Dopo un po' che effettivamente ho latitato la sezione, mi è tornata voglia di quesiti filosofici. Dubbi morali. Insomma, seghe mentali.
La domanda che vorrei fare, per pura curiosità, è la natura dell'interpretazione che ognuno degli utenti di questa sezione mette in un gioco di ruolo. Non parlo tanto del "metagioco" fatto da alcuni in Skyrim o Oblivion, parlo di interpretazione psicologica e mentale di un personaggio.
Mi spiego meglio. Immaginiamo di dover creare un personaggio: alcuni giocatori creano unicamente una trasposizione elettronica della propria psiche. Altri si mettono giù a tavolino e pensano "stavolta farò un paladino, un difensore del bene" "stavolta farò un figlio di puttana egoista". E poi ci sono quelli che partono dalla trombata che i genitori hanno fatto per metterlo al mondo, pensano all'infanzia, strutturano amicizie, fastidi, ostilità, e alla fine formano una psicologia, più che probabilmente evolutiva, che cambia col tempo a seconda di quanto succede in gioco. In pratica, non creano un personaggio, ma un essere vivente e senziente a tutti gli effetti.
Le sfumature cambiano anche nel momento in cui si devono applicare le scelte del personaggio creato. C'è chi tiene le distanze, e riflette freddamente in modo "il mio personaggio è una persona onorevole, quindi sceglierebbe questo". Chi pensa in prima persona, e magari fa "tu hai idee contrarie a ciò che penso, devi morire". E, di nuovo, ci sono quelli che vanno direttamente sulla strada dell'immedesimazione emotiva e mentale, e pensano, e provano, esattamente come il loro personaggio, arrivando a sentire angoscia per i patemi sentimentali del personaggio usato, provare odio e rabbia, o anche piangere, a seconda delle situazioni che si provano. Che arrivi ad attaccare un png non previsto dal gioco non tanto per "rompere" il gioco, quanto perchè ti girano i coglioni e vuoi far fuori quel maledetto bastardo per ciò che ha detto o fatto.
Voi come la pensate? c'è un modo "giusto" di giocare? o la troppa immedesimazione è da evitare?
C'è anche da considerare che le due sfumature più estreme sono anche due differenti scuole di recitazione. C'è chi dice "diventa il tuo personaggio" e chi, all'opposto, sostiene "il tuo personaggio è una tua costruzione artificiale".
Bon, a vobis :P