Ahmed2
Poco o nulla sarebbe cambiato.
Il punto di svolta nella politica estera fu il principato di Tiberio e successivamente quello di Claudio, sarebbe stato interessante un Germanico a posto di Tiberio, forse lì ci sarebbe stata una diversa politica estera più rivolta all'espansione.
Era finito il tempo della Repubblica, per un generale era diventato pericoloso vincere sempre e diventare un eroe, all'imperatore non piacevano questi galletti, vedesi Germanico, Agricola, Vespasiano e Tito.
Che poi il freno all'espansione indiscriminata fu un fattore di crisi per Roma, che aveva un'economia basata sul bottino e sullo sfruttamento dei conquistati. Inoltre non era riuscito a sviluppare istituzioni politiche per governare un impero multiculturale, era un impero governato attraverso una struttura da semplice polis.
La presa della Dacia fu dettata dalla scoperta di giacimenti d'oro e argento e dalla crisi monetaria romana.
Teutoburgo è stato un fallimento dell'esercito romano, andare a inseguire i Germani tra le foreste e le paludi era firmare una condanna a morte. Le legioni si erano più manovrabili di una falange, ma pur sempre erano inadatte a sopportare scontri mordi e fuggi o battaglie in campo avverso.
Anzi i Britanni fecero l'errore di affrontare i Romani in campo aperto e sfavorevole, vedere la vittoria di Agricola narrata da Tacito. Per i Galli non metto la mano sul fuoco, dovrei rileggere Cesare
Tacito nella Germania narra che l'ambra era "prodotta" sulle coste baltiche-finlandesi un po' lontano da arrivare e sottomettere per i Romani.
Poi si deve vedere chi narrò la sconfitta di Teutoburgo, se è Svetonio o un'ellenista è facile che ci sia stata una tremenda esagerazione nella narrazione.