Roba così non capita tutti i giorni.
La mattinata a scuola già non è stata delle migliori.
Colto di sorpresa da una "mini" interrogazione di storia dell'arte, mi viene rifilata una domanda piuttosto particolare.
Prof: "E qui cosa affresca Michelangelo?"
Io, un po' spiazzato, non ricordando nessun affresco che rispondesse ai requisiti: "Ehm... non lo so..."
Prof: "Male! Michelangelo in questo caso non affresca proprio niente "
Io: "

Ah."
Beh, insomma capita. Me la sono cavata con un "quasi sufficiente".
Mattinata nella norma, per il resto. Torno a casa confidando in una giornata di relax.
Mi sbagliavo.
Avevo ricevuto da un amico un invito, per andare a casa sua, ma avevo rifiutato perchè il giorno dopo avrei avuto una verifica. Beh, la verifica era stata annullata, quindi potevo benissimo uscire.
Faccio per contattare l'amico... scoprendo che il "male" che sentiva da giorni... era una gastrite.
Vabbè, non è giornata.
Ma per lui fa niente, l'invito è sempre valido.
"Ok allora, quando torna mio padre parto per venire da te"
Mio padre torna. Purtroppo.
Deve sistemare un problemino in bagno, e già dopo poco inizia a perdere la pazienza.
E con "perdere la pazienza", intendo che il pomeriggio è stato condito da quattro, cinque ore di bestemmie ininterrotte.
Vedendolo così indaffarato e incazzato temo a chiedere qualsiasi permesso di uscire.
"No senti, oggi mi sa che non è proprio giornata... mi spiace ma [ecc]"
Pazienza, starò a casa.
Mio padre decide di uscire per comprare degli attrezzi e finire il lavoro.
Già che sono da solo, perchè non farsi una partitina online? (avete pensato altro, eh? Maliziosi)
Contatto un amico che gentilmente si rende disponibile. Non avrebbe mai dovuto farlo.
Dopo 25 minuti ancora dobbiamo iniziare. Prima cade uno, poi l'altro, poi manca la connessione, poi altri problemi tecnici. Un casino.
Finalmente iniziamo una partita che sarebbe dovuta durare circa 25 minuti. Allo scattare dei primi 5, e chiaramente in una fase piuttosto concitata, mi squilla il telefono.
"Ma porca..."
Rispondo. E' mio padre. Siccome non fa a tempo, devo andare io a ritirare degli stivali in calzoleria. Quando? Adesso.
Tirando giù tutti i santi del mese, spiego all'amico dell'imprevisto. Tra una cosa e l'altra stacco, chiaramente senza aver combinato nulla (era da settimane che aspettavo di sistemare questa cosa).
Mentre mi preparo per uscire, mio padre entra a casa.
Nemmeno 2 minuti e riparte il coro. Intuisco subito la gravità della situazione: il bidè ha perso acqua. Il bagno è allagato.
"Sì, ma tutte oggi, porca puttana".
Dopo aver estrapolato qualche informazione, almeno sull'ubicazione della calzoleria, e dopo aver ricevuto immotivati insulti in gran quantità, esco di casa.
Un freddo assurdo chiaramente.
15 minuti per riuscire a far partire quella maledetta moto.
Finalmente parte, e mi faccio il mio bel quarto d'ora di strada. Con 'sto freddo, sì.
Arrivo, parcheggio, scendo dalla moto (e no, vi levo subito il dubbio: non me l'hanno rubata. Cioè, almeno questo, cazzo) e raggiungo la calzoleria.
"Avevamo lasciato qua degli stivali, sono mica pronti?" E dò il cognome.
Cinque minuti di ricerche.
"Sicuro il nome sia giusto?"
"Sì..."
"Ma che lavoro ci hai fatto fare?"
"Un tacco, credo... aspetti, chiamo mia madre così le so dire".
La chiamo sul numero dell'ufficio. L'ufficio ha diversi telefoni, uno per dipendente, e quindi ogni impiegato ha un numero "privato".
Appena risponde parto subito a chiedere degli stivali.
"Scusi, ma chi cerca lei?"
"Eh? ._. ma chi è?"
"Guardi che ha sbagliato numero"
Il numero memorizzato sul mio cellulare da settimane, che ha funzionato fino a qualche ora prima, ora misteriosamente è sbagliato. Scoprirò solo in seguito che aveva risposto un collega, visto che mia madre era già uscita. Ma cazzo, dirlo no eh?
In ogni caso, la chiamo sul cellulare.
Mi dà le informazioni che mi servono, ma chiaramente ci infila dentro anche una ramanzina. Ma perchè sei andato tu, ma perchè in moto, ma fa freddo, ma che ti salta in mente, andavo io, eccetera.
Con la classica tecnica del "è tutto a posto", pronuncio un cordiale "Ok allora, capito, a dopo" e metto giù, mentre lei continua imperterrito.
"Beh, sì, è uno stivale nero, e ci ha rifatto il tacco".
Altri cinque minuti di ricerca. Niente.
"Non so cosa dirti, non lo trovo, fai venire lei che magari lo riconosce".
Ho risposto "Va bene, scusi il disturbo allora"
E ho pensato "**** ******** **** ** ****** ** *********** eccetera eccetera".
Sì, gli asterischi sono messi a caso.
Incazzato come non mai, raggiungo la mia moto, che è ancora lì, alla facciaccia vostra.
Non faccio in tempo a fare 30 metri che mi rendo conto dei lavori in corso. Stanno rifacendo l'asfalto. E sapete tutti quanto sia fastidioso andare su due ruote su una strada dissestata per rifacimento dell'asfalto.
Fra l'altro, sovrappensiero com'ero, ho pure sbagliato strada, allungando il giro.
Torno a casa, infreddolito e molto, molto scazzato.
Niente stivali, giornata persa, il bagno ancora inutilizzabile. E mia madre incazzatissima per il disastro.
Ho sicuramente tralasciato qualcosa, come per esempio la buca che mi sono preso al ritorno (mi son sentito le palle in gola, giuro), ma il grosso l'ho raccontato.