Ansia e droghe da farmacia, ecco come va quando smetti - Pag 5
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Discussione: Ansia e droghe da farmacia, ecco come va quando smetti

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  1. #61
    Utente
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    10-09
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    599
    Ma scusa,chi ti segue è un imbecille.
    Già,per sentito dire,ma vedo che altri confermano,sono farmaci che andrebbero utilizzati per poco tempo,se poi li sospendi di botto..mah.
    Come sempre,alla fine,non c'è scampo:se non risolvi il problema alla base,farmaci o non farmaci,non concludi nulla.

    Aggiungo che a me,soffrendo di colon irritabile,è stato prescritto lo xanax,alla sera,1 capsula..e devo dire che non mi è cambiato proprio una sega.
    So che suona male,ma mi piacerebbe sapere che diavolo di sensazione dà essere sotto antidepressivi pesanti.

  2. #62
    Bannato
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    Faccio uso di benzo ogni tanto, quando non riesco a dormire oppure quando sono estremamente teso. Non credo che ci possa essere qualcuno, dotato di un minimo di cervello, che possa diventare dipendente da questi farmaci. Sono pure pericolosi se ci si mette alla guida, quindi bisogna proprio essere degli irresponsabili. Più che altro trovo ambiguo il fatto che le benzodiazepine le prescrivono per ogni cazzata, mentre per avere uno stimolante... apriti cielo. Qualcosa come il Ritalin, che può può tornare utile se bisogna portare a termine un lavoro in nottata e ci si sente stanchi.

  3. #63
    dormiente L'avatar di bertuccia2004
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    05-04
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    Citazione squall92 Visualizza Messaggio
    ma perchè prendete tutte ste medicine...cosa vi provoca l'ansia?.

    Mi dispiace un sacco ma non riesco a capire il nesso tra lo stare male per il dover fare qualcosa (e poi, la conseguente ansia) e il prendere delle medicine, vorrei capire proprio ciò che vi provoca.
    prendi un gran mazzuolo e ti fracassi un osso a piacere, poi vedi se dover prendere qualche medicina oppure no.
    l'ansia e il panico non sono un malessere, una tristezza temporanea o fugace che prende per un qualcosa di futile e immotivato, per le quali puoi decidere o meno se curarti.
    sono spaventose manifestazioni psichiche altamente invalidanti, che purtroppo non si riescono a controllare (quando sono forti e recidivanti) solo con la forza di volontà.

  4. #64
    Fixx1983
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    La cosa incredibile é che per coprire gli effetti di rimbalzo da astinenza usano BEN 3 medicinali: En, Talofen e Seroquel

    Inviato dal mio LT26i con Tapatalk 2

  5. #65
    Utente L'avatar di HFX
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    C'è una frase bellissima di Carl Jung che a mio avviso inquadra perfettamente non tanto le cause in se delle crisi di ansia/panico, che possono benissimo essere dipese da questi, come da altri fattori, ma ciò che le alimenta, e le sostiene ; qualcosa che spesso e volentieri non si genera con le crisi stesse, ma ha radici molto più profonde :
    "Circa un terzo dei miei pazienti sono affetti da nevrosi clinicamente non definibili, ma causate dalla loro vita vuota e senza senso.In altre parole passano al galoppo, senza fare attenzione alla vita che sfila davanti.Si precipitano da un medico col la loro piccola, inutile esistenza senza senso. Hannoperduto il battello e sostano sulla banchina, rimproverando tutti fuorchè loro stessi e pretendendo che il mondo si inchini ai loro desidederi."
    La cosa peggiore delle crisi di ansia/panico, allorquando diventano più invalidanti, è che autoalimentano un circolo vizioso in cui, chi soffre, tende a porre l'attenzione solo ed esclusivamente su se stesso. Che ciò nasca da un bisogno di attenzione e importanza lascia il tempo che trova se non si capisce che più si rimane focalizzati su se stessi, più non si fa altro che dare attenzione ed autoalimentare "la malattia". Per quel pò che ho potuto provare su me stesso, queste patologie non si sconfiggono "combattendole". Non è un ricorso alla volontà nè uno sforzo di alcun tipo che porta giovamento perchè ogni tentativo di contrastarle finisce per darvi importanza e peggiorare solo le cose.

  6. #66
    Bannato
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    Citazione HFX Visualizza Messaggio
    C'è una frase bellissima di Carl Jung che a mio avviso inquadra perfettamente non tanto le cause in se delle crisi di ansia/panico, che possono benissimo essere dipese da questi, come da altri fattori, ma ciò che le alimenta, e le sostiene ; qualcosa che spesso e volentieri non si genera con le crisi stesse, ma ha radici molto più profonde :
    "Circa un terzo dei miei pazienti sono affetti da nevrosi clinicamente non definibili, ma causate dalla loro vita vuota e senza senso.In altre parole passano al galoppo, senza fare attenzione alla vita che sfila davanti.Si precipitano da un medico col la loro piccola, inutile esistenza senza senso. Hannoperduto il battello e sostano sulla banchina, rimproverando tutti fuorchè loro stessi e pretendendo che il mondo si inchini ai loro desidederi."
    Aveva un bella faccia tosta Jung nel criticare l'altrui esistenza, considerando la sua recidività nel commettere adulterio. Non fu esattamente un esempio di professionalità.

  7. #67
    Utente L'avatar di HFX
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    Citazione Einzelganger Visualizza Messaggio
    Aveva un bella faccia tosta Jung nel criticare l'altrui esistenza, considerando la sua recidività nel commettere adulterio. Non fu esattamente un esempio di professionalità.
    Neanche se conoscessi la sua vita personale lo giudicherei, ancor meno sul lato professionale. Ma delle cose interessanti vengono dette a volte anche da chi meno lo si aspetta. In definitiva credo abbia ragione su una cosa : chi soffre di crisi di ansia/panico, in maniera probabilmente non molto sana, fa ruotare tutto intorno al suo modo, e si rende protagonista e vittima di una tragedia che auto alimenta chissà, forse perchè alla base ci sono bisogni da soddisfare.
    In ogni caso il risvolto peggiore che si possa dare alle crisi di panico/ansia è focalizzarsi troppo su se stessi. Probabilmente Jung voleva semplicemente dire che è la chiusura al mondo quella che contribuisce a creare o fomentare nevrosi.E' l'essere focalizzati su se stessi a destabilizzare maggiormente il tutto.
    Ricordo una risposta bellissima che mi venne data dallo psicoterapeuta presso cui feci dei consulti quando ebbi le prime crisi. Lì si era creato un loop che si autoalimentava : ero in ansia per la paura di star male di nuovo, e questo mi stava alienando dal mondo facendomi rintanare nella protezione familiare.Mi chiese : "Allora, di cosa hai paura?". Ed io :"Beh, che se dovessi di nuovo star male, sarei solo ( al tempo vivevo da solo ) e non ci sarebbe nessuno ad aiutarmi.".E lui :"perchè se stessi male ora chi ti aiuterebbe?".E io :" beh c'è la mia famiglia!". Lui mi fissò un attimo, poi aggiunse :"caro ragazzo, siamo 6 miliardi di persone su questa terra, pensi che se tu dovessi star male, nessuno ti soccorrerebbe?!?". A quella risposta tacqui. Avrei avuto delle obiezioni ma me le tenni per me perchè in fondo erano solo castelli costruiti ad hoc per giustificarmi. Aveva ragione. Ma ero talmente focalizzato su me stesso, sul modo di gestire l'ansia e il panico, sul modo di riprendermi, su quello che potesse pensare la gente, su quale sarebbe stato il mio futuro a fronte di quello che stava succedendo, che avevo perso di vista completamente "gli altri e il mondo".Mi rendo conto solo ora, dopo quasi un anno, che è staccandomi da me stesso che mi sento tranquillo come nessun farmaco potrebbe mai farmi stare.

  8. #68
    Shonan Street Performer L'avatar di YayaHime
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    Citazione HFX Visualizza Messaggio
    Neanche se conoscessi la sua vita personale lo giudicherei, ancor meno sul lato professionale. Ma delle cose interessanti vengono dette a volte anche da chi meno lo si aspetta. In definitiva credo abbia ragione su una cosa : chi soffre di crisi di ansia/panico, in maniera probabilmente non molto sana, fa ruotare tutto intorno al suo modo, e si rende protagonista e vittima di una tragedia che auto alimenta chissà, forse perchè alla base ci sono bisogni da soddisfare.
    In ogni caso il risvolto peggiore che si possa dare alle crisi di panico/ansia è focalizzarsi troppo su se stessi. Probabilmente Jung voleva semplicemente dire che è la chiusura al mondo quella che contribuisce a creare o fomentare nevrosi.E' l'essere focalizzati su se stessi a destabilizzare maggiormente il tutto.
    Ricordo una risposta bellissima che mi venne data dallo psicoterapeuta presso cui feci dei consulti quando ebbi le prime crisi. Lì si era creato un loop che si autoalimentava : ero in ansia per la paura di star male di nuovo, e questo mi stava alienando dal mondo facendomi rintanare nella protezione familiare.Mi chiese : "Allora, di cosa hai paura?". Ed io :"Beh, che se dovessi di nuovo star male, sarei solo ( al tempo vivevo da solo ) e non ci sarebbe nessuno ad aiutarmi.".E lui :"perchè se stessi male ora chi ti aiuterebbe?".E io :" beh c'è la mia famiglia!". Lui mi fissò un attimo, poi aggiunse :"caro ragazzo, siamo 6 miliardi di persone su questa terra, pensi che se tu dovessi star male, nessuno ti soccorrerebbe?!?". A quella risposta tacqui. Avrei avuto delle obiezioni ma me le tenni per me perchè in fondo erano solo castelli costruiti ad hoc per giustificarmi. Aveva ragione. Ma ero talmente focalizzato su me stesso, sul modo di gestire l'ansia e il panico, sul modo di riprendermi, su quello che potesse pensare la gente, su quale sarebbe stato il mio futuro a fronte di quello che stava succedendo, che avevo perso di vista completamente "gli altri e il mondo".Mi rendo conto solo ora, dopo quasi un anno, che è staccandomi da me stesso che mi sento tranquillo come nessun farmaco potrebbe mai farmi stare.
    purtroppo, per come sta ora l'op, non basta spostare il pensiero da se stessi agli altri per stare meglio. magari fosse così semplice.

  9. #69
    Pizza Style L'avatar di Vivisector
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    perchè non toglierla di mezzo certa roba :\

  10. #70
    Utente L'avatar di HFX
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    Citazione YayaHime Visualizza Messaggio
    purtroppo, per come sta ora l'op, non basta spostare il pensiero da se stessi agli altri per stare meglio. magari fosse così semplice.
    Per fortuna (mia) non posso capire cosa passa l'op, ma non è affatto semplice "spostare il pensiero da se stessi" perchè non si tratta di un semplice atto di "volontà" purtroppo...

  11. #71
    Utente L'avatar di Intimidator[ITA]
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    Chiaramente hai sbagliato a smettere di colpo con i farmaci.
    Io ho avuto problemi di ansia, panico e depressione per la prima volta circa 4 anni fa. Presi due farmaci per circa un anno e mezzo a dosaggi bassi. Quando ho smesso di prenderli (gradualmente e sotto indicazione dello psichiatra) non ho avuto alcun problema causato da dipendenza. Il problema si è però ripresentato un anno circa dopo aver smesso di prendere i farmaci. C'è stata una ricaduta più forte. Mi sono rivolto a uno psichiatra in privato, il quale mi ha detto che mi sono stati prescritti farmaci errati per la mia tipologia di problema e in più i dosaggi associati a un periodo troppo breve di assunzione hanno fatto il resto.
    Adesso assumo xanax tre volte al giorno più paroxetina come antidepressivo da circa un anno e mezzo e proseguirò per almeno un altro anno con questi dosaggi, poi si vedrà. Nel frattempo faccio anche psicoterapia. Parlando con gli specialisti mi dicono che non vi è rischio di dipendenza (io assumerò questi farmaci per circa tre anni consecutivi quotidianamente).
    Se vuoi alcuni consigli. Fatti seguire da gente in gamba, rigorosamente in privato. Lascia perdere il pubblico. Non andare su internet a cercare rimedi, fai anche psicoterapia, non pensare che i farmaci creino dipendenza perchè se ti stacchi gradualmente non hai problemi

  12. #72
    Utente L'avatar di HFX
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    Citazione Intimidator[ITA] Visualizza Messaggio
    Chiaramente hai sbagliato a smettere di colpo con i farmaci.
    Io ho avuto problemi di ansia, panico e depressione per la prima volta circa 4 anni fa. Presi due farmaci per circa un anno e mezzo a dosaggi bassi. Quando ho smesso di prenderli (gradualmente e sotto indicazione dello psichiatra) non ho avuto alcun problema causato da dipendenza. Il problema si è però ripresentato un anno circa dopo aver smesso di prendere i farmaci. C'è stata una ricaduta più forte. Mi sono rivolto a uno psichiatra in privato, il quale mi ha detto che mi sono stati prescritti farmaci errati per la mia tipologia di problema e in più i dosaggi associati a un periodo troppo breve di assunzione hanno fatto il resto.
    Adesso assumo xanax tre volte al giorno più paroxetina come antidepressivo da circa un anno e mezzo e proseguirò per almeno un altro anno con questi dosaggi, poi si vedrà. Nel frattempo faccio anche psicoterapia. Parlando con gli specialisti mi dicono che non vi è rischio di dipendenza (io assumerò questi farmaci per circa tre anni consecutivi quotidianamente).
    Se vuoi alcuni consigli. Fatti seguire da gente in gamba, rigorosamente in privato. Lascia perdere il pubblico. Non andare su internet a cercare rimedi, fai anche psicoterapia, non pensare che i farmaci creino dipendenza perchè se ti stacchi gradualmente non hai problemi
    Io ho paura che in un certo qualsenso creino dipendenza invece, in dosi da valutare contestualmente, certo, ma credo proprio che la creino.
    La cosa che più mi spaventa a volte è proprio il "facile" ( passiamolo così vah ) ricorso al farmaco che crea un circuito di dipendenza già nel momento in cui viene presentato come strumento atto quantomeno a "placare" determinati sintomi. Nel momento in cui ci si convince di questa cosa, complice anche l'evidente cessazione di determinate sintomatologie, si è già instaurata una sorta di dipendenza.
    Il discorso è comunque lungo e articolato,e io di certo non ho le competenze per affrontarlo in modo obiettivo. Posso solo riferire che, per quanto concerne la mia esperienza, quando mi venne paventato dallo psichiatra la "possibilità" di ricadute in seguito a cessazione o riduzioni poco caute dei farmaci ( prendevo xanax 0,25 e sereupin in dosi molto blande ) anche più gravi, il mio primo pensiero fu : " ma perchè mi dice queste cose? Mi prende per stupido? Come posso avere ricadute se capisco la natura della mia ansia?". Mi riesce difficile spiegarlo, ma trovavo assurda anche quella ipotesi. Come se le crisi di ansia/panico fossero come il raffreddore : prendi la medicina e ti passa. Se ti ricapita, allora prendi di nuovo le medicine e via di nuovo. I farmaci per l'ansia o il panico ti "sedano", annichiliscono i sintomi, ma poi? Il mio psichiatra almeno non fu tanto onesto da dirmi :"guarda, accanto a ciò dovresti cominciare un percorso di psicoterapia per valutare le cause che ci sono alla base e superarle perchè con questi farmaci placherai solo gli effetti delle crisi, ma non risolverai il problema.".
    Forse sarò sciocco io, ma quello che davvero non capisco è : " se uno comprende le cause della sua ansia/panico, è già a metà dell'opera. Anche interrompendo i farmaci, fermo restando che lo si faccia in maniera controllata e graduale, come è possibile che si riverifichino determinati sintomi?". Io credo che, al di là di tutto, quando si hanno ricadute, al di là dei farmaci, sia colpa del fatto che non si è arrivati a comprendere la natura della propria ansia, ad accettarla, a conviverci. Spesso si vive la cosa come : "E' un periodo di merda, sono depresso, ho attacchi di panico, così non va, devo uscirne al più presto.".Come se in quei momenti smettessimo di essere noi stessi, per essere dei noi stessi peggiori. Penso che quelli sono i momenti in cui qualcuno dentro di noi comincia a farci notare che per troppo tempo abbiamo nascosto a noi stessi delle cose ingannandoci sulla vita che vivevamo; che è il momento di accettare che qualcosa stia cambiando. Più ci si lotta contro, più non si arriva da nessuna parte. Ovviamente questo è un mio pensiero eh! ;p

  13. #73
    Utente L'avatar di Intimidator[ITA]
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    Citazione HFX Visualizza Messaggio
    Io ho paura che in un certo qualsenso creino dipendenza invece, in dosi da valutare contestualmente, certo, ma credo proprio che la creino.
    La cosa che più mi spaventa a volte è proprio il "facile" ( passiamolo così vah ) ricorso al farmaco che crea un circuito di dipendenza già nel momento in cui viene presentato come strumento atto quantomeno a "placare" determinati sintomi. Nel momento in cui ci si convince di questa cosa, complice anche l'evidente cessazione di determinate sintomatologie, si è già instaurata una sorta di dipendenza.
    Il discorso è comunque lungo e articolato,e io di certo non ho le competenze per affrontarlo in modo obiettivo. Posso solo riferire che, per quanto concerne la mia esperienza, quando mi venne paventato dallo psichiatra la "possibilità" di ricadute in seguito a cessazione o riduzioni poco caute dei farmaci ( prendevo xanax 0,25 e sereupin in dosi molto blande ) anche più gravi, il mio primo pensiero fu : " ma perchè mi dice queste cose? Mi prende per stupido? Come posso avere ricadute se capisco la natura della mia ansia?". Mi riesce difficile spiegarlo, ma trovavo assurda anche quella ipotesi. Come se le crisi di ansia/panico fossero come il raffreddore : prendi la medicina e ti passa. Se ti ricapita, allora prendi di nuovo le medicine e via di nuovo. I farmaci per l'ansia o il panico ti "sedano", annichiliscono i sintomi, ma poi? Il mio psichiatra almeno non fu tanto onesto da dirmi :"guarda, accanto a ciò dovresti cominciare un percorso di psicoterapia per valutare le cause che ci sono alla base e superarle perchè con questi farmaci placherai solo gli effetti delle crisi, ma non risolverai il problema.".
    Forse sarò sciocco io, ma quello che davvero non capisco è : " se uno comprende le cause della sua ansia/panico, è già a metà dell'opera. Anche interrompendo i farmaci, fermo restando che lo si faccia in maniera controllata e graduale, come è possibile che si riverifichino determinati sintomi?". Io credo che, al di là di tutto, quando si hanno ricadute, al di là dei farmaci, sia colpa del fatto che non si è arrivati a comprendere la natura della propria ansia, ad accettarla, a conviverci. Spesso si vive la cosa come : "E' un periodo di merda, sono depresso, ho attacchi di panico, così non va, devo uscirne al più presto.".Come se in quei momenti smettessimo di essere noi stessi, per essere dei noi stessi peggiori. Penso che quelli sono i momenti in cui qualcuno dentro di noi comincia a farci notare che per troppo tempo abbiamo nascosto a noi stessi delle cose ingannandoci sulla vita che vivevamo; che è il momento di accettare che qualcosa stia cambiando. Più ci si lotta contro, più non si arriva da nessuna parte. Ovviamente questo è un mio pensiero eh! ;p
    Io parlando con specialisti ho avuto più volte la conferma che non creano dipendenza. Poi parlo dei farmaci che assumo io. La stessa cosa me l'ha detta anche la mia psicologa, che riguardo ai farmaci non ha interessi nel raccontarmi falsità. Io stesso ho avuto modo di verificare che dipendenza non ne creano, perlomeno a livello fisico. Certo a livello psicologico se uno si fissa che sta bene grazie ai farmaci allora è piu difficile staccarsi. Ma quello è un altro discorso. I farmaci servono da supporto, ti aiutano a stabilizzarti, cosìcchè una volta che ti senti meglio riesci a lavorare su te stesso. I farmaci da soli non risolvono i problemi. Nel mio caso c'è stata una ricaduta in quanto si sono capite le cause dei miei disturbi, ma non si è lavorato in modo efficace per contrastare queste cause. Ci sono state una serie di situazioni personali che non hanno girato nel modo giusto.
    Se si capiscono le cause della propria ansia si è già a buon punto, ma non si è ancora risolto nulla. Bisogna cercare in qualche modo di accettarle e conviverci facendo si che non creino più ansia, oppure si cerca di agire in modo diverso per cambiare le cose. Noi non possiamo cambiare il mondo e il nostro carattere, ma possiamo cambiare il modo di assimilare e di vedere certe cose. E' come guardare il mondo in maniera diversa da come lo si è sempre guardato

  14. #74
    Qli
    Ospite
    cos'è l'EN?

  15. #75
    Utente L'avatar di RuthHudson
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    01-21
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    6
    Ha senso, le persone pensano che solo loro hanno problemi e solo loro stanno vivendo un peso, introducendosi così in un circolo di ansia

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