[1]GMC chiude, grazie di tutto. - Pag 3
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Discussione: [1]GMC chiude, grazie di tutto.

Cambio titolo
  1. #31
    Redattore L'avatar di pape
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    Citazione Sephiroth1984 Visualizza Messaggio
    Forse il problema è ancora più a monte: in Italia c'è ancora pochissima apertura mentale (e riconoscimento professionale) verso i freelancer...
    Non mi sembra nemmeno che esista una tariffa fissa e precisa, capace di dare un certo ordine e criterio nella quantificazione del rapporto tra quantità/qualità di articoli/parole e guadagno annesso...o sbaglio?

    Ecco perchè mi chiedo in che modo un datore di lavoro quantifichi e pesi il costo di un recensore...
    O meglio: viene messo sullo stesso livello di un giornalista o sullo stesso livello di un critico d'arte/cinema/musica?
    Inoltre la presenza ormai massiccia di recensori amatoriali o semi-amatoriali sul web, quanto può inflazionare gli stipendi di un professionista famoso/riconosciuto?

    Ecco perchè qualche pagina fa ho citato la diminuzione del divario tra "pro e amatoriali" e non mi stupirei se qualche datore di lavoro pensasse "Ci sono tizi che scrivono recensioni al tuo stesso livello...e mi costano zero!"...

    Capisco il tuo ragionamento sul "lavoro senza stipendio" e sono d'accordissimo che sia da evitare, anche perchè abbassa la credibilità del mestiere in questione e crea inflazione...
    Ma se osserviamo la situazione dall'ottica di un "neo-recensore amatoriale" (che scrive solo per hobby e senza guadagno, ma con speranze di futuro impiego), prima di poter dire "io sono un professionista e quindi mi pagate!" non deve fare un bel po' di gavetta?
    Infondo come si comincia se non così?
    E come si può saltare questa fase senza arrecare danni diretti a chi, invece, scrive anche per passione ma, soprattutto, per portare il pane a casa?

    (leggasi: se aumentano i recensori amatoriali sul web e magari migliorano pure qualitativamente, tanto da eguagliare i pro, quanto è reale il rischio di un'inflazione sugli stipendi e di una "concorrenza sleale" in pieno stile cinese?)
    Io credo che la questione sia molto semplice: se tu metti in piedi un sito commerciale, devi pagare i tuoi collaboratori. Così come se apri un negozio, il commesso che lo gestisce lo devi pagare, non fargli fare esperienza gratis.

    Pape

    PS: non sto certo parlando di qualità. Ci sono dei recensori amatoriali molto bravi, così come dei professionisti incapaci di scrivere. Sto parlando del buon vecchio concetto che se fai un'impresa, te ne assumi i rischi. E prima di tutto paghi gli stipendi. Se non hai i soldi, non apri l'impresa, insomma. Cosa che non accade: troppa gente ho visto aprire senza denaro, partendo dal presupposto che tanto i collaboratori scrivono gratis.
    Ultima modifica di pape; 31-07-2012 alle 15:39:50

  2. #32
       L'avatar di Ghost85
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    Citazione pape Visualizza Messaggio
    Io credo che la questione sia molto semplice: se tu metti in piedi un sito commerciale, devi pagare i tuoi collaboratori. Così come se apri un negozio, il commesso che lo gestisce lo devi pagare, non fargli fare esperienza gratis.

    Pape

    PS: non sto certo parlando di qualità. Ci sono dei recensori amatoriali molto bravi, così come dei professionisti incapaci di scrivere. Sto parlando del buon vecchio concetto che se fai un'impresa, te ne assumi i rischi. E prima di tutto paghi gli stipendi. Se non hai i soldi, non apri l'impresa, insomma. Cosa che non accade: troppa gente ho visto aprire senza denaro, partendo dal presupposto che tanto i collaboratori scrivono gratis.
    Il problema è che servirebbe una regolamentazione anche da parte dello stesso Stato, evitando che internet diventi un porto di mare dove ognuno può permettersi il lusso di lucrare sui collaboratori

  3. #33
    Redattore L'avatar di pape
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    Citazione Ghost85 Visualizza Messaggio
    Il problema è che servirebbe una regolamentazione anche da parte dello stesso Stato, evitando che internet diventi un porto di mare dove ognuno può permettersi il lusso di lucrare sui collaboratori
    Non è solo Internet. Su Internet ci sono più cialtroni, ma non è che sulla carta manchino i "geni" che propongono "grandi opportunità", o aprono musei inesistenti, o fanno giochi commemorativi di stacippa che nemmeno escono.

    Pape

  4. #34
    Criminale fuorilegge L'avatar di glorfindel75
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    Citazione Ghost85 Visualizza Messaggio
    Il problema è che servirebbe una regolamentazione anche da parte dello stesso Stato, evitando che internet diventi un porto di mare dove ognuno può permettersi il lusso di lucrare sui collaboratori
    Lo stato è inestistente e/o fa ridere, o peggio, protegge i furbi o chi ha qualche potere.
    A parte la questione editoriale, c'è un sottobosco vastissimo di altre attività, NOTE ALLO STATO ED ALLA MAGISTRATURA, tra cui le realtà riguardanti le vendite porta a porta, spacciate per consulenze e basate su provvigioni (spesso non corrisposte), che si impersonificano in "aziende" con a capo imprenditori che nel giro di un anno ne chiudono una e ne aprono un'altra.
    In queste realtà c'è gente che si presenta per avere un lavoro, sulla base di annunci FALSI, viene mandata a fare il lavoro sporco sul campo, senza contratti, diritti e garanzie... e poi gli si da il benservito.

  5. #35
    Sephiroth1984
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    Citazione pape Visualizza Messaggio
    Io credo che la questione sia molto semplice: se tu metti in piedi un sito commerciale, devi pagare i tuoi collaboratori. Così come se apri un negozio, il commesso che lo gestisce lo devi pagare, non fargli fare esperienza gratis.

    Pape

    PS: non sto certo parlando di qualità. Ci sono dei recensori amatoriali molto bravi, così come dei professionisti incapaci di scrivere. Sto parlando del buon vecchio concetto che se fai un'impresa, te ne assumi i rischi. E prima di tutto paghi gli stipendi. Se non hai i soldi, non apri l'impresa, insomma. Cosa che non accade: troppa gente ho visto aprire senza denaro, partendo dal presupposto che tanto i collaboratori scrivono gratis.
    Quanto affermi è sacrosanto, ma il dubbio che mi (e ti) ponevo riguarda proprio il "peso" del lavoro di un recensore...
    Come viene quantificato oggi in Italia?
    E come fa un ipotetico "aspirante recensore" a capire se un datore di lavoro gli sta dando uno stipendio adatto alle sue mansioni o se lo sta inculando di brutto?
    Questa questione andrebbe chiarita proprio per evitare quello di cui parlavi e, magari, diminuire il rischio di far cadere qualcuno nella trappola del "lavorare per uno sputo o a gratis"...
    Non so se puoi parlarne ovviamente, ma sarebbe interessante approfondire...soprattutto in questo periodo storico in cui il web ha sdoganato il già citato divario tra "pro/amatoriali" ed in cui è molto più facile rendersi visibili e farsi conoscere (anche in ottica di un futuro lavoro, possibilmente retribuito)...

    Non c'è una legge, un sindacato, qualcosa, che difenda certi diritti dei freelancer o che almeno li aiuti a capire dov'è la fregatura?

  6. #36
    Grunger L'avatar di Incubo10
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    A quanto pare oggi Professione camionista o idea web valgono di più di marchi storici come GMC o TGM

  7. #37
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Citazione Incubo10 Visualizza Messaggio
    A quanto pare oggi Professione camionista o idea web valgono di più di marchi storici come GMC o TGM
    L'ironia è che il settore dei trasporti su gomma è fortemente in crisi, la maggior parte dei camionisti sono lasciati a casa (e quindi dubito abbiano soldi da spendere in una rivista di settore) mentre quelli che ancora lavorano sono costretti a turni massacranti (e quindi dubito abbiano il tempo e la voglia sentir ancora parlare di camion).
    Sull'altra rivista non mi esprimo nemmeno, dato che rischia che siano ben altre persone a doversi esprimere su di essa.

    Ho abbandonato il forum. Se per qualsiasi esigenza dovete contattarmi, potete farlo inviandomi un mp e sperare che una volta all'anno io riapra l'account

  8. #38
    Woke up this morning... L'avatar di AdamWarlock
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    Citazione Incubo10 Visualizza Messaggio
    A quanto pare oggi Professione camionista o idea web valgono di più di marchi storici come GMC o TGM

    E tu credi che ci siano più camionisti che appassionati di videodames? Evidentemente l'utenza di GMC (la maggioranza) ha ritenuto opportuno acquistare la rivista solo in presenza di un gioco allegato decente, solo quando c'era la rece del capolavoro dell'anno, solo quando aveva qualche € in più da spendere. Sia chiaro, non ne faccio una colpa a voi (ne a te in particolare, ci mancherebbe) ma va da se che a lamentarsi ho più diritto io che uno che solo saltuariamente acquistava la rivista.
    Insomma, ok le scelte editoriali del cazzo (fare una versione liscia no?) ma mi sembra logico che GMC è fallita anche per questo motivo.

  9. #39
    ilCinese
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    Citazione mikemcc1992 Visualizza Messaggio
    C'è anche da dire che per un gioco in regalo molta gente scriverebbe.
    Ma anche per una sua percentuale: http://www.gameplayer.it/public/foru...tis-t3513.html

  10. #40
    Criminale fuorilegge L'avatar di glorfindel75
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    Citazione ilCinese Visualizza Messaggio
    Si, ma per ogni articolo quanti punti ti danno?
    Stranamente non è riportato nella FAQ: 100 articoli, un gioco da 20 euro?

  11. #41
    Utente L'avatar di DON IVANO
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    Citazione ilCinese Visualizza Messaggio
    GIOCANDO A: QUAKE 4 / Guittah Heroh Servoh delloh Statoh !!11!



  12. #42
    ilCinese
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    Citazione Sephiroth1984 Visualizza Messaggio
    Ma se osserviamo la situazione dall'ottica di un "neo-recensore amatoriale" (che scrive solo per hobby e senza guadagno, ma con speranze di futuro impiego), prima di poter dire "io sono un professionista e quindi mi pagate!" non deve fare un bel po' di gavetta?
    Infondo come si comincia se non così?
    Se scrivi per un sito che non genera denaro è un conto, ma se scrivi per un sito che ricava utili dal tuo lavoro, il solo pensiero che la gavetta sia "a costo zero" è assurdo. Poi, che in Italia c'era la prassi dello stage non pagato è un altro discorso.

    Oggi giorno credo ci sia una gran confuzione sul discorso gavetta/professionisti/amatori... Internet, con i numeri che muove, con l'abbattimento della barriera all'ingresso, con la convinzione che tutti possano fare il mestiere del critico, con il malcostume di molti editori che sfruttano le aspettative e le passioni dei ragazzi più giovani (che da anni fanno gavetta gratuita sui siti amatoriali), con una deontologia stracciata al servizio della profittabilità, con coordinatori incapaci e arrivisti che sfruttano il collaboratore, invece di insegnargli un mestiere, con un mercato che non premia la qualità ma la quantità, c'è poco di che filosofeggiare sul "giusto compenso" o "giusto trattamento", a meno che non si voglia parlare dell'iperuranio e di un mondo popolato di castori che incartano la cioccolata.

  13. #43
    Criminale fuorilegge L'avatar di glorfindel75
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    Citazione ilCinese Visualizza Messaggio
    Se scrivi per un sito che non genera denaro è un conto, ma se scrivi per un sito che ricava utili dal tuo lavoro, il solo pensiero che la gavetta sia "a costo zero" è assurdo. Poi, che in Italia c'era la prassi dello stage non pagato è un altro discorso.

    Oggi giorno credo ci sia una gran confuzione sul discorso gavetta/professionisti/amatori... Internet, con i numeri che muove, con l'abbattimento della barriera all'ingresso, con la convinzione che tutti possano fare il mestiere del critico, con il malcostume di molti editori che sfruttano le aspettative e le passioni dei ragazzi più giovani (che da anni fanno gavetta gratuita sui siti amatoriali), con una deontologia stracciata al servizio della profittabilità, con coordinatori incapaci e arrivisti che sfruttano il collaboratore, invece di insegnargli un mestiere, con un mercato che non premia la qualità ma la quantità, c'è poco di che filosofeggiare sul "giusto compenso" o "giusto trattamento", a meno che non si voglia parlare dell'iperuranio e di un mondo popolato di castori che incartano la cioccolata.
    Quoto tutto.
    E poi una gavetta non può durare in eterno. In realtà non che così che funziona. Se quando fai la gavetta ti mostri bello contento a tempo indefinito di non essere pagato, o sottopagato (perchè molte imprese richiedono anche che tu lavori gratis e non porti la depressione a casa loro...quindi devi avere anche il sorriso e la bella presenza, nonostante la vita grama che in realtà fai), quelli mica sono scemi che poi ti pagano...
    Ultima modifica di glorfindel75; 31-07-2012 alle 16:30:58

  14. #44
    Sephiroth1984
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    Citazione ilCinese Visualizza Messaggio
    Se scrivi per un sito che non genera denaro è un conto, ma se scrivi per un sito che ricava utili dal tuo lavoro, il solo pensiero che la gavetta sia "a costo zero" è assurdo. Poi, che in Italia c'era la prassi dello stage non pagato è un altro discorso.
    Io veramente ero rimasto a quando per certi stage dovevi pagare tu, stagista che magari ti sei iscritto (pagando) ad un corso professionale (riconosciuto da regione/stato/comunità europea/dio solo sa cos'altro) che termina con uno stage in azienda...non il potenziale datore di lavoro...
    Quindi possiamo essere tutti d'accordo che sia una boiata madornale, ma a meno che non ci siano state rivoluzioni negli ultimi anni, qui in Italia dovrebbe funzionare ancora in questo modo...o solo io ho avuto a che fare con sciacalli?

    Oggi giorno credo ci sia una gran confuzione sul discorso gavetta/professionisti/amatori... Internet, con i numeri che muove, con l'abbattimento della barriera all'ingresso, con la convinzione che tutti possano fare il mestiere del critico, con il malcostume di molti editori che sfruttano le aspettative e le passioni dei ragazzi più giovani (che da anni fanno gavetta gratuita sui siti amatoriali), con una deontologia stracciata al servizio della profittabilità, con coordinatori incapaci e arrivisti che sfruttano il collaboratore, invece di insegnargli un mestiere, con un mercato che non premia la qualità ma la quantità, c'è poco di che filosofeggiare sul "giusto compenso" o "giusto trattamento", a meno che non si voglia parlare dell'iperuranio e di un mondo popolato di castori che incartano la cioccolata.
    Morale della favola: non c'è alcuna tutela, non ci sono regole, non c'è un criterio, nessuno sa quantificare, in euro, quanto dovrebbe valere la stesura di una recensione, non si capisce se un redattore è un "giornalista/critico/entità aliena o altro", ergo tutti i potenziali datori di lavoro ne approfittano e fanno il bello e cattivo tempo sulla pelle degli ignari che sognano un futuro lavorativo in questo ambiente...
    Ho capito bene o mi sono perso qualche passaggio?

    Certo è che non ci state per nulla incoraggiando...

  15. #45
    Redattore L'avatar di pape
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    Citazione Sephiroth1984 Visualizza Messaggio
    Io veramente ero rimasto a quando per certi stage dovevi pagare tu, stagista che magari ti sei iscritto (pagando) ad un corso professionale (riconosciuto da regione/stato/comunità europea/dio solo sa cos'altro) che termina con uno stage in azienda...non il potenziale datore di lavoro...
    Quindi possiamo essere tutti d'accordo che sia una boiata madornale, ma a meno che non ci siano state rivoluzioni negli ultimi anni, qui in Italia dovrebbe funzionare ancora in questo modo...o solo io ho avuto a che fare con sciacalli?

    Morale della favola: non c'è alcuna tutela, non ci sono regole, non c'è un criterio, nessuno sa quantificare, in euro, quanto dovrebbe valere la stesura di una recensione, non si capisce se un redattore è un "giornalista/critico/entità aliena o altro", ergo tutti i potenziali datori di lavoro ne approfittano e fanno il bello e cattivo tempo sulla pelle degli ignari che sognano un futuro lavorativo in questo ambiente...
    Ho capito bene o mi sono perso qualche passaggio?

    Certo è che non ci state per nulla incoraggiando...
    Noi per anni (e tuttora, quelli rimasti) abbiamo campato di questo lavoro. Sia gli assunti, sia i collaboratori che hanno deciso di vivere da quello. E per campato intendo pagato mutuo/affitto, mangiato tutti i giorni, si sono fatti delle vacanze e pure permessi qualche piccolo sfizio. O hanno messo su famiglia. Che è quello che ci si aspetta come MINIMO da un lavoro. Se non permette di mangiare e dormire, è sfruttamento.

    Pape

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