Lo spunto è palese sin dal titolo: Cosa fa vivere gli uomini è un racconto scritto da Tolstoj intorno agli anni '70 del '800 (il più venduto in quel periodo in Russia, addirittura più dei famosi Anna Karenina e Guerra e pace). In questo racconto, rivolto soprattutto ai ceti popolare urbani e delle campagne, Tolstoj afferma che la cosa che fa vivere gli uomini è l'amore.
trama in breve: un calzolaio di nome Semen, mentre sta tornando verso casa dopo aver cercato qualcuno che gli prestasse dei soldi per comprare un cappotto, trova dentro una chiesa Michajla, un uomo privo di vestiti che palesa solo il suo nome e poco altro. Semen porta il povero uomo in casa sua e lo fa diventare il suo apprendista, nonostante le proteste iniziali della moglie. Accadono poi tre eventi nel corso degli anni, dopo i quali scopriremo che Michajala non è altro che un angelo di Dio, caduto come Uomo in terra perché Dio gli mostrasse, nell'ordine: cosa c'è negli uomini, quel che agli uomini non è dato, e cosa fa vivere gli uomini.
questa è la parte finale dal racconto
Senza tenere troppo conto degli istinti da prete mancato quale è Tolstoj, la cosa che mi è piaciuta molto di questo racconto è che l'amore regna sovrano (spacca). in questo caso Dio è amore, e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. Quindi sì, Dio in ogni dove. Emerge però come valore parallelo quello della fratellanza fra gli uomini, che se non si amano e sostengono tra loro non possono conoscere l'amore (e per estensione neanche Dio).E si denudò il corpo dell'angelo, ed egli tutto di luce si rivestì, così che l'occhio non poteva più guardarlo; e prese a parlare più forte, come se la sua voce non venisse da lui, ma dal cielo. E disse l'angelo:
«Ho conosciuto che ogni uomo è vivo non per la cura che egli può aver di sé, ma perché è l'amore che lo fa vivere.
Non era dato alla madre di sapere che cosa occorresse alle sue figlie, per poter vivere. Non era dato al ricco di sapere di cosa avesse bisogno. E non è dato a nessun uomo di sapere se prima di sera gli occorreranno degli stivali fatti per un vivo o delle ciabatte da morto.
Ero rimasto vivo, quando ero uomo, non perché avessi pensato a me stesso, ma perché vi era amore nell'uomo che m'era passato accanto e nella moglie di lui, e perché loro ebbero compassione di me e mi vollero bene. Erano rimaste vive le orfane non perché qualcuno avesse pensato a loro, ma perché vi era amore
nel cuore di una donna a loro estranea e lei ebbe compassione, c volle bene a loro. E sono vivi tutti gli uomini non perché sappiano pensare a se stessi, ma perché vi è amore negli uomini.
Io prima sapevo che Dio ha dato la vita agli uomini e vuole che vivano; adesso ho capito anche un' al tra cosa. Ho capito che Dio non ha voluto che gli uomini vivessero Ciascuno per conto proprio, e perciò non ha insegnato loro a capire ciò di cui ognuno ha bisogno, ma ha voluto che vivano tutti insieme, in concordia, e perciò ha rivelato loro di cosa abbiano bisogno tutti quanti, loro stessi come anche tutti gli altri.
Ho capito adesso che agli uomini sembra di poter vivere per tutte le cure che han di sé, ma in realtà sono vivi soltanto perché è l'amore che li fa vivere. Chi è nell'amore, è in Dio e Dio è in lui, perché Dio è amore».
E prese a cantare l'angelo in lode a Dio, e al suono della sua voce tutta l'isba tremò. E si aprì il soffitto, si levò una colonna di fuoco dalla terra tino al cielo. E Semën e sua moglie e i figli caddero a terra. E all'angelo spuntarono le ali dietro la schiena, ed egli salì al cielo.
E quando Semën si ridestò, l'isba era come prima, e nell'isba non vi era già più nessuno, eccetto i suoi famigliari.
Mi sembra un valore molto bello, quello della fratellanza. Individuare soprattutto in questo secondo aspetto uno dei motori dell'esistenza umana secondo me non può che essere un fatto positivo, da qualunque punto di vista lo si guardi (ateo, cristiano, indù, shiva). Non credo però che questo motore sia stato sempre "acceso", nel senso che ce lo siamo un po' persi per strada. Riscoprirlo sarebbe solo che salutare, soprattutto in tempi come questi, dove la retorica valoriale dell'individualismo è molto forte e preponderante.
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quel che volevo chiedere a voi è : qual è la cosa che secondo il vostro parere fa vivere gli uomini? Cos'è che fa vivere voi? Cosa vorreste che muovesse l'animo umano?Avete cambiato la vostra percezione delle cose da quando eravate adolescenti rispetto a queste domande o siete rimasti della stessa posizione? E' un topic un po' così, quasi un sondaggio.