molto meglio un sistema che ti garantisce di studiare, chiedendoti indietro i soldi, di uno che già in partenza non te li dà, perché ha parametri di povertà talmente radicali da far rientrare sì e no un francescano.
Beh, Gargo, non è negativa in sè: italiani all'estero sono molto quotati, specie negli States, che hanno dalla loro quantità di denaro da far impallidire e costruiscono ponti d'oro a chi se lo merita. In Italia, invece, tutto questo manca: non produci? Non vali. È sconsolante, ma è così. Come ti spieghi, altrimenti, il fatto che i post laurea siano pochi e di poco valore?
E poi in Italia c'è un provincialismo imbarazzante: nel curriculum la prima cosa che guardano sai qual è? L'esperienza all'estero. Perché c'è l'idea che al di là dei confini italici sia tutto migliore.
Comunque, il discorso vale per l'istruzione in genere: non credo che dovremmo lamentarci, relativamente all'estero.
Edit: sapere cosa manca veramente alla nostra università? L'organizzazione. La qualità di insegnamento è ragguardevole, manca tutto ciò che fa funzionare le cose come si deve: biblioteche poco fornite, uffici didattici disfunzionali, responsabili evanescenti e così via.