Ho incominciato a scrivere un libro. Quello che vi chiedo è di leggerne un pezzo e poi darmi dei consigli oppure criticarmi. Ci tengo molto al parere degli altri, soprattutto al vostro. E' un piccolo pezzo della storia, giusto un assaggino...Grazie a chi sarà disposto a leggerlo(modificato)
Come una foglia che si muove, leggera nei suoi movimenti, il tuo ondeggiare nell’aria, influisce su di me e cattura i miei sensi.
ANALISI: Pensieri nascosti
E’ dura convivere con se stessi. In fondo i primi a non venire da noi accettati siamo proprio noi stessi.
Forse e’ il modo con cui la gente giudica, che forma la nostra personalità. La gente sa essere spietata e la paragono alla Borsa: da un istante all’altro può darti la felicità come toglierti tutto.
Se devo parlare di me, sono continuamente in conflitto e sinceramente non mi piaccio. Talvolta so essere spigliato e divertente ma altre mi sento solo e incompreso. Principalmente non mi capisco molto e fatico ad accettarmi per ciò che sono. Se devo trovare un pregio sono un grande ascoltatore, e credo che alla gente possa piacere questo. Anche se, lo faccio sostanzialmente per me, per cercare gratificazione, vedo che alla gente piace questo mio atteggiamento e continuo in questo modo. Mi sento falso facendolo, ma ho anche capito che alla gente non interessa proprio nulla degli altri, e ciò che ricerchiamo sono solo apprezzamenti, comprensione e attenzione. Questo porta la felicità delle persone, perché si sentono al centro dell’attenzione, importanti. Facendo così, gli altri avranno una visione d’insieme di te molto positiva, perché vedono l’altro una persona disposta a stargli vicino. Mi fa schifo tutto questo e mi sento un verme nel farlo e questa mentalità mi fa vomitare, ma è tutto ciò che bisogna compiere per essere inseriti.
Molte volte penso a come vedo la gente che mi circonda. Ecco, questo è il punto: COME LE VEDO, NON COME LE CONOSCO. Si tende sempre a essere superficiali, a parlare di cose banalissime, magari anche simpatiche e divertenti, ma pur sempre banali. Si tende a enfatizzare ciò che si dice, ma mai approfondendo. Dopo un po’ ciò stufa e non da più stimoli, ma vedo che gli altri continuano su questa falsariga. Sento la necessità di cercare persone profonde, che mi stimolino, che sappiano raccontare e ascoltare. Che sappiano trasmettermi sentimenti e emozionarmi. Queste persone sono rare da trovare.
Sono anche un tipo di persona molto solitaria: mi piace prendere dei momenti per riflettere e stare con me stesso. La musica giusta come sottofondo, un buon libro da leggere, carta e penna per scrivere, un po’ di atmosfera cupa è tutto quello che mi occorre.
Vengo da una normalissima famiglia, con dei normalissimi genitori, con dei normalissimi amici ed ho un normalissimo lavoro. Tutto NORMALE sembrerebbe, ma ho anche vissuto un dramma: la morte della mia compagna, Stefania, poco tempo fa. Stefania è rimasta coinvolta in qualcosa più grande di lei, anche per causa mia. Dovevo proteggerla, portarla via,ma ero troppo preso dai miei problemi che non sono stato in grado di tenerla al sicuro. Mi sorge il dubbio che lei ebbe capito tutto…no, forse è solo una fissazione, ma dovrò vederci chiaro.
Oggi riprendo a lavorare, dopo un mese esatto. Non ho molta voglia, per essere sincero. Tutta quella gente che ti guarda, ti rassicura, ti fa capire che è vicino a te… non sono esattamente in condizione di affrontarla. Avendo vissuto personalmente il dramma, mi accorgo di come le persone, anche se inconsciamente, stiano vicino al tuo dolore, più che altro per sentirsi a posto con la loro coscienza. Certo, ci sono le amicizie vere, i legami di sangue, ma più in generale le persone sentono la necessità di gratificare la loro persona, standoti vicino. Un giorno, un mio caro amico, mi rivelò che, andando al funerale di un suo parente, pianse come un bambino. Egli lavorava presso l’obitorio, è di morti ne aveva visti molti. Disse che avendo visto così tante scene, come dire, molto simili, in lui era cresciuta una sorta di insensibilità di fondo. Andando da questo suo parente, però riuscì a piangere e mi disse che fu molto più sollevato del fatto che gli fossero riaffiorati quelle pulsioni, più che per essere dispiaciuto per la perdita del suo parente.
Certo che la vita è proprio strana! Un attimo prima ci sei e uno dopo ti ritrovi in una fossa. Penso a quanto sia giusto lasciare un bel ricordo di se stessi, cosi che la gente ti ricordi. Al funerale di Stefania, vi fu un enorme grandissima ed è da lì che capì quanto era voluta bene. Era sempre disponibile,divertente e carina con tutti ed io mi ero innamorato proprio per questo. Quel suo visino dolce e la sua parlantina veloce, a volte anche insopportabile, mi faceva perdere la testa. Mio dio quanto l’ho amata! E quanto mi manca nessuno lo comprende. Lei era tutto per me, ora non ha veramente più senso la mia vita. Una vita così piena di eccessi ma così povera di soddisfazioni. Lei era l’unica cosa che contava, l’unico mio punto fermo.
Questo sono io, ed ora voglio raccontarvi la mia storia.