HFX
Io ho paura che in un certo qualsenso creino dipendenza invece, in dosi da valutare contestualmente, certo, ma credo proprio che la creino.
La cosa che più mi spaventa a volte è proprio il "facile" ( passiamolo così vah ) ricorso al farmaco che crea un circuito di dipendenza già nel momento in cui viene presentato come strumento atto quantomeno a "placare" determinati sintomi. Nel momento in cui ci si convince di questa cosa, complice anche l'evidente cessazione di determinate sintomatologie, si è già instaurata una sorta di dipendenza.
Il discorso è comunque lungo e articolato,e io di certo non ho le competenze per affrontarlo in modo obiettivo. Posso solo riferire che, per quanto concerne la mia esperienza, quando mi venne paventato dallo psichiatra la "possibilità" di ricadute in seguito a cessazione o riduzioni poco caute dei farmaci ( prendevo xanax 0,25 e sereupin in dosi molto blande ) anche più gravi, il mio primo pensiero fu : " ma perchè mi dice queste cose? Mi prende per stupido? Come posso avere ricadute se capisco la natura della mia ansia?". Mi riesce difficile spiegarlo, ma trovavo assurda anche quella ipotesi. Come se le crisi di ansia/panico fossero come il raffreddore : prendi la medicina e ti passa. Se ti ricapita, allora prendi di nuovo le medicine e via di nuovo. I farmaci per l'ansia o il panico ti "sedano", annichiliscono i sintomi, ma poi? Il mio psichiatra almeno non fu tanto onesto da dirmi :"guarda, accanto a ciò dovresti cominciare un percorso di psicoterapia per valutare le cause che ci sono alla base e superarle perchè con questi farmaci placherai solo gli effetti delle crisi, ma non risolverai il problema.".
Forse sarò sciocco io, ma quello che davvero non capisco è : " se uno comprende le cause della sua ansia/panico, è già a metà dell'opera. Anche interrompendo i farmaci, fermo restando che lo si faccia in maniera controllata e graduale, come è possibile che si riverifichino determinati sintomi?". Io credo che, al di là di tutto, quando si hanno ricadute, al di là dei farmaci, sia colpa del fatto che non si è arrivati a comprendere la natura della propria ansia, ad accettarla, a conviverci. Spesso si vive la cosa come : "E' un periodo di merda, sono depresso, ho attacchi di panico, così non va, devo uscirne al più presto.".Come se in quei momenti smettessimo di essere noi stessi, per essere dei noi stessi peggiori. Penso che quelli sono i momenti in cui qualcuno dentro di noi comincia a farci notare che per troppo tempo abbiamo nascosto a noi stessi delle cose ingannandoci sulla vita che vivevamo; che è il momento di accettare che qualcosa stia cambiando. Più ci si lotta contro, più non si arriva da nessuna parte. Ovviamente questo è un mio pensiero eh! ;p