Avi Mizrahi ha trovato una falla nel sistema degli 007 israeliani
Scoperto è stato denunciato ma il giudice gli ha dato ragione
Beffa il sistema del Mossad
"Volevo controllare se era sicuro"
GERUSALEMME- Non è ancora riuscito a coronare il suo sogno. E difficilemnte riuscirà ad indossare la divisa del Mossad, il servizio segreto israeliano. Ma, di sicuro, per gli 007 di Tel Aviv, il nome di Avi Mizrahi resterò scolpito nella memoria. Il ragazzo si è trasformato in hacker e prima ha individuato una falla nella protezione di sicurezza del sito approntato dal Mossad. Poi, denunciato di fronte al tribunale di Gerusalemme, ha convinto il giudice Abraham Tannebaum di essersi comportato da cittadino modello e si è guadagnato le sue lodi sperticate. Una doppia severa lezione per il Mossad.
Tutto comincia due ani fa quando Mizrahi, ammiratore dei servizi segreti israeliani, colse al volo la opportunità di candidarsi mediante un apposito sito internet (www.mohr.gov.). Ma di riga in riga, il formulario diventava sempre più indiscreto e Mizrahi non si sentiva a suo agio nell'esporre forse in pubblico le informazioni più intime sul suo conto. Il ragazzo decise di fermarsi ma volle verificare se quel sito fosse ben protetto. Un suo esame mostrò che una falla c'era, ed evidente. Mizrahi si affrettò a renderlo noto in un forum internet: avrebbe avvertito anche i dirigenti del Mossad se solo nel sito gli fosse stata indicata una strada per giungere a loro. Dopo poco il suo computer fu immediatamente individuato e pochi mesi dopo scattò la denuncia.
Si arriva così al processo di oggi. Processo da cui Mizrahi esec da trionfatore. La sentenza del giudice Tannenbaum, infatti, si snoda in uan sofisticata analisi a metà strada tra tecnica, filosofia e cyberspazio.
Forse che ogni messaggio raccolto da un computer rappresenta una penetrazione ? Certamente no, risponde il giudice. Forse che ogni controllo dei sistemi di protezione da parte di terzi rappresenta una infrazione di carattere penale ? La risposta, sempre secondo Tannenbaum, non è affatto automatica.
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Detto questo il giudice rileva che una ispezione di terzi che preluda ad un attacco è certamente una infrazione. Ma se la ispezione si prefigge di stimolare i gestori del sito a migliorare le loro difese, allora è un atto di grande responsabilità civica. Esattamente la tesi difensiva di Mizrahi.
Il Mossad ha adesso alcune settimane per presentare un ricorso. Ma probabilmente ha ormai compreso che con uno come Avi Mizrahi è meglio non scherzare.
In questo caso il termine Hacker è stato usato correttamente