Nonostante le perplessità di Maroni su un nuovo decreto
Il premier ritiene che l'esecutivo debba fare qualcosa
Calcio, Berlusconi annuncia
"Interverremo per salvarlo"
Fini è d'accordo: "E nostro dovere aiutare lo sport nazionale"
ROMA - Berlusconi vuole aiutare il calcio in crisi. Il piatto delle società tra imposte arretrate, stipendi non pagati e bilanci che soffrono, continua a piangere. E il governo sembra intenzionato a muoversi. Da ieri il ministro del Welfare Roberto Maroni tuona contro un eventuale decreto "salvacalcio-bis". Ma il premier, di fatto, lo smentisce, e al termine del consiglio dei ministri di oggi, alla domanda se il governo interverrà, risponde chiaramente: "Penso di sì".
Al Consiglio dei ministri di oggi, comunque, di decreto "salvacalcio" non si è neppure parlato. Lo ha detto lo stesso ministro Maroni, che già ieri si era detto nettamente contrario all'ipotesi. "Siamo nettamente contrari - ha spiegato Maroni- ad un provvedimento che scarichi sui cittadini gli elevatissimi costi degli stipendi dei calciatori, semmai si riducano loro gli stipendi faraonici".
Ma anche il vicepremier Gianfranco Fini si mostra favorevole a un intervento pubblico per rimettere il linea di galleggiamento la navicella del gioco nazionale: "Nel doveroso rispetto dell'autonomia dello sport, il governo ha tuttavia il dovere di aiutare il mondo del calcio per l'oggettiva importanza che esso ha, sotto molteplici aspetti, per tuta la società italiana". Ma il numero due del governo aggiunge qualche distinguo tecnico: "Il punto è come conciliare la necessità di non penalizzare le società che hanno avuto un comportamento virtuoso, rispettoso quindi degli obblighi di legge, con la necessità di rendere più agevole la regolarizzazione della posizione delle società inadempienti verso il fisco
http://www.repubblica.it/2004/c/sezi...emierdice.html
anche se mi inquieta devo dirmi d'accordo con Maroni, un sacco di società hanno speso soldi che non avevano e non trovo giusto che a pagare per la loro idiozia sia la collettività