A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio
*
A Silvio
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata.
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
*
A Giuliano (Ferrara)
Antro d’amore
Rombo di luce
Parole del sottosuolo
Fiume di lava
Ancora di salvezza
E non procedo, perché rischiamo che qualcuno particolarmente sensibile ci rimanga secco. Queste sono poesie di Sandro Bondi. Sandro Bondi, a me, ricorda una zucca di halloween. Non di quelle zucche cattive, spiritiche, harripotteriane che fanno paura a Don Gabriele Amorth, l'esorcista. No no, una zucca fessa, col sorriso fesso.
Ma tant'è. Sandro Bondi è Ministro delle Attività Culturali in un paese chiamato Italia. Di conseguenza, Sandro Bondi è una figura strepitosamente ignorante - le idee di Sandro Bondi sull'arte contemporanea, ad esempio, danzano sul confine tra l'idiozia e il sacrilegio. Di conseguenza, Sandro Bondi scrive poesie. Non si può dire che, in Italia, si disconosca il ragionamento sillogistico.
Nulla di nuovo sotto il sole, disse Qoeleth. E poi si impiccò.
Ma tant'è. Non è di Sandro Bondi che voglio parlarvi, ché tanto se non ci stava lui alle Attività Culturali ci stava Costanzo. O Mino Reitano, pure da morto. Voglio parlarvi del commento di un tizio che ho trovato dove ho trovato quelle cose:
La rabbia e la disillusione sono inevitabili e sacrosante. Ma non mi sento di accettare l’impotenza, la rassegnazione di fronte a tale sfacelo. Mi rivolgo soprattutto a chi riveste ruoli educativi, non solo gli insegnanti, ma tutti coloro che si trovano ad avere a che fare con i giovani, quelli portati per le lettere e quelli no. Poiché, se una volta vigeva regola di rispetto nei confronti della letteratura e dell’arte tutta e del pensiero filosofico, anche se spesso questo si tramutava in estraneità, oggi la cultura è stata deprezzata in quanto improduttiva, non capitalizzabile, non monetizzabile (anche a causa della assoluta impraticabilità di una carriera da operatore culturale). Almeno, nella storia anche recente vi sono state alcune figure di mecenati a sostenere e sostentare gli artisti, anche quelli del dissenso. Oggi lo Stato, che avrebbe dovuto sostituirsi a questi finanziatori, se ne sta fregando bellamente proprio per fiaccare ogni capacità di resistenza allo status quo politico, sociale e culturale.
Questo tuttavia non autorizza nessuno ad abbassare la guardia, né a perdersi d’animo, come invece sempre più spesso mi capita di vedere. Spero che la porzione pensante di questo Paese rialzi la testa e aiuti chi ancora fissa il pavimento sprofondare sempre più giù a rivolgere in alto lo sguardo e credere che sopra le loro teste ci sia ancora un cielo.
Così scrive tale Marco di Pasquale. Io non so chi sia questa persona, ma non credo se la prenderà se lo riporto qui perchè, insomma, è bello quello che ha scritto. Anche se è ottimista, quindi meh.
Io ve lo dico prima, figliuoli: non sono di sinistra, non sono un fan del '68, non sono un fan delle nuove scuole né dell'accesso scolastico generalizzato. A dirla tutta, non sono nemmeno un fan dell'alfabetizzazione di massa. Ma questo è un altro discorso.
Il discorso è: gente come Virgilio o Ariosto, li campavano i nobili. Se la sfangavano con una dedica all'inizio, con un canto qui e lì - come quello del Puer che, vivaddio, non è certo malaccio - e per tutto il resto del tempo avevano il tempo di non fare un cazzo - non fare un cazzo è la prima premessa perchè una categoria sociale sviluppi l'arte o il gusto dell'arte. Ora i nobili non ci sono più, visto che li hanno tutti esiliati sull'Isola dei Famosi durante il Terrore, quindi se vuoi fare l'artista devi vendere. Ora, c'è gente come Hornby che vende e, insomma, non è male. C'è gente come Giordano che vende e, insomma, è molto male.
Tema: l'industria culturale. L'industria culturale è quella cosa che ti fa trovare la cultura al supermarket, come il sushi. Che bella cosa! Tutti, se vogliono, possono comprarsi un libro! L'industria culturale è come prendere il Duomo di Milano, sbriciolarlo, mettere i detriti in una stanza, mischiarli con la calcina e dire: sceglietevi un pezzo, siete liberi, siete eruditi! Secondo me non funziona, per me era meglio prima. Era meglio quando c'erano i nobili.
Io credo una cosa. Credo che ci sia una corrente nelle scelte del pubblico. In tutte le scelte, politiche artistiche modaiole etiche. Ed è una corrente che porta alla fogna. Io, per come la vedo, dico che la poesia occidentale è iniziata con Omero e finirà con Sandro Bondi. Sipario, Magnvs che dice la messa del requiem vestito da gangsta, lasciateci-riposare-in-pace-che-sono-pure-le-sei-del-mattino.