La Vandea, un genocidio pienamente democratico
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Discussione: La Vandea, un genocidio pienamente democratico

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  1. #1
    Claudio Chianese
    Ospite

    La Vandea, un genocidio pienamente democratico

    si pensi a questo selvatico, serio e singolare, a quest’uomo dagli occhi chiari e dai capelli lunghi, che si nutre di latte e di castagne, di guardia al suo tetto di foglie, alla sua aia, al suo fossato, che distingue ogni villaggio da quello vicino dal suono della campana, che si serve dell’acqua solo per bere, che porta un abito di cuoio con arabeschi di seta… che venera il proprio aratro ed i propri avi, che crede alla Santa Vergine e alla Dama Bianca, che è devoto all’altare e all’alta pietra misteriosa in mezzo alla landa, lavoratore nella pianura, pescatore sulla costa, fedele ai Re, ai suoi signori, ai suoi sacerdoti; pensoso, immobile spesso, per ore intere sulla grande spiaggia deserta, ascoltatore del mare… Le donne vivevano nelle capanne e gli uomini nelle cripte; esse portavano da mangiare agli uomini… Improvvisamente andavano a farsi uccidere, lasciando la tana per il sepolcro… I Bianchi inseguivano sempre; i Blu mai, perché avevano il paese contro di loro… Molti non avevano che picche… Erano combattenti straordinari, spaventevoli, intrepidi. Il decreto di arruolamento di trecentomila uomini aveva fatto suonare le campane di seicento villaggi. L’incendio scoppiò sotto tutti i ponti… Quando i contadini attaccavano i repubblicani, se incontravano sul campo di battaglia una croce o una cappella, tutti cadevano in ginocchio e dicevano la loro preghiera sotto la mitraglia; finito il rosario quelli che restavano si rialzavano e piombavano sul nemico… Quando attraversavano un bosco repubblicano, spezzavano l’albero della libertà, lo bruciavano e ballavano in tondo attorno al fuoco. Facevano quindici leghe al giorno, senza piegare un’erba al proprio passaggio. Venuta la sera, caricavano i fucili, sussurravano le loro preghiere, levavano gli zoccoli e in lunga fila attraversavano i boschi a piedi nudi, sul muschio e sulle pagliuzze, senza un rumore, senza una parola, senza un soffio



    Così Hugo descrive gli insorti vandeani del 1793. Della Vandea si comincia a parlare da qualche tempo a questa parte - ed era gran tempo! - e chi vuole informarsi può farlo senza troppi patemi (vi consiglio di farlo). In soldoni, si tratta di una rivolta legittimista scoppiata nelle ragione francese altamente agricola e feudale della Vandea, in opposizione alla nuova Repubblica, che aveva appena ghigliottinato Sua Maestà e, democraticamente, contava di arruolare con la forza i contadini per mandarli a crepare sui vari fronti della lotta rivoluzionaria. La rivolta fu soppressa con il ricorso al genocidio programmatico di stampo nazista: morirono 150.000 persone, donne, bambini, tutto compreso. Più che altro li legavano e li gettavano al fiume. Democraticamente.

    Ma comunque, io non sono proprio per niente uno storico quindi vi propongo solo qualche riflessione. Ora, vi diranno che quelli erano cafoni ignoranti turlupinati dai preti. Non ci credete, i vandeani la sapevano lunga. I vandeani ci hanno insegnato una verità chiara come le stelle: la storia non si piega alla filosofia, e l'anima non la descrivono i trattati. I vandeani strappano tutti i calendari possibili, distruggono le meridiane: la Tradizione sopravvive in un tempo altro, un minuto del cuore in cui tutte le epoche si incontrano.

    Una fortezza, il rifugio dell'individuo-storia da strutture e sovrastrutture. Dai vandeani impariamo come il tempo ci appartenga in un senso non-misurabile, come non si misura l'estensione del proprio sentire e vivere. E questo tempo così umano ha sparso il suo primo sangue in Vandea, di fronte all'orologeria del pensiero unico, per salvare l'interpretazione da chi vuole assassinarne i dettagli. Quei morti hanno smascherato la menzogna del domani, in nome della quale il sangue di oggi - e, ancor più gravemente, quello di ieri - si sconta dai martirologi.

    Il conte de La Rochejaqueleine veglia ancora, ché il mondo non sia sopraffatto dai portatori di moschetto della Grand Armèe, dalle profezie di Marx, dalle catene di montaggio e dal passo dell'inevitabilità.
    Ultima modifica di Claudio Chianese; 5-04-2009 alle 11:48:04

  2. #2
    Utente
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    Citazione Claudio Chianese Visualizza Messaggio
    la storia non si piega alla filosofia, e l'anima non la descrivono i trattati.
    un po' enfatico, ma mi piace l'idea, il tentativo -

    tanto più che ci giro intorno con 'sta storia di guardarmi DeChirico, visto come proponeva sulla scorta di Papini che la filosofia morisse in atto diventando poesia --> cosa che leggo come la presa di posizione di una realtà della materia che supera lo Spirito (che termine ottocentesco, ma va bhe :P) --> e quindi un'apertura all'evidenza\al quotidiano - che sinceramente ultimamente penso sia l'unica risposta in grado d'andare oltre una metafisica per quanto possibile; attraverso ciò che non si può immaginare\prevedere, adeguarsi a uno scorrere degli eventi non-eventi senza nessun si vive, o al limite beandosi di quel si :P

    eppoi la Tradizione, anche quella, con un paragone scontato è un bel mezzo - un po' la Tana kafkiana (anche se è ovvio che poi quella tana la potrei leggere in duecento modi diversi, am anche la Tradizione come una "famiglia allargata", m'ispira e non poco :P)

    pout pourri d parole in libertà, spero d'aver beccato il punto del 3d, trlasciando il fatto dell'ingiustizia, del crimine della strage in Vandea, ma avevo bisogno di riordinare un opo' le mie idee ultime, discuterle magari, e quindi sfrutto l'appiglio del topic sperando di nonessere troppo off :P
    Ultima modifica di Imago; 5-04-2009 alle 12:54:56
    questo compiacimento nell'errore è il mio marchio di fabbrica

  3. #3
    =Telcontar=
    Ospite
    Evola ti fa un baffo


    Quanti morti hanno fatto le guerra feudali? In quelle guerre i contadini ci andavano allegramente?

  4. #4
    Claudio Chianese
    Ospite
    Citazione =Telcontar= Visualizza Messaggio
    Evola ti fa un baffo
    A me piace evola


    Citazione =Telcontar= Visualizza Messaggio
    Quanti morti hanno fatto le guerra feudali? In quelle guerre i contadini ci andavano allegramente?
    Meno della rivoluzione francese
    e
    no, non ci andavano allegramente

    comunque le grandi coscrizioni sono la cifra della rivoluzione francese, si sa, ed anche l'unico modo con cui è riuscita a sopravvivere, essendo in guerra con tre quarti d'europa.
    Ultima modifica di Claudio Chianese; 5-04-2009 alle 14:02:08

  5. #5
    De Laurentiis pappone L'avatar di Simon Le Bon
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    Citazione Claudio Chianese Visualizza Messaggio
    La rivolta fu soppressa con il ricorso al genocidio programmatico di stampo nazista: morirono 150.000 persone, donne, bambini, tutto compreso. Più che altro li legavano e li gettavano al fiume. Democraticamente.
    Non so te ma io la Francia rivoluzionaria non la considero una nazione democratica, una nazione democratica è quella in cui ti è permesso fare opposizione e dire la tua, di fatto sotto la dittatura del Terrore chi si opponeva a Robespierre e a Saint-Just faceva una brutta fine, perciò considero la Francia rivoluzionaria democratica come la Russia bolscevica...

    Citazione =Telcontar= Visualizza Messaggio
    Quanti morti hanno fatto le guerra feudali? In quelle guerre i contadini ci andavano allegramente?
    Non è quello il punto, il punto è che i rivoluzionari che si battevano contro la tirannide si sono comportati peggio della tirannide che hanno abbattuto, e qui c'è tutta l'ipocrisia della rivoluzione, da un feudatario arrogante e pieno di se mi aspetto un certo comportamento, da un "rivoluzionario per la libertà" no

  6. #6
    Amico Fritz L'avatar di Scudrera
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    Claudio Chianese, a parte che mi trovo ancora una volta in perfetta sintonia con quello che dici, si potrebbe fare lo stesso identico discorso per la guerra al brigantaggio che è avvenuta nel nostro sud dopo l'unità. Per quanto i contadini e i baroni resistano, con il proprio buon senso e la propria dignità, poco si può fare di concreto quando il potere si dirige inesorabilmente verso altre mani che come ci insegna la storia spesso non sono affatto più giuste e più "democratiche".
    Ultima modifica di Scudrera; 5-04-2009 alle 13:45:39
    "O FORTUNA, COME PERDO QUESTO REGNO SENZA AVER ROTTO UNA LANCIA!" Ferrandino

  7. #7
    Claudio Chianese
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    Citazione Scudrera Visualizza Messaggio
    Claudio Chianese
    basta il nome


    Citazione Scudrera Visualizza Messaggio
    si potrebbe fare lo stesso identico discorso per la guerra al brigantaggio che è avvenuta nel nostro sud dopo l'unità. Per quanto i contadini e i baroni resistano, con il proprio buon senso e la propria dignità, poco si può fare di concreto quando il potere si dirige inesorabilmente verso altre mani che come ci insegna la storia spesso non sono affatto più giuste e più "democratiche".
    senza dubbio, si tratta in entrambi i casi di eventi distorti dall'agiografia ufficiale.

    @imago: ti rispondo dopo, raccolgo le idee

  8. #8
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    Citazione Claudio Chianese Visualizza Messaggio
    @imago: ti rispondo dopo, raccolgo le idee
    oh, non v'è bisogno di precisazioni --> tanto più che credo d'aver deviato verso il 3d che c'è più sotto riguardo "esistenzialismo positivo e morte", tentando una tematizzazione che non credo fosse quella a cui puntavi, soprattutto dato il titolo :P

    solo che lo scandalo di una tale morte, per quanto possa capirlo non m'wemoziona (per usare altri termini desueti :P) e quindi preferisco buttarmi sulla metafora, sperando magari che risponda anche qualcun altro hai punti che ho posto

    (a meno di volerli considerare un ragionamento squisitamente letterario da Metafisica a Metafisica del Quotidiano e poesia dell'evidenza, tipo Magrelli --> ma la mia idea nel rispondere un era questa quanto quella di vedere quanto poteva contribuire "metaforicamente" al vissuto una scia del genere - appunto: risposta al 3d più sotto )
    questo compiacimento nell'errore è il mio marchio di fabbrica

  9. #9
    King Of Loss
    Ospite
    Citazione Scudrera Visualizza Messaggio
    Claudio Chianese, a parte che mi trovo ancora una volta in perfetta sintonia con quello che dici, si potrebbe fare lo stesso identico discorso per la guerra al brigantaggio che è avvenuta nel nostro sud dopo l'unità. Per quanto i contadini e i baroni resistano, con il proprio buon senso e la propria dignità, poco si può fare di concreto quando il potere si dirige inesorabilmente verso altre mani che come ci insegna la storia spesso non sono affatto più giuste e più "democratiche".
    Quoto anche io. La Vandea, la repressione nel Sud Italia attuata da uno stato liberale e piccolo-borghese, ma anche le guerre per esportare la democrazia, simboleggiano il "lato oscuro" del cosiddetto progresso... sono un portato insopportabile di una mentalità che ormai è diffusa praticamente ovunque nel mondo occidentale, a prescindere dagli schieramenti (cambia praticamente solo il modo di porre la questione, per il resto destra e sinistra su questo sono abbastanza concordi)...

  10. #10
    Utente L'avatar di Sam Vimes
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    Citazione Claudio Chianese Visualizza Messaggio
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    Dimmi che stai bluffando.

  11. #11
    Claudio Chianese
    Ospite
    Citazione Sam Vimes Visualizza Messaggio
    Dimmi che stai bluffando.
    No, per niente. Trovo che le sue teorie sulla razza interiore, opportunamente depurate degli ultimi strascichi di razzismo biologico (che disprezzo completamente), costituiscano un ottimo contraltare alla rozzezza delle formulazioni naziste, oltreché una buona chiave di lettura dei caratteri umani. Non posso dirmi evoliano, ma certo è una figura che apprezzo in più di un senso.
    Ultima modifica di Claudio Chianese; 5-04-2009 alle 14:36:56

  12. #12
    Utente L'avatar di Sam Vimes
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    Rimane razzismo, Claudio, che non vale una cicca nemmeno se preso, con tanta immaginazione, come semplice affermazione della supremazia di un particolare modello culturale su altri.

    Questo unito al suo antisemitismo, alla sua disponibilità e per certi versi anche al suo appoggio culturale effettivo offerto al nazifascimo danno una discreta misura dello spessore intellettuale e morale dell' uomo.

    Poi, per quanto mi riguarda, ognuno ha il diritto di tenersi stretti i punti di riferimento che si merita. Pace.

  13. #13
    Claudio Chianese
    Ospite
    Citazione Sam Vimes Visualizza Messaggio
    Rimane razzismo, Claudio, che non vale una cicca nemmeno se preso, con tanta immaginazione, come semplice affermazione della supremazia di un particolare modello culturale su altri.

    Questo unito al suo antisemitismo, alla sua disponibilità e per certi versi anche al suo appoggio culturale effettivo offerto al nazifascimo danno una discreta misura dello spessore intellettuale e morale dell' uomo.
    Evola non aderì mai al fascismo.

  14. #14
    King Of Loss
    Ospite
    Citazione Claudio Chianese Visualizza Messaggio
    Evola non aderì mai al fascismo.
    Beh ma era chiaro quale delle tre "vie" preferisse; e se non sbaglio in Orientamenti usa il "noi" riferito alle forze dell'Asse

  15. #15
    Claudio Chianese
    Ospite
    Citazione King Of Loss Visualizza Messaggio
    Beh ma era chiaro quale delle tre "vie" preferisse; e se non sbaglio in Orientamenti usa il "noi" riferito alle forze dell'Asse
    Ora, quel noi possiamo forse ritenerlo più patriottico che altro, comunque non nego certo le simpatie di Evola per il nazismo, soprattutto nel suo retroterra misticheggiante e pagano. Come non nego la scabrosa posizione ideologica di Heidegger, ad esempio. Ma, per come la vedo io, a sessant'anni dai fatti si può essere abbastanza lucidi per fare selezione, invece di gettare una coltre di silenzio su tutto quello che ha sfiorato una svastica.

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