origine e storia dell'attuale sistema armonico,teorico e musicale
sappiamo tutti che la musica è un concetto antichissimo, comparso con le prime civiltà organizzate e probabilmente anche prima.
quello che non ho mai capito, è in che modo e con quali tempi il sistema tonale e armonico che conosciamo tutti sia stato definito.
Come mai il sistema armonico è definito con 7 note principali,e basato su 7(+1) intervalli? come mai non possono esistere ulteriori note? chi ha deciso tutto questo?in che modo le frequenze sonore infondono sensazioni all'uomo? Insomma, non riesco nemmeno a formulare le domande riguardo a quello che vorrei sapere.
quindi propongo a voi, se avete qualche nozione, di spiegarmi questo difficile e interessante argomento, so di certo che ci sono anche alcuni utenti (lupo3,jindua, Thom e altri) che potrebbero illuminarci a riguardo
Ecco, si tratta di un argomento difficilissimo, per discutere dell'origine dei temperamenti credo bisogni avere certe nozioni di fisica del suono. Il temperamento della musica occidentale, il temperamento equabile, fu teorizzato da Vincenzo Galilei, fra gli altri. Le note sono 12 perché nel nostro temperamento l'intervallo di ottava (ovvero l'intervallo fra una nota e un'altra con frequenza doppia) è diviso in 12 parti.
Mi dispiace, non so molto altro D : i temperamenti (cioé i sistemi che si usano per dividere l'ottava, detto molto alla buona) comunque, sono basati sulle frequenze (gli intervalli non sono altro che rapporti tra frequenze)
In verità il temperamento equabile era già noto da almeno trecento anni prima di Cristo, ma erano in pochi ad esserne interessati. Tutti gli altri tipi di temperamento permettono di ottenere sfumature espressive (i cosiddetti "affetti" o "ethe") altrimenti impossibili. Il problema è molto complesso, e solo chi ha una buona conoscenza della fisica acustica può parlarne in maniera esaustiva. Io mi limito a sfatare il mito del Clavicembalo ben temperato: molti manuali di teoria sostengono che il t. equabile sia stato introdotto da Bach/Werckmeister, e si sia esplicato nella suddetta serie di preludi e fughe. Questo è FALSO. Il termine designato dal teorico tedesco (Wohltemperierte Stimmung) designa semplicemente un temperamento che permetta di suonare in tutte le tonalità. Un "buon" temperamento, ma non un temperamento equabile.
Di fatto l'uso dell'ottava equalizzata è recentissimo, direi fine-ottocentesco se non novecentesco. La musica precedente era senza dubbio altra cosa da quella stessa musica che oggi viene reinterpretata in maniera storicamente "non informata".
Ma penso che l'argomento della discussione non si limiti al discorso sul temperamento. La parte in grassetto, mi pare, afferisce a ben altre problematiche, ad esempio a quelle armoniche. Si può parlare di "triadi" già per molta musica tardo-rinascimentale, di fine '500, ormai orientata ad una concezione "verticale". La trattatistica è abbastanza chiara, visto che Zarlino è fra i primi ad utilizzare questo termine (in un contesto ancora modale). Con l'introduzione del basso continuo (fine Cinquecento) e l'esplosione della monodia accompagnata, ormai si parla in termini di tonalità, di polarità canto-basso, e ciò autorizza ad utilizzare un linguaggio seriore anche se molti aspetti si definiranno più avanti.
Ultima modifica di Signor.giuseppe; 20-01-2012 alle 22:17:32
No, quello riguarda il diapason. Per temperamento si intende semplicemente il sistema per ottenere una determinata scala musicale. Gli strumenti moderni vengono generalmente accordati in base al temperamento equabile, che prevede la suddivisione dell'ottava in dodici semitoni di uguale ampiezza (nei sistemi precedenti, da quello naturale a quello mesotonico, non era così), eliminando le differenze tra semitono diatonico e cromatico. In pratica, per fare un esempio, da do a do # c'è la stessa distanza che separa do da reb, e questo vale per tutti gli altri semitoni della scala. Questo implica che il grado di consonanza degli accordi è uguale per tutte le tonalità, mentre prima il "sale" della musica era costituito proprio dalle differenze "affettive" tra le varie tonalità. Tant'è che oggi, ogni esecuzione storicamente informata che si rispetti, utilizza il temperamento appropriato alla musica che viene eseguita, e alla sua epoca (e pure il diapason, altro che 440).
Queste problematiche, di solito, si studiano più avanti, e dal momento che, mi sembra di capire, ti stai approcciando alla teoria musicale, forse ti converrebbe prima gettare le basi. Potrei indicarti qualche libro, ma si tratta di testi un po' più avanzati, se non specialistici. Qualche accenno, comunque, si trova in ogni manuale di teoria, armonia, storia della musica. Altra cosa è, ovviamente, lo studio della trattatistica.