Anna Karenina
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Discussione: Anna Karenina

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  1. #1
    °°° L'avatar di Matichek
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    Anna Karenina

    Vabbè, lo apro io.


    Il film esce nelle sale il 21|02|2012, cioè ieri.



    Io l'ho visto ieri sera, ed ero curioso perché ho sentimenti ambivalenti nei confronti del regista Joe Wright. Inoltre ho letto da poco il romanzo di Tolstòj. Dico la verità, mi è piaciuto. Wright capisce che è impossibile riportare sullo schermo tutta la complessità e le sfumature del tomo russo, quindi cerca di far passare i messaggi più semplici e importanti rimanendo sulla superficie, e poi si dedica a fare ciò che sa fare meglio: ricreare delle splendide atmosfere con un'ottima regia e delle scenografie stupende, che ricalcano quelle di un teatro: palco, pannelli che si alzano e si abbassano, cordame dietro le quinte; inoltre spesso i personaggi danno luogo a complesse coreografie che fanno assomigliare l'insieme a un balletto più che a un film. Mi ha colpito in particolare un piano sequenza in cui con un abile movimento di camera Levin viene filmato mentre si trasferisce da un ufficio a un ristorante, quando in realtà il luogo è sempre lo stesso e viene sostituita l'intera scenografia intorno a lui. La messa in scena è ricchissima, e oltre alle scenografie particolari ci si perde nei costumi e nel trucco, nella fotografia ricercata, nelle musiche bellissime.
    Aggiungo che Keira Knightley, per quanto la trovi abbastanza insopportabile a causa delle sue smorfie e tutto, qua è molto affascinante per la maggior parte del tempo. Anche il resto del cast, rapportato ai personaggi del romanzo, è molto azzeccato dal punto di vista dell'aspetto.
    Peccato che nella seconda parte si infiacchisca un po', e scenograficamente diventi più ordinario facendo perdere al film parte del suo smalto. Anche dal punto di vista narrativo sembra spinga un po' troppo sull'acceleratore. In generale, poi, avrei preferito un maggior risalto al personaggio di Levin, che compare veramente pochissimo: è difficile, così com'è, percepire il parallelismo tra lui e Anna.
    Comunque tra i film di Wright (ancora mi manca Atonement) mi è sembrato il più solido e maturo: mi sembra che il regista stia trovando la sua strada.
    Voi cosa ne pensate?
    Ultima modifica di Matichek; 22-02-2013 alle 13:22:24

  2. #2
    Cogito Ergo Proxy L'avatar di SlidingMotard
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    Io l'ho visto ieri sera, ed ero curioso perché ho sentimenti ambivalenti nei confronti del regista Joe Wright. Inoltre ho letto da poco il romanzo di Tolstòj. Dico la verità, mi è piaciuto. Wright capisce che è impossibile riportare sullo schermo tutta la complessità e le sfumature del tomo russo, quindi cerca di far passare i messaggi più semplici e importanti rimanendo sulla superficie, e poi si dedica a fare ciò che sa fare meglio: ricreare delle splendide atmosfere con un'ottima regia e delle scenografie stupende, che ricalcano quelle di un teatro: palco, pannelli che si alzano e si abbassano, cordame dietro le quinte; inoltre spesso i personaggi danno luogo a complesse coreografie che fanno assomigliare l'insieme a un balletto più che a un film. Mi ha colpito in particolare un piano sequenza in cui con un abile movimento di camera Levin viene filmato mentre si trasferisce da un ufficio a un ristorante, quando in realtà il luogo è sempre lo stesso e viene sostituita l'intera scenografia intorno a lui. La messa in scena è ricchissima, e oltre alle scenografie particolari ci si perde nei costumi e nel trucco, nella fotografia ricercata, nelle musiche bellissime.
    Aggiungo che Keira Knightley, per quanto la trovi abbastanza insopportabile a causa delle sue smorfie e tutto, qua è molto affascinante per la maggior parte del tempo. Anche il resto del cast, rapportato ai personaggi del romanzo, è molto azzeccato dal punto di vista dell'aspetto.
    Peccato che nella seconda parte si infiacchisca un po', e scenograficamente diventi più ordinario facendo perdere al film parte del suo smalto. Anche dal punto di vista narrativo sembra spinga un po' troppo sull'acceleratore. In generale, poi, avrei preferito un maggior risalto al personaggio di Levin, che compare veramente pochissimo: è difficile, così com'è, percepire il parallelismo tra lui e Anna.
    Comunque tra i film di Wright (ancora mi manca Atonement) mi è sembrato il più solido e maturo: mi sembra che il regista stia trovando la sua strada.
    Voi cosa ne pensate?
    scrissi esattamente ciò che hai scritto tu. ergo, condivido.
    Espiazione guardalo, forse il migliore di Wright. la regia e la colonna sonora sono un preludio ad Anna Karenina come stile, però nel complesso l'ho trovato migliore, sebbene siano entrambi meritevoli.

  3. #3
    Raoul Duke L'avatar di Intrinseco
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    Un bellissimo esercizio di stile ma niente di più. Se ne frega del romanzo e la cosa mi sta benissimo, non sentivo la necessità di un altro adattamento, però è assolutamente inconsistente, dai personaggi alla trama. Poi sospetto che sia stato pesantemente tagliato, infatti mancano molte scene dei trailer. O è così, o hanno troncato di netto parti enormi e importanti del romanzo. Il finale è emblematico, la catarsi di Levin liquidata con una scenetta fugace, catarsi che tra l'altro nel film non ha alcun senso, perché fino a quel momento non ci viene detto quasi nulla sul personaggio e sulle sue paturnie.
    "Io credo nella ragione!"
    "Ma tua moglie l'hai scelta con la ragione ?"
    "No, è vero, ora sono un cristiano rinato. Falciatevelo voi il campo!" [se ne va]
    "E chi cacchio era quello ?"
    Avendo letto il romanzo ho colmato inconsciamente le varie lacune, ma ripensandoci mi rendo conto di quanto sia superficiale e lacunoso in alcuni passaggi. Sarei curioso di sapere come se l'è cavata chi non lo ha letto.

  4. #4
    °°° L'avatar di Matichek
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    Un bellissimo esercizio di stile ma niente di più. Se ne frega del romanzo e la cosa mi sta benissimo, non sentivo la necessità di un altro adattamento, però è assolutamente inconsistente, dai personaggi alla trama. Poi sospetto che sia stato pesantemente tagliato, infatti mancano molte scene dei trailer. O è così, o hanno troncato di netto parti enormi e importanti del romanzo. Il finale è emblematico, la catarsi di Levin liquidata con una scenetta fugace, catarsi che tra l'altro nel film non ha alcun senso, perché fino a quel momento non ci viene detto quasi nulla sul personaggio e sulle sue paturnie.
    "Io credo nella ragione!"
    "Ma tua moglie l'hai scelta con la ragione ?"
    "No, è vero, ora sono un cristiano rinato. Falciatevelo voi il campo!" [se ne va]
    "E chi cacchio era quello ?"
    Avendo letto il romanzo ho colmato inconsciamente le varie lacune, ma ripensandoci mi rendo conto di quanto sia superficiale e lacunoso in alcuni passaggi. Sarei curioso di sapere come se l'è cavata chi non lo ha letto.
    Sì, la cosa peggiore è il modo in cui è stata trattata la vicenda di Levin, messa dentro quasi a forza e sbrigativamente. Infatti mi sono chiesto cosa ne avrei pensato se non avessi letto il romanzo. Però devo dire che la parte su Anna nel complesso invece non mi è dispiaciuta, mi sembra raccontasse bene le tappe del suo degrado fino al climax finale.

  5. #5
    Cogito Ergo Proxy L'avatar di SlidingMotard
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    mah mentre lo guardavo della trama me ne fregavo abbastanza perchè, oltre a non essere minimamente attratto dal genere letterario e dalla trama in sè, ero abbagliato dalla messa in scena.
    a quel poco che mi ha fatto sorgere delle domande, ho risposto "sarà così anche nel romanzo...". non mi ha dato fastidio.

  6. #6
    mikemcc1992
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    Lo andrò a vedere dopo Zero dark thirty che non ho ancora visto. Do la precedenza a questo che mi ispira rispetto a Gangster squad che non sembra imperdibile.

  7. #7
    Raoul Duke L'avatar di Intrinseco
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    Sì, la cosa peggiore è il modo in cui è stata trattata la vicenda di Levin, messa dentro quasi a forza e sbrigativamente. Infatti mi sono chiesto cosa ne avrei pensato se non avessi letto il romanzo. Però devo dire che la parte su Anna nel complesso invece non mi è dispiaciuta, mi sembra raccontasse bene le tappe del suo degrado fino al climax finale.
    Beh ci mancherebbe, è la storia della protagonista, e comunque è un semplice riassunto di quello che succede nel libro.
    Il problema è proprio questo, il film non è una trasposizione fedele del romanzo (e ripeto, poco importa) ma allo stesso tempo non ne offre nemmeno una rilettura moderna o differente, quindi è tutto qui, un riassunto sbrigativo. Poi certo, è una gioia per gli occhi, ma anche quei giochi scenografici e quei virtuosismi registici sono fini a se stessi, non si integrano con la trama e non la arricchiscono. Una volta assimilata l'idea "palcoscenico della vita e delle convenzioni sociali" rimane poco, perché poi la trovata è sempre la stessa ripetuta per due ore, senza niente che la sostenga, insomma si poteva prendere un romanzo qualsiasi o una storia qualsiasi e mettere in atto la stessa scelta stilistica.
    Tu stesso dici che ad un certo punto il film diventa ordinario, eppure io non ho avvertito nessun calo, semplicemente ci si rende conto che manca la sostanza.
    Insomma visivamente splendido, Wright si conferma un regista di talento e un virtuoso del piano sequenza, ma il film lascia un po' il tempo che trova. Speriamo che come regista cominci a crescere anche da un punto di vista narrativo.

  8. #8
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    Beh ci mancherebbe, è la storia della protagonista, e comunque è un semplice riassunto di quello che succede nel libro.
    Il problema è proprio questo, il film non è una trasposizione fedele del romanzo (e ripeto, poco importa) ma allo stesso tempo non ne offre nemmeno una rilettura moderna o differente, quindi è tutto qui, un riassunto sbrigativo. Poi certo, è una gioia per gli occhi, ma anche quei giochi scenografici e quei virtuosismi registici sono fini a se stessi, non si integrano con la trama e non la arricchiscono. Una volta assimilata l'idea "palcoscenico della vita e delle convenzioni sociali" rimane poco, perché poi la trovata è sempre la stessa ripetuta per due ore, senza niente che la sostenga, insomma si poteva prendere un romanzo qualsiasi o una storia qualsiasi e mettere in atto la stessa scelta stilistica.
    Tu stesso dici che ad un certo punto il film diventa ordinario, eppure io non ho avvertito nessun calo, semplicemente ci si rende conto che manca la sostanza.
    Insomma visivamente splendido, Wright si conferma un regista di talento e un virtuoso del piano sequenza, ma il film lascia un po' il tempo che trova. Speriamo che come regista cominci a crescere anche da un punto di vista narrativo.
    come narrazione Espiazione è ben fatto, grazie anche al gioco dei punti di vista.
    di sicuro Wright ormai ha trovato la sua dimensione sia nello stile registico che nel genere (si adatta bene ai film in costume).

  9. #9
    Raoul Duke L'avatar di Intrinseco
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    come narrazione Espiazione è ben fatto, grazie anche al gioco dei punti di vista.
    Stiamo parlando di film abbastanza diversi.
    Espiazione è un normale adattamento, Anna Karenina cerca di andare oltre.
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    di sicuro Wright ormai ha trovato la sua dimensione sia nello stile registico che nel genere (si adatta bene ai film in costume).
    E quindi ?

  10. #10
    °°° L'avatar di Matichek
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    Beh ci mancherebbe, è la storia della protagonista, e comunque è un semplice riassunto di quello che succede nel libro.
    Il problema è proprio questo, il film non è una trasposizione fedele del romanzo (e ripeto, poco importa) ma allo stesso tempo non ne offre nemmeno una rilettura moderna o differente, quindi è tutto qui, un riassunto sbrigativo. Poi certo, è una gioia per gli occhi, ma anche quei giochi scenografici e quei virtuosismi registici sono fini a se stessi, non si integrano con la trama e non la arricchiscono. Una volta assimilata l'idea "palcoscenico della vita e delle convenzioni sociali" rimane poco, perché poi la trovata è sempre la stessa ripetuta per due ore, senza niente che la sostenga, insomma si poteva prendere un romanzo qualsiasi o una storia qualsiasi e mettere in atto la stessa scelta stilistica.
    Tu stesso dici che ad un certo punto il film diventa ordinario, eppure io non ho avvertito nessun calo, semplicemente ci si rende conto che manca la sostanza.
    Insomma visivamente splendido, Wright si conferma un regista di talento e un virtuoso del piano sequenza, ma il film lascia un po' il tempo che trova. Speriamo che come regista cominci a crescere anche da un punto di vista narrativo.
    A me sembra che il calo sia proprio effettivo, nel senso che gli stacchi diventano più ordinari e la regia più statica e convenzionale (forse proprio a causa degli ipotetici tagli). Idem per la narrazione.
    Comunque boh, tante volte con Wright mi sembra che i suoi film siano un pretesto per mettere in atto le sue trovate registiche e le sue ossessioni estetiche. E non dico che questo non continui sulla stessa linea, ma diciamo che il pretesto trovato stavolta è più convincente. In Orgoglio e Pregiudizio, complice anche il romanzo di partenza, alla fine ci si ritrova con un bacio e un pugno di mosche in mano. Hannah ha qualche bella scena d'azione, ma la storia è talmente piatta e banale che fa cascare le braccia, The Soloist è confuso e insipido. Questo se non altro ricrea delle scene emotivamente forti e coinvolgenti, laddove negli altri film tutto è fin troppo freddo e calcolato. Cioè mi sembra che anche narrativamente, pur banalizzando e semplificando, riesca a essere più incisivo.

  11. #11
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    Stiamo parlando di film abbastanza diversi.
    Espiazione è un normale adattamento, Anna Karenina cerca di andare oltre.
    sì ma si parlava del fatto che Wright debba riuscire a narrare bene i suoi film oltre che a renderli belli da vedere e basta. al di là del fatto che è compito dello sceneggiatore (mi pare che Wright non scriva mai i suoi film), in quel caso la narrazione funzionava.

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    E quindi ?
    non ci sono più le mezze stagioni.

  12. #12
    Raoul Duke L'avatar di Intrinseco
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    A me sembra che il calo sia proprio effettivo, nel senso che gli stacchi diventano più ordinari e la regia più statica e convenzionale (forse proprio a causa degli ipotetici tagli). Idem per la narrazione.
    Secondo me neanche tanto, e comunque lo richiede la storia. All'inizio l'atmosfera è festosa, balli e feste sono l'occasione per sbizzarrirsi un po' con la regia. Dopo per forza di cose i toni devono cambiare, la regia deve farsi più statica, comunque le ssoluzioni visive sorprendenti non mancano, mi vengono in mente la scena della carrozza, quella a teatro e l'ultimissima alla stazione.

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    Comunque boh, tante volte con Wright mi sembra che i suoi film siano un pretesto per mettere in atto le sue trovate registiche e le sue ossessioni estetiche. E non dico che questo non continui sulla stessa linea, ma diciamo che il pretesto trovato stavolta è più convincente. In Orgoglio e Pregiudizio, complice anche il romanzo di partenza, alla fine ci si ritrova con un bacio e un pugno di mosche in mano. Hannah ha qualche bella scena d'azione, ma la storia è talmente piatta e banale che fa cascare le braccia, The Soloist è confuso e insipido. Questo se non altro ricrea delle scene emotivamente forti e coinvolgenti, laddove negli altri film tutto è fin troppo freddo e calcolato. Cioè mi sembra che anche narrativamente, pur banalizzando e semplificando, riesca a essere più incisivo.
    Per me invece è mancato proprio un forte coinvolgimento emotivo. Forse perché è tutto talmente esasperato e appariscente che il resto viene in parte sacrificato. Poi per carità, non dico che sia un esperimento freddo e poco ispirato, anzi, diciamo che è un tentativo forse troppo coraggioso e non del tutto riuscito.

  13. #13
    Raoul Duke L'avatar di Intrinseco
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    sì ma si parlava del fatto che Wright debba riuscire a narrare bene i suoi film oltre che a renderli belli da vedere e basta. al di là del fatto che è compito dello sceneggiatore (mi pare che Wright non scriva mai i suoi film), in quel caso la narrazione funzionava.
    No, io parlavo di regia al servizio della narrazione, e a suo modo anche il regista è un narratore.
    Ripeto, Espiazione è una trasposizione fedele, credo, Anna Karenina no, e non ci prova nemmeno ad esserlo. Lì c'era qualcosa di solido a cui poggiarsi, qui invece la trama diventa solo un pretesto e la regia va a briglia sciolta distaccandosene quasi completamente. Espiazione non lo ha scritto lui (quindi perché lo citi ?), e nemmeno Anna Karenina, ma è evidente che in quest'ultimo ha avuto piena libertà, forse troppa.

  14. #14
    La Torre Nera L'avatar di sergio leonhart
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    non so se vederlo, volevo leggere prima il romanzo.


    quanto è differente? posso vederlo tranquillamente senza perdere la voglia di leggere il libro?
    «Tu vuoi sapere della Morte. Gli ho lasciato una parola. Questa parola è DICIANNOVE. Se la dici a lui, la sua mente sarà aperta. Ti dirà che cosa c'è oltre. Ti dirà che cosa ha visto. La parola è DICIANNOVE. Sapere ti farà impazzire. Ma presto o tardi chiederai. Non potrai farne a meno. Buona giornata! Walter o'Dim
    PS. La parola è DICIANNOVE. Cercherai di dimenticare ma presto o tardi ti uscirà dalla bocca come vomito. DICIANNOVE.»

  15. #15
    Cogito Ergo Proxy L'avatar di SlidingMotard
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    No, io parlavo di regia al servizio della narrazione, e a suo modo anche il regista è un narratore.
    Ripeto, Espiazione è una trasposizione fedele, credo, Anna Karenina no, e non ci prova nemmeno ad esserlo. Lì c'era qualcosa di solido a cui poggiarsi, qui invece la trama diventa solo un pretesto e la regia va a briglia sciolta distaccandosene quasi completamente. Espiazione non lo ha scritto lui (quindi perché lo citi ?), e nemmeno Anna Karenina, ma è evidente che in quest'ultimo ha avuto piena libertà, forse troppa.
    lo cito perchè come Anna Karenina lo ha diretto lui ma non lo ha scritto, quindi ipotizzavo che forse sia anche una responsabilità dello sceneggiatore di AK, visto che quello di Espiazione aveva fatto un buon lavoro.
    poi sulla fedeltà non mi esprimo perchè non l'ho letto (e anche per questo non mi infastidiscono eventuali eccessive libertà che si prende), ma mi fido della tua parola.
    probabilmente come dici tu è solo un pretesto per sperimentare una regia esuberante come nella prima ora di film (poi anche secondo me, come dice Matichek, diventa effettivamente più standard, sia per esigenze narrative sia perchè a mio avviso 2 ore in quel modo avrebbero anche annoiato, o perlomeno avrebbero causato giramenti di testa notevoli).
    per il discorso regia/narrazione non capisco bene: cosa hai trovato fuori posto? perchè prima mi sembrava parlassi esclusivamente di dialoghi e personaggi.

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