Colpito assolutamente in positivo da questo primo episodio.
La premessa è molto classica per il genere. La donna della big city che torna nella sua città d'origine per investigare una serie di crimini/delitti e deve confrontarsi con il suo misterioso passato. Descrive tipo il 90% della narrazione di genere.

Però la differenza della serie sta, oltre che nel fatto che lei è una reporter e non la solita detective, aspetto che cambia un pò le dinamiche e aggiunge uno strato in più alla sua caratterizzazione, anche nel fatto che l'esecuzione è assolutamente di prim'ordine. La prima cosa che si nota è come la direzione (nel senso generale dell'unione tra regia, fotografia e montaggio) sia parte assolutamente chiave della narrazione, con le transizioni che ci guidano nella mente di Camille e ci offrono uno spaccato del suo passato come se lo stessimo osservando da una finestra.
La seconda cosa è il livello dell'interpretazione di Amy Adams, ovviamente parecchio alto, che riesce a rendere amichevole per lo spettatore un personaggio che su carta è invece abbastanza odioso (reporter con problemi di alcol e parecchio egocentrismo). Patricia Clarkson interpreta sua madre, che ad occhio ha parecchie rotelle fuori posto, e Chris Messina invece il più classico dei detective (anche lui da fuori città).
L'ultimo aspetto è quello della narrazione, che però per il momento è quello meno giudicabile. Questo "Vanish" è molto di introduzione, presenta vicende e personaggi, tutti abbastanza aderenti al genere, ma quantomeno per il momento lascia il sedile della guida alla direzione estetica (lascia che sia la fotografia a presentarci Wind Gap, Missouri piuttosto che le parole) e si mette al posto del passeggero in attesa di prendere le redini. Questo fa in modo che il ritmo sia tutt'altro che forsennato, aspetto che personalmente non mi ha dato nessuna noia (i 60 minuti e rotti sono volati senza che me ne accorgessi o quasi), ma che probabilmente alienerà gli spettatori più casual.