deltax
Lo dovevo scrivere..lo dovevo scrivere da qualche parte...qui, dove le parole si perdono e gli sguardi non si incrociano.
Stavo riflettendo sull'inutilità della vita, e da non religioso mi chiedevo se si possono ritenere estremamente coraggiosi coloro che di fronte al mistero della morte, ammettono l'inutilità della vita.
Fermo restando che nessuno di noi, religioso o non religioso, può sapere cosa ci sia dietro la morte; è molto più gratificante, umanamente parlando, per i religiosi (qualsiasi religione) sapere che lo scopo di questa vita è il seme per il frutto di una vita ultraterrena; come è gratificante qualsiasi attività quotidiana, lavorare per lo stipendio, studiare per la laurea. Per quanto terrificante il pensiero di morte per ogni essere umano, non assume forse un senso per tutte quelle persone che credono in qualcosa, che possono dare un senso alla morte di un parente caro, di un amico giovanissimo scomparso tragicamente e improvvisamente, o un senso generale alla vita che stanno facendo. Il kamikaze che si fa esplodere per andare in paradiso con le vergini, il malato terminale che pensa che la sua sofferenza qui sia ripagata dalla bontà di gesu lassù.
Non è forse questo prendersi in giro? Non è più coraggioso , se si vuole usare questo meschino termine, colui che davanti alla nuda e cruda realtà della morte, non attribuisce nessun significato alla vita?
E mi chiedevo inoltre : perchè questa incapacità di accettare l'inutilità della vita? Sapere che tutto ciò che facciamo , che siamo, scomparirà per sempre, e anche l'umanità, e il mondo, e il sistema solare scompariranno per sempre e nessun altro probabilmente saprà che abbiamo lasciato traccia in questo infinito universo. Non è questa la vera onnipotenza per caso, ammettere l'assoluta nullità della vita e andare avanti comunque, sapendo che nulla ha senso?
Scusate per le fandonie e i farfugliamenti senza senso, ho finito.