Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo. Una sventagliata di pallottole contro i giornalisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada come mostrano video e foto. Due uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica, prima di aprire il fuoco con dei kalashnikovQuel che è successo sfiora l'inimmaginabile. L'attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Posti di blocco in tutta Parigi. L'auto con cui i terroristi è stata trovata un'ora dopo l'attentato. Nel XIX arrondissement. Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un'altra vettura, minacciando con le armi un'automobilista. Un'ora prima dell'attacco i redattori della rivista
avevano postato sull'account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell'Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Gli assalitori sono successivamente fuggiti a bordo di un'auto nera. Facendosi largo con altre raffiche di Ak 47. Scene riprese e fotografate da decine di testimoni con video e foto che stanno rimbalzato su tutti i siti. Allerta massima in tutta la Francia: siamo a livello 3: quello che prevede l'ipotesi di altri attacchi. E che estende immediatamente l'allarme a Europa e Usa. Il presidente Hollande è sul posto. «È terrorismo, attacco contro la libertà». «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti - ha detto ancora il presidente - mostrare che siamo un paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un paese di libertà».
Il grido: «Allah u Akbar»
Secondo alcune testimonianze, dopo l'attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. I due durante l'attentato hanno gridato «Allah u Akbar», Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions.
«E’ un vero massacro!». Almeno 12 morti
«È un vero massacro, ci sono dei morti!»: così in una drammatica telefonata uno dei dipendenti del giornale Charlie Hebdo che si trovava nella sede al sito di 20 Minutes ha testimoniato l’assalto al giornale prima che la linea cadesse.
Tre anni fa altro attentato
Nel novembre 2011 la sede del settimanale venne distrutta da una bomba molotov e dall’incendio generato dall’esplosione. La redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore del numero in uscita, che si sarebbe chiamato «Sharia Hebdo» in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.
Nel 2006 vignette contro Maometto
Nel 2006 il settimanale Charlie Hebdo suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten. E appunto: nel 2011 la sede del giornale venne colpita da alcune bombe molotov.
http://www.corriere.it/esteri/15_gen...8eab1a93.shtml