FuocoCamminaConMe
Ieri è venuto a cenare da me un mio caro amico. Lui ha tutto quel che si può desiderare: una famiglia ricca alle spalle (i suoi sono davvero gentili, andiamo in vacanza insieme sin da piccoli e loro ci ospitano nella loro villa), un grande cervello (l'anno prossimo andrà all'IAS di Princeton) e una capacità empatica straordinaria. Sa capire chiunque, a volta gli basta un solo sguardo, i suoi occhi eruttano di vivacità e simpatia. Mai arrogante, mai banale, è la compagnia migliore che si possa pensare. Fisicamente non è il mio tipo (forse perché lo considero un fratello, ci conosciamo dall'asilo), ma ha sempre riscosso un certo successo tra le altre fanciulle ed è sempre stato molto bene inserito nei gruppi che ha frequentato. E' un vero e proprio leader, un protagonista della vita. Lo era, almeno. Sì, perchè nove mesi fa la sua ragazza storica - stavano insieme da 5 anni - è stata vittima di un gravissimo incidente con la moto (non era con lui, ma con un loro amico comune che io conoscevo solo di vista). E' sopravvissuta (l'altro ragazzo è morto sul colpo), ma ha riportato danni permanenti. Gravissimi. Purtroppo l'impatto è stato così disastroso che le hanno dovuto amputare la gamba sinistra sopra al ginocchio. Come se non bastasse, è completamente cieca da un occhio e ha subito una ricostruzione parziale del volto. Il mio amico le è stato vicino sin dalla mattina dell'incidente, ha perso un anno di studi (infatti la sua partenza per gli states è rimandata all'anno prossimo) e per un periodo ha smesso addirittura di mangiare/parlare/dormire. Lei ha fatto e continua a fare riabilitazione, la famiglia di lui le ha pagato una serie di interventi costosissimi all'estero, e ora sta lentamente tornando a muoversi. Fanno lunghe passeggiate per i parchi, lui la sorregge per tutto il tempo e non lascia trapelare un solo segno di fatica. Ancora innamorato. Per sempre, forse. Nonostante tutto, non si è tirato indietro. E questo lo sta distruggendo. I suoi occhi sempre più stanchi, lui sempre più triste, niente più amicizie, niente più uscite. Studia ossessivamente e mangia poco, ha degli scatti di rabbia e la situazione continua a peggiorare.
Si può amare una persona che non corrisponde più a se stessa? Avreste il coraggio di restare con la ragazza che avete amato, anche se fisicamente è molto cambiata e non tornerà più la stessa? Siamo o non siamo il nostro corpo.
Per questa ragazza ho pianto. Come un albero strappato alle sue radici, ha fiutato l'abisso e ha cercato di familiarizzarvi. Senza alcuna implicazione (del tipo "se lo fai sei uno stronzo"), ha detto al suo ragazzo "non voglio essere un peso per te, ti prego, lasciami". Lui non lo ha fatto, forse perché le cose che non implichiamo sono quelle con cui ci assicuriamo la vita altrui.
Ci pensavo oggi. Camminavo per la nebbia e pensavo che nella foschia siamo tutti indistinti, abbiamo tutti la faccia bianca e le nostre gambe sono in comune. Mi sostituirei volentieri al vento, le regalerei volentieri tutto quello che non è più, se solo potessi. Vorrei che lui la lasciasse perché questa vicinanza obbligata lo corroderà, ma mi accorgo di non volere questo per lei. Come posso uscirne?