Rally
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Discussione: Rally

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  1. #1
    Utente L'avatar di rev11
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    Rally

    i rally dagli anni 60 agli anni 90
    Spoiler:
    Anni 60


    Fino alla prima metà degli anni sesanta, il concetto stesso di rally è vago e questa tipologia di gara vive il suo periodo pionieristico: chiunque ha un’auto può disputare e vincere una di queste corse. Si tratta di manifestazioni molto diverse tra loro, che hanno, tuttavia, un denominatore comune: essere decise dalla resistenza delle vetture e non dalla velocità impressa dai piloti. In quegli anni, il livello tecnico delle auto e le condizioni della viabilità sono tali che il solo fatto di completare percorsi di un migliaio di chilometri, a medie di 40-50 all’ora, rappresenta un'impresa.

    Questo scenario si stravolge nella seconda metà degli anni sessanta, due i fattori decisivi: il miglioramento della viabilità e l'incremento dell'affidabilità e delle prestazioni delle auto, una combinazione di elementi che rende, ovviamente, più semplice completare quei tipi di percorsi. Da metà anni 70

    A questo punto, comprensibilmente, nasce l'esigenza di fissare nuove regole per differenziare gli equipaggi e i loro mezzi, per rendere più avvincenti le gare, talvolta si considera la cilindrata della vettura, altre volte si ricorre a prove d'abilità o precisione, altre volte ancora si opta per prove di velocità pura su tratti di strada generalmente brevi e appositamente scelti.
    Quest'ultima innovazione comporta un’evoluzione dei requisiti richiesti ad una vettura da rally: all'affidabilità e alla robustezza si aggiunge la velocità, quest'ultimo fattore accresce l'interesse delle case automobilistiche, dei media e del pubblico per questo sport.
    I Costruttori si impegnano nell'allestimento delle vetture e le loro potenzialità tecniche e finanziarie compromettono gli equilibri di una specialità in origine aperta a tutti. Inoltre, i cospicui investimenti nel settore da parte dei colossi dell'industria automobilistica richiedono precise contropartite in termini di regole e prospettive definite per lo sport rallistico.
    Inevitabilmente, la nascita di un campionato si accompagna alla discesa in campo della FIA, che decide di regolamentare i rally; Per quanto riguarda le gare si consolida la formula già in uso: prove di velocità pura, collegate tra loro da tratti di trasferimento su strade aperte al traffico. Per ciò che concerne le vetture ammesse alle gare, si decide di suddividerle in categorie omogenee per prestazioni, l'obbiettivo più importante dei vertici della Federazione è quello di stimolare la partecipazione ufficiale di tutti i Costruttori e, nello stesso tempo, di impedire lo stravolgimento delle auto da gara rispetto a quelle di serie, a cui nominalmente queste corse sono riservate.
    Proprio queste finalità portano la Federazione internazionale a non creare una classificazione specifica per i rally, optando invece per estendere loro le classificazioni già adottate per altre discipline automobilistiche.
    Nove sono le tipologie di vetture individuate, suddivise in altrettanti Gruppi:

    1. Gruppo 1, berline di serie
    2. Gruppo 2, special basate su berline
    3. Gruppo 3, auto sportive di serie
    4. Gruppo 4, special basate su auto sportive
    5. Gruppo 5, prototipi basati su auto di serie
    6. Gruppo 6, prototipi
    7. Gruppo 7, auto biposto da competizione
    8. Gruppo 8, formule internazionali (tra cui le monoposto di formula 1)
    9. Gruppo 9, formula libera.

    Il principio guida, per stabilire quali auto possono partecipare ai rally, sono le auto derivate dalla normale produzione: quelle appartenenti ai Gruppi da 1 a 4, con alcune eccezione per il Gruppo 5.
    Per stabilire quando un’auto può essere considerata di serie, si introduce l’obbligo della produzione minima annuale che il modello deve raggiungere, una soglia minima che cresce di pari passo con lo sviluppo del mercato; All’inizio sono richiesti 1.000 esemplari per l’omologazione sia in Gruppo 1, sia in Gruppo 3; ma nel 1981 salgono a 5.000 per il Gruppo 1 e a 2.000 per il Gruppo 3.
    Un discorso a parte merita il Gruppo 5, riservato ai prototipi, dove in questa categoria, il numero minimo di esemplari prodotti non è previsto; In teoria si vogliono salvaguardare le vetture artigianali, in pratica si dà ai Costruttori l’opportunità di testare i prototipi delle future auto di serie, un esempio: la lancia stratos. Dall'esordio del 1972 fino al 1974 gareggia nel Gruppo 5; dopo aver raggiunto la produzione necessaria all'omologazione, il modello è ammesso in Gruppo 4.
    Questo complesso di regole viene raccolto in un testo unico: l’"Allegato J", una serie di norme comprendenti le caratteristiche specifiche dei diversi Gruppi e le prescrizioni sui dispositivi di sicurezza e sulle altre dotazioni delle vetture. Il suo aggiornamento è legato al progresso tecnologico, ma anche a qualche intervento umano, impregnato di buone intenzioni originarie, che con il tempo sono risultati deleteri.
    Ad esempio, nei Gruppi 2 e 4, originariamente, rientrano le versioni elaborate dei Gruppi 1 e 3. Tuttavia, le Case partecipanti al Campionato del Mondo ottengono la possibilità di omologare modelli direttamente nei Gruppi 2 e 4, con una soglia minima di 1.000 esemplari per l’accesso al Gruppo 2 e di 500 (poi ridotti a 400) per il Gruppo 4.
    Un cambiamento non di poco conto: se nell’impostazione originaria una vettura di Gruppo 2 o 4 costituiva una variante di un'auto di grande produzione, in seguito a queste nuove norme sarà possibile realizzare in numero limitato di auto la cui base è dedicata alle gare e su cui saranno possibili ulteriori interventi.
    Ben presto, l’evoluzione tecnologica trascina il mondo dei rally nel caos regolamentare, con le Case automobilistiche sempre più impegnate a cercare nell'interpretazione delle norme il cavillo che consenta loro di apportare altre modifiche ai mezzi concorrenti, ed è l'abuso di componenti opzionali a rivelarsi fatale. Ben presto, infatti, anche nei Gruppi 1 e 3, i Costruttori iniziano a presentare come parti opzionali liberamente vendute, componenti che in realtà nascono per le corse, basta dimostrare di averle adottate su almeno 100 esemplari e vetture nate con i carburatori adottano l'iniezione,i differenziali si “trasformano” in autobloccanti, le testate “guadagnano” le 16 valvole e così via, nel 1978, dopo tre lustri di onorato servizio, va in pensione la prima versione dell’Allegato J.
    Anni 80


    Arriva il momento di procedere a una radicale revisione dello sport rallistico: viene introdotto il Gruppo B, per capire la filosofia che ispira questa nuova categoria è necessario tornare al 1974, quando sui campi di gara irrompe la Lancia Stratos, la prima auto concepita a tavolino con l'unico scopo di vincere nei rally.Con essa il rapporto tra rally e macchine partecipanti si inverte: non si tratta più di un'auto prodotta in serie da cui deriva una versione da competizione, si progetta al contrario un mezzo da corsa di cui si predispone una versione semplificata da produrre nel numero minimo di esemplari per l'omologazione, con questa impostazione, la Stratos si presenta come un lupo in un branco di pecore.
    Dal 1974 al 1977, il suo itinerario sportivo è praticamente un monologo di successi: Mondiale Costruttori dal 1974 al 1976, Coppa FIA nel 1977, sandro munari che ritorna a vincere un rally iridato nel 1981, il tour de course con l’equipaggio privato Darniche-Mahè, pur non essendo più aggiornata dal 1977.
    Il fenomeno Stratos è ben presente nella mente di chi redige il nuovo regolamento e, infatti, la normativa della nuova classe regina nasce all’insegna dello slogan una Stratos per tutti, l’obbiettivo è di permettere la realizzazione di auto potenti e spettacolari, abbattendo i costi e limitando le possibilità di modifica.
    Le nuove norme entrano in vigore il primo gennaio 1982 e prevedono la suddivisione delle vetture in tre Gruppi: gruppo N,gruppo A,gruppo B

    I gruppi sono in ordine progressivo di sofisticazione (più si scende e più modifiche si possono apportare). La classe regina è il Gruppo B, per l’omologazione in questa categoria è richiesta una produzione minima di soli 200 esemplari l’anno, ma le elaborazioni ammesse sono poche, non è più modificabile la testata del motore, dove si può intervenire solo sul disegno dell'albero a camme e sui materiali di valvole e pistoni, ma non sulle loro dimensioni.
    Nel cambio si può lavorare solo sulla spaziatura dei rapporti, l'autobloccante deve essere compatibile con la scatola originaria, non può essere modificata la geometria della sospensione.
    Il limitato spazio concesso alle modifiche permette alla Federazione un controllo relativamente semplice in sede di verifica e garantisce a tutte le squadre la stabilità regolamentare, requisito indispensabile per impegni pluriennali.
    La normativa però, quasi per “compensare” i divieti tecnici introdotti, reinterpreta in modo molto permissivo l'evoluzione dei modelli di auto concorrenti, in particolare, consente di omologare versioni profondamente modificate della vettura iniziale, purché prodotte nella misura del 10% rispetto al minimo richiesto per l'omologazione e per un mezzo del Gruppo B bastano 20 esemplari e ciò garantisce auto sempre aggiornate, fino all'esasperazione.
    Oltre al Gruppo B c'è il Gruppo A, ma è una finta categoria: per l’omologazione è richiesta la produzione di 5.000 esemplari annui, nonostante il livello di modifiche sia lo stesso del Gruppo B.
    In extremis viene regolamentato anche il Gruppo N (Normale), destinato ad accogliere vetture praticamente di serie; dove in teoria si tratta di una buona strutturazione, in grado di incrementare le partecipazioni alla serie iridata e facilitare un’attività di base a costi contenuti e con mezzi semplificati, in pratica non sarà così.
    La più grande innovazione tecnica di questo periodo verrà introdotta dall'Audi con l'adozione della trazione integrale. Nonostante lo scetticismo dell'ambiente e i problemi iniziali riscontrati nella messa a punto, Audi riuscirà a trasformare la trazione integrale in un'arma vincente indispensabile per poter lottare per la vittoria del mondiale.
    Il rally fuori controllo (Gruppo B)

    Dopo quattro anni, le concessioni regolamentari del Gruppo B portano alla realizzazione di vetture i cui limiti vanno ben oltre le possibilità di controllo dei piloti e nel 1985 , la FIA prova a limitare le prestazioni, ma ormai è tardi.
    Il rogo nel quale bruciano Henry toivonen e Sergio cresto in corsica, la Ford rs2000 di joaquim santos e miguel oliveira che si schianta tra la folla in portogalla, l'incidente gravissimo avvenuto in argentina a vatanen che gli costò molti giorni in coma, fanno capire al mondo dei rally che è arrivato il momento di alzare il piede dall’acceleratore.
    Nel giro di poco tempo, tutte le vetture Gruppo B vengono bandite dai rally, anche se questo non impedisce agli ingenieri dell'auto di continuare a sfogare le proprie “frustrazioni” progettuali.
    Anni 90

    Dal 1987 le Gruppo B vengono bandite definitivamente dalle gare valide per il mondiale rally, facendo diventare di fatto le vetture Gruppo A come le uniche in grado di giocarsi la vittoria del mondiale. Questo determina l'abbandono da parte di peugeot e Austin, mentre lancia, Ford e Audi sviluppano nuovi modelli sulla base del regolamento Gruppo A. Nel corso degli anni anche Mazda,Mitsubishi,Subaru e Toyotaparteciperanno ufficialmente al mondiale con vetture di questa categoria. Per la stagione 1997 viene varato un nuovo regolamento tecnico con l'introduzione di un nuovo gruppo denominato WRC che permette maggiore libertà nello sviluppo tecnico, minori vincoli con i modelli di serie e di conseguenza dovrebbe favorire l'ingresso di nuovi costruttori. L'introduzione del nuovo regolamento però non taglierà fuori dalla lotta per il mondiale le vetture Gruppo A, questo perché inizialmente le differenze di prestazioni tra le due categorie non saranno determinanti, questo comporterà un passaggio graduale al nuovo regolamento e Mitsubishi con una vettura Gruppo A sarà in grado di vincere anche i mondiali dal 1997 al 1999 nonostante la presenza di vetture WRC


    la storia del mondiale rally dalla nascita a oggi
    Spoiler:
    Il Mondiale Rally nato nel 1970 ha vissuto il suo periodo piu’ intenso a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. A quei tempi era soprattutto la Lancia a dettare legge. La casa italiana, con la Stratos prima e con la Delta poi, conquistò tra il 1973 e il 1992 (anno del definitivo ritiro) ben undici titoli iridati, relegando in secondo piano il trio transalpino composto da Renault, Talbot e Peugeot. Negli anni '90 invece furono le giapponesi Toyota, Mitzubishi e Subaru a monopolizzare il Mondiale, mentre il nuovo millennio è tornato a parlare europeo, ma con un fortissimo accento francese grazie al dominio assoluto di Peugeot e Citroen.

    Dal 1990 in poi però il Mondiale Rally ha visto progressivamente diminuire il proprio prestigio. Colpa delle televisioni, dicono i grandi appassionati e in un certo senso è vero. Salti e traversi garantiscono uno spettacolo di altissimo livello, ma nei vari palinsesti fanno sempre più fatica a trovare spazio. Nessun boicottaggio volontario ben inteso, ma un mero calcolo di costo, fattibilità e tempi televisivi. Il format del rally infatti mal si adatta alle esigenze televisive: gare spalmate su tre giorni, impossibilità di effettuare riprese in diretta in quanto il percorso è unico (non si corre su un circuito ripetitivo, ma su percorsi misti e non ripetibili) e soprattutto lunghi trasferimenti che rappresentano un “tempo morto” insostenibile per qualsiasi network.

    Un problema di difficilissima soluzione che sta costando al rally un prezzo enorme. Senza copertura televisiva infatti gli sponsor preferiscono spostare altrove le proprie risorse e i costi di gestione dei vari team (manutenzione, ingaggi, ricambi e trasferte) diventano insostenibili. Inizialmente si è pensato di aumentare il numero delle gare, portandole a sedici, ma la mossa non ha sortito l’effetto sperato, nel 2006 quindi molte case hanno deciso di prendersi un anno di pausa per rivedere le proprie strategie aziendali. Citroen, Peugeot Skoda e Mitzubishi hanno deciso di ritirarsi (continuano però ad essere presenti in veste non ufficiale appoggiando team privati, come nel caso del due volte campione del Mondo Sebastian Loeb che corre con una Citroen Xara gestita dalla scuderia Kronos Total) lasciando alle sole Subaru e Ford il titolo di ufficiali.

    Nel 2006 la situazione dovrebbe tornare alla normalità, ma il segnale è comunque preoccupante. Per quel che riguarda i piloti invece come è facile immaginare la parte del leone fino al 2003 l’hanno fatta gli scandinavi, decisamente più abituati a correre su ghiaccio e sterrati. La nazione che può vantare il maggior numero di successi è la Finlandia, una vittoria a testa per Marku Alen, Ari Vatanen, Timo Salonen e Markus Grhonolm e ben quattro per Juha Kankkunen e Tommy Makkinen. Alle loro spalle la Svezia di Blonqvist e Waldegard (primo pilota a conquistare il titolo nel 1979), la Germania di Rohrl, la Norvegia di Solberg, la Spagna di Sainz, la Gran Bretagna di McRea e Burns e l’Italia con i due titoli conquistati nel 1988 e nel 1989 da Miky Biasion.

    Un discorso a parte invece lo merita la Francia. Il successo ottenuto nel 1994 da Didier Auriol sembrava destinato a restare un caso isolato, invece grazie alla rivelazione sebastian loeb i galletti sono tornati in cima al mondo. L’alsaziano al volante di una francesissima Citroen Xara ha centrato il Mondiale sia nel 2004 che nel 2005 e anche quest’anno ha gia messo una seria ipoteca sulla vittoria finale, visto che a più di due terzi di campionato il suo vantaggio sul finlandese Grohnolm è di oltre trenta punti.
    Ultima modifica di rev11; 28-06-2010 alle 12:38:44


  2. #2
    Stiamo lavorando per voi L'avatar di floop
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    mi è sempre interessato ma non ho la possibilità di vedere mai nè wrc nè altro
    speriamo che con la nuova s1600 mi torni la voglia

  3. #3
    Utente L'avatar di Aleksej89
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    A me piace un sacco, seguo quello che posso, ogni tanto su qualche canale di Sky ne parlano o fanno vedere qualcosa.

  4. #4
    Utente L'avatar di rev11
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    pure io lo seguo quando posso,purtroppo non ho sky e mi accontento di vederlo quando lo danno su rai sport.appena riesco o c'è un rally vicino lo vado a vedere,per esempio venerdì e sabato ho seguito il rally che si correva nel nostro appennino e in programma ho di andare a vedere il legend di san marino e probabilmente anche il montecarlo.


  5. #5
    Registered Trademark L'avatar di Alby90
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    pure io lo seguo quando posso,purtroppo non ho sky e mi accontento di vederlo quando lo danno su rai sport.appena riesco o c'è un rally vicino lo vado a vedere,per esempio venerdì e sabato ho seguito il rally che si correva nel nostro appennino e in programma ho di andare a vedere il legend di san marino e probabilmente anche il montecarlo.
    Non dirmi che era quello a Carpineti, perchè se no me lo son perso

  6. #6
    Utente L'avatar di rev11
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    si era quello del appennino reggiano,c'era anche la PS a carpineti,io me la sono vista venerdì sera e sabato mattina ho guardato quella di trinità.
    questo video di pessima qualità lo fatto e montato io il primo pezzo è proprio della speciale di carpineti


  7. #7
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    ecco lo sapevo che me lo perdevo

  8. #8
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    Sono stato la settimana scorsa al Rally del Salento, lo seguo ogni anno ed è sempre bellissimo. Quest'anno poi c'è stato anche Robert Kubica su una Clio S1600

  9. #9
    Utente L'avatar di Mefisto1987
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    Lo adoro. E' straspettacolare.

    Peccato che, non avendo sky, mi è praticamente impossibile seguirlo decentemente.

  10. #10
    Dante989
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    Mi affascina in modo assurdo, adoro soprattutto il rombo e gli scoppi delle macchine durante i cambi di marcia. Solo che non so mai come seguirlo (su Sky oltre a Controsterzo su Nuvolari fan vedere qualcosa?)

  11. #11
    Stiamo lavorando per voi L'avatar di floop
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    ma su sky dove si vede?

    su nuvolari?

  12. #12
    Nedo Sonetti L'avatar di Trainspotting90
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    adoro il rally, peccato ci sia poca copertura televisiva, essendo di palermo vado sempre a vedere la targa florio

  13. #13
    Registered Trademark L'avatar di Alby90
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    Citazione floop Visualizza Messaggio
    ma su sky dove si vede?

    su nuvolari?
    Sì ma non è organizzato benissimo come canale, secondo me è abbastanza dispersivo..

  14. #14
    Sackboy
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    io personalmente sono un grandissimo appassionato e amante dei rally! chi come condivide questa passione per questo genere di corse?
    Secondo me negli ultimi anni è un po' morto come sport.. anche perchè Loeb è fortissimo e non ha nessun concorrente in grado di competere per davvero con la sua bravura.

  15. #15
    Nedo Sonetti L'avatar di Trainspotting90
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    Citazione Sackboy Visualizza Messaggio
    Secondo me negli ultimi anni è un po' morto come sport.. anche perchè Loeb è fortissimo e non ha nessun concorrente in grado di competere per davvero con la sua bravura.
    anche perchè, dopo che la lancia ha abbandonato il rally, in italia è un po scemata la passione.

    ma non c'era gia un topic sul rally?

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