Si è spento nella clinica torinese dove era ricoverato da una decina di giorni Vittorio Chiusano, avvocato, presidente della Juventus dal 1990.
Avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 5 agosto.
Chiusano (di famiglia nobile, ma non ne ha mai fatto vezzo in alcun modo) era nato a Torino il 5 agosto 1928 e alla sua città è rimasto fedele per l'intera vita. A Torino si è laureato, in giurisprudenza, nel 1952, a pieni voti e con una tesi sulla "Libertà di stampa e responsabilità penale del direttore di giornale".
Iscritto all'albo degli avvocati di Torino nel 1954, poco dopo è entrato a lavorare nello studio Barosio, uno dei principali della città nonchè lo studio di riferimento del quotidiano "La Stampa". Un legame, questo, ereditato da Chiusano, che ha continuato l' operato di Barosio quando questi è mancato nel 1960.
Da allora Chiusano ha seguito, come penalista, alcune tra le cause e le vicende più importanti del paese, compresa la prima Tangentopoli degli anni Ottanta (difese l'amministratore delegato della Cogefar Impresit, Enzo Papi), lo scandalo petroli emerso a Torino nell' '81 nel quale difese l' ex comandante generale della Finanza Raffaele Giudice, i bilanci Fiat per i quali difese l' allora numero uno Cesare Romiti. Fu in prima linea anche nel periodo del terrorismo, difendendo, tra gli altri, Marco Donat-Cattin e poi nella Tangentopoli torinese degli anni Ottanta quando difese l' allora ex sindaco socialista di Torino Enzo Biffi Gentili. Nel marzo '84 condusse anche personalmente le delicate trattative per la liberazione della piccola Federica Isoardi, sequestrata a Cuneo.
Il suo studio e' andato ingrandendosi negli anni fino ad ospitare, oltre ai 5 avvocati associati, altri dieci legali.
Ultimamente aveva aperto due studi a Milano e a Roma dove svolge la professione d'avvocato Anna Chiusano, una dei suoi tre figli.
Vittorio Chiusano, amico e frequentatore abituale della famiglia Agnelli anche per il suo amore, fin dagli anni della gioventù, per la Juventus, ha ricoperto negli anni, numerose cariche sia nella squadra bianconera sia nell'attività forense.
Sempre nella sua Torino è stato due volte presidente della Camera Penale, dal '90 al '92 e dal 2000 al 2002, ma è anche stato presidente dell' Unione Camere Penali d' Italia dal '92 al '94, ovvero in un periodo "caldo", quando morirono i giudici Falcone e Borsellino e si cominciò a discutere intorno al "nuovo processo".
Da sempre interessato al mondo sportivo e non solo del calcio, era anche stato ai vertici del Col, il Comitato Olimpico del 1990. Da sempre molto vicino al quotidiano torinese "La Stampa" ne era anche stato per lungo tempo vicepresidente, dal 1985 al 1999. Il suo era un volto infatti molto noto a tutti i giornalisti torinesi e non solo della Stampa. Era sempre pronto alla battuta e non lesinava mai un aiuto ai cronisti quando questo gli era possibile.
Il suo hobby preferito era il lavoro. Per mesi interi non si allontanava dal suo ufficio di via Bligny, nel centro storico torinese, neppure per un giorno o una sola domenica, anche se aveva la passione per la barca, un motoscaco ormeggiato in un porto italiano dove si recava tutte le volte che poteva.