Ma che cazzo floop, continui su questa linea?
Non ti so dire "cosa mi ha dato", per due ragioni: primo, non sono così ingenuo da credere che un libro possa camviare radicalmente una persona (c'è la vita, dall'altra parte, che è un principio molto più potente dell'arte); secondo, anche se avessi chiaro cosa mi ha dato, sarebbe doppiamente ingenuo pretendere di stenderlo qui in due parole.
A livello di letture, conoscere Dosto mi ha sicuramente permesso di pormi una serie di questioni circa lo statuto del personaggio, e mi ha aiutato a formarmi un gusto personale circa la distinzione tra una buona o una cattiva scrittura. Per estensione, di sicuro è stato Dosto a farmi intuire, prima che scoprissi Freud, che un uomo non è ciò che fa e spesso nemmeno ciò che pensa. Che un uomo è un mistero anche agli occhi di se stesso. Alla luce di ciò, credo di poter attribuire anche a Dosto il mio attuale gusto per letture che non si risolvano in modo semplicistico e pongano invece dei problemi circa gli aspetti più controversi del rapporto tra l'uomo e il suo inconscio. In definitiva, posso attribuirgli la decisione di aver intrapreso un percorso di studi sulla letteratura e in particolare sul 900, di cui Dosto è un importante anticipatore.
Come vedi mi sono contraddetto, proprio come i personaggi di Dosto!