Maestoso
Memorie di Ghiaccio non è solo un grandissimo Fantasy, è un libro maestoso che oltrepassa le barriere del genere.
I primi due libri della serie creata da Eriksson mi erano piaciuti per i livelli di epicità toccati, soprattutto il secondo, ma causa una scrittura a volte confusa e delle spiegazioni lasciate sospese non gli avevo apprezzati a pieno. Con Memorie di Ghiaccio l’autore cambia registro
Il libro parte dove era finito il primo, con gli eventi del secondo che si svolgono in contemporanea.
L’esercito di ex malazan di Dujek si unisce a quello di Caladan Brood, il nemico comune è il dominio di Pannion. Un tiranno che con un esercito di cannibali, i figli del seme morto, sta avanzando sempre più portando morte, orrori e distruzione.
Inizia così una storia che non da un attimo di tregua, che segue le vicende di tantissimi personaggi, molti dei quali già incontrati ne “I Giardini della luna”, dandogli però uno spessore fuori dal comune.
Dopo poche centinaia di pagine ci si è già affezionati e ognuno dei quali così diverso e con così tante sfaccettature.
L’intelligenza di Ben lo svelto (finalmente svelate le sue origini)
L’onestà e l’integrità di Wiskeyjack e Dujek
L’insicurezza e l’introspezione di Paran
Quel favoloso gruppo che sono gli Arsori di ponti (Picker, Trotts, Mallet, Hedge, Spindle, Blend, Detoran,…)
Il sarcasmo e il disincanto di Gruntle
L’epicità di Caladan Brood e Anomander
I sentimenti di Korlat
Il dolore di Iktovian
Kruppe, semplicemente Kruppe
L’ironia di Lady Invidia
E poi Toc, Onoos, Volpe d’argendo, Kallor, Coll, Murillo, la Maybhe, i Seguleh, Bauchelan e Korbal, gli irregolari di Mott, Hetan, Cafal, Stonny…
Solo così ho nominato una ventina di personaggi, e ne ho dimenticati altri, ma ognuno di loro con le proprie motivazioni, con i propri scopi, con i loro drammi è parte integrante di una storia che solo in questo libro ci si accorge dell’immensità.
Due momenti memorabili del libro con degli apici di epicità, dramma ed eroismo da far paura. L’assedio di Capustan e la battaglia per Coral.
La difesa disperata di Capustan da parte di Gruntle e da parte delle spade grigie è memorabile, una difesa senza speranza dove violenza e sangue vengono dipinte, (si dipinte è la parola giusta) con una rara maestria.. scene da far gelare il sangue.
La battaglia per Coral invece tocca gli apici per le sorti e l’eroismo che gli arsori di ponti riescono a trasmettere.. (e qui Eriksson si avvicina molto a Martin per quelle sensazioni che riesce a darti quando decide di far morire qualcuno)
4 scene grandiose, la battaglia di Gruntle a difesa di “quel palazzo” a capustan, la scena finale con i T’lan Imass protagonisti, la battaglia tra Trotts e il campione Barghast, la comparsa dei primi cacciatori K’ell
Nel mezzo la crescita di un personaggi come Paran e le moltissime spiegazioni che finalmente l’autore alla sua maniera regala al lettore su tutta la mitologia enorme che Malazan comporta. La comparsa dell’antagonista definitivo, il dio storpio, e tutta una serie di alleggerimenti grazie all’ironia di alcuni personaggi, ironia che era quasi totalmente assente negli alti libri e che io ritengo fondamentale in un buon fantasy.
Libro maestoso, epico, drammatico pieno zeppo di azione, di intrighi, di magia ma soprattutto di uomini. Se la serie Malazan fin ora non vi aveva convinto, provate ad arrivare al terzo, non ve ne pentirete