Recensione Limbo
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Discussione: Recensione Limbo

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  1. #1
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    Recensione Limbo

    Servizi come MarketPlace o Playstation Network, piuttosto che Steam, stanno cercando da un po' di tempo a questa parte di aprire le porte del digital delivery ad un pubblico ancora all'antica, troppo attaccato alla copia fisica e al fatidico odore che si sprigiona aprendo una custodia di plastica.
    Parlando invece della comunità PC si può benissimo dire che si sia evoluta già da tempo, grazie soprattutto alla piattaforma di Steam che, nata nel 2003, vanta adesso 25 milioni di account attivi.
    In tutto questo arco di tempo la piattaforma si è molto evoluta ed ha espanso ulteriormente i propri orizzonti quando nel 2008 è stato rilasciato Steamworks, un pacchetto di sviluppo gratuito dedicato a tutti gli sviluppatori indipendenti.
    Da allora piccoli gruppi di sviluppatori sono stati spinti ad entrare nel mondo videoludico cogliendo un'occasione che magari non si sarebbe ripresentata.
    D'altronde il mondo gira in un modo strano: le grandi/medie aziende non li assumono perchè richiedono esperienza, e loro non possono fare esperienze perchè non vengono assunti.
    Così la comunità PC può vantare ad oggi tanti e tanti "Indie Games", molti discreti ma alcuni interessanti come "Narbacular Drop", progetto universitario di alcuni ragazzi che mettendosi in luce sono stati assunti da "Valve" per lo sviluppo dell'originale "Portal".
    Su console invece la cosa stenta a decollare, ci sono pochi piccoli team che decidono di investire su Xbox360 o PS3, ma quei pochi riescono a regalare perle del calibro di Braid, Trials HD, Shadow Complex.
    Piccoli grandi progetti che riescono a far riscoprire il vero senso della parola videogioco, dove una grafica pompata viene surclassata dalla semplicità, dove l'eccesso viene rimpiazzato dall'essenziale e dove la parola divertimento è il focus su cui ruota tutto.

    Limbo, cos'è?

    Non è certo ispirato al primo cerchio dell'Inferno della Divina Commedia, dove si trovano le anime degli uomini giusti morti prima della resurrezione di Cristo e le anime dei bambini non battezzati.
    Ma certo, dalla sua prima apparizione in un primo concept video mostrato nel 2006 e alla sua prima comparsa al "Game Developers Conference (GDC)", dove tra l'altro vinse ben 2 "Indipendent Games Festival Award", da Limbo ci si poteva aspettare di tutto.
    Il titolo sviluppato dagli sconosciuti danesi del team "PlayDead", al loro esordio davanti al grande pubblico, apparve sin da subito troppo particolare per passare inosservato.
    In netto contrasto con un'industria sempre più spinta all'eccesso, Limbo ha saputo attirare sin da subito le attenzioni di pubblico e critica grazie ad un originale stile visivo che, affiancato al potere delle due dimensioni, offre un'ambientazione claustrofobica basata sulla contrapposizione tra luce e buio in un perfetto mix che ci vede sprofondare in un'oscurità tagliata solo da pochi scorci.
    Caratteristiche che fanno di Limbo un gioco semplice ma dalla forte personalità che, pur parlando di un titolo in bianco e nero, sprigiona un'anima dalle forti tinte horror.
    Ma in sostanza, cos'è Limbo?
    Limbo è un titolo che si sviluppa fondamentalmente tra sequenze platform in cui un bambino, sceso nel limbo, si trova alla disperata ricerca della sua sorellina.
    Ci ritroveremo quindi catapultati in un mondo dove la scelta cromatica aumenta il senso di claustrofobia e tensione, dove ogni ombra potrebbe nascondere una trappola che senza alcuna pietà faranno provare al nostro protagonista le più cruente e crudeli morti.
    Nel corso dei 24 livelli dovremo saltare burroni, evitare ostacoli di ogni sorta e affrontare nemici di ogni tipo per poi arrivare a risolvere impegnativi puzzle che spesso richiedono riflessione e ingegnosità, sopratutto in quelle sequenze che sfrutteranno la fisica, molto ben realizzata e azionata da un motore decisamente funzionale.
    Tra foreste, città in decadimento e ambientazioni tutt'altro che allegre, Limbo richiederà uno stile di gioco alla "Trial and Error".
    In sostanza per proseguire con l'esplorazione e per risolvere i numerosi e vari puzzle (di cui non sarà accennato nulla visto che in molti si sono rovinati la sorpresa per via di video visiti in rete e anticipazioni) dovremo tentare, eventualmente morire e poi ritentare fino a che non scoveremo la chiave del successo.
    Sembrerà una formula poco in voga ma è assolutamente una scelta di design presa dagli sviluppatori che hanno letteralmente farcito di checkpoint ogni singolo livello, in modo da ridurre al minimo ogni fonte di frustazion a favore di maggiore immedesimazione e divertimento.

    Comparto tecnico

    Il comparto tecnico è sicuramente uno dei punti di forza di Limbo che, sfruttando una semplice grafica bidimensionale in bianco e nero, riesce a ricreare una vera e propria dimostrazione di stile.
    Uno scenario tanto evocativo quanto inquietante, capace di affascinare il giocatore ad ogni passo sino ad arrivare nelle più profonde viscere dove non troveremo alleati ma solo spiacevoli sorprese, desolazione e trappole mortali.
    Uno scenario molto curato dove si riescono a contare i fili d'erba che smuoviamo al nostro passare, dove vediamo alzarsi la terra dopo un nostro balzo e dove allo stesso tempo riusicamo a sentire i versi e i rumori di un mondo desolato.
    Per immedesimare totalmente il giocatore gli sviluppatori hanno deciso di eliminare ogni sorta di HUD, dialoghi e di accennare solamente una colonna sonora.
    In questo modo l'esperienza diventa totalmente immersiva dove al giocatore viene lasciato il compito di immaginare per completare i dettagli lasciati a metà, come la trama (soltanto abbozzata e priva di dialoghi) e l'ambientazione (i cui abitanti tengono uno strano atteggiamento).
    Purtroppo però stiamo parlando di un "Indie Games", che per quanto splendido possa essere, non potrà mai raggiungere le dimensioni delle grandi produzioni.
    Non a caso tutti gli "Indie Games" hanno un prezzo piuttosto moderato, un prezzo proporzionale alla loro durata che in Limbo ruota dalle 3 alle 5 ore, in base alle abilità nel risolvere i puzzle da parte del giocatore.
    Disponibile al prezzo di 1200 Microsoft Point, Limbo è un'esperienza imperdibile che tutti gli amanti di ICO e Shadow of The Colossus non dovrebbero farsi scappare.

  2. #2
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Viale Mani Dallezinne
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    Non è una brutta recensione ma mi permetto di darti un paio di dritte per fare di meglio la prossima volta:
    1) non perderti in troppi preamboli - ci stava il discorso su Steam/Steamworks ma l'hai tirata veramente troppo per le lunghe, guarda quanto spazio della tua rece si porta via..
    2) non spezzare continuamente il discorso con punto e a capo, lo fai praticamente a ogni frase.. renderesti il discorso più scorrevole.

    come piccolo extra si potrebbe aggiungere qualche immagine qui e là per rendere la pagina meno "wall of text"

    comunque non è male
    Citazione Lord Skop's
    tu! tu!! Sei terribile, il peggiore, sei un pessimo, ergo un grande!

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