Queste leggi e questa etica verrebbero rispettate da persone capaci di ragionare e saper distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato (che
per semplicità chiamerò "filosofi",
pur non essendo il significato del termine); tutti gli altri avrebbero poco timore di infrangere queste leggi, poichè POTREBBERO incorrere in una sanzione, tuttavia non vi sarebbe nulla di onnipresente o sovrannaturale che giudica sempre e comunque le loro azioni, un po come quando siamo di fretta e non c'è nessuno, si passa col rosso (esempio stupido, lo so). L'introduzione della religione, e quindi dei dogmi e dei comandamenti, nonchè di un giudice supremo, onnipresente, sovrannaturale, fa si che l'etica possa essere compresa anche dai "non-filosofi", incuotendo
timore. Qui, i "filosofi", trovano insensata e irrazionale la fede in qualcosa di trascendente e dogmatico, ritenendosi "al di sopra" di coloro che senza ragionare prendono per giusta una verità assoluta, senza la quale, tuttavia, non sarebbero in grado di "fare il bene".
il senso del thread... cosa ne pensate? secondo voi è un ragionamento giusto? esagero in qualche punto?