Si, diciamo che come primo approccio allo scrittore e alla tipologia di alpinista può essere interessante proprio per questo alternarsi di malessere, insoddisfazione, euforia.
Al secondo libro si prova una sensazione di fastidio. È anche vero che lui stesso afferma che ci sono centinaia di libri tutti uguali e va analizzata anche la parte relativa agli alti e bassi dell' umore.
Ho finito Perle sotto la neve.
Dopo essere stata ammorbata dallo scrittore per quasi 3/4 di libro con tutte le sue crisi esistenziali, quasi in fondo al libro, inizia il suo cosiddetto "attacco alla vetta".
Per la seconda volta, ho la netta sensazione che il suo apporto alla spedizione sia stato giacere in contemplazione e il fatto che salga per ultimo dopo vari gruppi scaglionati, mi sembra confermare questa sensazione.
Mi sembra un oggetto misterioso, un corpo estraneo, che si trascina poco su e molto giù, da un campo all' altro.
Beffa finale, dopo aver descritto la qualunque fino allo sfinimento, corvi, cene, tramonti, inezie, parte per la cima e tra campo II e III gli passa letteralmente la voglia e torna indietro.
Senza forze, senza motivazione.
Cioè, fammi capire bello, mi hai descritto persino i risciò di Kathmandu e nemmeno sei arrivato in cima all' Everest?
E sticazzi, mi hai anche fatto perdere del tempo.
Ultima modifica di bertuccia2004; 27-05-2025 alle 18:13:27
Denis Urubko e Maria Cardell partiranno a breve per una spedizione sul Nanga Parbat allo scopo di aprire una nuova via sul versante Diamir.
https://www.mountlive.com/denis-urub...MNy9St-yNYzjqQ
Ho letto e mi sono fatta la solita domanda.
Tra l'altro ieri leggevo un libro in cui si ripercorrono le prime scalate di ogni 8000 in modo molto sintetico, con molte foto, itinerari ecc.
La prima dell' Annapurna è una specie di tragedia epocale, in cui il rientro al campo base di Lachenal, Herzog e compagni, è descritta dagli stessi in modo peggiore di un naufragio nella tempesta perfetta.
Con queste immagini nella mente, mi immagino questo sessantenne che se ne torna lassù dopo aver conquistato tutto e portato la pelle a casa.
Boh.