Oggi ho visto "L'ultima volta che siamo stati bambini" di Bisio. Pensavo all'inizio fosse un attimo più serio, alla fine è una commedia che racconta la vita in periodo di guerra vista dagli occhi di 3 bambini, alcune cose le ho trovate interessanti in ambito storico, peró il tutto raccontato sempre con quello spirito tutto italiano da cinema RAI. A questo ci aggiungi la solita recitazione meh, attori meh e regia meh.
Peró porca vacca gli ultimi 3 minuti sono stati un pungo in pieno stomaco, mi ha fatto scendere una lacrima, non me l'aspettavo.
Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.
CAMPIONE Fantamaster League GV 2013/2014
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)
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Io l'ho visto e ho pianto alla fine, quel pianto col magone, molto doloroso.
Non è un filmone, però ti stronca sul finale e quei bambinetti (che non sono proprio toppissimo come recitazione), danno comunque vita ad un film che sa emozionare.
Come dici tu un po' fiction Rai, ma bisogna dare atto a Bisio di aver fatto un upgrade.
Che rabbia, che tempi ripugnanti che erano, hanno rubato la vita a intere generazioni.
Ma veramente alla fine del film non ti rimane il film con attori e recitazione in sé. È quello che ti fa capire quanto fortunati siamo ora noi di questi tempi con la libertà che sia ha e senza la guerra. Poi ogni mondo o epoca è paese infatti se oggi ce la prendiamo per il razzismo all'epoca era con gli ebrei e faide interne tra comunisti e fascisti, esercito e ribelli. Motivi diversi, tempi diversi stesso mondo fondato sull'odio.
Poi quegli ultimi 3 minuti proprio non me lo aspettavo, ti strappano veramente il cuore.
Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.
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anche a me stan sul cazzo le puntate musical nei cartoni
ma un po' anche dipende
Ci sono contesti dove stanno benissimo (le puntate dei simpson-musical le odio)
insomma, se ci sono personaggi inerenti con qualcosa da dire sottoforma di canzone è perfetto.
Quando ce le infilano per fare il mestiere è uno strazio.
ieri sera ho visto Killers of the flower moon. Riprendo il commento di markus:
direi che è un ottimo riassunto.
Credo sia il primo film con Di Caprio che proprio non mi è piaciuto. E ci metto tutta la buona volontà ma davvero non capisco come lo si possa ritenere un buon film. Tralasciando la durata, non riesce a coinvolgere, non costruisce alcuna empatia con i vari personaggi. Quelli che muoiono causano solo un grandissimo sticazzi, la realizzazione stessa dei vari omicidi non ha nessun pathos, e dopo 2-3 volte diventa quasi comica dato che sono tutti più o meno uguali e si risolvono in 5 secondi, senza che il lasciare un cadavere in mezzo ad una strada (anche di uomini bianchi) porti ad alcuna reazione da parte di cittadini ed autorità.
Tutta la costruzione delle relazioni è sbagliata. Di Caprio ha dei figli che neanche vengono nominati, suo cognato all'inizio sembra indagare sugli omicidi, poi scompare nel nulla per riapparire un'ora dopo quando lo zio decide che è ora di ucciderlo (perchè ora? Cos'ha fatto negli anni di storia che sono passati?), non c'è alcun rapporto di affetto/empatia/conflitto con i vari stronzi che vengono assoldati per eliminare gli indiani. Quando si scopre il tutto, Molly non ha alcuna reazione nell'apprendere che il marito è stato parte attiva nell'omicidio di tutte le sue sorelle e della sua tribù, e anzi sembra volergli stare ancora vicino. Che intendiamoci può anche essere una cosa sensata, anche il marito della Franzoni è rimasto con lei, però porca troia dai un contesto, falle dire qualcosa che dia un contorno al suo comportamento, fai vedere il suo conflitto interiore. E invece un cazzo, un'ameba.
E se prendiamo tutto questo e lo caliamo nel contesto di un film che dura TRE CAZZO DI ORE, diventa uno scempio, uno schifo.
concordo. Ad esempio le puntate di Robin Sparkles in How I met your mother, o le volte in cui Barney si immaginava un numero musicale, ci stavanose sono forzate le odio immensamente
Direi soprattutto io fatto che io mi sia completamente immersa nella vicenda, ovvero una sorta di immedesimazione/partecipazione agli eventi.
Generalmente quando provo compassione, rabbia, sdegno, sono tutti sentimenti che significano immersione.
Ci sono una marea di film che sfiorano, che vorrebbero indurre queste reazioni nello spettatore, ma senza coinvolgerlo personalmente e visceralmente. Perché appunto, sono superficiali.
Qua si rende a legare coi vari personaggi, ovviamente indiani, provando per loro tutta l'empatia che una vicenda sordida merita.
Oltre anche a questo, fare conoscere una vicenda sordida, magari un po' esagerata, ma che probabilmente è stata prassi comune all' epoca.
Riconoscere diritti e risarcimenti, per poi riuscire a fregare "i selvaggi" con le tipiche porcherie da uomo bianco.
Ieri sera alle 21 ho deciso di prendermi serata libera e sono andato a vedermi Perfect Days. Sarà che era la serata giusta, avevo il mood giusto ma è stata la pace dei sensi. Penso non potessi vedere film migliore vista la serata. Un film dove non succede quasi nulla, la recitazione è limitata a poche frasi, solo immagini di quest'uomo solo e della sua routine quotidiana dove ogni ora del giorno è scandita in modo armonioso ma sempre uguale e a lui non da fastidio, anzi, in tutto ciò trova la serenità. La prima metà di film se ne va così, senza sussulti, senza emozioni apparenti, mi ha ricordato i primi 20 minuti di wall-e dove non serve una scrittura forte per creare qualcosa di intenso e coinvolgente. La seconda parte è dove quell'equilibrio e quella quotidianità viene interrotta da degli eventi che però rompono si il ritmo della vita del protagonista ma non lo scalfiscono, come fossero parentesi per poi una volta finite tornare alla solita vita fatta sempre delle stesse cose e da li continuare fino alla fine. Non c'è un colpo di scena, non c'è un finale a sorpresa, non c'è un messaggio sottointeso, è un finale aperto all'immaginazione ma c'è poco da immaginare perchè la storia è tutta la e io l'ho trovata semplice ed essenziale per essere felici.
Dov'è quel coniglio? Ah! se lo piglio, ha preso i miei soldi.
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