Dopo un periodo di relativa calma i
prezzi dei carburanti tornano a salire. La causa questa volta non è l'ennesima impennata della quotazione del
petrolio, ma una nuova
accisa di 4 centesimi al litro su benzina e gasolio decisa dal
Governo per "fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa".
Quasi 5 centesimi con l'Iva. L'aumento, in vigore da ieri e valido fino al termine del 2011, tocca addirittura i 4,8 centesimi al litro a causa dell'incremento dovuto all'Iva. Quest'oggi tutte le compagnie hanno adeguato il proprio listino dei prezzi raccomandati alla pompa, fatta eccezione per la Tamoil e la TotalErg, che li hanno ritoccati di poco meno, rispettivamente di 4 e 3,8 centesimi. I prezzi medi sul territorio nazionale, oscillano ora dal picco di 1,593 euro al litro della Shell a 1,577 della Esso e della TotalErg per la benzina e per il gasolio da 1,479 euro al litro della Shell a 1,458 della TotalErg (fonte Staffetta Quotidiana).
Accise per ogni occasione. Ancora una volta una tegola che cade sul capo degli automobilisti. Neppure il tempo di riprendersi dall'accisa di 1-2 centesimi al litro applicata nel marzo scorso per finanziare la
cultura che viene richiesto un altro "piccolo sacrificio", che per altro va ad aggiungersi alla lunga lista di accise che gravano pesantemente sul costo dei
carburanti. Ce ne sono per ogni occasione: da quella per la guerra di Etiopia del 1935 a quella per la crisi di Suez del 1956, dal disastro dal Vajont del 1963 all'alluvione di Firenze del 1966, dai vari
terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976), dell'Irpina (1980) al finanziamento della guerra del Libano del 1983, dalla missione in Bonsia del 1966 al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Insomma, di validi motivi ce ne sono e ce ne saranno sempre tanti, ma sarebbe ora di smetterla sempre le mani nelle tasche degli automobisti. Soprattutto quando ci si avvicina ai grandi esodi.