INT - Aduc: Per Cassazione dare del “gay” è un reato
Roma, 16 mar (Velino) - “Dire 'gay' a qualcuno è reato: lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha confermato la multa di 400 euro per ingiuria inflitta a un vigile che aveva scritto a un collega, con il quale vi era rivalità per diventare comandante dei vigili urbani, denunciando il suo essere gay. La Cassazione ha stabilito che l'espressione è da censurare perché ha un intento denigratorio ed esprime riprovazione per le tendenze omosessuali”. Lo dichiara il presidente di Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), Vincenzo Donvito. “Un reato d'opinione che è stato sancito tale grazie all'esistenza nei nostri codici di leggi che i giudici applicano – continua Donvito -. È questo uno dei grandi scogli del nostro sistema politico, sociale e civico. Fintanto che non si capirà che la libera espressione di un'opinione non può essere sancita con la legge, il nostro non potrà dirsi un Paese libero. Anche per le affermazioni più imbarazzanti, come potrebbe essere con questa sentenza: la libertà o è tale o non è".
"La Costituzione recita al primo comma dell'articolo 21: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. Questo principio è però disatteso con procedimenti penali come quello di cui parliamo. Se questo accade nelle aule di giustizia, non ci si può lamentare se poi accade in tanti altri luoghi, come il web. L'oscuramento di forum e blog, o di interi siti per la presenza anche di un solo commento ritenuto offensivo, è abituale. Con la sentenza di oggi, poi, si è scatenata la reazione delle organizzazione per i diritti dei gay che, con l'eccezione del presidente dell'Arcigay, si sono schierate nell'esaltazione della pronuncia della Cassazione. Ci domandiamo se il 'political correct' debba essere liberticida. Secondo noi – conclude il presidente di Aduc - questa voglia di reprimere e punire il 'diverso' (cioè colui che la pensa in modo opposto al proprio) non è molto diversa da quella di chi usa la parola 'gay' come un'offesa”.