Il ritorno del male
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Discussione: Il ritorno del male

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  1. #1
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    2.014

    Il ritorno del male

    La storia ke adesso vi posterò e di un mio amico di nome Lord Ansem ditemi ke ve ne pare, ricordo ke è ankora in costruzione buona lettura
    (la posterò in varie parti perkè nn c stà tutta in un messaggio)


    *fatti e persone sono puramente casuali


    Il ritorno del male

    Capitolo 1
    PROLOGO

    La mia è una storia lunga e strana. Dimenticate il passato. La storia che vi hanno fatto studiare i vostri professori. Non esiste in questa favola. La terra ha vissuto lunghe guerre e battaglie tra le forze del bene, rappresentate da persone forti che partirono per affrontare i loro avversari, esseri dotati di una forza immensa. Il bene è riuscito a vincere sempre, distruggendo quegli esseri che avrebbero portato l’ umanità alla distruzione totale. La battaglia più recente è avvenuta l’ anno prima della mia nascita: 20 ottobre del 1986. Io nascerò il 23 novembre dell’ 87. I malvagi esseri erano tre: tre demoni uniti in un triumvirato di terrore che governò per molti anni. Melzas, il demone, fu sconfitto da un grande guerriero elfo, chiamato Alundra. Cort, il principe della nebbia, fu sconfitto da tre amici dopo un estenuante combattimento. Kokutaro, il principe dell’ oscurità, fu sconfitto da quattro grandi eroi. I primi due triumviri furono uccisi e distrutti, ma Kokutaro era invincibile. La sua forza era straordinaria, e la sua potenza devastante. Uno dei quattro eroi, riuscì, dopo una grande lotta, a imprigionarlo in una dimensione oscura, dalla quale non sarebbe mai più uscito. La porta per la dimensione fu chiusa da un sigillo: il sigillo di Lifa. La storia narra che questo sigillo fu rotto in tanti pezzi e sparpagliato nei più disparati luoghi del mondo, in modo che non sarebbe mai più stato ritrovato e ricomposto. Non si seppe mai il nome degli eroi che salvarono il mondo. Quarantatre anni sono passati da quei tempi, ma ricordo con perfezione il mio viaggio e i miei grandi amici che fino all’ ultimo mi aiutarono a vincere e salvare la terra. Potete anche non crederci, ma questa storia è vera. Ma ora comincio a raccontare i miei ricordi, sperando di non tralasciare niente. Ah dimenticavo. Tutti i malvagi esseri uccisi durante le varie avventure che la terra potrebbe raccontare, si riuniscono in una specie di inferno, dove subiscono le pene più atroci. Ma ora cominciamo.

    Capitolo 2
    L’ INCONTRO

    Primo anno di scuola! Finalmente vado a studiare fuori dal mio paese. Mi trovo bene con i miei nuovi compagni e, certo, sono dispiaciuto di essermi separato dagli altri miei amici. Beh, non fa niente, l’ importante è sempre volersi bene. Oggi è il quarto mese, se non sbaglio, di scuola. Sono appena finite le vacanze e io sono appena arrivato. Nella mia scuola ci sono due ragazzi che mi sembrano simpatici. Vorrei conoscerli. I loro nomi? Da quello che sento in giro, sono: Yuki e Erik, due fidanzatini che si vogliono veramente bene. Oh eccoli, li vedo che stanno attraversando la strada. Lei è già arrivata nel marciapiede e sorride. Ma che succede!!! No! Non è possibile!!! Una macchina ad alta velocità investe di proposito Erik!!! Mi precipito subito da lui. Yuki piange disperata: -NOOO ERIK!!! ERIK!!!! AIUTO, UN’ AMBULANZA!!!-. Per fortuna avevo appena telefonato all’ ospedale: -Un’ ambulanza, presto!!! Incidente stradale, un ferito!!!-. Erik respirava, aveva gli occhi aperti e sbiascicava qualche parola incomprensibile. L’ ambulanza fu tempestiva e arrivò subito. Yuki, che vide che avevo chiamato io l’ ambulanza, mi fece un segno come per salire. Io annuì e salì con lei e Erik.
    Appena l’ ambulanza partì, cominciò a parlare: -Non so come ti chiami ne da dove vieni. So solo che sei della mia stessa scuola. Ti ringrazio infinitamente per aver chiamato l’ ambulanza. Io sono Yuki, lui è Erik, il mio ragazzo-. Io ero imbarazzato. Non mi aspettavo di conoscerli in circostanze simili. Ero dispiaciuto per Erik e anche per lei che piangeva, anche se voleva nasconderlo. -Io mi chiamo Ray-, risposi a voce bassa: -e non c’è bisogno di ringraziarmi, l’ avrebbe fatto chiunque-, conclusi. –Lo so, ma tu sei stato il primo, grazie. Comunque, ormai che sei qui, ti pregherei di farmi compagnia all’ ospedale, almeno per oggi, te ne prego!-, io avrei preferito tornare a casa dato che a scuola non ci sarei arrivato in orario, ma lo sguardo di quella povera creatura mi fece decidere la cosa giusta. Mai decisione fu più corretta. E’ proprio questa scelta che porterà me e altri miei amici ad affrontare il male.

    Capitolo 3
    ALL’ OSPEDALE

    L’ ospedale era ormai vicino. Erik fu portato subito in un reparto e ci permisero di entrare dopo due ore. –Tutto a posto-, disse il medico, -qualche osso rotto, ma niente di grave. Tra qualche giorno potrà uscire con un gesso e le stampelle-, e si allontanò salutandoci. Chiedemmo se potevamo entrare e lui annuì con la testa. Appena entrati, vidi Erik su di un lettino, tutto fasciato. Yuki cominciò a piangere e lo abbracciò cominciando un discorso: -Amore, ti chiedo scusa!!! Mi dispiace!-, mi sorpresi! Che significa “mi dispiace”?? non è stata mica colpa sua!!! –Non fa niente-, rispose Erik sorridendo, -so che c’era troppa gente, non era il caso-, Yuki sorrise e smise di piangere. Io ero sempre più sorpreso. Non era il caso di fare che? Continuai a riflettere per poco tempo. Infatti Erik mi guardò storto e, rivolta a Yuki, disse: -Chi e’ lui?-, Yuki mi guardò e sorrise, -Il ragazzo che ha chiamato l’ ambulanza. Gli ho chiesto di farmi compagnia.-, Erik mi riguardò: -capisco. Scusa se mi sono rivolto male, grazie di tutto. Puoi andare a casa, se vuoi, scusa il disturbo che ti abbiamo causato-. Per un momento avrei voluto parlare e chiedere tutto quello che avevo in testa. Decisi di rinunciare. Con un sorriso li salutai e mi allontanai.
    Nell’ uscire dalla stanza, urtai un dottore. Non era quello di prima, era molto più magro e con uno sguardo minaccioso. Arrivai appena a voltare l’ angolo, quando un grido mi trattenne. Sembrava la voce di Yuki! Tornai indietro quando quel medico uscì dicendo a tutte le persone presenti che si trattava di una ragazza alla quale stavano facendo fare esercizi di riabilitazione, e non c’era bisogno di preoccuparsi. Detto questo, la gente tornò ai propri problemi. Il corridoio della stanza di Erik ora era vuoto, c’ ero solo io, immobile. Il medico era uscito dalla stanza di Erik! Come è possibile che a gridare era Yuki? Cominciai ad avvicinarmi alla stanza. Non si sentiva più niente. Un essere umano debole, sarebbe andato via. Per fortuna sono molto bravo con la spada, ma non sono un campione. Porto sempre con me un piccolo coltello per difendermi dai mostri che si trovano fuori dalle protezioni delle città. Arrivato davanti alla porta, la sfondai con una spallata. All’ interno della stanza vidi uno spettacolo mai visto prima! Erik era in piedi sul letto, senza fasciature e Yuki era vicino a lui!. –RAY!!! AIUTO!!!-, gridò la ragazza. Il dottore si voltò verso di me e mi disse di andarmene. Non acconsentì e mi lanciai verso di lui con una grande rapidità, gettandolo a terra. Mi avvicinai a Erik. –Che diavolo succede???-, chiesi nervoso, -PRIMA LIBERIAMOCI DI LUI, POI TI SPIEGO!!!-, rispose il ragazzo ancora più nervoso. Da non so dove, uscì uno spadone fantastico e attaccò il dottore. L’ uomo evitò l’ attacco e si alzò: -eh eh eh eh EH EH EH EH!!! Ora avete i rinforzi! AHAHAHAHAHAHA bene. Volete combattere? Ok, mi presento-. Un misterioso alone ricoprì il dottore mostrando una forma davvero strana: un umanoide gelatinoso!!! Il colore era verde e non si distingueva assolutamente una parte del corpo dall’ altra. Parlò: -bene. Mi presento: io sono Vug, uno dei quattro fratelli-blob. Sono stato mandato da Kokutaro per impossessarmi del sigillo di Lifa. Se volete darmelo gentilmente, vi risparmierò la vita, se no, ADDIO!!!- , a quelle parole, io rimasi fulminato! Kokutaro! Il tremendo principe dell’ oscurità! Che significava? Che voleva dire? Guardai Erik. Era anche lui sorpreso, ma meno di me. Con un’ espressione di rabbia, attacco Vug, e stavolta il colpo andò a segno. Il mostro oscillò stordito. Ne approfittai. Lo colpì con una violenta coltellata. Sembrava avergli fatto male! Purtroppo era ancora vivo ma non era più spavaldo. –Maledetti!- disse. Subito dopo, attaccò violentemente Erik, che cadde a terra ferito. Non riusciva a rialzarsi! A questo punto, uno dei miei dubbi fu risolto: Yuki usò una magia bianca su Erik, che si rialzò subito. Vug rimase sorpreso! Non sapeva, come me, che Yuki usava la magia! –capisco. E va bene. Volete la guerra? Peggio per voi. KARI. Vieni ad aiutarmi!-, gridò. A un tratto, tutta la stanza divenne caldissima. Tutti e tre sudavamo tantissimo. –HA HA HA HA HA, vediamo se ora ridete con questo!!! HA HA HA-, e scappò.

    Capitolo 4
    I KAOS

    Kari. Questo nome l’ avevo già sentito, ma non ricordo quando. Eppure era un nome conosciuto… comunque ci volle poco per ricordare: una vampata di calore colpì nuovamente la stanza e una tremenda figura uscì da alcune fiamme. Era una specie di serpente con almeno otto braccia nella parte superiore, dove si trovava la testa. La testa era una testa di donna, con due occhi minacciosi e iniettati di sangue! –ssssshhhh, così siete voi i miei avversari? Ci vorranno pochi minuti!-, disse con una voce serpentesca. Fu un istante: tutta la storia studiata durante la mia vita mi passò davanti! Kari, Lich, Tiamat, Kraken. I QUATTRO KAOS! Subito capì la situazione! Stavamo affrontando una delle quattro creature leggendarie che governano i quattro elementi! Più di una volta, i salvatori del pianeta dovettero affrontarli e mai si riuscì a eliminarli definitivamente! Quelle creature erano potenti! E avevano dalla loro la forza di un elemento! –Ray, nel mio zaino c’è una cosa che ti può servire. Prendila, svelto!-. Mi lanciai sullo zaino e con la coda dell’ occhio vidi che Erik faceva altrettanto con Kari. Aprì lo zaino e vi trovai una enorme spada! Non so come vi era entrata, ma ora avevo un’ arma decente. Mi voltai verso Kari e l’ attaccai. Iniziò, così, la prima delle tante battaglie che avremmo affrontato nel nostro lungo viaggio. Fu una lotta abbastanza dura, Kari era forte. Noi, però, avevamo un asso nella manica! Yuki mi mostrò la sua più grande abilità: la magia! Con un gesto delle mani e con una formula magica, mandò verso Kari un potente getto d’ acqua. Kari era un mostro di fuoco e l’ acqua la indebolì talmente tanto che bastò un solo colpo per metterla a terra. Il corpo di Kari cominciò a scomparire nel nulla, e l’aria divenne più fresca. Guardai Erik e Yuki. Sembravano stanchi ma contenti. Purtroppo non era il momento di essere felici. Se c’era Kari, anche gli altri tre Kaos erano tornati e, se tutto era vero, erano al servizio di Kokutaro. La storia cominciava a farsi più preoccupante e, rivolto verso Erik, dissi: -Prima di parlare io, voglio che tu mi spieghi tutto!-. Erik annuì e cominciò: -Mettiti comodo. E’ una storia strana e lunga. Ti anticipo una cosa: io e Yuki siamo figli di due dei quattro eroi che salvarono il mondo da Kokutaro!-. La notizia mi fece sobbalzare!

    Capitolo 5
    IL SIGILLO

    -Mio padre combattè con la madre di Yuki, quando io ero appena nato. Fu lui a combattere e rinchiudere Kokutaro nella sua prigione. Poi, assieme agli altri guerrieri, spezzarono il sigillo e sparsero i pezzi in giro per il mondo. Questo sigillo è un medaglione sulla quale vi è una figura molto particolare, vedi?-, e mi mostrò il medaglione che aveva al collo; il disegno era veramente strano non saprei nemmeno come descriverlo. L’ unica cosa certa, è che si notava che non era intatto. Erik riprese: -Mio padre tornò a casa molto provato da quello scontro e appena arrivò mi mise al collo il medaglione che si era tenuto proprio per darlo a me. Quando cominciai a crescere, cominciarono piano, piano a farmi capire chi era mio padre e che importanza ha quel medaglione per l’ umanità intera. Vug mi ha investito di proposito e voleva rubarmi il medaglione. Avevo cominciato a sentire che Kokutaro era riuscito, dopo tanti anni, a collegarsi con la terra. Non può scendere fisicamente, ma può dare ordini ai suoi sottoposti di cercare i frammenti del sigillo. Sarà un’ impresa difficile, ma potrebbero riuscirci benissimo. E se questo accadrà, sarà la fine per il mondo intero.
    Per quanto riguarda Yuki, sua madre è una delle più potenti maghe del mondo. Può lanciare qualsiasi incantesimo impari e sua figlia non è da meno. Purtroppo la magia fa male, quindi, di comune accordo, madre e figlia hanno deciso di usarla nei limiti del possibile-, quel discorso mi aveva entusiasmato. Avevo davanti due persone molto importanti, che però non sembravano molto conosciuti in giro, pensai. Erik sembrò leggermi nel pensiero e disse: -Ti sembrerà strano che conduciamo una vita normale, ma strano non lo è. I nostri genitori hanno deciso di restare nell’ anonimato per permetterci di vivere una vita migliore e tranquilla. Ora vorrei farti una proposta: ho visto che combatti bene. Penso che la cosa più sbagliata in questo momento è lasciare gli scagnozzi di Kokutaro liberi di prendere i pezzi del sigillo. Ho intenzione di partire per raccoglierli tutti prima di loro e impedire la rinascita del demonio. Fede, non vorrei che tu venissi, ma ti conosco- e sorrise alla fidanzata che rispose facendo altrettanto, -Ray, credo che dovresti venire con noi. In tre non abbiamo nulla da temere e volendo potremo farcela!-. Diventare un eroe! In quel momento stavo solo pensando queste parole. Se avessi recuperato i frammenti sarei diventato un eroe. L’ idea mi piaceva. Diventare un eroe è una cosa che piacerebbe a chiunque! Ma sapevo che la mia era una enorme responsabilità e che il viaggio non sarebbe stato affatto semplice. Dopo averci pensato qualche minuto, accettai, ma… come facevamo a trovare i centinaia se non i migliaia di pezzi in giro per il mondo? Ancora una volta, Erik rispose prima di permettermi di formulare la domanda: -Prima di rompere il sigillo, i quattro eroi hanno costruito questo strumento-, e uscì una specie di schermetto,- è tarato sull’ energia emanata dai frammenti del sigillo. Ci indicherà con buona precisione i luoghi in cui i pezzi sono nascosti. Bene, io direi, prima di partire, di aspettare uno o due giorni. Scambiamoci i numeri di telefono in modo da tenerci in contatto per sapere data, ora e posto della partenza. Ray, prendi tu il radar. Io devo andare a eliminare qualche mostro schifoso per tenermi in esercizio e per chiedere informazioni su Kokutaro. Tienilo e non lo perdere, mi raccomando-, detto questo ci scambiammo i numeri e io tornai alla stazione per prendere l’autobus per tornare a casa. Durante la camminata, pensai e ripensai a quello che era successo oggi, e più di una volta mi sembrò solo un sogno. Invece era la realtà. La dura realtà. Kokutaro poteva ritornare, il mondo poteva cadere nuovamente nelle mani del terrore.

  2. #2
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    [QUOTE]Capitolo 6
    L’ ATTACCO

    Nello stesso momento, da qualche altra parte, Kokutaro dava ordini ai quattro fratelli. -mmmh, così Kari è stata eliminata e tre nuovi ‘’eroi’’, vorrebbero sfidarmi. Ho impiegato 15 anni a creare questo varco, e se tutto va bene, tra qualche anno ne sarò fuori. Purtroppo solo non posso fare molto…VUG, MUG, TUG, SUG, MI SENTITE?- i quattro fratelli si misero subito sull’ attenti e risposero con un briciolo di paura… -bene. Ho degli ordini: per prima cosa, quel lavoro che state sbrigando, lo voglio completo al più presto. Siete riusciti a portare Kari, ora voglio tutti fuori da quel maledetto posto! Per quanto riguarda quei mocciosi, ELIMINATELI!-, i quattro rabbrividirono di fronte a quelle parole, ma dimostrarono subito di aver colto al volo gli ordini e cominciarono a darsi da fare. –Posso ritenermi fortunato. Ho trovato dei servi abbastanza abili, speriamo solo che non combinino danni. Ah la libertà. Già pregusto questo dolce momento. AHAHAHAHAHAHA! TREMA MONDO! KOKUTARO STA’ TORNANDO. HA HA HA HA!-.
    Erano passati dieci minuti da quando avevo lasciato l’ ospedale. La stazione era vicina e avrei preso l’ autobus delle dieci e quarantacinque se non partiva in anticipo… Fortunatamente alle dieci e quaranta, l’ autobus era lì, vuoto. Salì e aspettai cinque o dieci minuti. L’ autista era nuovo, non l’ avevo mai visto prima. Partimmo e stranamente non salì nessuno. L’ autobus era vuoto. C’ero solo io. Faceva anche paura la vista dell’ autobus senza nessun passeggero, ma io avevo altro a cui pensare. Il viaggio continuò senza intoppi, ma stranamente, al bivio, l’ autista girò a destra, prendendo l’ altra strada, più corta come tragitto, ma più isolata e lunga come tempo. La cosa non mi colpì più di tanto: era già successo altre volte e non mi preoccupai di niente. Superata la discarica, mi accorsi che qualcosa non andava… stavamo rallentando. Si, l’ autobus si stava fermando. Cominciai a preoccuparmi. L’ autista mi guardava in maniera strana e sogghignava. A un certo punto spense l’ autobus. La strada era deserta. Non c’era nessuno in giro. Eravamo solo io e quello strano conducente che continuava a sogghignare. A un certo punto, il ghigno divenne una risatina che andò ad aumentare di volume. Mi preoccupai. Qualcosa dentro di me mi disse di prendere il telefono e di chiamare Erik o Yuki. Così feci. Li chiamai ma il telefono era muto! A un certo punto, l’ autista parlò: -ti sembro scemo? Pensi che ti avrei facilmente lasciato andare così dopo l’ umiliazione che mi hai inflitto?-, non capivo quello che diceva, di che umiliazione parlava? Che cosa avevo fatto a questa persona mai vista? A un certo punto un lampo mi colpì il cervello! Il telefono era muto! L’ autista parlava di umiliazione! Le due cose erano collegate! NO, non riuscivo a crederci, quell’ autista era Vug! Spalancai la bocca e strabuzzai gli occhi. Vug abbasò la testa come per dire che avevo ragione! Ero fregato! Solo, nel bel mezzo del nulla, con un terribile avversario di fronte! Temporeggiai: -cosa vuoi?-, dissi freddo cercando di trattenere la paura, -semplicemente fare quello che hai fatto a me. Anzi, di peggio! Ho ordini di distruggere te e i tuoi amici!-, quelle parole risuonarono nella mia testa. Voleva uccidermi. Ero solo, senza possibilità di aiuti, solo! Bel modo di diventare eroe! Nonostante tutto, mi feci coraggio: presi la spada e guardai il mio avversario con uno sguardo da assassino. Attaccai. Lui non si era ancora trasformato, forse potevo fargli male. La lama penetrò nella pelle di Vug che cominciò a sanguinare, ma lui non mostrò nessun segno di dolore. Allora cominciò la trasformazione. In un istante, vidi quella gelatina verde davanti ai miei occhi, e il terrore prese il sopravvento. Non riuscivo a muovermi, a scappare, ero bloccato li. Quell’ autobus sarebbe stato la mia tomba! Vug ricominciò a ridere: -Paura, eh? Ha ha ha ha, questa non è niente non ti preoccupare. La vera paura, il vero terrore inizia ORA!-, a quella parola tre esseri gelatinosi apparvero vicino uno dopo l’ altro. Uno di colore giallo sorrise, un’ altro di colore rosso rimase serio e l’ ultimo di colore nero rise a squarciagola. I quattro fratelli erano lì! Li di fronte a me! Non c’era via di scampo! Possibilità di fuga, niente! Sentivo il cuore battere forte, il sangue pulsare nelle vene, sentivo il respiro della morte! La morte era lì, vicina a me pronta a colpire! Non riuscivo nemmeno a parlare, mi sentivo una statua. –ora lo vedi il terrore, moccioso? Lo vedi? LO VEDI? Si, lo vedi, piccolo essere inutile e fragile. E’ giunto il momento. MUORI!-, partirono tutti e quattro. Fu un attimo, solo un secondo. E poi buio.
    Appena riaprì gli occhi, vidi Yuki e Erik davanti a me. Io ero a terra e loro in piedi. I quattro fratelli erano stati spazzati in quattro posti differenti, ma erano ancora vivi. –Che…che ci fate qua?-, chiesi sorpreso, -shh, a dopo. Qui c’è la spada, sono in superiorità ma li batteremo-, Erik mi porse lo spadone e mi alzai per lottare. I quattro fratelli sembravano sorpresi quanto me, ma non erano impauriti. Però il loro ghigno era sparito ed erano diventati seri: -questo non era previsto nel piano! Pfui, dobbiamo rinviare tutto. Fratelli, andiamo-, -VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE!-, gridò Erik. Sug si girò: -non è ancora giunto il vostro momento. Ritenetevi fortunati- e sparì. Anche gli altri tre fecero lo stesso. Ero Ray. Non so come e perché, ma la morte era stata sconfitta. La mia vita continuava.

    Capitolo 7
    IL PIANO

    -Fortunatamente siamo arrivati in tempo. Te la sei vista brutta, eh?-, disse Erik sorridendomi. Annui ancora spaventato. Tuttora ripenso a quel giorno. Dopo quarant’ anni, provo ancora lo stesso sentimento di terrore provato allora. Spesso nei miei peggiori incubi, rivedo quelle scene e mi sveglio impaurito! Ma torniamo alla storia. Erik mi spiegò tutto: -Quando provasti a chiamare, per un solo istante il mio telefono ha ricevuto la tua chiamata. Ho provato a chiamarti subito, ma era occupato. Per fortuna, ho ereditato da mia madre un piccolo potere paranormale: riesco a leggere nella mente le domande e i dubbi della gente quando mi stanno vicine e riesco a localizzare una persona se si trova ad una certa distanza-, ecco spiegato tutto! Le domande che mi posi quando ci incontrammo lui le aveva lette dentro il mio cervello e aveva risposto subito. Non ho mai capito comunque perché me l’ ha tenuto nascosto e non ha usato quasi mai il suo potere. –Appena localizzai la tua posizione, sentì solo la tua presenza. Fermo, senza nessuno intorno, in una zona poco ospitale, capi subito che qualcosa non andava! Allora io e Yuki siamo partiti dall’ ospedale e usando una magia speciale abbiamo raddoppiato la nostra velocità e cominciammo a correre. Siamo arrivati quasi subito e abbiamo visto l’ autobus vuoto. Per fortuna la porta era aperta e ci siamo precipitati contro i fratelli-. Lo guardai negli occhi e dissi: -ora siamo pari. Io ho aiutato te e tu hai salvato me-. Sorrise. Decidemmo di tornare a Catania. Telefonai a casa e dissi che restavo da un amico. Avvisai, anche, che non sapevo l’ ora del ritorno. Mia madre fu d’ accordo e mio padre non fece storie. Tornammo a Catania e andammo in un piccolo edificio abbandonato. Io mi ero ripreso ma spesso mi giravo con la paura di vedere quattro mostri pronti ad attaccarmi. –Qui dovremmo essere al sicuro. Allora, vi ho portato qui perché devo parlarvi. Fede, tu non ne sai niente, è un’ idea che mi è venuta ora, dopo l’ incidente di Ray. Prima di tutto, voglio anticipare la partenza a subito. Prima, però, dobbiamo portare tutti i nostri parenti e le persone a cui teniamo di più in un altro pianeta. E’ strano ma dobbiamo farlo, e subito! Dato che non sono riusciti a sconfiggerci, potranno usare un sistema più vigliacco, rapendo le persone a cui vogliamo bene. Ho già pensato al pianeta, solo che c’è un problema: il pianeta migliore è il pianeta di Larvada.-. Conoscevo quel pianeta. E’ un pianetino abitato da un gigantesco essere chiamato Larvada. Non ci sono foto di questo mostro, ma si sono viste le sue tane: buche con un diametro immenso! Erik continuò: -per usare quel pianeta dobbiamo eliminare il mostro. Le sonde hanno registrato una forza notevole del mostro, ma non credo sia un problema insuperabile. Insieme possiamo farcela! Ci state? Una navicella ci porterà subito sul posto. E’ quella usata da mio padre quindici anni fa per recuperare un’ arma per combattere Kokutaro. Allora, che facciamo?-. Yuki si mostrò entusiasta e acconsentì, anche perché non lascerebbe mai Erik da solo. Io ebbi un po’ di esitazione pensando al terrore provato sull’ autobus. Ci pensai. Accettai di partire. Furono due le cose che mi fecero decidere di partire: l’ amore verso chi mi vuole bene e il fatto che non potevo abbandonare due nuovi amici nel momento del bisogno. E in più capì che non poteva succedere di nuovo la tragedia di poco tempo fa: non ero più solo! –Bene, dato che siamo d’ accordo, chiamiamo amici e parenti e avvisiamoli che stiamo arrivando!-. In poco più di un’ ora e mezza, chiamammo tutti i nostri parenti, ognuno col proprio telefono, dicendo che avremmo spiegato tutto quando saremmo andati a prenderli. Partimmo alle tre di pomeriggio. In due ore tutti erano sulla nave. Parenti e amici di tutte le età e di paesi diversi erano dentro quella nave. Tutti lontani da un pericolo sicuro. Erik cominciò a spiegare tutto e, di fronte agli occhi impauriti e increduli, si presentò il pianetino di Larvada. –Bene. Ora che siamo qui, scenderemo solo io, Ray e Yuki. Mi raccomando, non uscite per nessuna ragione. E’ pericoloso!-. Buffo. Noi, ragazzini di quattordici, quindici anni davamo degli ordini ai più grandi! Strane cose accadono nella fantasia! Tornando a noi, scendemmo sul suolo del pianeta e sembrava tutto tranquillo. Nessuna traccia del mostro o di tane scavate nel pianeta. Sembrava disabitato! Erik poggiò l’ orecchio a terra e non sentì niente. –E’ una sua tattica. Fa finta che non c’è e attende che abbassiamo la guardia. Poi ci divorerà in un attimo! Ora so io quello che si deve fare…-, lo vidi chiudere gli occhi e concentrarsi. Stava usando il suo potere. –Lo sento. E’ qui sotto!- allora sfoderò la spada e la piantò con una estrema violenza sul terreno. Un mare di sangue cominciò a uscire. La terra tremò. Un grido terrorizzante di dolore uscì dal sottosuolo accompagnato da un immenso serpente. Larvada era arrivato!

    Capitolo 8
    LO SCONTRO

    Era più grande di quello che immaginavo! Era un serpente di colore rosa scuro. Era lunghissimo e molto robusto. Con una sola codata poteva distruggere un’ intera flotta navale! Erik non sembrò agitato, anzi. Mi fece segno di uscire la spada e abbassò la testa. La rialzò subito guardando verso il nemico con un’ aria che mi mise paura! Attaccò molto velocemente e con una potenza magnifica! Vederlo combattere era una cosa stupenda per gli occhi. La spada penetrò in profondità, ma il mostro era ancora vivo. La battaglia fu, comunque, molto più semplice del previsto. Una volta visto, il mostro, mi sembrava più forte di Kari, invece riuscimmo a sconfiggere il verme con molta facilità. Yuki mi mostrò un’ altra magia. Grazie ad una seconda formula magica, più complessa di quella dell’ acqua, fece piombare giù dal cielo un fulmine che colpì Larvada. Dopo qualche altro colpo, il vermone cadde a terra, sfinito.
    Larvada cominciò a scomparire piano piano, fino a che non restò più nulla di quel bestione!
    -Perfetto! Ora il pianeta è libero! Facciamo sbarcare tutti, aiutiamoli a sistemarsi e torniamo sulla terra per cercare i frammenti-. Passarono all’ incirca altre tre ore per fare tutto. Alle otto partimmo dal pianeta per tornare sulla terra…
    Nel frattempo, Kokutaro era preoccupato…
    -Quei tre sono riusciti a salvarsi e a salvare i loro cari! Pfui, amore! Un sentimento odioso! Mmmmmh se ho ben compreso, la mocciosa è la figlia della maga! HA HA HA, mi ricordo benissimo di lei! Avrà un trattamento speciale appena uscirò di qui!. Per quanto riguarda Erik, avrà un trattamento ancora migliore! Lo stesso che riserverò a suo padre! HA HA HA HA HA! Purtroppo ne mancano due all’ appello. I lottatori più forti del mondo…un uomo e una donna… gli unici che sapevano dialogare con gli Esper… VUG, MUG, SUG, TUG!-, i quattro ignobili scagnozzi si misero nuovamente sull’ attenti: -Voglio sapere dove si sono cacciati gli altri due che mi sconfissero quindici anni fa.-, Vug, impaurito, rispose: -se...se…se vostra maestà gradisce, le dirò che ho già fatto questa ricerca…- e chiuse gli occhi come in attesa di una punizione. Non accaddè nulla. Continuò: -Dopo il suo esilio, si sono sposati! Hanno messo al mondo due bambini, un maschio e una femmina: Raki e Marin. Ora vivono in una città. Non indovinerà mai! E’ la stessa città di Ray. Qui c’è l’ indirizzo-, e mostrò una cartina dove vi era un segno in una casa isolata. –Bravissimo! Ottimo lavoro! Se i suoi figli hanno avuto questa eredità dai genitori, devo eliminarli! I guerrieri si incontrano sempre quando ci sono guai! A proposito, come và quel lavoro?-, i fratelli sorrisero: -A meraviglia! Siamo riusciti a salvare tutti i più forti esseri che tentarono di distruggere la terra anni e anni fa. Ora stanno riposando. Prima di domani non si alzeranno.-, -MAGNIFICO HA HA HA! Ora vi dirò sette nomi. Questi sette, saranno i generali del mio immenso esercito: Ghizamaluk, Yakra, Onikage, Arka, Adele, Dhaos e Kuja. Saranno i generali dell’ apocalisse! Ognuno di essi dovrà andare in giro per il pianeta a trovare i cristalli! Mi raccomando, però! Non interrompete il lavoro ora. CONTINUATE A LIBERARE TUTTI GLI ANTICHI GUERRIERI HA HA HA!!!-, quella risata tolse la felicità dal viso dei fratelli che fecero segno di aver capito. –Se tutto procede così, la mia rinascita non sarà un’ utopia. Ha ha ha ha Ha Ha Ha Ha HA HA HA HA!!! E ora, miei cari! SI DIA INIZIO ALLE DANZE!-.

    capitolo 9
    LA VENDETTA DI KOKUTARO

    Tutto quello che vi racconterò ora, mi è stato detto da chi ha veramente vissuto quei drammatici momenti. Come orario, ci troviamo più o meno, durante il combattimento con Larvada, il luogo, invece, era molto più distante. In quella famosa casa lontana e isolata, vivevano quattro persone in una allegra famiglia. Era sceso il pomeriggio e tutti stavano guardando un film interessante. Si, da quello che mi hanno raccontato era una bella famiglia. Conoscevo Raki. Giocavo spesso con lui e i suoi compagni, ma non abbiamo una vera amicizia. Solo conoscenza. Sua sorella l’ ho vista solo un paio di volte. Una ragazza carina. In quanto a carattere, lui è scherzoso, lei non lo so. Da quando abbiamo cominciato il viaggio, non ha mai mostrato la sua parte di carattere prima dell’ incidente. Comunque, continuiamo. Mi raccontò che a un tratto, una voce risuonò nella stanza. Erano parole terribili, dette da una voce fredda, ma calma e sicura: -Bene, bene. I miei cari nemici si sono fatti una bella vita, vero?-, a quelle parole, i genitori dei ragazzi saltarono letteralmente in piedi. Il padre cominciò: -No…Non è possibile! Non puoi essere tu!!!-, quella voce proseguì: -ha ha ha, bello vero? Vi è piaciuta la sorpresa, miei cari? Vi trovo bene! HA HA HA HA-. Quella risata faceva davvero paura! Anch’ io la sentì tempo dopo e devo ammettere che avrei preferito sentire altro. –Quindici anni! QUINDICI ANNI CHIUSO QUI’ DENTRO A SOFFRIRE, SOLO, SENZA NESSUNO E SENZA POSSIBILITA’ DI COMUNICARE COL MONDO ESTERNO! E’ stato proprio questo a liberarmi, la rabbia! IO IL PRINCIPE DELL’ OSCURITA’ RINCHIUSO COME UN TOPO! No, non lo posso permettere! E difatti, eccomi qui! Ha ha ha ha, ho aperto un varco tra le due dimensioni e presto, grazie al sigillo, uscirò da qui dentro! Sfortunatamente, voi e i vostri figli non sarete qui a vedere questo momento! Ho altri progetti per voi! La vostra casa, il rifugio della vostra vita diventerà la vostra tomba! HO DEVIATO UNA METEORITE VERSO DI VOI! NON AVRETE NEMMENO IL TEMPO DI FUGGIRE! MORIRETE COME HO VISSUTO IO!COME TOPI IN GABBIA!!!! HA HA HA HA HA HA HA-. Queste furono le ultime parole. Subito, i genitori dei ragazzi uscirono e videro una gigantesca roccia cadere verso di loro. Il panico prese il sopravvento. Ma erano dei guerrieri. Così Marin me li descrisse e così vuole che vengano ricordati: Non fuggirono. Corsero dai figli e cercarono di salvarli. Lei e suo fratello vennero cacciati fuori di casa. A pochi metri, Raki si fermò: -Marin. Fuggi. Scappa! Vattene! Non voltarti indietro, ma guarda avanti, perché è così che si superano le difficoltà!-. Lei non capiva. Ma appena vide il fratello piangere per lei, capì. Si aggrappò al suo corpo. Lo spinse verso di lei, lontano dalla casa dove i loro genitori, dal tetto, invocavano gli esper per cercare di mostrare che non si sarebbero arresi. Niente. Raki la colpì talmente forte che la fece cadere a terra, svenuta. Prima di chiudere gli occhi, senti una voce piangente sussurrare: -perdonami…-. Si svegliò col sole il giorno dopo. Io e i miei amici, eravamo nell’ orbita della terra, pronti a cominciare il nostro viaggio. Mi raccontò che non vide più nulla. Al posto della sua casa c’ era una enorme buca e vi erano rottami tutto intorno. Si diedi due schiaffi. Niente, era ancora tutto lì. Allora pianse. Pianse e pianse talmente tanto che disse che non aveva più lacrime. A un certo punto si alzò. Vide una foto per terra tutta appallottolata. La raccolse. Appena la aprì, mi disse che avrebbe voluto morire. Senti una stretta mortale al cuore. La foto ritraeva la sua famiglia. Riconobbe se stessa e suo fratello. Lei era ancora piccola ed era in braccio a sua madre. Sorridevano. Mi disse che piangeva e rideva. Era triste e felice. Rideva, piangendo e pensando a quei giorni. Poi notò una cosa: un pezzo di carta era caduto a terra. Lo aprì. Al suo interno trovò un cristallo molto piccolo, ma molto luminoso. Lesse il foglio: -Marin. Siamo noi, la tua famiglia. Probabilmente non ci saremo più quando leggerai la lettera. Nemmeno gli esper hanno potuto aiutarci. Ma non odiarli! Ci hanno aiutato da sempre. Volevamo dirti solo una cosa: ti vogliamo bene. Ci dispiace di non poterti vedere quando ti sposerai. Ci dispiace di non poter diventare nonni e zii. Ci dispiace non poterti pagare il matrimonio. Ci dispiace non poterti vedere mai più. Ma non ci pensare. Continua a vivere! La tua vita continua, soprattutto ora che Kokutaro è vicino al ritorno. Tu sola hai il potere di combatterlo. Tu sola puoi salvare il mondo! Cerca il custode del sigillo. Consegnagli questo frammento. Quando lo incontrerai, ti spiegherà tutto. Adesso vai, vai piccola stella, continua a brillare!-. Quella lettera fu il colpo di grazia. Si avvicinò al buco e si lasciò cadere. Sentiva la brezza spingerle via le lacrime. Si sentiva felice di cadere. Presto avrebbe incontrato i suoi genitori. La incontrammo quello stesso pomeriggio. Era addormentata e aveva un sorriso molto dolce. Vidimo un grande uccello sopra di lei. Dopo il suo racconto capimmo che era stato proprio lui a salvarla durante la caduta. Restammo con lei. Aveva un frammento ed eravamo tutti curiosi di conoscere quella strana creatura, che dormiva beata, nonostante la tragedia che aveva appena colpito quella famiglia molto unita.

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    Capitolo 10
    COMINCIA IL VIAGGIO

    Si svegliò verso le cinque del pomeriggio. Appena ci vide si spaventò ma la tranquillizzammo subito. Ci raccontò la sua storia. Appena seppi che anche Raki era morto, mi rattristai molto. Era un ragazzo veramente simpatico. Nonostante tutto, raccontammo anche noi la nostra storia. Appena Erik le disse di essere il custode di Lifa, lei saltò in aria. Gli disse che lo stava cercando e gli consegnò il primo frammento del sigillo! Ci congedammo. Ci allontanammo a passo svelto, lasciandola sola, tra i suoi pensieri. A un certo punto, si alzò. Ci venne incontro: -ho perso madre e padre. Ho perso il fratello. Ho perso la possibilità di morire. Ho perso tutto! Ma non resterò qui! Non starò ferma, a rigirarmi i pollici mentre li fuori l’ assassino dei miei genitori è ancora vivo! No! Verrò con voi! E non mi fermerete! Se non mi volete, allora, andrò da sola! Ma non resterò ferma qui!-, quelle parole colpirono Erik. Annui con la testa. Lei non sorrise. Chiamò il grande uccello. Si chiamava Palidor. Ho sentito spesso quel nome, è uno dei più grandi esper. Salimmo sul dorso del grande uccello e partimmo alla volta del secondo frammento.
    Nel frattempo…
    -mh. Sembra che ho un nemico in più. Bha, formiche. Mi preoccupavano di più i genitori e il fratello. Lei è pur sempre una ragazzina! HA HA HA HA! YAKRA!-, il generale si mise sull’ attenti: -Comandi!-, -a che punto siete?-, -abbiamo già recuperato parecchi frammenti. Sono piccolissimi! Ci vorrà tantissimo tempo per raccoglierli!-, rispose il generale preoccupato. –E noi abbiamo tutto il tempo che ci serve. VUG, SUG, TUG, MUG!-, i fratelli tremarono: -co…comandi!-, -avete fatto quello che vi ho ordinato?-, chiese freddo il demone, -s…si! Abbiamo rapito i giovani guerrieri più forti del pianeta. Sono solo quattro, però. Pensavo fossero di più… Ah e abbiamo anche dei frammenti.-, -perfetto. HA HA HA HA tutto procede a meraviglia. Presto il pianeta ricorderà il terrore provato fino a quindici anni fa!-.
    Volammo per non so quanto tempo. Recuperammo migliaia di frammenti, ma ne mancavano ancora troppi per dirsi tranquilli. Girammo tutto il mondo in lungo e in largo, affrontando gli scagnozzi di Kokutaro che si mettevano contro di noi. Ne eliminammo parecchi. Dopo tre mesi, mancavano ormai pochi frammenti. Molti si trovavano nel deserto. Fu quella la nostra nuova meta. Atterrammo. Nel deserto era difficile trovare ciò che cercavamo, ma avevamo il radar e questo ci semplificò la vita. Poco lontano da la, in quello stesso momento, nuovi ordini venivano impartiti ai generali dell’ apocalisse: - Ghizamaluk! Ti ordino di liberarti di quei quattro mocciosi! La sabbia ti permetterà di nasconderti, distruggili!-, il mostro, che non parlava, annui con un sibilo e si nascose tra le sabbie. –Non parla, ma è uno dei migliori. Non mi deluderà. E se dovesse fallire, allora farò un discorso che costringerà quei mocciosi ad arrendersi e a consegnarmi i frammenti!-. Non sapevo ancora quello che avremmo dovuto affrontare. Pensavo che l’ unica difficoltà sarebbe stata trovare i frammenti in quella distesa immensa di sabbia. Purtroppo mi sbagliavo. Ancora non sapevamo dei piani di Kokutaro e dell’ esistenza dei generali dell’ apocalisse. Ma soprattutto, non sapevamo che li si trovava la regia del deserto: una delle principali residenze del principe dell’ oscurità.

    Capitolo 11
    GHIZAMALUK

    Passamo un intero pomeriggio a cercare frammenti. Ne trovammo molti. La sera, costruimmo una tenda dove potemmo riposare. Alle quattro di notte, mi svegliai. Mi guardai intorno. Tutti dormivano, anzi. Quasi tutti! Yuki non era nel suo letto. Preoccupato, uscì dalla tenda. La vidi seduta, a fissare la luna. In mano aveva una sigaretta mezza finita. Non l’ avevo mai vista fumare! Mi avvicinai. Lei mi sorrise. Le chiesi che ci faceva alzata a quell’ ora: -Stò male.-, rispose triste. –Ho paura per me e Erik. Sai, non è un viaggio semplice! Dovremmo affrontare nemici molto forti e andare in zone pericolose. E se lui dovesse…- e si interruppe. Io feci segno di aver capito: -non potrei continuare a vivere senza di lui. No, non posso!- e cominciò a piangere. Non sapevo che fare e che dire. Era distrutta. Mi commosse vederla così. Gettai la sigaretta dalle sue mani. –Non ti preoccupare. Andrà tutto bene-. Sapevo che erano parole comuni, quelle che si dicono sempre in queste situazioni, ma non mi venivano altre parole. –Non siete soli. Ci siamo anche io e Marin. Siamo in quattro. Nessuno può eliminarci! Se vogliono distruggerci, devono ucciderci insieme!-. Erano le prime parole che mi erano venute in mente, ma sembrava che avessero fatto effetto su di lei. Sorrise e smise di piangere. –Grazie-, mi disse e tornò nella tenda. Io restai sveglio. Non avevo più sonno, e decisi di ascoltare un po’ di musica. La musica è una compagna formidabile. Ascoltai nemmeno metà della prima canzone prima di sprofondare in un sonno ristoratore. La mattina mi svegliai con delle strane vibrazioni! Guardai l’ ora: le sei! Mi alzai di scatto. I miei amici erano già alzati e preoccupati. Chiesi loro che cosa erano quelle vibrazioni: -Un mostro in avvicinamento-, rispose Erik. Già, dimenticavo che aveva poteri paranormali… Mi alzai e presi anch’ io la spada, nonostante ero assonnato. Le vibrazioni si facevano più intense e vicine. Stava arrivando. No, non era un semplice mostro del deserto. Era qualcosa di più grande e potente. Mi chiedevo che potesse essere. La risposta la ebbi subito. Le vibrazioni si fermarono. Calma piatta! Il mostro era fermo. Ci vollero pochi secondi prima che davanti a noi si mostrasse uno degli spettacoli più terrorizzanti del viaggio! Davanti a noi si alzò l’ inquietante figura di Ghizamaluk, il guardiano di Burmesia, l’ antica città distrutta durante la guerra dei maghi neri, a causa della regina Bhrane. Lo stupore e il terrore colpì tutti e quattro, anche se lo sguardo di Marin era freddo come il ghiaccio! Avevo capito che ormai non sarebbe stata più se stessa, e quella che abbiamo conosciuto era un'altra Marin. Non capivamo perché! Quel mostro era morto anni e anni fa! Che ci faceva ancora vivo davanti ai nostri occhi? Non parlava. Era ancora presto per scoprire che ci trovavamo di fronte a uno dei più grandi miracoli dell’ oscurità! Il mostro non perse tempo e attaccò immediatamente. Scansammo tutti l’ attacco. Erik si asciugò la fronte e preparò un violento attacco. Colpi Ghizamaluk in pieno, ma il mostro volteggiava ancora sopra la sabbia. Sembrava che il colpo non gli avesse fatto effetto. Attaccai anche io. Niente. Il colpo fu anch’ esso violento, ma niente! Non l’ avevamo danneggiato abbastanza! Yuki scagliò contro di lui un fulmine che lo colpì in pieno. ANCORA NIENTE! Sembrava assorbire i colpi. Marin non attaccò. I suoi occhi erano ancora di ghiaccio e il suo sguardo faceva paura! Attaccò di nuovo Ghizamaluk. Con una violenta codata, sbattè tutti a terra. Ci rialzammo bene o male tutti. Fortunatamente nessuno era ferito gravemente. Erik si concentrò. Mi fece segno di andare io. Attaccai. Niente. Ancora vivo, sano e senza graffi! Aveva la scorza molto dura!. Erik fece segno anche a Yuki. Lei optò per una magia di cura. Alzò le mani al cielo e una pioggia rinfrescante curò le ferite provocate dal colpo di coda. Erik fece segno anche a Marin. Niente! Era immobile a fissare il mostro con un’ aria veramente paurosa. Erik non apprezzò molto quel fatto e decise di attaccare. Durante l’ attesa aveva caricato il suo potere al massimo. Attaccò con una potenza, una rapidità e una precisione unici! Non avevo mai visto un colpo così! Ghizamaluk barcollò! Si! Il colpo era stato troppo violento anche per lui! Mentre il mostro era stordito, Erik si rivolse verso Marin: -CHE STAI FACENDO! NON VEDI CHE SIAMO IN DIFFICOLTA’? AIUTACI!!!-. Non rispose. Continuava a guardare fissa Ghizamaluk. A un tratto, un bagliore illuminò il suo corpo. Una tremenda aura di odio, ira, rabbia, rancore circondò la ragazza. Gli occhi divennero rossi. I capelli si agitarono tutti. No! Non poteva essere! Stava entrando in trance!!! La trance è uno stato dell’ uomo nel quale la forza viene triplicata se non quadruplicata. Si entra in trance quando si accumula una rabbia immensa verso qualcuno. E’ uno stato raro, rarissimo. Difficile da raggiungere. Eppure lei c’ era riuscita! Avvicinò le mani. Le estese con i palmi verso Ghizamaluk. Una tremenda onda di puro odio uscì dai palmi di Marin. Il colpo andò a segno! Ghizamaluk barcollò tremendamente! Cadde a terra. Non si mosse. Il corpo inanime iniziò piano piano a scomparire nel nulla. Era finita. L’ avevamo distrutto! Erik abbassò la testa e guardò Marin con un aria mista di paura, stupore e anche rabbia: -non ci credo…non è possibile…tu…tu se entrata in trance, te ne rendi conto???-, lei non rispose. Dopo quell’ onda era tornata la Marin di prima. –non puoi capire. Tu e tu e tu!-, ci indicò col dito, -NON POTETE CAPIRE COSA SI PROVA A PERDERE I GENITORI! IO LI HO PERSI E SO’ IO QUELLO CHE STO’ PROVANDO IN QUESTO MOMENTO!-. Erik restò sorpreso da quello scatto e cercò di calmarla: -scusa, scusa. Capisco che è una cosa tragica. Ti chiedo scusa. Io volevo solo sapere perché non hai usato gli esper!-, lei lo guardò con la solita aria fredda. Cominciò a piangere. Fu l’ ultima volta che la vidi piangere. –Tu non puoi capire come mi sento. Tutti dicono che la mia è una fortuna. Tutti dicono che sono benedetta dal cielo. NO! LA MIA E’ UNA MALEDIZIONE! IO MI SENTO MALEDETTA AD AVERE QUESTO POTERE! NON SAPETE QUANTO DAREI A CHI MI LIBERA DA QUESTA MALEDIZIONE!-. Incredibile! Io avrei pagato miliardi per evocare un esper, e lei pagherebbe per non poterli evocare più! Non ha mai spiegato perché si sentiva maledetta. E’ un mistero tutt’ ora irrisolto. Continuò: -In più gli esper non sono stati in grado di aiutare i miei genitori. Sono grata a tutti loro per averci aiutato, ma nello steso tempo li odio! Per questo non chiederò più il loro aiuto. Così staranno tranquilli e in più non mi fido di loro.-, quando disse questo io la capivo sempre di meno. La morte dei genitori e del fratello aveva danneggiato una buona parte di lei. In futuro, questo danno si rimarginerà piano piano. –Comunque, abbiamo bisogno di loro. Credo che dalla prossima volta li rievocherò, ma solo fino alla fine del nostro viaggio! E’ anche l’ ultima cosa che mi hanno detto…-. Smise di piangere. Erik la abbracciò e io e Yuki lo imitammo e Marin sembrò apprezzare il nostro gesto. –Pensiamo alla missione, ora. Sul radar compare un cumulo di frammenti. Ho paura che troveremo il nemico. Prendiamo tutto e andiamo…-, non arrivò a completare la frase, che un tuono fece scuotere la terra! Il cielo ci oscurò e una risata venne dal nulla. Guardammo in alto e vidimo un gigantesco occhio che ci osservava! –Finalmente ci incontriamo, mocciosi!-, Marin fremette. Cominciò a tremare e a mostrare segni di inquietudine. Aveva riconosciuto la voce dell’ assassino dei suoi genitori: Kokutaro. Quell’ occhio ci fissava con uno sguardo che incuteva paura! Nessuno riuscì a parlare. –Paura? HA HA HA HA, come mai? Sono così brutto? Pfui, mocciosi. Parliamo di cose serie. Voi siete un pericolo per i miei piani! Dovrò sbarazzarmi di voi al più presto!-.

    Capitolo 12
    I PIANI DI KOKUTARO

    Quella voce fredda metteva paura. Restammo immobili a vedere quell’ occhio fluttuante e ad ascoltare le minacce del demone: -Pultroppo per ora non posso finirvi personalmente. Dovrò aspettare ancora un po’ di tempo. Vi rivelerò comunque i miei piani. Avete affrontato Ghizamaluk, il guardiano. Sorpresi? Immagino di si. Bene, vi avviso che i miei scagnozzi stanno aprendo le porte dell’ inferno, liberando tutti i vecchi guerrieri dell’ oscurità! Non solo i più forti, ma anche tutti i mostri che hanno popolato il pianeta fino a oggi! In una parola, sto creando un esercito immenso! Nessuno riuscirà a fermarlo quando sarà completo! Nemmeno voi! Ha ha ha ha ha ha ha ha ha! E se solo ci proverete…AVRETE IL PIACERE DI PROVARE IL PURO DOLORE! HA HA HA HA HA HA! ADDIO!-, e scomparì. Quelle parole fecero tremare tutti! L’ unica impassibile era, come al solito, Marin. Aveva già sfogato tutta la sua ira contro Ghizamaluk, e immaginai che stava cercando di riacquistarla dopo quel discorso. Per quanto riguarda noi tre, per la prima volta vidi Erik veramente impaurito! Sembrava che quel discorso gli avesse tolto tutta la voglia di continuare quel viaggio, sembrava volesse tornare. Yuki era vicina al pianto. Ricordavo ancora le parole di ieri sera e capì che era proprio per questo che la poverina stava iniziando a piangere. Per quanto mi riguarda, io ero scioccato e impaurito: il piano di Kokutaro era infernale! Le creature che popolavano questo mondo erano miliardi! Certo, molte erano deboli e non avrebbero fatto parte dell’ esercito, ma il resto era sempre una grande quantità di mostri da livelli medi-alti a livelli altissimi di forza! Sarebbe stata un’ impresa sconfiggerli se avessero attaccato tutti in una volta! Dopo qualche minuto, ci riprendemmo tutti. Erik cominciò a parlare: -abbiamo sentito tutti quella tremenda voce, quei tremendi piani, quel tremendo essere! Io credo che chiunque sentisse questo avvertimento, lascerebbe perdere tutto. NO! IO NO! Io sono il custode del sigillo! Non posso permettere che il male torni in questo mondo! Io combatterò! Però, non posso permettere che qualcuno di voi muoia a causa mia. Se volete ritirarvi, fate pure. Non vi addosserò nessuna colpa, anzi. Vi dirò grazie per avermi tolto questa responsabilità. Chi è con me, metta la mano sopra la mia.- e allungò la mano. Yuki non esitò un istante e con le lacrime agli occhi, mise la sua mano sopra quella di Erik. Le sorrise. Lei pianse. Io ci pensai un istante. Ero arrivato fino a lì, tornare indietro significava scappare. Lasciare quegli amici e dare una mano all’ oscurità. Misi anche io la mano. Marin iniziò a parlare: -questo viaggio mi porterà ad affrontare l’ assassino dei miei genitori. Questo viaggio mi costringerà a usare esseri di cui non mi fido. Questo viaggio è l’ ultima cosa che mi hanno chiesto mamma e papà. Questo viaggio può salvare il mondo!-, e mise la mano anche lei. Erik ci guardò tutti e, commosso, disse: -grazie-. Partimmo subito per la nuova destinazione. Palidor venne a prenderci e ci accompagnò in un immenso castello sperduto in mezzo al deserto. I frammenti erano lì. Io ricordai di aver letto qualcosa riguardo ad una reggia del deserto: era di proprietà di Kuja, uno dei più grandi guerrieri dell’ oscurità, e dopo la sua morte andò in mano a Kokutaro durante il regno del triumvirato. Non l’ avevo mai vista! Era immensa e il portone era più grande di tutti e quattro messi insieme. –Di sicuro, non dobbiamo entrare da qui-, disse Erik. Usò di nuovo il suo potere per cercare una seconda entrata. Aspettammo parecchio e lui era molto concentrato. –CI SIAMO!-, gridò. Indicò una piccola zona piena di sabbia e si precipitò lì. Era poco lontano dal portone principale. Spazzò via la sabbia e vide una botola. L’ aprimmo ed entrammo nel castello. Ci trovavamo in un lungo corridoio e cominciammo a camminare. Molti nemici si presentarono davanti a noi, ma riuscimmo a sconfiggerli tutti, uno dopo l’ altro. Arrivammo davanti una porta. Tesi l’ orecchio e non sentì nulla. Ci guardammo tutti negli occhi e capì che avevano tutti la mia stessa idea. Con dei colpi ben assestati, sfondammo la porta e ai nostri occhi si presentò uno spettacolo orribile: un mucchio di celle, tutte piene di scheletri e ossa, si trovavano sui muri del corridoio. Camminammo piano, cercando di vedere se c’ era qualcuno ancora vivo, ma niente. Solo ossa. Verso la fine del corridoio, però, vidimo quattro celle nelle quali si trovavano quattro corpi coricati nei letti. Vicino ad essi, c’erano delle ciotole quasi vuote. Decidemmo di svegliarli per dare a quelle persone una mano. Cominciammo dalla prima. Lanciai sul letto un piccolo sasso per svegliare la persona, in modo da non fare rumori troppo forti. Rimasi di stucco quando riconobbi una mia amica che conobbi l’ anno prima, durante la scuola media. Lei mi riconobbe subito e saltò giù dal letto molto sorpresa. Era combinata malissimo

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    . Il suo nome era Hiroko, ed è una ragazza simpatica ma un po’ rozza. Aveva i capelli lunghissimi e tutti rovinati. I vestiti erano vecchi e faceva un po’ di puzza. Le chiesi che ci faceva qui: -qualche mese fa, dei mostri attaccarono la mia città, rapendo me, Hiroshy e Izumi-, rispose. Io rimasi sorpreso! Hiroshy e Izumi erano altre due ragazze che avevo conosciuto in quell’ occasione! Le dissi di continuare a raccontare. Disse: -Non c’è altro da dire. Ci hanno prese e portate qui dentro. E’ un mese che sto qui a soffrire! Non ne posso più!-, la rassicurai: -tranquilla, ci siamo qua noi. Ora vi tireremo fuori, poi vi spiegheremo che ci facciamo qua-. Svegliammo anche le altre due amiche. Dissi loro quello che avevo detto a Hiroko e mi precipitai nell’ ultima cella: -Conoscete chi dorme qui?- chiesi. Fecero segno di no: -Da quando è stata portata qui, non si è mai fatta vedere in viso. Abbiamo parlato, ma non ci ha mai voluto dire il nome-. Lanciai un sassolino. Si alzò di botto. Yuki si avvicinò e disse: -riconosco quei capelli…NO! KIRA!-, gridò. La ragazza si voltò di scatto, mostrando un viso a me conosciuto. Era una compagna di Yuki che avevo visto spesso. Anche Erik la riconobbe e la salutò premuroso. –Che ci fai qui, cla?-, chiese Yuki: -Sono stata rapita il giorno in cui Erik ha avuto l’ incidente. Non so chi mi abbia chiamata, ma mi dissero che Erik era in ospedale con te. Sono andata subito da voi e mi hanno rapita! Sinceramente, non so perché-. –PERCHE’ TU E LE ALTRE TUE AMICHE SIETE LE PIU’ FORTI RAGAZZE DEL MONDO!-. Ci rivolgemmo tutti all’ ingresso della prigione: Vug, Mug, Sug e Tug, ci stavano guardando e ridevano. –Forse non lo sapete, ma voi avete un potere nascosto immenso! E il nostro capo non vuole che questo si risvegli! Ad ogni modo, cosa ci fate voi quattro mocciosi qui dentro? Come ci siete arrivati?-, chiesero i mostri. –Non sono fatti vostri!-, gridò Erik, -e ora spiegateci perché avete fatto questo!-, aggiunse. –Molto semplice. Vedi, lord Kokutaro vuole-, -LO SO’, CONQUISTARE IL MONDO!-, gridò Erik, interrompendo Vug. –Bravo. E oltre a dirci di aprire le porte degli inferi, ci ha ordinato di rapire i più forti guerrieri bagnati dalla luce. In tutto il mondo, abbiamo trovato solo loro e le abbiamo rapite, tutto qui.-, disse calmo Sug. –Destino vuole che ora voi siate qui.- disse Mug. –così adesso avremo il piacere di eliminarvi tutti quanti!-. Non aspettavamo altro! Prendemmo subito le armi e loro si misero in posa di battaglia. –mmmmh, a pensarci bene però…-, disse Vug, -non abbiamo tutta questa voglia di combattere-, continuò Sug, -bhe, a questo punto, chiamiamo i piccoli?-, disse Tug, -certo! Così si sporcheranno loro le mani al posto nostro.-, concluse Mug. Allora tutti e quattro schioccarono le dita. Un enorme massa di mostri si presentò davanti ai nostri occhi! Di tutto, dai più semplici lupi assassini, ai rub rum dragon! Eravamo spacciati! –HA HA HA, sbaglio, o qualcuno ha già provato una sensazione simile?-, disse Vug guardandomi negli occhi. Capì a cosa si riferiva e digrignai i denti. Volevo colpirlo con tutta la mia forza, ma non potevo! Era circondato da mostri. In quello stesso momento Erik mi sussurrò qualcosa coi suoi poteri: -allora, non perdiamo tempo. Ray e Yuki, distraeteli. Io e Marin cercheremo di aprire le sbarre. Appena libereremo i prigionieri, fuggiamo da dove siamo venuti di corsa!-. Io e Yuki ci guardammo negli occhi. Partimmo all’ istante contro i lupi. Erik e Marin non persero tempo: -veloce, pensa a qualche esper che può aiutarci!-, disse Erik. Marin si concentrò: -Golem, vieni ad aiutarmi!-. Appena pronunciate quelle parole, l’ esper Golem venne vicino all’ evocatrice. –Apri queste quattro celle-, disse categorica e fredda Marin. Golem cominciò a forzare le sbarre. Nel frattempo, io e Yuki lottavamo contro mostri sempre più forti. Stavamo cominciando a incontrare difficoltà: -SVELTI! NON POSSIAMO RESISTERE A LUNGO!-, gridai. Erik ci guardò. Poi guardò Marin e Golem. Capì che non stava facendo niente di utile ne per lui, ne per noi. Allora gridò: -ARRIVO MALEDETTI BASTARDI!-, e con un gran colpo stese un paio di bestioni, che avevano solo la stazza ma nient’ altro. Nel frattempo Golem aveva liberato tutti. –QUI ABBIAMO FINITO!-, gridò Marin. –AL MIO TRE, ENTRIAMO NELLA PORTA DALLA QUALE SIAMO VENUTI!-, sussurrò nelle menti Erik. –Uno-, cominciammo a inquadrare la strada, -due-, alzammo le spade come per colpire, -TRE!!!-, in un istante, tutti posammo le armi e cominciammo a correre. –NO! INSEGUITELI, SCIOCCHI, INSEGUITELI!!!!-, gridarono i quattro fratelli, sorpresi da quella fuga. Avevamo appena superato la soglia della porta, che una valanga di mostri iniziò a inseguirci. In pochi attimi, arrivammo alle scale. Salirono per primi i prigionieri. I mostri erano lì. Poi Yuki. Ancora più vicini!. Marin. No! Stavano preparandosi ad attaccare! Erik mi fece segno di salire. Avrei voluto che salisse lui. Se gli fosse successo qualcosa, Yuki non avrebbe resistito. Però non era tempo di discutere. Salì più in fretta possibile. Erik salì sui primi gradini. Cominciò ad arrampicarsi, ma… una mano gli afferrò la gamba! Furono attimi di terrore! Un mostro umanoide lo tirava giù! Cominciammo a tirarlo su tutti insieme. Piano piano lo sottraemmo alle grinfie del mostro, ma lui cominciò a salire le scale seguito dagli altri. –SVELTA MARIN, PALIDOR!-, non se lo fece ripetere due volte. Subito il grande uccello scese su di noi, portandoci lontani da quell’ inferno! Capitolo 13 GLI ULTIMI PEZZI! Scendemmo in una piccola città lontana dal deserto. Ci fermammo alla locanda, dove le povere prigioniere si sistemarono e diventarono più presentabili. La sera, ci sedemmo in un tavolo e cominciammo a parlare. Raccontammo loro tutto ciò che era accaduto e i motivi del viaggio. Parlammo anche di Marin e, stranamente, non pianse. Anzi, rimase fredda e impassibile. Mi faceva anche paura.quella ragazza. Era dura continuare a vivere in quelle condizioni. Nonostante tutto, la serata passò. Andammo a dormire per riprenderci. La mia notte fù tormentata dagli incubi: vidi Kokutaro di fronte a me. Stava uccidendo tutti i miei amici. Poi vidi i genitori di Marin tornare in vita, ma non erano loro! Erano degli zombie senza anima che uccidevano tutti. Marin si mise davanti a loro e fù uccisa anche lei. Poi vidi la terra durante il secondo triumvirato, creato dopo la nostra sconfitta. Mi vidi ucciso da Vug! Mi svegliai! Erano le otto. Scesi e trovai tutti sotto a fare colazione. Mi accolsero tutti con un sorriso. Anche Marin sorrise, ma lo sguardo era sempre lo stesso. Ordinai la colazione e vidi che gli altri avevano già mangiato. Parlai loro dei miei incubi e loro dissero che avevano avuto visioni simili. Probabilmente era la vendetta di Kokutaro, lui era capace di fare ciò. A un tratto, Kira, Hiroshy, Hiroko e Izumi si alzarono: -ieri notte abbiamo discusso molto. Non so se vi farà piacere, ma abbiamo deciso di venire con voi.-, a quell’affermazione, restammo tutti sorpresi. Erik chiese come mai avevano deciso senza avere avuto l’ offerta: -semplice. Primo, siamo state rapite e trattate male da Kokutaro e dai suoi scagnozzi, quindi ci dobbiamo vendicare. Secondo, perché siamo state rapite proprio perché siamo forti e possiamo aiutarvi. Terzo, perché ci avete salvato e dobbiamo ricambiare. Vi bastano come motivi?-, Erik annuì sorridente e disse: -forse lo sapete già, ma sarà un viaggio pericoloso! Non so se torneremo vivi e se riusciremo a evitare il ritorno di Kokutaro. Comunque, benvenute nel clan.-. Tutti fummo felici di avere quattro nuovi alleati per combattere il male. Il giorno prima, dopo l’ evasione… -BUONI A NULLA! AVEVATE AGITO BENE FINO A OGGI, E VI SIETE FATTI FREGARE COME QUATTRO IMBECILLI!-, Kokutaro era davvero arrabbiato. I quattro fratelli tremavano e non avevano parole per scusarsi: -ORA MI AVETE MESSO NEI GUAI! QUATTRO MOCCIOSI SAREBBERO STATI FACILI DA ELIMINARE, ORA CE NE SONO OTTO! E SE NON INTERVERRO’ IO, NON POTRETE MAI DISTRUGGERLI! GRRRRAAAARRRR!!!-, era veramente furioso. Sapeva che noi eravamo forti e che avremmo potuto essere un serio ostacolo per la sua ascesa: -QUESTO ERRORE VI COSTERA’ CARO!!!-, gridò minacciosamente. All’ improvviso l’ occhio apparve nel luogo dove si trovavano i fratelli. Un raggio colpì in pieno Mug, che, davanti agli occhi terrorizzati degli altri, fu disintegrato! –Al prossimo errore, ci sarà un’ altra vittima! Cercate di non deludermi più. Cambiando discorso, ora vi darò un ordine. La mia rinascita è vicina, se non fosse per quei frammenti che hanno i mocciosi. Prendete tutti i frammenti che avete raccolto e portateli nel mio castello principale. YAKRA!-, il generale fece segno di esserci: -Tu avrai un altro ordine. Ci sono pochi frammenti in giro. Dividi le tue truppe in due parti: una parte verrà con te a raccogliere i frammenti, una parte andrà al castello a difenderlo-. Yakra obbedì: una parte del suo esercito tornò indietro, l’ altra parte continuò la ricerca, capeggiati dal perfido mostro. -Per fortuna posso contare in alcuni sottoposti più bravi. Se tutto andrà come previsto, tutti i frammenti arriveranno al castello fra pochi giorni. E poi, basterà eliminare i mocciosi! HA HA HA HA HA!-. Passarono altre due settimane piene di combattimenti per i frammenti mancanti. Affrontammo molto spesso gli uomini di Yakra, ma non lo affrontammo mai personalmente. Un giorno, vidimo un solo frammento isolato nel radar! Lo raggiungemmo subito. Arrivati sul posto, una vecchia discarica, cominciammo a cercare emozionantissimi. Fu il frammento più difficile da recuperare. Non per la sua posizione, ma per quello che ci fu per averlo! Infatti, nell’ istante in cui ci avvicinammo ad esso, sentimmo una voce: -FERMI!-, ci voltammo. Un esercito di mostri, guidati da Yakra, ci puntava le armi. Era la prima volta che vedevamo quel mostro. –he he he he, i piani del padrone vanno in porto, anche se non aveva previsto questo!-, eravamo circondati ma non avevo paura. Non so perché, forse l’ abitudine a trovarmi nei guai mi aveva diminuito la paura, forse sapevo che ci saremmo salvati, non so. Guardai Erik. Sorrideva. Guardai Marin. Era concentrata. Capì. A un tratto, una enorme buca si aprì sotto i piedi di Yakra e del suo esercito! –HA HA, ve l’ abbiamo fatta! Bravissima Marin!-, gridò Erik. Marin sorrise freddamente. –Sterrato, puoi andare. Palidor! Vieni a prenderci!-. Marin aveva evocato il serpente Sterrato, uno dei più grandi esper. Questo serpente vive sotto terra e apre immense buche. Mentre volavamo via, vidi Yakra gridare qualcosa. Intuì che disse: -ci vedremo al castello, dannati! E vedremo lì chi sarà l’ ultimo a ridere!-. Andammo in una locanda lì vicino e, riuniti tutti in una stanza, guardammo di nuovo il radar: C’ erano due grandi concentrazioni di frammenti: una eravamo noi, l’ altra, perfettamente uguale, si trovava lontano. –Credo che siamo vicini alla fine. Lì ci sono metà dei frammenti. Noi abbiamo l’ altra metà. Dobbiamo assolutamente andare lì e prendere tutti i pezzi. Poi li terremo noi e andremo a chiudere quella maledetta porta infernale! Partiamo domani. Ora pensiamo solo a riposare-. Fummo tutti d’ accordo con l’ idea di Erik. Eravamo stanchi morti e domani ci avrebbe aspettato una delle più dure battaglie. Capitolo 14 NEL CASTELLO Partimmo molto presto, in groppa a Palidor. Il castello si trovava in una vecchia foresta, distrutta a causa delle onde maligne diffuse dal castello. Il castello aveva un’ aspetto tetro e pauroso. Non sembrava esserci anima viva. Eravamo impauriti. Arrivammo all’ ingresso del castello. La porta si aprì da sola… entrammo. Non c’era nessuno. A un tratto, la gelida voce di Kokutaro risuonò nell’ aria: -capisco. Vedo che non vi arrendete!-, -NON CI ARRENDEREMO MAI, DEMONE! NE TU NE NESSUN ALTRO CI FERMERETE!-, gridò Erik. –Il gattino ha uscito le unghia! Vediamo se sono abbastanza affilate! HA HA HA HA HA HA!-, a un tratto, una parete cominciò ad alzarsi: -e ora, vi presento il mio esercito!-, una stanza enorme piena di mostri! Molti di essi erano bassi e piccoli ma una buona parte facevano veramente paura! Restammo sorpresi e impauriti: -ha ha, non preoccupatevi. Non dovrete affrontarli. NON CI ARRIVERETE!-, gridò una voce familiare. Yakra! Il generale era uscito da quella stanza e si era piazzato davanti a noi.-Mi avete ridicolizzato! Io, il grande Yakra, dentro una buca! Ha ha ha ha, è stata la prima e unica volta che mi avete coperto di ridicolo. Ultima, perché non ci vedremo mai più! ANDATE ALL’ INFERNO!-. –Ray, Yuki, Izumi, andiamo!-, disse Erik, -Facciamo vedere a questo mostro che le nostre unghia fanno male!-, e sfoderò la spada. Io lo imitai e Izumi uscì le sue armi da fuoco. Attaccai io per primo. La battaglia fu molto lunga e difficile! Yakra era veramente un avversario fortissimo! Ricevette moltissimi colpi e sembrava che non li sentisse nemmeno! La sua forza di attacco, poi, era veramente alta. Più volte noi quattro rischiammo di cadere sotto i suoi violenti attacchi missilistici o i suoi attacchi fisici. Ad un certo punto, riuscì a stendere Izumi in un solo colpo! Marin prese subito il suo posto, mentre noi continuavamo a lottare lanciando magie e colpendo il nemico con le nostre armi. Yakra aveva un sorriso beffardo stampato sul volto dall’ inizio del combattimento e solo Marin riuscì a farglielo passare. Appena fu il suo turno gridò: –Vieni BAHAMUT!-. Una cosa impressionante! Il grande re dei draghi scese ad aiutarci e lanciò un raggio di luce dalla sua bocca che colpì Yakra. Il generale cadde a terra, ma si rialzò anche se a fatica. Non aveva più quel sorrisetto beffardo, ma era ancora in grado di poterci eliminare tutti se Marin non invocasse più esper! Con un’ aria di sfida, guardò la giovane evocatrice e disse: -ti credi davvero tanto forte? No, non lo sei! Senza esper non sei niente, e te lo dimostrerò subito!!!-. Si preparò ad attaccare Marin, ma io e Erik avevamo avuto un’ idea per un nuovo e micidiale colpo! Attaccammo insieme il mostro con movimenti sincronizzati, anche se opposti. Era come se uno specchio riflettesse l’ immagine di uno di noi; così agiva l’ altro. Colpimmo Yakra nello stesso punto, contemporaneamente. La violenza e la forza del colpo, stesero il mostro e fu Yuki a dargli il colpo di grazia, con una palla di fuoco che uscì dalle sue mani. –NOOOOOOOO!!!! NON E’ POSSIBILE! IO, YAKRA, SCONFITTO DA DEI MOCCIOSI! NO! NNNNOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!-, disse infuriato! Ma la rabbia non gli impedì di fare la fine di tutti gli altri: scomparire nel nulla.

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    Capitolo 15
    IL SECONDO KAOS

    Alla morte del loro generale, l’ esercito cominciò a impazzire: i mostri lottarono tra di loro eliminandosi a vicenda. Noi eravamo stupiti da quella scena. Probabilmente le loro menti erano collegate a quella di Yakra che li teneva ordinati e calmi come esseri umani intelligenti. Kokutaro non si fece sentire, ma sapevamo che la morte di Yakra era stato un colpo duro per la sua rinascita. Probabilmente in quel momento stava impartendo ordini al resto del suo esercito per cercare di mandare rinforzi. Per fortuna non arrivò nessuno e continuammo e osservare quei mostri scannarsi selvaggiamente. Preferimmo non avvicinarci per non rischiare di interrompere quella carneficina. Dopo qualche minuto, restavano pochissimi mostri: si potevano praticamente contare sulle dita delle mani. Quando restarono solo due mostri che duellavano tra di loro, si aprì una voragine sotto di loro e vi sprofondarono. Dopo pochi istanti, uno scheletro con una corona e un mantello si presentò di fronte a noi, uscendo da quella buca. Era molto alto e robusto, con due lame al posto delle mani. Ci squadrò per bene e parlò. La sua voce era gelida: -voi siete i mocciosi che stanno mettendo i bastoni tra le ruote a lord Kokutaro? Vi credevo più grandi! Io sono Lich, il Kaos della terra. Mi chiedo come avete fatto a sconfiggere Kari. Certo non era fortissima, ma era un Kaos. Comunque, sono qui per ordine di Kokutaro: devo distruggervi!-. A quelle parole, sfoderammo tutti le nostre armi. –HA HA HA, ridicoli. Credete davvero di riuscire a battermi? IO SONO UNO DEI PIU’ FORTI KAOS! SONO INVINCIBILE!-. Ci attaccò subito con quelle spade affilatissime. Colpì Erik per primo. Lo colpì nel braccio che cominciò a sanguinare molto forte. –Ha ha ha, debolucci!-, disse il Kaos. Erik lo guardò inviperito e, tenendosi il braccio, disse: -Ray, Hiroshy, Marin! Con me! Ray, quello che sai!-, lo guardai e annuì. Lich fu l’ avversario più potente che affrontammo prima del super-Kaos! Ci mise veramente alle strette! Sconfisse in tempo di niente Marin e Hiroshy con le sue potentissime lame, e i colpi che riceveva sembravano non fargli nemmeno il solletico! Sorrideva ironico, rideva, aveva uno sguardo da paura! La prima a cadere fu Marin, sostituita da Yuki. Anche la maga provò in tutti i modi a ferirlo o a danneggiarlo, ma niente! Hiroshy cadde subito dopo e fu sostituita da Izumi. La poverina provò tutti i proiettili che aveva, ma niente! Non riuscivamo nemmeno a scalfirlo! Attaccava con una violenza unica e anche io mi vidi sconfitto. Per fortuna Yuki era li, pronta a curare le nostre ferite con la sua magia bianca. La lotta si stava protraendo veramente a lungo. Oltre ai suoi artigli, aveva anche la forza della terra dalla sua parte, e riuscì a far cadere anche Izumi. Kira prese subito il suo posto, ma fu inutile. Lich era troppo forte! Nemmeno Erik riuscì a resistere a lungo. Fu sconfitto da un potentissimo terremoto generato dal Kaos. Hiroko entrò in gioco e disse allarmata: -siamo nei guai! Non abbiamo più possibilità! Siamo rimasti solo noi quattro!-, Lich iniziò a ridere veramente forte: -HA HA HA HA, SCIOCCHI! Ve l’ ho detto: SONO INVINCIBILE! NON POSSO MORIRE! SONO GIA’ MORTO!-. Tutt’ ora penso che siamo stati aiutati dal destino. Se non avesse mai detto quella frase, saremo stati distrutti da quell’ essere. Yuki ebbe un lampo. Si rivolse a tutti e ci sorrise. Poi si rivolse a Lich: -capisco. Quindi sei già morto. Mmmh, quindi non puoi morire più. E SE TI FACESSI TORNARE IN VITA? Si che bella idea! Così forse diverresti buono!-, a quelle parole, Lich sussultò. Iniziò a tremare. Mai, durante il combattimento lo vidi così spaventato! Vidi Yuki molto allegra. Con un sorrisetto ironico, cominciò a dire una formula. Una pioggia curativa cadde su Lich. Fu un istante. Cominciò a disintegrarsi a poco a poco. –N…N…NO! NO…NON E’ POSS…POSSIBILE! NNNNNNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!- e sparì del tutto. La terra tremò. Aveva perso il suo Kaos. Ci buttammo a terra esausti e stanchi e, senza pensare che poteva essere pericoloso, ci addormentammo tranquilli e sereni.

    Capitolo 16
    ONIKARCA!

    Ci svegliammo ancora vivi. I miei amici erano tutti in piedi, anche chi era stato ferito dal Kaos. Ero contento che nessuno era morto. Che eravamo tutti ancora insieme. Erik fu il primo a parlare: -Ora non ci resta che trovare i frammenti. Non dovremmo trovare ostacoli, credo.- e ci incamminammo dentro la stanza dei mostri.
    Nel frattempo…
    -INCREDIBILE! QUATTRO PICCOLI MOCCIOSI STANNO RIUSCENDO A IMPEDIRE LA MIA RINASCITA! ONIKAGE, ARCA!-, i due generali risposero pronti: -COMANDI!-, -Mi siete rimasti solo voi! Fategli raccogliere i frammenti mancanti e aspettali all’ uscita. Lì attaccateli! NON LASCIATE NEMMENO UNO DI LORO IN VITA!-, Kokutaro era preoccupato. Sapeva che rappresentavamo un serio pericolo per la sua rinascita. Avevamo sconfitto due generali e due Kaos, oltre a tutti gli scagnozzi che aveva liberato dagli inferi. –Se dovessero riuscire a raccogliere tutti i frammenti, non riuscirei mai a liberarmi! Devono essere distrutti! GUAI A VOI SE FALLITE!-, i due generali annuirono in segno di aver capito e partirono. –Maledetti! Mai ho vissuto attimi d’ ansia come questi! MAI NESSUNO ERA RIUSCITO A PREOCCUPARMI!!! QUANDO USCIRO’ DA QUI’, SE DOVESSERO SOPRAVVIVERE, PROVERANNO IL VERO TERRORE!!!-.
    Durante questi sfoghi d’ ira, il cielo si era rannuvolato ancora di più. Violenti tuoni si sentivano in sottofondo ma non pioveva ancora. Cercammo in lungo e in largo per tutto il castello. Fu Kira a trovare i frammenti perduti. Ci chiamò felicissima da quella che sembrava la stanza di Kokutaro. Trovammo lì dentro decine di quadri macabri, che rappresentavano interi stermini. In molti di essi vi erano raffigurati, come generali, i tre triumviri del terrore: Kokutaro, Cort e Melzas. Se mai Kokutaro fosse tornato, non avrebbe resistito alla tentazione di far tornare in vita i suoi vecchi compagni. Sarebbe stata la fine! Il triumvirato avrebbe distrutto il mondo per la seconda e, forse, definitiva volta. Dovevamo impedirlo e in quel momento avevamo la possibilità di farlo. Prendemmo in fretta tutti i frammenti e scappamo via. Uscimmo da dove eravamo entrati. Marin aveva evocato Palidor, ma… qualcosa impedì al mitico uccello di raggiungerci. Ci guardammo intorno. Una voce venne dall’ oscurità, gli facevano eco i lampi: -così voi siete gli assassini di Yakra. Otto piccoli esseri deboli! Bha, fortuna! Non saprei come definirla. Mi presento, sono Onikage. Forse mi conoscete già…-, avevo già sentito e visto quella figura inquietante e quel nome. Fu un nemico dell’ impero Cinese anni fa, catturando la figlia dell’ imperatore per conto di un re delle tenebre. Era famoso per la sua forza. –Ci sarebbe un’ altro ospite da presentare, ma non ce ne sarà bisogno. BASTO IO PER SISTEMARVI, MOCCIOSI!-, e si mise in una strana posa. –Ray, Kira e Marin! Con me!-, gridò Erik sfoderando la spada. Io feci altrettanto, mentre Kira uscì il suo arco. Attaccammo io e Erik con il colpo X. Lo prendemmo in pieno petto. Sembrò accusare pesantemente il colpo e ci guardò stupito. –Non mi aspettavo una simile cosa! Ora capisco come avete fatto a eliminare tutti!-. Fu il turno di Kira che lanciò al nemico una freccia in pieno cuore. Con un gesto raccapricciante, il nostro avversario estrasse la freccia dal suo corpo sanguinante! Poi attaccò Marin, invocando di nuovo il re dei draghi Bahamut. Nonostante fu colpito in pieno, Onikage non diede segno di essere nei guai. –Mmmmh. Certo. Ora tutto quadra. HA HA HA, continuando così, forse mi sconfiggereste. HA HA HA! Ora è il momento di presentare il secondo ospite. ARKA!-, un gigantesco robot uscì dall’ oscurità. Non parlava, ma si capiva che era piuttosto irritato. Mi ricordavo di lui. Ha una storia particolare: era un esper. Uno dei più forti. Un giorno, durante una battaglia con un mostro, questo gli disse che era veramente forte ed era sprecato dalla parte della luce. Quelle parole bastarono per scagliare Arka contro i suoi stessi evocatori, che riuscirono a sopravvivere. Fu ucciso da Gidan anni dopo, in una città perduta, dove era stato messo di guardia ad un sigillo. Ora era qui, davanti a noi. La situazione era più complessa! –ha ha, non vi preoccupate. Potete sconfiggerci senza problemi. Per questo ho organizzato un bel giochino da fare insieme! Ora io e il mio amico, vi mostreremo una cosa interessante! Pronto?-, e guardò Arka con un ghigno. Il robot abbassò la testa e si allontanò. NO! STAVANO PROVANDO LA FUSIONE! Una tecnica particolare e terribile, che unisce due corpi in uno, triplicando la potenza di ogni lottatore! Eravamo paralizzati dal terrore! Non sapevamo che fare! Intanto i passi stavano venendo eseguiti con perfezione e precisione assoluta! Ci guardammo negli occhi! Io ero pietrificato, non avevo la forza di muovermi. Potevamo solo sperare in un loro errore. Si toccarono! NO! Era andato tutto troppo bene! Erano riusciti a unirsi! Eravamo perduti! –che ne dite? Vi piace? CI SIAMO ALLENATI UN SACCO NELL’ ALTRO MONDO HA HA HA! VEDIAMO COME VE LA CAVERETE ORA!!!-. Il risultato fu un enorme robot senza particolari umani. Aveva braccia e gambe enormi e in volto ci mostrava un sorriso soddisfatto. –Be…bene, non facciamoci intimorire. Lo…lo batteremo…-, disse Erik. Era inutile cercare di nasconderlo: aveva paura! Non avemmo nemmeno il tempo di provare a colpirlo: ci rivolse le due braccia che divennero due cannoni potentissimi. Partì un raggio luminosissimo che ci colpì tutti e otto. Cademmo a terra. Eravamo ancora coscienti e vivi, ma stremati. –HA HA HA, ho deciso di non seguire completamente gli ordini di Kokutaro. E credo che gli farà piacere. Ho deciso di lasciarvi sistemare da lui in persona! E ora, se favorite i frammenti…-, e si avvicinò a Erik. Il mio amico cercò di alzarsi per lottare, ma non ci riusciva. L’ enorme mano gli strappò i sacchetti dalla cintura e ne mise uno in ogni mano. Poi la fusione si sciolse volutamente. In quel momento, vidi una cosa nella mia testa: uno dei due morto! I frammenti distrutti per sempre! Kokutaro imprigionato per l’ eternità! La mia tomba! Il mio potere concentrato in un istante! L’ autodistruzione! Capì che era l’ ultima cosa che potevo fare! Chiamai tutti e iniziai a parlare: -ragazzi, ho avuto un’ idea. Però ho bisogno di due favori: primo, fate perdere tempo a quei due, non li fate andare subito. Secondo, chi è il nemico che sconfiggereste più facilmente dei due?-, a questa domanda, i miei amici mi guardarono strano. Volevano sapere quali erano le mie intenzioni. Non risposi. Riformulai la domanda. Mi risposero insieme contemporaneamente: -Arka-. Li guardai. Annuì. Sorrisi.

    Capitolo 17
    ANCORA UNA SPERANZA

    Cominciai a piangere. Loro non capirono perché e mi guardavano straniti. Mi alzai con le mie ultime forze e dissi loro: -distraeteli. NON FATELI FUGGIRE! E’ giunto il momento che faccia qualcosa di serio e importante per l’ umanità. Addio.-, capirono. Cominciarono a urlarmi di smetterla, di finirla di dire cretinate. Io sorrisi con le lacrime agli occhi. Il mio sguardo fece capire loro che non ero interessato a lasciare perdere. Dissi solo: -è meglio così. Ora fermateli, bloccateli!-. Qualcuno cominciò a piangere. Non seppi capire chi, ma qualcuno lacrimò. Cominciai a concentrare la mia energia. I miei amici iniziarono a parlare con i due mostri: -dove andate maledetti? Affrontateci! Forza, attaccateci uno alla volta! Conigli!-. I due ridevano come pazzi. Erano risate ironiche, per prenderli in giro. –Avanti, conigli!-, continuarono a gridare. Io sentivo la mia energia crescere, crescere, sempre di più. Sapevo che stava per giungere la mia ora. Sapevo che stavo per salutare questo mondo infame, che mi diede solo sofferenza! Vidi tutta la mia vita passarmi davanti. I miei amici, i miei parenti, tutte le persone che vidi da quando nacqui. Iniziai a piangere forte. Questo aumentò la mia ira. Raggiunsi un’ energia formidabile! Fuori da ogni limite! –ONIKAGE!-, gridai. Il ninja mi guardò. Notai un’ espressione strana, non capì se era sorpreso o spaventato. Non rise. –SE SEI FORTE-, gridai, -PRENDIMI IN PIENO!!!-, e iniziai a correre verso di lui. Restò fermo, con un’ aria seria. Ero ormai a pochi passi da lui, tutto stava per finire. –Bha, sciocco.-, mi disse un istante prima del contatto. Non vidi più niente. I miei sensi si fermarono. I miei amici mi raccontarono che quel mostro mi diede una semplice manata, una sola, ma talmente forte che mi spedì lontano. Sorrise, ma aveva il braccio gravemente inabilitato. Guardò il luogo in cui fui spedito e i miei amici. –Se si sveglia-, disse, -ditegli che se avesse aspettato un secondo in più, mi avrebbe disintegrato il braccio. Saluti. E’ giunto il momento della vittoria!-, e partì. I miei amici corsero subito a vedere come stavo. Mi trovarono nella cappella del castello, più morto che vivo. Dormì per giorni e giorni. Mi svegliai una settimana dopo. Mi guardai intorno, stranito. Eravamo in una locanda. Appena aprì gli occhi, tutti i miei amici mi saltarono addosso, felici: -pensavamo che fossi morto! Sei vivo!!!-, li guardai stranito. Qualche minuto dopo, ripresi a ragionare. Saltai dal letto: -Onikage!-. A quel nome, i miei amici si rattristarono subito: -ha detto che se aspettavi di più, gli disintegravi il braccio. Ti ha respinto come una zanzara!-, disse Kira. Abbassai lo sguardo. Erik, allora, prese parola e disse delle cose che riportarono la speranza nel cuore a tutti: -Ora vi dirò una cosa importante. Una cosa che riguarda il sigillo e la dimensione di Kokutaro. I miei genitori, pensarono all’ eventualità che i frammenti potessero essere raccolti da esseri malvagi e riuniti per liberare Kokutaro. Allora decisero di mettere una ‘’serratura’’ a tempo. Una volta che l’ ultimo frammento viene riunito col sigillo, dovranno passare dodici mesi prima di poter aprire la porta per la dimensione oscura. Abbiamo un anno di tempo per diventare più forti! Un anno per raggiungere il livello di Onikarka e superarlo! Il nostro viaggio non finisce qui. Dobbiamo girare per il mondo alla ricerca di occasioni per rafforzarci-, quelle parole fecero fiorire in me nuove energie! Anche gli altri sembravano molto contenti di quella notizia. In un anno potevano accadere migliaia di cose! Intanto potevamo diventare veramente forti, e poi, chissà, magari si sarebbero smarriti i frammenti nuovamente, o qualunque altra cosa. –In questi giorni ho riflettuto su cosa potevamo fare. Abbiamo eliminato due Kaos. Girando per questa città, ho scoperto che gli altri due stanno tormentando due città vicine. Kraken stà inondando i porti, mentre Tiamat sta tempestando di vento i poveri abitanti dei villaggi. Non so se è per divertirsi o per attirarci, ma in ogni modo dobbiamo affrontarli! Vi do tre buone ragioni: primo: sono servi di Kokutaro. Secondo, stanno disturbando gente innocente. Terzo, sconfiggendoli diventeremmo più forti! Allora, che ne dite? Attacchiamo???-, ci guardammo tutti negli occhi e sorridemmo. Un fortissimo SI! Si alzò nell’ aria, facendo girare gli avventori e il padrone della locanda. Ridemmo piano piano, e uscimmo da lì. Decidemmo di partire il giorno dopo, in modo che mi potevo riposare per essere al meglio delle mie condizioni. Dedicammo l’ intera giornata allo shopping! Comprammo armi di altissima qualità e armature resistentissime. Oltre che souvenir e vari altri oggettini più o meno utili non solo per il nostro viaggio. La sera ci andammo a coricare presto. Partimmo alle otto di mattina, dopo aver mangiato un bel po’. Le città erano piuttosto vicine, quindi andammo a piedi. Affrontammo decine e decine di mostri. Erano quasi tutti servi di Kokutaro, che ci davano la caccia per distruggerci. Raggiungemmo la nostra meta la mattina dopo, alle dieci.

  6. #6
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    Capitolo 18 IL TERZO KAOS Nel frattempo… -Devo ammettere che erano molto furbi! HA HA HA, hanno solo dato all’ umanità un briciolo di vita in più! Solo un anno e sarò libero, LIBERO! HA HA HA HA! ONIKAGE, ARKA!-, i due generali risposero alla chiamata: -Ottimo lavoro! Complimenti! Grazie a voi la mia rinascita è una cosa possibile. Tra un anno, nella collina dove fui imprigionato, voi porterete il sigillo. Dovete ripetere la formula scritta su quei pezzi di vetro, rivolti verso la luna. Se tutto andrà bene, l’ argentea sorella diventerà rossa, come il sangue! Poi nera, e finalmente tornerò in questo mondo, PER MOSTRARE NUOVAMENTE A CHI HA DIMENTICATO, LA VERA ESSENZA DEL TERRORE! HA HA HA HA HA!-, i due generali risero insieme a lui. Nessuno, avrebbe mai osato tanto. –Sfortunatamente, quei piccoli moscerini sono ancora vivi! Vi avevo ordinato di distruggerli! Ma in fondo, avete fatto bene. ME NE OCCUPERO’ PERSONALMENTE APPENA METTERO’ PIEDE SULLA TERRA! VI PENTIRETE DI ESSERVI MESSI CONTRO DI ME! HA HA HA-. Le due città erano vicine e sembravano uguali. Una, situata ad est, era a ridosso del mare, l’ altra in una pianura ad ovest. Sembrava tutto tranquillo. Il mare calmo e il vento soffiava regolarmente. Ci dirigemmo nella città costiera. Guardammo in giro. Nessuno. Il mare sembrava una tavola, ma in giro non si vedeva anima viva. Girammo tutta la città, provando a bussare in qualche porta. Niente. Erano chiuse a chiave e non rispondeva nessuno. Eravamo tutti sorpresi da quella situazione. Kira chiese anche se Erik non avesse sbagliato notizia. Erik rispose dicendo: -no, non ho sentito male. Mi sono anche documentato. In alcuni recenti giornali si parlava di vere e proprie aggressioni degli elementi contro queste due città-. Decidemmo di andare al porto: se il problema era il mare, anche se ora era calmo, la soluzione doveva trovarsi proprio li. Molto cautamente ci incamminammo verso di esso. Arrivati lì, notammo una cosa strana: non c’ erano navi! In una città sul mare, con un grande porto non possono mancare le barche! Mi avvicinai verso il bordo del molo. Mi affacciai sul mare. Niente. Non c’era nemmeno la minima traccia di navi o barche. Mi voltai verso i miei amici ma non ebbi nemmeno il tempo di pronunciare una parola! Un enorme tentacolo mi prese il piede e cominciò a trascinarmi verso il mare. I miei amici corsero subito ad aiutarmi mentre cercavo di resistere tenendomi saldo ad un appiglio. Il mostro tirava più forte e la presa era sempre più stretta. Il dolore aumentava col tempo, ma la paura mi impedì anche di gridare. I miei amici tiravano veramente forte, tanto da contrastare quell’ enorme tentacolo. Dopo un po’ senti che i ragazzi stavano cominciando a mollare la presa. Mi sentivo trascinato verso il mare, verso quel mostro che non avevo ancora visto in faccia. –MALEDIZIONE! RESISTETE UN ALTRO POCO!-, disse Erik preoccupato. Riuscì a vedere con la coda dell’ occhio che usciva la sua spada. Fu un istante. La forza che mi spingeva verso il mare sparì, anche se sentivo ancora qualcosa tenermi il piede. Dopo essere tornato sano e Ray sul molo, mi guardai il piede e vidi che avevo un pezzo di tentacolo enorme attorcigliato. –Grazie Erik-, dissi spaventato. Erik mi strizzò l’ occhio. Un gemito di dolore si levò dall’ acqua, seguito da un tremendo essere. Un gigantesco mollusco, con migliaia di tentacoli tutti in movimento, usci dal mare. Aveva uno sguardo minaccioso e una voce calma: -mancava poco, vero Ray? Hai avuto paura? Ha ha ha! Oh, scusate, non mi sono ancora presentato! Io sono Kraken, il Kaos dell’ acqua! Mi sono nascosto per evitare di perdere tempo combattendo, ma a quanto pare, mi avete costretto. VI PENTIRETE DI AVERE SOLAMENTE PENSATO DI DISTRUGGERMI!-, lo sguardo del Kaos divenne più minaccioso, e agitò uno dei suoi tentacoli contro di me. Lo evitai. –Ray, Kira, Marin, MOSTRIAMO A QUESTO ESSERE LA NOSTRA FORZA!-, disse Erik agitando la spada già fuori dalla fodera. Uscimmo tutti le nostre armi, e ci avvicinammo al Kaos, sempre attenti ai suoi mille tentacoli. Kraken aveva solamente un punto di forza, oltre ai suoi mille tentacoli. Una strana sostanza che sembrava inchiostro. Dopo vari attacchi, Marin invocò un nuovo esper, mai invocato prima: il saggio e forte Ramù. Ramù era un’ esper che utilizzava il fulmine come elemento, mentre Kraken era un mostro d’ acqua. L’ attacco mise Kraken in difficoltà e lo fece arrabbiare parecchio! Urlò contro di noi: -GRRRAAAARRR!!!! COME OSATE! IO, KRAKEN, IL KAOS DELL’ ACQUA, UMILIATO COSI’ DA QUATTRO MOCCIOSI! MORITE!!!-. In quel momento i milioni di tentacoli si divisero in due blocchi, e al centro c’era un gigantesco buco. A un certo punto, questo buco si aprì e un getto di quella misteriosa sostanza ci colpì in pieno. Furono attimi drammatici! Non riuscivamo a vedere più niente! Solo oscurità! Dovemmo ritirarci dal combattimento, facendo entrare le altre quattro ragazze: Hiroko, Yuki, Hiroshy e Izumi. Nonostante non vedevamo niente, intuimmo che le ragazze se la cavavano bene. Riprendemmo a vedere dopo non so quanto tempo. Le ragazze erano tutte vive, ma stremate e stanche. Kraken sembrava pure debilitato, ma era ancora vivo. Le ragazze stremate ci lasciarono felicemente il posto e andarono a riposarsi. Seguirono altri lunghi minuti di battaglia. Sia noi, che Kraken stavamo lottando con tutte le nostre forze. Kira ci mostrò di conoscere anche lei qualche magia, mentre Marin invocava sempre esper diversi. Kraken rispondeva colpo su colpo, ma i suoi attacchi non facevano veramente male. Il combattimento si stava dilungando troppo, quindi decisi di usare un colpo segreto. Lo guardai con un sorrisetto negli occhi e dissi: -Bene, piccolo mollusco! Ora ti mostrerò qualcosa che ho imparato mentre mi concentravo per cercare di eliminare Onikage! Se concentro una parte di energia nel palmo della mia mano, posso lanciarti un’ onda di energia potentissima! Per tua sfortuna, ho già concentrato quasi metà della mia energia, vediamo che effetto fa contro di te!-. A quelle parole lo sguardo di Kraken si fece più preoccupato. Continuai a sorridere e scaglia la mia energia verso quel bestione. Essendosi consumato molto, non riuscì a resistere a quel colpo potentissimo. I milioni di tentacoli iniziarono ad agitarsi freneticamente fino a fermarsi. Non disse niente. Scomparì nel nulla come fecero i suoi predecessori che osarono affrontarci! Capitolo 19 L’ ULTIMO KAOS: TIAMAT Sorrisi guardando il posto in cui si trovava Kraken. Ero soddisfatto di averlo eliminato io, grazie anche all’ aiuto dei miei compagni. Li guardai sempre sorridendo e loro mi risposero facendo altrettanto. –Ora tocca a Tiamat. Andiamo nell’ ultima città.-, una tremenda ventata ci spinse d’ improvviso verso il mare. Riuscimmo a resistere camminando a stento verso un rifugio. Capii che era una sfida lanciata da Tiamat: voleva dirci di non provare nemmeno a sfidarlo; sarebbe stato peggio per noi. Appena cessò il vento, ci dirigemmo verso la città gemella, situata in aperta campagna: un luogo ideale per il Kaos del vento. Arrivammo in pochi minuti. Trovammo la stessa situazione della città precedente: abbandono assoluto! –TIAMAT! FATTI VEDERE!-, gridò Erik. –HA HA HA, SEI SICURO? POTRAI PENTIRTENE!-, rispose una voce dispersa nel vento. –ABBIAMO SCONFITTO TUTTI GLI ALTRI KAOS. ORA TOCCA A TE! NON PUOI SFUGGIRE AL TUO DESTINO!-, la voce divenne più seria, e l’ interlocutore sembrò veramente arrabbiato: -COSA NE SAI TU DI DESTINO? TU, PICCOLO ESSERE INSIGNIFICANTE! NON PUOI DECIDERE TU IL MIO DESTINO! NON SEI AUTORIZZATO MINIMAMENTE A PRONUNCIARLO!-, Erik fu sorpreso da quella risposta e non seppe cosa dire. La voce parlò di nuovo: -Ma se è questo che volete, allora mi mostrerò! BADATE! NON AVRO’ PIETA’!-. Il vento iniziò ad essere visibile. Cominciò a prendere una forma strana. Dopo qualche istante, un gigantesco essere a tre teste ci apparse davanti. Sembrava un enorme drago, ma era qualcosa di diverso. Era una figura spaventosa. Le tre teste erano senza occhi. Una cosa molto inquietante! –Volevate che mi mostrassi a voi? Bene, ECCOMI! ORA VI MOSTRERO’ LA FORZA DEL VENTO!-, e spalancò le enormi ali. Erik arretrò intimorito: -Ray, Hiroshy, Yuki, ATTACCHIAMO QUESTO ESSERE!-. Sfoderammo le nostre armi e ci preparammo alla battaglia. Fu subito il turno di Tiamat. Neanche lui scherzava! Certo, rispetto a Lich fu molto semplice la battaglia, ma anche questo Kaos era forte. Aveva attacchi tremendamente potenti. Bastava solo che agitasse le sue grosse ali per creare un vento tagliente. Più volte usò questo attacco contro di noi, ma riuscimmo sempre a resistere, anche grazie a Yuki e alla sua magia bianca. La difesa del mostro non era niente di particolare, ne troppo debole, ne troppo forte. A un certo punto della battaglia, parlò: –Non siete così deboli come credevo! Sapete, forse è per questo che i miei compagni sono stati sconfitti. Vi hanno sottovalutato troppo! HA HA HA, sciocchi. Mai sottovalutare il nemico!-. Le tre bocche iniziarono a sorridere e utilizzò uno dei suoi attacchi più micidiali: la sferzata gelida! Le sue bocche emisero un soffio che gelò tutta l’ aria davanti al Kaos. Iniziò, allora, a muovere le sue ali. Il vento freddo, colpì il ghiaccio e diventò ancora più gelido! Non avevamo possibilità di fuga e le mie mani stavano iniziando a spaccarsi per il gelo. Gli altri non stavano tanto meglio di me: Erik aveva le mani di un viola intenso, mentre Yuki cercava, inutilmente, di riscaldarsi. Hiroshy cadde a terra. Le sue ferite erano molto profonde e il suo corpo ghiacciato! Era ancora viva, ma gravemente ferita. Tiamat cessò di sbattere le ali e il ghiaccio si sciolse. Sorrise diabolicamente. Erik chiamò Marin. Mai scelta fu più giusta! Vedendo la brutta situazione in cui ci trovavamo, Marin decise di invocare uno dei più anziani e forti esper! Ci disse una cosa, però: -Yuki, curatevi! Io provo a invocare un esper troppo importante! Non so se accetterà la mia richiesta, quindi meglio prevenire qualsiasi problema!-. Yuki non se lo fece ripetere due volte e curò il gruppo. Marin chinò la testa e iniziò a invocare l’ esper. Sulle prime, sembrò non accadere nulla. Ma poi vidi uno spettacolo mai visto prima di allora! Il cielo si oscurò. Un gigantesco drago, dall’ aspetto ultracentenario, uscì dalle nuvole. Ogni battito delle sue ali, generava un vento forte. Guardò Marin: -Sei tu colei che mi ha chiamato? Tu, la figlia degli eroi che salvarono il mondo anni fa?-, Marin annui. Il drago ci guardò e poi guardò Tiamat. –Il grande Kaos del vento! Che onore, Tiamat.-, il Kaos restò stupito! Di sicuro anche lui conosceva il drago, e forse per questo era veramente spaventato. –Hai avuto il piacere di conoscere spesso la mia forza, vero? Bene, adesso TI RINFRESCHERO’ LA MEMORIA! ULTRA FLARE!-, un raggio di proporzioni gigantesche uscì dalla bocca del drago. Tiamat prese il colpo in pieno. Si sentì un enorme ruggito di dolore, che mi costrinse a tapparmi le orecchie. Un bagliore accecante, poi, mi costrinse a chiudere anche gli occhi. Appena li riaprì dopo pochi secondi, vidi il Kaos a terra, in ginocchio, ansimante. Le tre teste erano rivolte verso il basso, e si capiva che era veramente ferito. Marin era contenta. Accennò un sorriso e ci disse: - Quello che avete visto è Neo-Bahamut, padre del grande bahamut. Non pensavo accettasse la mia richiesta d’aiuto!-. Ero veramente stupito! Una cosa eccezionale! Dopo un po’, il Kaos iniziò a parlare: - Ma…maledetti. Non…non avrei mai pensato che…una mocciosa…potesse invocare…il grande…Neo-Bahamut….Fino a oggi…solo grandi guerrieri l’ avevano fatto…Mi ricordo di loro…anf…anf…non potrò mai PERDONARVI!-, e si rialzò di colpo! Iniziò ad agitare le ali, furioso, nervoso, arrabbiato. Le ali si agitavano sempre più furiosamente, generando venti veramente forti! Erik e Yuki furono spazzati via dal campo di battaglia e spinti lontano. Io e Marin riuscimmo a resistere a quelle trombe d’ aria. A un certo punto, il vento cessò. Il Kaos era veramente esausto. Diedi io il colpo finale, che lo finì subito. Ebbe il tempo, però, di dire qualcosa. Una cosa che ci lasciò perplessi: - Io, IO IL GRANDE TIAMAT, SCONFITTO DA MISERI MORTALI! he he he, ma se ricordo bene, ora dovreste trovarvi in un mucchio di guai! Questa è la centesima volta che i quattro Kaos vengono sconfitti. HA HA HA, LA PROFEZIA SI AVVERERA’! PREPARATEVI A MORIRE HA HA HA HA HA!!!-, e scomparì nel nulla. Capitolo 20 LA PROFEZIA DEGLI ELEMENTI -‘’Quando i quattro elementi perderanno per cento volte i propri padroni, le loro quattro anime si riuniranno in un solo corpo, capace di contenere la furia e la forza di tutti gli elementi insieme. Fuoco, Acqua, Vento, Terra. Kari, Kraken, Tiamat, Lich. Nascerà un essere dalla forza spaventosa. Se qualcuno dovesse riuscire a distruggere anche lui, allora i quattro elementi si ribelleranno. Quattro catastrofi di proporzioni gigantesche si abbatteranno nei quattro luoghi dedicati ai Kaos, prima di lasciare gli elementi naturali alla loro libertà mai avuta.’’. Se la memoria non mi inganna, la profezia dovrebbe essere questa. HA HA HA, poveri ragazzi, non vorrei essere al loro posto!-, disse Kokutaro nella sua prigione oscura. –Sono stati capaci di distruggere quattro dei miei migliori elementi e hanno sconfitto due dei miei generali. Quando tornerò, però, riaprirò le porte degli inferi e tutti, TUTTI torneranno sulla terra! HA HA HA, sono veramente malvagio! VUG, SUG, TUG!-, i tre fratelli risposero intimiditi. –Ditemi le novità sui miei generali!-, Vug rispose molto impaurito: -ci…ci sono problemi signore. Adele ha accettato subito, ma Dhaos…ecco, Dhaos vuole parlarvi, e non mi sembra molto propenso ad accettare…-, -Dhaos…DHAOS! PARLA!-, gridò Kokutaro. Una voce calma e serena iniziò a parlare: -Mio caro Kokutaro. TU hai deciso di far diventare ME un tuo suddito? No, no. Non posso accettare, mi dispiace. Io sono Dhaos, uno dei più forti esseri esistenti in questo mondo. Non posso essere un tuo sottoposto. Anche Artemisia la pensa come me. So che non era nei tuoi piani, ma ha deciso di uscire anche lei da quell’ inferno! Ora, se non ti dispiace, ti saluto. Vagherò per il pianeta in cerca di qualche cosa da fare. Ti saluto, demone. E ti dico soprattutto che non ti attaccherò e non ti farò nessun torto. Non ne ho motivo. Adios-. Kokutaro era contrariato. I suoi occhi, di fuoco. Aveva perso uno dei migliori guerrieri. Ma la sua compostezza venne subito fuori. –Ho perso un alleato, ma almeno non ho guadagnato un nemico. In più potrebbe anche ostacolare quei mocciosi risparmiandomi tempo! Forse non è stata una cosa molto negativa. HA HA HA, no, non lo è, HA HA HA HA HA HA HA HA-. Dopo aver sconfitto Tiamat, andammo a riposarci nell’ unica casa aperta. Passai una notte infernale. Non so bene perché, ma ebbi incubi. Camminavo solo, ferito. Perdevo molto sangue e piangevo. Una voce mi fermò: -ha ha ha, bello vero?-. Mi svegliai di soprassalto dopo aver visto la figura di Kokutaro che uccideva tutti quanti! Erano le quattro di notte. Ero solo nella mia stanza. Non sentivo nessun rumore. Era una notte veramente serena. Mi alzai. C’ era una libreria nella mia stanza. Mi avvicinai e lessi qualche titolo. Ripensai alle parole di Tiamat: -la profezia si avvererà-. Guardai più attentamente i libri per cercare qualche cosa che parlasse di questa famosa profezia. ‘’La storia del nostro pianeta: Dalla prima guerra dei demoni (0-120) alla fine del triumvirato (1890-1986)’’. Era un librone gigantesco! Passai avanti. Avevo studiato tutti quegli avvenimenti milioni di volte a scuola! ‘’La storia del triumvirato. Dalla fondazione alla distruzione’’, niente. ‘’La guerra di Alexandria (1640-1645). La storia della guerra più corta ma più violenta. I maghi neri, la regina Bhrane, il mercante della morte Kuja’’, niente . ‘’Melzas e Alundra. La storia di una delle battaglie più importanti di tutto il secolo’’, ancora niente! Iniziavo a innervosirmi. ‘’La profezia dei quattro elementi. Tutta la descrizione dei Kaos e delle loro abilità. La profezia finale’’, ci siamo! Era un libro grande, ma non troppo. Cercai l’ indice: ‘’presentazione’’, ‘’descrizione degli elementi’’, ‘’storia degli elementi’’, ‘’i quattro padroni chiamati Kaos’’, ‘’le abilità dei Kaos’’, ‘’Tiamat’’, ‘’Kari’’, ‘’Lich’’, ‘’Kraken’’, ‘’la profezia degli elementi’’, stop! Pagina 400. La trovai in un istante. Iniziai a leggere: ‘’Durante la creazione dei quattro Kaos da parte del mago Garland, durante la guerra dei demoni, fu fatta una profezia dallo stessa stregone. La fece per cercare sia di limitare il potere dei Kaos, che avrebbero potuto raggiungere una forza immensa, mille volte superiore a quella della loro creazione, sia per trovare un modo di poter dare la libertà agli elementi. Garland creò i Kaos, come già scritto nei capitoli precedenti, per avere un asso nella manica contro i suoi avversari al potere. Garland fu eliminato da quattro eroi, ma i Kaos non furono distrutti per sempre. Tornano dopo un certo periodo. Per eliminarli definitivamente, bisogna distruggerli cento volte. Da qui, la profezia di Garland, tratta da una pagina originale del libro di incantesimi del mago: ’Quando i quattro elementi perderanno per cento volte i propri padroni, le loro quattro anime si riuniranno in un solo corpo, capace di contenere la furia e la forza di tutti gli elementi insieme. Fuoco, Acqua, Vento, Terra. Kari, Kraken, Tiamat, Lich. Nascerà un essere dalla forza spaventosa. Se qualcuno dovesse riuscire a distruggere anche lui, allora i quattro elementi si ribelleranno. Quattro catastrofi di proporzioni gigantesche si abbatteranno nei quattro luoghi dedicati ai Kaos, prima di lasciare gli elementi naturali alla loro libertà mai avuta.’…’’. Il cuore smise di battermi nel petto appena lessi quelle righe. Un essere ancora più potente con la forza dei quattro elementi! Continuai a leggere: ‘’I quattro luoghi dedicati ai Kaos, si legge nelle pagine successive del suddetto libro, sono: 1) Vulcano Krakonia. Un vulcano isolato dal mondo. Forse il più grande vulcano attivo del mondo. Dedicato a Kari. 2) La piana della Bonaccia. La piana in cui si svolgeranno i combattimenti contro i vari Sin. Molto estesa e, soprattutto, molto aperta ai venti. Dedicata a Tiamat. 3) L’ isola crescent. Una misteriosa isola a forma di luna. Non vi ha mai abitato nessuno. Dedicata a Kraken.’’, rabbrividì appena lessi l’ ultimo posto: ‘’4) Una città costruita sulla più grande faglia del mondo. Dedicata a Lich.’’, chiusi il libro. Non riuscivo a credere a quello che lessi! La città costruita sulla più grande faglia, era la mia! Me lo dissero spesso i miei genitori e i miei concittadini! La mia città stava per essere distrutta! Ma quando? Quanto tempo avevo per avvisare tutti del pericolo? Riapri il libro. Trovai l’ informazione che mi serviva subito: ‘’secondo il libro di Garland, le quattro anime impiegheranno due giorni prima di incontrarsi nel luogo comune. Subito dopo la loro sconfitta, arriveranno, una dopo l’ altra, le quattro catastrofi. La prima inizierà subito. Le altre inizieranno un minuto dopo la fine della precedente.’’. Avevamo due giorni per prepararci allo scontro e per avvisare gli abitanti della mia città della catastrofe che si stava abbattendo su di loro. Guardai l’ orologio. Le sei! Erano passate due ore senza rendermene conto! Decisi di mostrare il libro agli altri e dire sinteticamente quello che avevo letto. Uscì dalla mia stanza e li svegliai uno alla volta.

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    Capitolo 21 L’ EVACUAZIONE -Incredibile! Davvero incredibile!-, questi furono i commenti dei miei amici. Erano stupiti e preoccupati quanto me. –Se le cose stanno così, dobbiamo assolutamente sbrigarci! Domani il super-Kaos apparirà da qualche parte e inizierà a cercarci. Dobbiamo avvisare tutti i cittadini della tua città entro oggi! Non abbiamo tempo!-, disse Erik. Io annui tristemente. Yuki mi abbracciò per consolarmi e io sorrisi. –Io esco. Vado a chiamare Palidor. Quando siete pronti, ditemelo e partiamo-, disse fredda Marin. Uscì. Restammo un altro poco nella locanda per cercare cose che potevano esserci utili. –Benissimo. Abbiamo preso tutto?-, un si corale risuonò nell’ ingresso. –Allora andiamo-. Erik uscì per primo, seguito da Yuki e da tutti gli altri. Io uscì per ultimo. Marin era lì, a parlare con Palidor. Sembravano entrambi tristi. Appena ci vide, disse: -tutto a posto? Possiamo partire?-, Erik annuì con la testa. Salimmo tutti in groppa a quel grande uccello e partimmo. Nonostante Palidor fosse veloce, impiegammo un bel po’ di tempo per raggiungere la mia città. Io tenevo stretto il libro della profezia. Avevamo bisogno di prove e questo libro era la prova che ci serviva. –IMPOSSIBILE! SONO SOLO STORIE!!!-, gridò il sindaco. Eravamo arrivati alle undici e mezza al comune ed eravamo entrati senza permesso nella stanza del primo cittadino. Si alterò molto, nonostante fosse solo e non avesse impegni. Iniziammo a raccontargli tutto, ma lui non credette alle nostre parole. Io ero di marmo. Non avevo la forza e il coraggio di parlare. Furono gli altri a cercare di spiegare tutto a quel testardo. Erano talmente presi dalla discussione che si dimenticarono persino delle prove! Io pensavo. Pensavo ai miei genitori. Era da tanto che non li vedevo. Pensavo alla scuola. Pensavo ai miei amici. Pensavo a Kokutaro. Pensavo al mio futuro. Pensavo al mio sogno di quella notte. Pensai a tutto, ma non al libro. Fu proprio l’ ennesima sfuriata del sindaco a farmene ricordare. Disse: -SENTITE, IO HO MOLTE COSE DA FARE! NON POSSO STARE QUI A SENTIRE LE VOSTRE FAVOLE SU KAOS E CATASTROFI VARIE! ANDATE A CASA A STUDIARE I VOSTRI LIBRI PIUTTOSTO CHE FARMI PERDERE TEMPO!-, Kaos, catastrofi, LIBRI! Uscì dal mio stato confusionale e dissi: -il libro!-. Il sindaco mi guardò con un’ aria strana e i miei amici mi guardarono sorpresi. Porsi il libro al sindaco che iniziò a leggere. Appena finì la lettura, ci guardò stupito e confuso. –Vi chiedo scusa… mi rendo conto che non potete aver mentito…questo libro è scritto da uno dei più grandi storici di tutti i tempi, non possono essere favole…-, Erik guardò il sindaco con un’ aria soddisfatta, ma non troppo. Si stava pur sempre parlando di una tragedia! –Cosa devo fare? Ditemelo voi che ne sapete di più di me-, -Per prima cosa-, rispose Erik, -fate EVACUARE immediatamente la città! Non deve restare più nessuno! Domani il super-Kaos arriverà e inizierà a cercarci. Avete tutto oggi per evacuare la città. Al resto, penseremo noi. Ci sbarazzeremo del super-Kaos in pochi istanti!-, Erik non era molto convinto di questo discorso, ma cercò di mostrarsi ottimista col preoccupato sindaco. –Farò come dite. Tra meno di mezz’ ora tutta la città verrà a sapere del pericolo e prima che voi distruggiate quell’ essere, saranno tutti in Ray-. Erik abbassò la testa. Poi si rivolse a noi: -e qua è fatta. Ora torniamo nella città in cui abbiamo preso il libro. Dobbiamo cercare gli abitanti. Vorrei parlare con loro-. Uscimmo dalla stanza del sindaco e ci recammo fuori. Marin invocò nuovamente Palidor che in poco tempo ci riportò da dove eravamo venuti. Capitolo 22 I PIANI DI ERIK Le città erano ancora deserte. Ci guardammo intorno a lungo. Niente. Nessun indizio che poteva portarci da quella gente. Ci dividemmo. Kira, Hiroshy, Hiroko e Izumi, andarono nella città costiera, Marin, io, Erik e Yuki, andammo nell’ altra. Fu il primo gruppo, quello di Kira, a trovare un indizio. Ci precipitammo tutti li e trovammo una porta aperta. Dentro la casa non c’era anima viva. Iniziammo a esaminare i vari piani da cima a fondo. In una libreria trovai un biglietto scritto in fretta. Diceva: ‘’Per chi riuscirà a sconfiggere i Kaos e liberarci. Grazie di tutto. Se volete rintracciarci, siamo…’’. Il resto era bianco. Un foglio bianco. Iniziai a riflettere. Fu una frase detta da Izumi a farmi capire. Disse: -che simpatici! Ci hanno fatto uno scherzo...-. SIMPATICI! Inchiostro simpatico! Presi immediatamente una candela. Avvicinai la candela al foglio. Comparì una scritta: ‘’in un piccolo tempio sotto terra. Per raggiungerlo, contate cento passi a sud da questa casa.’’. L’ indicazione ci portò fuori dalla città, nella grande pianura. Iniziammo a scavare. Niente. Erik era perplesso. All’ improvviso, una voce arrivò alle nostre orecchie. Era una voce soffice e leggera. Una voce di donna. Disse solo una parola: ‘’Apriti’’. Una grande zolla di terreno si aprì come una botola, mostrando una rampa di scale. Scendemmo i gradini fino ad un grande spiazzo. Davanti a noi c’ era una porta. Si spalancò. Uscirono diversi uomini. Non sembravano arrabbiati o nervosi, anzi. Avevano un’ espressione, diciamo, felice. –Avete trovato voi l’ indicazione?-, chiese un uomo. Sembrava il più anziano di tutti. Capimmo che era il sindaco e iniziammo a parlare di tutto quello che ci era capitato. Senza rendercene conto, iniziammo a parlare dell’ inizio del viaggio. Vug, Mug, Sug e Tug, l’ incidente all’ ospedale, Kari, Lifa, fino ad arrivare al più recente passato, Tiamat, Kraken, le città deserte, la profezia. Appena iniziò il discorso della profezia, un brivido ci percorse la schiena. Ripensammo che stavamo per affrontare una delle battaglie più dure e pericolose che avremmo incontrato durante il nostro lungo viaggio. Il sindaco ci guardò con attenzione e ascoltò incantato tutta la storia. –La vostra è una missione difficile. Kokutaro non scherza. E’ e resterà per sempre uno dei più forti guerrieri di tutta la storia, passata, presente e futura. Suo padre era il re dei demoni, il demonio in persona! Nessuno seppe mai con esattezza cosa gli successe. Dopo la nascita del figlio, sparì dalla circolazione. Non si seppe mai più niente. Molti pensano che fu ucciso da suo figlio, sangue del suo sangue. Altri pensano che era troppo vecchio. Altri pensano ad una grande battaglia finita con l’ esilio definitivo del demonio. La verità, potrebbe dircela solo Kokutaro, e forse nemmeno. Ma scusate, vi stò annoiando-, disse preoccupato. Tutti quanti gli dicemmo che non ci stavamo per niente annoiando, anzi. Stavamo scoprendo cose in più che avrebbero potuto anche servirci in un modo o nell’ altro. Il sindaco sorrise e Erik fece la domanda che lo aveva portato a cercare quelle persone: -Immagino che vi siate rifugiati qui per sfuggire a quei dannati mostri, giusto?-, il sindaco annuì tristemente. –Bene, ora vorrei farvi una domanda. I miei compagni non sanno il vero motivo per cui siamo venuti qui. Io ho un’ idea ben precisa sul da farsi. Ragazzi ascoltate bene: io sono venuto qui per una sola ragione che non ho voluto spiegarvi per non farvi credere di essere diventato pazzo. Signor sindaco, queste sono state le ultime città in cui è venuto il Sommo Blue Dragon! Voi sapete tutto quello che la storia non sa. Spiegateci che fine fecero i sommi Ostri, Palle e Max. Ho intenzione di cercarli per farci aiutare!-, saltammo in aria! Erik voleva cercare il Sommo Blue Dragon! Certo che avremmo pensato che era diventato pazzo! Il Sommo fu un re, o meglio, tre re veramente fantastici! Regnarono molto a lungo nel pianeta, essendo quasi immortali. Non temevano la vecchiaia perché erano molto longevi. Si dice che nacquero nello stesso momento e furono immersi in dell’ acqua Santa, nel lago Sacro. I loro genitori sono sempre rimasti sconosciuti. I loro destini si incrociarono subito e divennero una sola forma di vita divisa in tre parti. Ancora giovani, partirono per un lungo viaggio alla ricerca di un drago, l’ ultimo rimasto dopo la grande guerra dei draghi. Lo trovarono vecchio e stanco, senza nemmeno la forza di volare. La storia non sa cosa si raccontarono o cosa successe veramente in quel giorno. Si sa solo che il drago entrò dentro di loro, unendoli per sempre. La loro forza, la loro intelligenza, tutto cambiò in meglio dentro di loro. Regnarono molto a lungo e combatterono moltissime guerre portando la pace in tutto il mondo. Le più famose sono le guerre del drago rosso. Un tremendo discendente dei draghi, tornò in vita e iniziò a portare il terrore. Fu ucciso migliaia di volte e migliaia di volte tornò. Fu grazie anche al giovane Karl che il Sommo eliminò definitivamente il drago rosso. Poi la pace. La pace, fino all’ arrivo del triumvirato. Kokutaro li spodestò e loro sparirono per sempre in luoghi sconosciuti. Ora il piano di Erik, era quello di ritrovarli e farci aiutare ad eliminare per sempre Kokutaro, il quale ritorno era sempre più vicino… Capitolo 23 SOMMO BLUE DRAGON Il vecchio sindaco guardò stranito Erik, ma rispose subito alla sua domanda: - Non mi aspettavo che qualcuno ricordasse che il Sommo passò di qui…Mi hai proprio colto di sorpresa, ragazzo! Comunque, per tutto quello che avete fatto, meriti una risposta. Durante i primi giorni del triumvirato, il Sommo venne in queste piccole città per nascondersi. I tre Sommi erano visibilmente preoccupati, nonostante la loro forza. Cercarono, però, di essere allegri e tranquilli per non farci perdere la speranza. Insieme avrebbero potuto eliminare Kokutaro, ma l’ arrivo di Cort e Melzas fu un imprevisto che li mise in allarme. Anche se potenti, non avrebbero sconfitto MAI il triumvirato. Non lo dissero mai apertamente, ma ce lo fecero capire con gesti e discorsi. Tre anni restarono nelle nostre città. Il triumvirato li cercava disperatamente. Nonostante i triumviri fossero più forti del Sommo, sapevano che esso era un grande ostacolo al loro dominio. Li trovarono in una notte invernale. Furono catturati dall’ esercito e privati dei loro poteri. Era la prima volta che il Sommo era nei guai! Furono portati via, lontano. Un abitante li inseguì. Non cercò mai di affrontarli, sarebbe stata una follia. Vide che portarono i prigionieri nell’ inferno! Si, proprio così. Furono separati e imprigionati. Ostri fu immerso nel fiume delle anime che attraversa gli inferi. Palle fu messo in una prigione, guardata da milioni di mostri. Max fu chiuso dentro il ghiaccio. Non si seppe mai più niente di loro…-, e interruppe il discorso molto commosso. Erik era pensieroso. Noi tutti eravamo sorpresi e stupiti! Il Sommo aveva vinto miliardi di battaglie, ma non era riuscito a distruggere i triumviri! La nostra missione era proprio impossibile! Dopo un po’, Erik disse: - Quindi sono prigionieri…me lo aspettavo. Per fortuna non sono morti. Lei saprebbe indicarci la strada per gli inferi?-, guardammo Erik stupiti, e anche il sindaco era confuso. Erik faceva sul serio! Voleva liberare il Sommo anche dagli inferi! Non riuscivamo a crederci! Nonostante tutto, però, non lo lasciammo solo. Era pur sempre un amico, e fino ad ora aveva agito benissimo. E poi, chissà…magari ci riuscivamo sul serio a liberarli. Il sindaco disse che, una volta eliminato il super-Kaos, ci avrebbe portati nella bocca degli inferi. Erik, sentendo pronunciare il super-Kaos, ricadde nella tristezza. Forse il suo piano non si sarebbe mai avverato…Il sindaco ci invitò a riposare. Stava calando la sera dopo tutti quei discorsi. Accettammo tutti, ma Erik rifiutò! Ringraziò e uscì dal nascondiglio. Il sindaco ci impedì di seguirlo. Ci disse che dovevamo riposare. L’ avremmo rivisto più tardi. Ritornò ferito e malconcio qualche ora dopo. Ci raccontò che aveva lottato contro milioni di nemici ed era diventato più forte di prima! Era veramente intenzionato a sconfiggere il super-Kaos e a liberare il Sommo. Andammo a riposare verso mezzanotte. Fu un sonno lungo e agitato. Sognai di tutto! Il super-Kaos, Kokutaro, Melzas, Cort, il Sommo. Mi svegliai alle sei del mattino, sudato e spaventato. La sera prima… -Hanno proprio intenzione di rompermi le uova nel paniere! Il Sommo Blue Dragon! HA HA HA HA, illusi! Quei tre vecchietti non riuscirebbero nemmeno a sconfiggere me! Figuriamoci il triumvirato al completo! VUG, SUG, TUG! COME E’ FINITA? LI AVETE TROVATI?-. Non risposero. – BUONI A NULLA, CHE STATE COMBINANDO???-, il tremendo occhio comparì nel cielo sopra i tre fratelli. Qualcosa non andava! Tug era a terra, senza vita! Vug e Sug erano feriti ma vivi! Un gigantesco mostro li osservava con odio. Alzò lo sguardo e vide l’ occhio! Scappò impaurito e disse: - Non posso morire ora! Morirò favorendo i tuoi nemici, demone!-. Kokutaro lasciò andare il mostro e si rivolse ai due fratelli. Tug era scomparso. – Che cosa è successo? PARLATE!-, Vug iniziò un discorso, interrotto spesso per riprendere fiato: -ci…ci ha attaccati di sorpresa…Ci siamo difesi come meglio abbiamo potuto…era troppo forte…era un behemot molto ma molto grande…- e cadde svenuto. Sug lo prese in spalla e, salutato il padrone, lo portò al sicuro a riposare. Kokutaro iniziò a riflettere. – Attaccati di sorpresa…C’è qualcun’ altro che sa della mia rinascita! Ma chi? Chi potrebbe essere??? Bha, meglio non pensarci. Domani mi godrò la battaglia del super-Kaos! HA HA HA HA, mi divertirò molto!-. In un altro posto, molto lontano… -ha ha ha. Ha Ha Ha. HA HA HA!!! Finalmente!!! LIBERO! LIBERO! HA HA HA!- Passarono diverse ore. Ore di ansia, di attesa, di paura. Era il giorno della grande battaglia! Da qualche parte, stava nascendo il super-Kaos! Il campo di battaglia scelto fu il grande spiazzo dove si trovavano le due città! Eravamo tutti spaventati. Sarebbe potuta essere la nostra ultima battaglia! Non conoscevamo la forza del mostro, ma sicuramente era qualcosa di formidabile! Non aspettammo molto tempo. Alle dodici e mezza, un tremendo essere ci apparì davanti ai nostri occhi: il super-Kaos era arrivato!

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    Capitolo 24
    LA LOTTA COL SUPER-KAOS


    Non trovo parole per descrivere quell’ orrore! Un corpo altissimo, con due gambe e due braccia enormi. Le mani avevano artigli affilatissimi, e le unghie dei piedi non erano da meno! Quattro teste capeggiavano da sopra quel corpo gigantesco! A destra, la testa di Kari sogghignava. A fianco, la testa di Kraken mostrava i suoi denti in un sorriso diabolico. Poi Lich. Quel teschio faceva paura, con gli occhi cavi e tutte le crepe nel cranio. E infine, la testa di Tiamat, senza occhi, con i denti sporgenti e affilatissimi. Iniziò a parlare con una voce che comprendeva tutte quelle dei Kaos, e le bocche si muovevano in sincronia: - E così, ci rincontriamo! Ci avete sconfitto miseramente! Siamo stati ridicolizzati da quattro mocciosi che si credono eroi! Ora il nostro potere è immenso! Ringraziamo voi e tutti coloro che ci sconfissero anni e anni fa! HA HA HA HA, SAPEVAMO CHE IL MOMENTO SAREBBE GIUNTO! IL GIORNO DEL DOMINIO DEI KAOS E’ ARRIVATO! PREPARATEVI A MORIRE, FIGLI DELLA LUCE!!!-, e aprì due enormi ali di pipistrello! Erik era visibilmente spaventato e noi tutti non eravamo da meno! La paura prese il sopravvento mentre le quattro teste ridevano. – Probabilmente sarà la nostra ultima battaglia!-, disse Erik a bassa voce, - Ma possiamo anche vincere! Non siamo arrivati fino a qui per niente! La nostra morte significherebbe la fine del mondo! NO! SIAMO ARRIVATI FIN QUI PER ANDARE OLTRE! DOBBIAMO SALVARE IL MONDO DALL’ OSCURITA’! TI BATTEREMO, KAOS! NON VINCERAI QUESTA BATTAGLIA!!! RAY, MARIN, YUKI, MOSTRIAMOGLI LA NOSTRA VERA POTENZA!!!-, il discorso di Erik ci diede una forza inaspettata! Mi sentivo più energico! Una nuova forza entrò dentro di me! Volevo lottare! Volevo vincere! Sfoderai la mia spada pronto a combattere! Iniziammo il combattimento!!! La battaglia fu veramente dura e ardua. Più volte pensammo di essere sconfitti dalla superiorità del nostro avversario. Il super-Kaos aveva mosse di attacco veramente potenti e la sua difesa era veramente insuperabile. Sorrise più volte durante il combattimento, con tutte e quattro le teste, ognuna delle quali rappresentava uno dei tremendi Kaos che affrontammo in passato. Era in grado di controllare tutti gli elementi e di scagliarci contro tutta la loro rabbia e la loro furia! Tempeste di vento, inondazioni, incendi violenti e terremoti ci colpirono spesso e fu solo grazie alle magie di Yuki che non fummo eliminati subito. Ogni volta che il Kaos attaccava, la magia di Yuki richiudeva le ferite. I nostri colpi, invece, sembrava non sentirli nemmeno! Il colpo X sembrava non fargli nemmeno il solletico. Marin invocava esper dopo esper, ma il nemico resisteva a tutti! Neo-bahamut non venne ad aiutarci, nonostante tutti i tentativi fatti da Marin. A un certo punto, il Kaos parlò con la sua voce multipla: - He he he, vedete? Non siete ai nostri livelli! Singolarmente, potete anche averci distrutto, ma insieme siamo invincibili! Non abbiamo punti deboli, solo punti forti! È inutile lottare, siete finiti!!!-. Purtroppo aveva ragione. Io pensavo a Erik e al suo discorso. Solo questo mi dava la forza di continuare. Erano ore che la battaglia andava avanti. Per nostra fortuna, un punto debole c’ era in quel mostro: la velocità! Era lento ad attaccare e dava il tempo a Yuki di curare le ferite di tutti noi. A un certo punto, un violentissimo attacco combinato stese Marin. Un terremoto violentissimo seguito da una fuoriuscita di magma! La terra e il fuoco! Marin cadde a terra, svenuta! Kira prese subito il suo posto, ma il suo ingresso non facilitò assolutamente le cose! Provai a utilizzare il colpo che finì Kraken, utilizzando una grossa parte della mia energia. Il colpo andò a segno e fu la prima volta che vidi il super-Kaos sorpreso! – Complimenti, niente male! Un’ energia straordinaria per essere un ragazzo!-, disse sorridendo! Il tempo passava ancora. Il campo di battaglia era ridotto in un terreno vuoto, deserto! Terra bruciata e spaccata, foglie disperse dai tremendi venti generati dalle ali di Tiamat. Dove prima c’ era un prato, ora c’ era solo cenere! Noi quattro stavamo resistendo veramente a lungo e il merito era di Yuki e della sua magia. Il Kaos se ne rendeva conto, ma non riusciva a eliminarla in un solo colpo. Purtroppo, la lunga durata del combattimento ci stava stancando. Il super-Kaos iniziava anch’ esso a sentire i colpi. Purtroppo non riuscivamo ancora a eliminarlo. – Maledetti microbi! Come diavolo fate a resistere così a lungo???-, disse sorpreso il Kaos. Uno stanco Erik gli diede la risposta: - resistiamo perché dobbiamo! Non possiamo mollare! Siamo arrivati sin qui senza errori, senza sbagliare! NON POSSIAMO MOLLARE DI FRONTE AL NEMICO!!!!-, e pronunziando quelle parole, accadde una cosa incredibile! Il corpo di Erik si stava trasformando e, come successe a Marin contro Ghizamaluk, un’ aura di odio e rancore circondò il nostro amico! Il Kaos restò sorpreso! Non se lo sarebbe aspettato nessuno una cosa simile! La trance! Con degli occhi che non gli vidi mai, Erik lanciò violente ondate di energia al nemico. Il Kaos iniziò a sentire veramente quei colpi, a indietreggiare e a barcollare! – Maledetto! Non mi aspettavo una cosa simile! DEVO SBARAZZARMI DI VOI SUBITO!!!-, e attaccò Kira con i suoi lunghi artigli. Kira cadde svenuta e fu il turno di Hiroko. Io e Yuki eravamo immobili! Osservavamo Erik lottare con una forza mai vista prima! Il Kaos si difendeva, ma non era più in forma come prima! A un certo punto, la testa di Kari iniziò a scomparire! Le altre tre teste si voltarono verso di essa, stupite! Il Kaos aveva perso il controllo del fuoco, ma non era ancora ora delle catastrofi. – No…non è possibile…-, dissero le altre teste, sorprese! –DOBBIAMO SBRIGARCI, ELIMINIAMOLI SUBITO!-, uno dopo l’ altro, caddero Hiroko e tutte le altre. Restavamo io, Yuki e Erik. La trance continuava, e Yuki non faceva altro che curare Erik. Per fortuna il Kaos concentrava tutti i suoi attacchi su di lui, non poteva permettersi di attaccare qualche altro componente della squadra. Dopo un po’, anche la testa di Kraken scomparì! Altri attacchi, e fu la fine di Lich! Restava solo Tiamat! La voce del super-Kaos era ormai la voce di Tiamat: - Non mi sarei mai aspettato una cosa simile! Mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse mettere in difficoltà il super-Kaos… Complimenti. Però…sapete, bisogna sempre avere un asso nella manica! E io ho preparato una bella sorpresina! TRA TREDICI SECONDI, MI AUTODISTRUGGERO’ E VI PORTERO’ CON ME! ADDIO MOCCIOSI!!!!-, Erik non era minimamente preoccupato. Ci disse semplicemente: - Venite dietro di me…-. Seguimmo il suo consiglio e ci minimo in fila indiana. Davanti Erik, poi io e Yuki dietro di me. Il Kaos rideva come un pazzo, ma il sorriso svanì appena Erik creò una barriera protettiva con i suoi ultimi poteri. – NNNNNNOOOOOOOOOOOO!!!!!-, gridò Tiamat, prima di esplodere con un boato infernale!

    Capitolo 25
    ALLA RICERCA DEL SOMMO

    Era sera! La battaglia fu veramente lunga ed estenuante! Una giornata era passata a combattere con quel mostro. Dopo la sua esplosione, passarono pochi secondi e una strana sensazione mi fece capire che le catastrofi erano iniziate! Il vulcano era appena eruttato, e non era ancora il momento di festeggiare! Gli altri si svegliarono dal loro svenimento e guardarono intorno straniti. Anche loro sentivano quella strana sensazione, e forse fu proprio quello a farli svegliare. Furono attimi di silenzio! Nessuno parlò. Gli abitanti delle due città erano attorno a noi, anche loro in silenzio. Passarono sessanta secondi. Il mare si agitò. Era la seconda catastrofe. Molto lontano da li, la misteriosa isola crescent stava sprofondando nel mare. Altri sessanta secondi. Mi si stringeva il cuore. La piana della bonaccia fu colpita da fortissimi venti, e anche li c’era un forte vento. Sessanta secondi. La terra tremò visibilmente! La mia città era distrutta…Chiusi gli occhi e mi augurai che tutti fossero stati salvati. La terra si fermò. Gli elementi avevano acquistato la libertà! Un grido di esultanza, di gioia e di felicità si alzò dal campo di battaglia! Tutti erano veramente felici! Anche i miei amici ridevano e gridavano dalla felicità! Io ero un po’ più triste. I miei amici lo capirono e fecero di tutto per farmi sorridere. Decisi di non deluderli, ma dentro di me sentivo una malinconia sempre crescente. Andammo a dormire tardi, e ci svegliammo pure tardi. Più volte mi chiesero se volessi andare alla mia città per vedere se erano tutti vivi. Rifiutai sempre. Non volevo vedere quel tragico spettacolo di distruzione.
    Passammo diversi giorni in quelle città, felici per la vittoria ottenuta. Dopo una settimana di festeggiamenti, la nostra missione rientrò nelle nostre menti. Erik convocò una riunione. Vi eravamo tutti i viaggiatori e i sindaci delle due città. Erik iniziò a parlare: -Abbiamo sconfitto il super-Kaos! E’ stata una grande vittoria, anche se molto sofferta. Il nemico ha perso punti preziosi per la sua ascesa e noi stiamo diventando sempre più forti! Forse riusciremo a raggiungere i livelli di Kokutaro, ma non da soli! Anche se ci allenassimo giorni e giorni, senza fermarci un momento, mai potremo distruggere quell’ essere! Non ci riuscì il Sommo, non ci riuscirono i nostri padri, non ci potremmo mai riuscire noi! Per questo ho deciso di farci aiutare! Se il sindaco ricorderà la strada, noi andremo a liberare il Sommo dalla sua prigione! Vi ho già parlato del mio piano, e ne riparlerò oggi. Libereremo il Sommo. Lui saprà certamente come migliorare le nostre tecniche e come potenziarci molto in poco tempo. Grazie a lui, raggiungeremo un livello che ci permetterà di sconfiggere il male! Sembra un piano assurdo, ma era anche assurdo il fatto che sconfiggessimo il super-Kaos! Eppure l’ abbiamo fatto! E ora faremo anche questo! Chi vuole ritirarsi, però, può farlo. Non vi sto costringendo a seguirmi. La vita è la vostra. Fate quello che ritenete più giusto-. Tutti quanti decidemmo di seguire Erik. Aveva ragione, era una cosa assurda, ma ancora più assurda era la nostra vittoria contro il Kaos. Il sindaco si alzò in piedi: - vi condurrò alle porte degli inferi. Non sono molto distanti da qui, due giorni di cammino, più o meno. Una volta li, vi calerete dentro. Io tornerò indietro. Una volta usciti col Sommo, non avrete più bisogno di me…-. Partimmo subito. Furono due lunghi giorni, passati a camminare e a combattere nemici sempre più forti. Decidemmo di non usare Palidor per allenarci strada facendo e risparmiare così tempo al Sommo. Mi accorsi che eravamo veramente diventati più forti di prima. Nemici che eliminavo con difficoltà, li mettevo ko con pochi colpi, e attacchi che prima mi provocavano profonde ferite, ora mi graffiavano con difficoltà la pelle. Si, eravamo diventati tutti più forti. Raggiungemmo le porte degli inferi di pomeriggio. Un lunghissimo muro si estendeva a perdita d’ occhio sia a destra che a sinistra. A un certo punto, in lontananza, si vedeva il muro girare come per chiudere un cerchio. Vi era un solo grande ingresso che divideva i due muri in due parti uguali. Un enorme cancello arrugginito, separava il mondo dei vivi dal mondo dei morti. Un cartello diceva minaccioso: ‘’qui dentro giacciono le anime di coloro che sbagliarono troppo nella vita, torturati per l’ eternità senza possibilità di salvezza’’. Il cancello era chiuso. Il sindaco uscì una chiave dalla sua tasca, sotto i nostri sguardi perplessi, e disse: -io sono uno dei custodi dell’ Ade. Molti sono nel mondo, ed io fui scelto dal Sommo in persona il giorno che venne nelle nostre città. Ora aprirò il cancello-. Con un sordo scricchiolio, l’ enorme cancello si aprì, permettendoci di entrare in un luogo dove si respirava solo aria di morte. La terra era scura e non vi erano alberi all’ interno di quel luogo. Proseguimmo per diversi metri, senza sentire il minimo rumore o vedere una minima cosa. Una leggera nebbia scese sui nostri occhi, togliendo la luce del sole. Era un’ atmosfera da brividi! Proseguimmo. A un certo punto, una enorme caverna iniziò a comparire ai nostri occhi: eravamo arrivati nell’ ingresso dell’ Ade.

    Capitolo 26
    AL SALVATAGGIO!

    La caverna era grande e scendeva verso il basso. Una grata robustissima separava gli inferi dall’ esterno. Era impossibile anche pensare di spostarla! Si vedevano delle scale scendere verso il fondo, ma non si vedeva oltre. Era tutto troppo buio. Nemmeno la luce del sole poteva aiutarci, coperta da quella nebbia perenne. Non si sentiva alcun rumore. Buio e silenzio. Eppure miliardi di anime stavano soffrendo li dentro, sotto chissà quali torture! Anche se vi entrammo spesso, non riuscimmo mai a vedere a quali pene erano sottoposti i dannati. Non arrivavamo mai negli strati inferiori. Il sindaco prese la parola: -qui finisce il mio viaggio con voi. Prima di aprire e lasciarvi entrare, dovrò dirvi delle cose importanti e togliervi qualche curiosità. Per prima cosa, vi dico che Vug e i suoi fratelli hanno ucciso alcuni dei custodi, rubando loro le chiavi. Non saprei dirvi, però, come hanno fatto a riconoscerli. Poi vi dirò che il Sommo è nelle zone alte dell’ Ade. Non scendete troppo! Cercate nella sponda del fiume in cui vi trovate e non andate da nessuna altra parte, capito? Infine, non dovreste incontrare grandi pericoli, ma cercate di non stuzzicare o disturbare nessuno! Dovete camminare nascosti nell’ ombra il più possibile! Ora aprirò la grata, ma ricordate! La dovrò richiudere subito dopo il vostro ingresso. Siete ancora disposti ad entrare?-, annuimmo tutti, anche se un po’ spaventati. La grata si aprì con un rumore assordante. Una tremenda ondata di vento ci colpì in pieno. Era un vento freddo, gelido. Mi vennero i brividi. Entrammo velocemente e una volta dentro, il sindaco ci disse: -siete sempre convinti? Bene, allora addio. Ci rivedremo, forse. Buona fortuna-, e se ne andò, chiudendoci dentro quella caverna paurosa. Non sentivamo ancora nessun rumore provenire dal fondo, e meno che meno, non vedevamo luci. Yuki era preoccupata: -non mi preoccupa ne il silenzio, ne il buio. Mi preoccupa quello che possiamo trovare una volta scese le scale. Mostri e diavoli di qualunque tipo, ecco che mi preoccupa!-. Aveva ragione. Non era semplice nascondersi li dentro. Kira, però, non era per niente preoccupata e disse: -è giunto il momento che vi mostri una bella magia!-, e iniziò a pronunziare una formula magica complessa. Non successe niente. Lei ci guardò sorridente: -Ora siamo invisibili. State sicuri che non ci vedranno mai! Ho fatto in modo, però, che possiamo vederci tra di noi, così stiamo vicini e non corriamo pericoli. Ora scendiamo!-, la sua sicurezza e la sua tranquillità mi fecero capire che non scherzava. Ci teneva a vivere! Scendemmo le scale. Non so dire quanti gradini scendemmo, ma erano tantissimi. La discesa era dritta, senza curvature. Una luce iniziò a farsi vedere dal fondo. Stavamo per arrivare! Scendemmo altri gradini fino ad arrivare ad un immenso spiazzo! Era gigantesco, sembrava non finire mai! C’ erano molte crepe nel muro e sul terreno, dove usciva o vi ristagnava del magma che illuminava a giorno la grotta. Nel muro vi erano grosse aperture buie. Portavano probabilmente dai dannati. Non vi era anima viva o morta. –Allora, se ricordo bene, Ostri è stato immerso nel fiume delle anime. Andando dritto, prima o poi lo incontreremo…-, disse Erik un po’ confuso. Iniziammo a camminare. Lo spettacolo era sempre lo stesso: magma e rocce vulcaniche. Lo spiazzo, però, andava ingrandendosi sempre di più. Arrivammo al fiume dopo una lunga e calda camminata. L’ aria era quasi irrespirabile, impregnata di gas e ceneri. Il fiume era grosso e molto profondo. Non si riusciva a vedere da dove partiva, ne dove arrivava. Nell’ altra sponda, la caverna andava rimpicciolendo, segno che era a forma di cerchio. Non andammo mai oltre, come ci raccomandò il vecchio sindaco, anche se ebbi la tentazione di farlo. –Ecco la nostra prima tappa!-, disse felice Erik, osservando il fiume scorrere molto veloce. Era di un verde chiaro, e spesso si vedevano anime tristi che chiedevano aiuto. Erik fece un bel respiro e, coraggiosamente, immerse la testa dentro quell’ acqua. La uscì dopo qualche secondo, felice! –L’HO TROVATO! E’ LI SOTTO!-, disse quasi gridando per la felicità: -ho bisogno di una barriera per scendere in fondo! E’ davvero profondo, questo fiume!-, continuò. Yuki non se lo fece ripetere due volte e invocò una barriera protettiva su Erik. Scese subito e iniziò a nuotare verso il basso. Non si vide più quasi subito! Ci raccontò che il fiume aveva una corrente molto forte, e fu difficile anche per lui scendere fino in fondo! Una volta toccato il fondo, vide Ostri dentro una lastra di ghiaccio, addormentato. Era in piedi, con le braccia incrociate sul petto. La barriera iniziava a diminuire, ma lui prese in fretta Ostri e salì, nonostante la corrente glielo impedisse. Portò la lastra contenente Ostri in superficie, felicissimo! Non stava più nella pelle! Voleva parlare con Ostri al più presto. La lastra si sciolse subito, ma il Sommo era ancora immobile e fermo. Passarono diversi minuti, ma niente! A un certo punto, una voce ci parlò nella mente: -cercate gli altri due…cercateli nelle due gallerie di fronte…cercateli all’ inizio…-, non riuscimmo a capire chi potesse essere a parlare. Il messaggio però, era chiaro! Dovevamo trovare gli altri due Sommi. Tornammo all’ ingresso. Guardammo attentamente le varie gallerie. Ne trovammo subito due, una di fronte all’ altra. Andammo in quella di sinistra. La magia di Kira era ancora attiva e quindi eravamo tranquilli. Trovammo un piccolo spiazzo di forma circolare. Al centro, una prigione. Il sommo Palle era in un angolo, nella stessa posizione di Ostri. La stanza era vuota. Marin invocò Golem, che forzò, con molta difficoltà, le sbarre. Prendemmo Palle e lo portammo dove avevamo lasciato Ostri. Tornammo indietro, ed entrammo nell’ altra grotta. Una immensa distesa di ghiaccio si aprì davanti ai nostri occhi. Max era immerso li dentro! Yuki riunì tutte le sue forze e fece partire un getto di fuoco che sciolse tutto il ghiaccio. Max eri li, in fondo. Il ghiaccio sciolto, però, stava iniziando a ridiventare solido! In un istante, Erik prese al volo Max, anche lui con le braccia incrociate al petto. Lo portammo assieme agli altri. Il Sommo Blue Dragon, era nuovamente riunito!

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    Capitolo 27 SEMPRE PIU’ FORTI! Osservammo a lungo i tre corpi, immobili e rigidi, come pezzi di legno. Una certa malinconia iniziò a entrare in noi. Forse era troppo tardi? Erano, forse, già morti? E se lo erano, da quanto? Era stato inutile tutto quello che avevamo fatto? E soprattutto, saremmo mai riusciti a uscire dagli inferi? Eravamo sicuri di trovarli vivi che non ci preoccupammo minimamente di un piano di riserva. Sembrava tutto finito. Ma all’ improvviso, quando ormai avevamo perso tutte le speranze, una voce risuonò nelle nostre menti: -quello che avete fatto è stato importantissimo per il mondo. Avete salvato colui che può distruggere definitivamente il male. IL SOMMO BLUE DRAGON E’ TORNATO!-. Una misteriosa aura circondò i tre corpi. Ora stavano brillando di una luce intensa. Aprirono gli occhi e si alzarono contemporaneamente. Il Sommo Ostri, il Sommo Max, il Sommo Palle. Finalmente erano riuniti e vivi. Ci guardarono seri. Ostri iniziò a parlare: -fummo rinchiusi qui sotto tanti e tanti anni fa. Per non rischiare di perdere i nostri poteri ci privammo della nostra anima, dividendola alle persone che reputavamo più meritevoli. Erik, una buona parte della mia anima era dentro di te. Ecco perché hai avuto l’ idea di salvarci. Sono stato io stesso a suggerirti l’ idea-. Erik era stupefatto e sorpreso! Mai si sarebbe aspettato di essere il portatore di uno spirito così importante. Max continuò il discorso: -Kira. Tu fosti rapita perché il male trovò la mia anima dentro di te. Per questo sei in grado di usare deboli magie. Ma la gran parte della mia anima la trasferì dentro i discendenti di Yuki. Conoscevo la loro dinastia, abili guerrieri ma deboli di fisico. Decisi di dar loro il mio potere, in modo che imparassero le arti magiche. La mia anima andò trasferendosi da madre in figlio, e quando qualcuno moriva, la mia anima andava al discendente più vicino. Ora è divisa a metà tra te e tua madre, ma una parte di quella di tua madre andò a Kira, nata da una stirpe simile alla tua, ma più resistente-. Anche Yuki era sorpresa e stupita. E Kira non era da meno! Fu Palle a completare il discorso: -Per quanto riguarda voi altri, la mia anima è stata divisa tra i vostri avi, fino ad arrivare a voi. Siate orgogliosi di questo, perché voi avete portato un potere veramente immenso-. Parlò di nuovo Ostri: -Non sappiamo cosa fecero ai nostri corpi durante tutto questo tempo, dato che le nostre anime vagavano da padre in figlio. L’ unica cosa certa, è che ora ne abbiamo bisogno più che mai, dato che ore buie stanno tornando in questo mondo. La rinascita di Kokutaro è inevitabile ormai, e solo voi, che avete le nostre anime, potete impedire che torni a distruggere tutto. Nuovi nemici si metteranno tra voi e Kokutaro, ma con il nostro aiuto riuscirete a sopraffare chiunque si opponga a voi-, Palle e Max chiusero gli occhi. Infine, il grande mago, parlò: -chiediamo scusa a tutti coloro a cui abbiamo rubato l’ anima. Ne abbiamo assolutamente bisogno e spero che ci perdoniate. Il vostro aiuto sarà determinante per la vittoria finale. E se volete, potete anche decidere di divenire parte integra del nostro corpo, così da lasciarci vivere ancora a lungo, per portare pace e serenità a questo mondo-. I loro discorsi mi lasciarono incredulo e sbalordito. Mai avevo sentito qualcuno parlare così e fu una vera gioia per le mie orecchie. Poi si rivolsero a noi: -Adesso è giunto il momento di uscire. Vi trasporteremo in una piccola abitazione, dove ognuno avrà una propria stanza per allenarsi e nessuno saprà del ritorno del Sommo, almeno finche non vogliamo che ciò accada. Andiamo ora, salvatori del mondo-, e con uno schiocco di dita, ci trovammo fuori da quel mondo maledetto. Eravamo in una piccola casa a più piani, con diverse stanze. Una casa confortevole e comoda. Non avevamo ancora osato, però, rivolgere la parola al Sommo. Il primo a farlo fu Erik. Chiese rivolto a tutti e tre: -Scusate l’ impertinenza, ma vorrei farvi una domanda. Come mai non c’ era nessuno a difendervi? Certo, è stata una fortuna, ma mi suscita curiosità questo fatto-, i tre guardarono Erik con un’ espressione tenera. Rispose Ostri: -non scusarti, e non fatelo nessuno di voi! Fate finta che noi siamo dei padri gentili che vi vogliono bene e vogliono aiutarvi. Parlate con qualunque tono senza preoccuparvi minimamente. Veniamo alla risposta. L’ apertura delle porte infernali da parte dei servi di Kokutaro fu una ghiotta occasione per fuggire. Tutti i nostri guardiani scapparono, lasciandoci incustoditi. Non è stata fortuna, siamo stati noi a farli fuggire, proprio per permettervi di liberarci-. Quella risposta ci lasciò molto perplessi e confusi, ma non ci pensammo più di tanto. Palle, infatti, prese parola: -ora è il momento di parlare d’ altro. Dovete potenziarvi sempre di più. Noi possiamo fare ben poco. Possiamo accrescere il vostro potere direttamente, influendovi nuova forza e vigore, ma non più di tanto. Per il resto, possiamo solo dirvi le direzioni da intraprendere per potenziarvi. Vi sono moltissimi oggetti magici e nemici forti in giro per il mondo. Noi vi diremo cosa cercare e il luogo in cui si trova. Il resto dovete farlo voi. Uccidete chiunque si opponga a voi e trovate tutto quello che vi può aiutare. Poi tornate qui e riposate-, Max finì il discorso: -vi è un essere che vuole aiutarvi a eliminare Kokutaro. Lui è il grande Re dei Behemot. Più forte di qualunque Behemot, più grande di altissimi grattacieli, lui vi aspetta. Si trova nella foresta dei Behemot, circondato da altri della sua razza. E’ vecchio e vuole essere utile in qualche modo. Non sappiamo le sue intenzioni, ma dovete andare. Qui c’è una mappa. È rappresentato tutto il mondo. Inizia il vostro viaggio. Ma prima, venite davanti a noi-. Ci avvicinammo. Il Sommo allungò le sue sei mani verso il cielo e poi verso di noi, con i palmi aperti e rivolti ai nostri corpi. Una grande energia entrò dentro di me. Mi sentivo più forte, veloce, robusto, resistente, insomma, mi sentivo davvero invincibile! –Non sentitevi troppo forti, però! Non siete ancora ai livelli di Kokutaro, o di uno dei suoi scagnozzi! Non fate sciocchezze! Ora andate, giovani eroi. Andate incontro al vostro destino- e scomparirono nelle loro stanze. Noi partimmo l’ indomani, dopo esserci riposati. Non vidimo più il Sommo dopo ieri pomeriggio. Eravamo tutti eccitati e felici. La nostra missione era riuscita e niente sembrava più impossibile con loro al nostro fianco ad aiutarci. Non parlammo di loro ma si vedeva dagli occhi, dai sorrisi che eravamo tutti veramente felici e soddisfatti. Con la mappa in mano, partimmo a piedi per rinforzarci ancora un po’, e ogni tanto chiamavamo Palidor, dato che la strada da percorrere era lunga, anche troppo per noi. Capitolo 28 IL RE DEI BEHEMOT Passarono due settimane di viaggio prima di arrivare alla foresta. Viaggiamo per tre quarti di strada a piedi, il restante quarto sulla groppa di Palidor. La foresta era immensa. Gli alberi erano verdi, nonostante l’ autunno fosse alle porte e per terra non vi erano foglie secche. Ci inoltrammo dentro la foresta cautamente. Non sapevamo cosa poteva aspettarci li dentro. Non saprei dire con precisione quanto tempo ci volle prima di raggiungere il cuore della foresta. Un giorno, due giorni, qualche ora, non saprei dirlo. Comunque arrivammo senza tanti problemi nel cuore della foresta. Vi era un immenso spiazzo aperto, senza alberi. In lontananza, un trono di pietra iniziava a mostrarsi ai nostri occhi. –Ci siamo. Li dovrebbe esserci il Re che cerchiamo. Stiamo attenti, però, non mi fido dei behemot…-, disse Erik. Un enorme behemot viola era seduto sul trono. Era molto anziano e in testa aveva una corona d’ ossa. Ci guardò. Parlò: -siete voi i giovani eroi che lottano contro l’ oscurità?-, disse con una voce stanca. Annuimmo un po’ intimoriti. –ha ha ha, non preoccupatevi. Non vi mangio-, disse il Re vedendo i nostri sguardi impauriti. –Voglio solo parlare con qualcuno che può aiutarmi a compiere le mie ultime volontà. Sto morendo, sono vecchio. Nonostante tutto, vorrei essere utile. La mia razza è sempre stata molto violenta, ma non eravamo mai dalla parte del male! Attaccavamo chiunque potesse essere un pericolo per noi, siano essi buoni o cattivi. Col tempo, però, mi sono reso conto che è stato un errore. Dovevamo aiutare il bene, ma i miei sudditi non lo volevano capire. Rimasi solo, come sono ora. Ogni behemot ha deciso di andare per la sua strada. Questo è un male, dato che Kokutaro riuscirà a schierarli dalla sua parte. Ma io voglio rimediare! Voglio cercare di aiutarvi, ma sono troppo vecchio per affrontare direttamente Kokutaro. Ho attaccato i suoi schiavi, Vug, Sug e Tug, eliminando Tug. Non ho potuto fare altro, perché l’ occhio di Kokutaro è sceso sul campo di battaglia, costringendomi alla fuga. Non riuscirei a sostenere un'altra battaglia contro di loro, quindi vi chiedo di combattere contro di me e sconfiggermi! Il vostro potere aumenterebbe e io sarei utile a qualcosa. Ve ne prego, fatelo per me, per un povero vecchio re decaduto che vorrebbe morire in pace!-. Quelle parole mi commossero e guardai gli altri. Anche loro erano stati colpiti da quelle parole di aiuto. Il Re completò: -però, se accettate, io combatterò con tutte le mie ultime forze, equivalenti a quelle di un behemot normale. Solo così il vostro potere aumenterebbe molto. Allora, accettate?-, Erik era preoccupato. Non si sentiva ancora pronto a battere un behemot. Erano creature terrificanti. Con una zampata spazzavano via eserciti e nemici, e le loro scorze erano quasi indistruttibili! Il behemot si accorse di questo problema e disse: -capisco che può essere pericoloso, ma vi assicuro che interromperò il combattimento quando non ce la farete più. Ditemelo, e io mi fermerò. Ricordate, però, che non avrete una seconda possibilità. Morirò, vincente o perdente, dopo questo combattimento. Scegliete voi il da farsi- e chiuse gli occhi, aspettando. Discutemmo un po’ della scelta da prendere. Decidemmo di accettare l’ offerta. –Allora, andremo per primi io, Marin, Yuki e Kira. Gli altri, vi diremo noi quando entrare in gioco-, disse Erik. Poi, rivolto al Re, -Iniziamo! Questi sono i tuoi primi avversari. VIA ALLA BATTAGLIA!-. Il grande behemot si alzò dal suo trono e si mise a quattro zampe, la posizione principale dei behemot. Nel frattempo… -Il Sommo libero! HA HA HA HA, cosa credono di fare quei tre vecchietti? Non mi hanno battuto una volta, non riusciranno a farlo di nuovo! HA HA HA HA HA HA HA! Però…si, mi preoccupa la ragazza che ho rapito, Kira. Non mi aspettavo che conoscesse la magia! Già con una sola maga ho avuto problemi, immaginiamoci con due…devo fare assolutamente qualcosa! ADELE!-, il generale rispose alla chiamata, prontissima. La strega che diede problemi a Squall Leonhart, l’ eroe che distrusse Artemisia, era una strega potentissima, che aveva il potere di assorbire il corpo e l’ anima di una persona per aumentare la sua forza. Non aveva, però, la possibilità di parlare. Perse la voce anni e anni fa, quando fu imprigionata la prima volta. –ho una sorpresa per te, generale. Presto avrai una nuova voce! HA HA HA HA HA!!!-, la strega rise felice con lui. –VUG! Vai immediatamente nella foresta del re dei Behemot ed esegui quest’ ordine…-. Il povero sottoposto era terrorizzato, e accettò per non subire la collera del padrone. –HA HA HA HA, IL MONDO RICADRA’ NELL’ OSCURITA’ ETERNA!!! HA HA HA HA HA!!!-. La battaglia col re dei behemot fu lunga e dura, ma non preoccupante. Eravamo davvero forti grazie al potere datoci dal Sommo. Il Re, per quanto vecchio e stanco, riusciva a dare colpi ancora violenti e difficile era scalfire la sua pelle. Non conosceva magie o colpi segreti, o forse non li usò per non rischiare di ucciderci. Comunque, i combattenti cambiarono sempre. Quando era stanca, Yuki usciva a riposarsi e faceva entrare qualcun altro,e Marin e Erik fecero lo stesso. Dopo qualche ora di combattimento, il behemot cadde sfinito sotto i colpi delle spade mia e di Erik. Non morì subito. Ebbe il tempo di bisbigliarci qualche parola: -complimenti. Siete i primi avversari che sono riusciti a sconfiggermi. Ha ha ha, certo ora sono solo un povero vecchio…comunque, grazie. Mi avete reso felice. Non potete nemmeno immaginare quanto sia contento di morire così! Addio ragazzi, addio mondo…- e scomparì nel nulla. Una lacrima scese dalle nostre guance. Era una brava anima. Si era sacrificata per il mondo intero. E il suo sacrificio non fu inutile! Mi sentivo ancora più forte dopo aver lottato con lui! Si, una nuova forza era entrata in me, mi sentivo invincibile! Dopo aver salutato quel luogo, ci incamminammo verso l’ uscita della foresta. Una tragedia avvenne durante il cammino! Qualcosa che mai ci saremmo aspettati! Qualcosa che rovinò i nostri piani e diede un punto in più al nemico. Kira, la giovane Kira, camminava ultima, un po’ stanca per il combattimento. Forse era quella che aveva subito più di tutti e che aveva lottato con più forza. Era davvero stanca poverina. Furono pochi istanti. Un grido. Una magia. Due mani. La povera ragazza era stata trasformata con un incantesimo in pietra e rapita dalle viscide mani di Vug. Le riconoscerei dovunque! Provammo a inseguirlo, ma era agile nei rami. A un certo punto, perdemmo di vista il nostro nemico e ci gettammo a terra. Iniziammo a piangere disperati. Yuki era inconsolabile e l’ unica che non uscì una lacrima fu, come al solito, Marin, anche se era profondamente addolorata. Non capivamo perché Kokutaro si fosse interessato a lei. Perché non prendere Yuki, oppure me, oppure qualche altro. Mai nessuno rispose a questa nostra domanda. Fatto sta, che Kira era stata rapita e portata chissà dove. Non sapevamo dove fosse la regia centrale del nostro nemico, il luogo in cui sarebbe andato una volta tornato in vita. Ci incamminammo verso la nostra nuova casa, piangendo e riflettendo su quello che potevano fare a una povera ragazza sola.

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    Capitolo 29 UNA NUOVA MISSIONE Vug raggiunse una altissima torre, situata nel luogo in cui sorgeva Isengard. Kokutaro aveva deciso di portare li la sua nuova sede del terrore. La torre era molto alta e larga. Sembrava un castello ma non lo era. Il mostro entrò dalle grandi porte, portando Kira in braccio. L’ incantesimo si stava sciogliendo, e Vug aveva molta fretta. Non voleva trovarsi davanti quella ragazza. Sapeva che era pericolosa, anche se sola. Raggiunse in fretta l’ ultimo piano e aprì la porta. Entrò in una immensa sala, dove vi erano tre grandi troni e, dietro di essi, una grande veranda che dava sul retro. Posò la povera Kira a terra e, inchinandosi davanti i troni, uscì in fretta. Kokutaro rideva dalla sua prigione oscura e la strega Adele entrò nella stanza, facendo uno strano incantesimo sul corpo pietrificato di Kira. Altri tre giorni passarono prima di raggiungere la casa del Sommo. Vi entrammo tristi e disperati, ancora lacrimanti. Le tre figure che rappresentavano il Sommo ci accolsero tristemente anche loro. Ostri parlò: -Sappiamo del buon esito della vostra prima missione, e vi accogliamo gioiosi in questa casa. Ma sappiamo anche della tragedia successa nella foresta e questo ci riempie il cuore di disperazione e tristezza. Non sappiamo ancora con certezza i piani del nemico, ma sappiamo che sono cose poco piacevoli per voi e per noi. Il suo ritorno è cosa di poco e sta tentando di rinforzare le sue fila con esseri sempre più forti. Anche se la tristezza ci chiude il cuore e ci impedisce di guardare avanti, bisogna continuare la missione. Non possiamo fermarci nemmeno un istante, perché il male è più forte e lo diventa sempre di più. Abbiamo cercato a lungo diverse nuove missioni da potervi affidare, e ne abbiamo trovate diverse-, Palle continuò il discorso: -più volte le nostre idee sono entrate in contrasto e più volte abbiamo rischiato di entrare in veri e propri conflitti. Alla fine abbiamo deciso di fidarci di voi e della vostra forza. Vi sono due magici orecchini, seppelliti negli inferi. Essi sono magici perché permettono al portatore di evocare le creature magiche chiamate esper. Anche se solo Marin è in grado di farlo, desideriamo che voi li troviate e li diate a lei. Il suo potere di invocatrice aumenterà e tutti gli esper accetteranno la sua richiesta d’ aiuto. Tutti, nessuno escluso. In più, il loro potere verrà raddoppiato e i nemici fuggiranno di fronte alla vostra potenza-, Max finì: -ma vi è un grande problema che più volte abbiamo discusso e più volte ci fece cambiare idea. Questi magici orecchini furono gettati negli inferi e furono trovati dal malvagio Rees, vassallo decaduto a causa del male. Spesso avete studiato o sentito di lui. Mai nessun uomo al mondo riuscì a distruggerlo frontalmente. Solo il giovane Karl lo sconfisse, impedendo la sua nascita nel passato. Fu imprigionato negli inferi da solo, immerso in una fiamma che brucerà per l’ eternità. La sua forza è inalterata, e custodisce il prezioso tesoro. Una missione difficilissima vi aspetta e siete liberissimi di rifiutare e attendere qualche altro giorno in cui la vostra forza aumenterà. Decidete, noi non vi ordiniamo niente-. La situazione era difficile. Immersi in una profonda tristezza, dovevamo decidere se affrontare un nemico molto più forte di noi. Decidemmo di aspettare qualche giorno, in attesa che la nostra tristezza scomparisse. Passarono due giorni infelici, in cui non toccammo arma. Passammo intere giornate a piangere e disperarci. Nulla potè il Sommo contro questo dolore. Il terzo giorno, ci riunimmo per discutere della situazione. Il dolore si era attenuato, ma non era passato del tutto. Ci accordammo tutti di passare una settimana ad allenarci. Riferimmo la nostra scelta al Sommo che fu visibilmente soddisfatto. Non era molto convinto di quella missione. Passammo sette giorni di seguito ad allenarci. Max insegnava nuove magie a Yuki, Palle allenava le ragazze e Ostri ci mostrava nuove tecniche di combattimento. Scontri tra di noi furono all’ ordine del giorno. Diventavamo sempre più abili e forti con le nostre armi. La tristezza per la scomparsa di Kira scompariva durante gli allenamenti, per tornare più forte che mai durante la vita normale. Dopo sette giorni, il Sommo ci chiese se ci sentivamo pronti. Mi sentivo invincibile ma sapevo che dovevo affrontare un nemico più forte di me. Annuimmo tutti e il Sommo, anche se un po’ riluttante, ci fece partire per la porta dell’ Ade. Anche se vi ero già stato, quell’ ambiente metteva veramente paura e terrore a chiunque vi entrasse. Il Sommo, alla partenza, ci diede la chiave per il grande cancello. Ridiscendemmo le lunghe scale, ritornando in quell’ immenso spiazzo dove cercammo i tre corpi del Sommo. Il Sommo ci disse di cercare a destra. Superammo tutti gli ingressi sulla destra fino ad arrivare al fiume. Non andammo avanti. Ripercorremmo tutta la strada all’ indietro e mi accorsi che, ogni volta che passavamo da una certa porta, un brivido mi prendeva la schiena. Fermai tutti davanti a quella porta e dissi loro della vicenda. Stranamente, anche loro avevano provato quel brivido. Di comune accordo, entrammo in quella grotta. Altre scale si mostrarono di fronte a noi. Scendemmo. Arrivammo in una camera ne troppo grande, ne troppo piccola. Una seconda apertura era davanti a noi. Una scatoletta piccola si trovava all’ interno di quella seconda stanza. Tutto troppo facile. Ci incamminammo cauti verso quell’ entrata. Troppo bello per essere vero! Una fiammata ci bloccò e tutta la stanza fu coperta da fiamme ardenti. Nell’ altra stanza il fuoco circondò la scatola e una voce parlò dalle fiamme: -Chi siete voi, o miseri mortali, che osate entrare qui dentro? Siete forse coloro che furono mandati dal Sommo a rubarmi il tesoro da me custodito? Parlate dunque! Vi trovate di fronte al grande Rees, il silenzio è morte!-. Quelle parole mi fecero tremare le gambe. Erik cercò di spiegare: -non siamo dei ladri. Siamo qui per cercare di prendere quella scatoletta e il suo contenuto. Te lo chiedo per favore, oh immenso Rees, dacci quella scatola! Te la renderemo una volta finito il nostro lavoro.-, le fiamme si alzarono in una vampata caldissima: -COME OSATE CHIEDERMI DI AIUTARE LA LUCE? RIPUDIAI IL BENE ANNI E ANNI FA E MAI PIU’ TORNERO’ CON ESSO! MAI AVRETE LA SCATOLA! SOLO CAMMINANDO SUL MIO ARDENTE CORPO POTRETE TOCCARLA!-. Una fiamma si alzò più in alto fino a raggiungere un’ altezza pari a quella nostra. Li dentro c’ era Rees. Si distingueva bene il corpo di un essere umano. Erik indietreggiò spaventato e intimorito. Sfoderò la spada e disse: -se non ci consegnerete quella scatola, la prenderemo con la forza! MARIN, YUKI, RAY, ALL’ ATTACCO!-, e sfoderammo anche noi le nostre armi, preparandoci al duello. Capitolo 30 UNA BATTAGLIA DURA Dalla fiamma partì una risata diabolica: -HA HA HA HA, VOI, POVERI INSETTI, VOLETE SCONFIGGERE ME? AI MIEI TEMPI, E FORSE TUTT’ ORA, NESSUNO, DICO NESSUNO E’ MAI RIUSCITO IN QUESTO INTENTO! FORSE SOLO IL SOMMO AVREBBE POTUTO ELIMINARMI, MA CON GRANDE DIFFICOLTA’! NON VINCERETE MAI QUESTA BATTAGLIA!-, aveva ragione. Fin dai primi colpi, ci dimostrò di avere una difesa fisica impenetrabile e un attacco veramente potente. Le fiamme accompagnavano la sua spada, ferendo e bruciando l’ avversario. I suoi occhi uscivano ogni tanto dalle ardenti fiamme, guardandoci con uno sguardo freddo e pauroso. I nostri attacchi non riuscivano nemmeno a superare le fiamme. Le lame delle spade diventavano immediatamente scottanti e solo le magie e le invocazioni riuscivano a colpire il corpo del vassallo. Le fiamme si ritraevano al passaggio delle colonne d’ acqua generate dalle mani di Yuki e mostravano per un solo istante un corpo alto e magro, con dei lunghi capelli color platino all’altezza delle spalle. Mai riuscì a vedere il volto. Le fiamme perenni lo ricoprivano e ogni tanto mostravano quello sguardo che solo un servitore dell’ oscurità poteva avere: sguardo raccapricciante e spaventoso. Non era una battaglia facilmente vincibile. Anzi, non avevamo proprio speranze. Mi accorsi che non ci attaccava con tutta la sua forza. Voleva divertirsi, credo, e non sconfisse nessuno prima di aver combattuto a lungo. La prima a cadere fu Yuki. La lama di fuoco non le lasciò scampo. Svenne per il troppo dolore e fu sostituita da Hiroshy. Le cose non cambiarono. Lui continuava a divertirsi, a ridere. Fredde risate uscivano dalle fiamme dopo ogni attacco. Era da moltissimi anni che non combatteva con qualcuno. Si divertiva e non voleva finire il combattimento dopo poco tempo. Sarebbe anche stato capace di curarci e farci lottare nuovamente se ci avesse sconfitto. La battaglia sarebbe potuta durare anni. Per fortuna, eravamo sette persone, di cui una svenuta e quattro a combattere. Izumi e Hiroko rimasero fuori dalla battaglia e iniziarono a escogitare un piano. Rees era impegnato contro di noi e l’ ingresso alla caverna del tesoro era libero. Avrebbero potuto sgattaiolare furtivamente, ma Rees avrebbe potuto stenderle in un istante se se ne fosse accorto. Era capace di farlo. E se fossero entrate? Le fiamme erano troppo calde e circondavano la scatola lasciando libero solo un piccolo cerchio intorno ad essa. Yuki era svenuta e lo sarebbe stata a lungo. Non avevano oggetti magici o possibilità di risvegliarla velocemente. Era lei l’ unica in grado di spegnere le fiamme! Non so dire ora con precisione se fu un miracolo divino o l’ anima del Sommo Max che si risvegliava, ma il sonno di Yuki durò molto meno del previsto! Eravamo ancora impegnati nella battaglia ed erano passate diverse ore da quando Yuki era stata stesa. Vidi la scena con la coda dell’ occhio: una luce abbagliante circondò la ragazza che si rialzò lentamente, come se si fosse destata da un lungo sonno. Dopo qualche secondo di smarrimento, riconobbe il campo di battaglia e fece un gesto di disappunto vedendo Rees ancora vivo e noi stanchi della lunga lotta. Rees sembrava riposato e tranquillo. Rideva sempre, con il solito tono freddo. Yuki andò a parlare con le due ragazze estranee alla battaglia che, molto stupite dell’ accaduto, le spiegarono tutto. –Capisco. Se continua così, sarà la fine di tutto. Non possiamo vincerlo. E’ troppo forte per noi e ricordate che è già morto. Forse è quasi immortale, se non lo è del tutto…-, disse cupa. –Ma c’è una possibilità per noi. Se i ragazzi lo distraggono facendolo infuriare, potremo cercare noi tre, di sgattaiolare dentro la caverna. Rees, nervoso e irato, non riuscirebbe di certo a scorgerci e le fiamme non sono un problema. Bisogna solo trovare un argomento che lo distragga abbastanza per fargliela sotto il naso!-. Hiroko sorrise e disse: -che ne dite della sua sconfitta? Se io avessi avuto il suo stesso destino, mi roderei le ossa anche dopo miliardi di anni!-. –L’ idea è buona!-, disse Yuki. –Ma non basta. Il discorso sarebbe diretto subito al punto e, anche se nervoso, non sarebbe abbastanza distratto. Bisogna farlo parlare! Hiroko, sei disposta a combattere qualche minuto?-, la ragazza annuì. –ERIK! HIROKO VUOLE COMBATTERE. ESCI UN ATTIMO E FAI ENTRARE LEI!-, gridò Yuki seria. Erik la guardò stranito e, dopo qualche istante di dubbio, le cedette il posto. Hiroko partì aggressiva contro Rees, ingaggiando un duello spada contro spada. Il vassallo sembrava soddisfatto e parava tutti i colpi di Hiroko con una facilità incredibile. Yuki iniziò a spiegare il suo piano. Erik capì e fu d’ accordo ad attuarlo. Sapeva che non poteva continuare così. –Inizierò il discorso dal principio. Gli chiederò di raccontarmi la sua vita perché l’ ho sempre ammirato e vorrei sapere di più su di lui. Inizierò così. Quando sarà abbastanza distratto, voi farete il vostro lavoro. Ora torno in campo. HIROKO, PUOI USCIRE!-, gridò. Hiroko abbandonò la battaglia e Erik riprese il suo posto. Grazie al suo potere, ci spiegò il piano. Iniziò a parlare: -Vassallo! Basta lottare! Desidererei deporre momentaneamente le armi per iniziare un discorso-, Rees non rispose, ma abbassò la sua arma. –Grazie. Desidererei sapere come mai lei, uno dei più grandi guerrieri, sia andato dalla parte del male, dopo aver servito il bene. Come mai una scelta simile?-. Le fiamme si alzarono a livelli altissimi e Rees iniziò a sbraitare come un animale in gabbia. –PERCHE’? VUOI SAPERE PERCHE’? UNA GRANDE SVENTURA SI ABBATTE’ SU DI ME E SULLA MIA FAMIGLIA, ECCO PERCHE’!-. Erik disse: -desidererei saperne di più-. Le fiamme si abbassarono e il vassallo iniziò a calmarsi: -è una lunga storia. Se siete disposti ad ascoltarla, fatelo. Io non vi attaccherò a sorpresa e spero non lo facciate voi!-, a quelle parole, un brivido mi scosse. Stavamo colpendo alle spalle il nostro nemico, anche se indirettamente e se se ne fosse accorto, sarebbero stati guai! Iniziò a parlare…
    Ultima modifica di Dragon89; 13-04-2004 alle 00:00:02

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    Capitolo 31 IL VASSALLO DECADUTO -Nacqui anni e anni fa. I miei genitori erano entrambi vassalli del Sommo, nei primi anni del suo lungo dominio. La mia vita non fu per niente semplice. Persi i genitori durante la seconda guerra del Drago Rosso. Vennero uccisi dai seguaci di quel mostro. Avevo dieci anni. Il Sommo si accorse di quello che mi era successo e mi nominò vassallo. Io ero molto piccolo e non sapevo che significasse una tale carica. Crescendo, i miei sogni iniziarono a diventare cupi e minacciosi. A dodici anni, sognai il demonio in persona. Faceva cose orrende a esseri umani indifesi. Li torturava, li uccideva in modo brutale. Io ero sempre immobile e incapace di agire. Gli incubi divennero sempre più frequenti. E sempre più macabri…-. La sua voce era calma e bassa. Voleva dimenticare quei brutti momenti, ma voleva anche renderli noti, forse per cercare di dimostrare che aveva buone ragioni per fare il male. –Iniziai a odiare il Sommo con l’ età. Non so dirvi il motivo, ma iniziai a non credere più in lui e nelle sue promesse. Lui, involontariamente, fece morire i miei genitori e per colpa sua i miei incubi mi rovinarono l’ infanzia. Non lo dimostrai mai e non feci mai torti al Sommo prima dei venti anni. A quell’ età iniziai, di nascosto, a partecipare a riti satanici come mi dicevano spesso i miei sogni. Furono attimi indimenticabili!-, le fiamme iniziarono ad ardere con più intensità, non so se per punirlo delle sue parole o se per la sua eccitazione ricordando quegli orrori. Notai che stava entrando sempre di più nella storia, iniziando a dimenticare tutto il resto. Ascoltavamo molto attentamente, rapiti da quel tremendo racconto. –Durante le messe invocavamo il demonio con sacrifici e atti macabri. Non vi descriverò niente. Azioni troppo sconvolgenti. Ma mi piacevano. Provavo piacere a fare tutte quelle cose. A ventinove anni, vicino ai trenta, divenni capo di una setta satanica. In quel periodo, il giovane vassallo Karl aveva diciannove anni e iniziava già a farsi simpatico agli occhi del Sommo. Non credevo che le nostre strade si sarebbero incrociate. Venni arrestato da un numeroso esercito di vassalli durante un’ agguato tesomi alla fine di una funzione. Venni processato davanti al Sommo, e ogni mio sguardo verso di loro conteneva ira, rabbia, odio e rancore. Il Sommo rispondeva con sguardi impassibili. Fu Karl a decidere la mia condanna. Fui messo al rogo. Ormai avevo dimenticato tutti i miei sentimenti umani. Ero diventato un demone dell’ oscurità. Durante il mio rogo, una voce mi disse: ‘sei un guerriero dell’ oscurità. Usa il potere per lottare contro chi odi! Liberati e uccidi i tuoi nemici!’. Le fiamme si spensero e io scomparì nel nulla, lasciando tutti sbigottiti. Riapparsi nella caverna dove si svolgevano delle funzioni sataniche. Iniziai la mia battaglia con Karl e col Sommo. Fondai una nuova setta per cercare di eliminare i miei nemici invocando un emissario di Tur, la reincarnazione del demonio-, mi vennero i brividi. Era una storia spaventosamente macabra. Rees stava ormai entrando nel vivo della storia e dimenticò tutto il resto. Guardai le mie amiche e feci loro un segno col capo. Annuirono da dietro Rees e iniziarono a muoversi. Il vassallo iniziò a raccontare un anno pieno di macabri gesti. Nel frattempo, le ragazze si erano dirette dentro la sala del tesoro. Non parlarono, ma vidi Yuki spegnere le fiamme avanzando cautamente. Queste si riaccendevano dopo il suo passaggio. Trovò la scatola e la prese, mentre Rees parlava dell’ arrivo di Karl e della sconfitta dell’ emissario del demonio. Yuki recuperò la scatola e tornò indietro, facendomi un segno di riuscita. Riascoltai la storia. Era arrivato alla sconfitta di Tur durante il suo tentativo di ritornare sulla terra. –Dopo la richiusura del portale delle tenebre, il giovane vassallo andò dal Sommo. Io avevo deciso di andare indietro nel tempo per eliminarlo per sempre! Non so come si accorsero dei miei piani, ma corsero subito ai ripari. Inviarono Karl a salvare se stesso da bambino. Dopo un lunghissimo inseguimento, raggiunse prima di me una città, dove nascose il bambino non so dove. Il destino scrive pagine che non possono essere modificate. Non so come e perché, Karl vi riuscì. Forse la sua luce brillò più del solito e cancello quelle righe così infauste per lui. Gridò il mio nome. Io stavo per giungergli di fronte. Vidi un bambino al suo fianco. Credetti che era lui. Lo uccisi con una violenza unica. Iniziai a ridere, ma ad un tratto, la mia voce divenne più affievolita. Iniziai a scomparire-, e qui la voce divenne triste, ma non eccessivamente. –Karl mi disse che avevo ucciso me stesso da bambino. Lo guardai con occhi pieni di odio. Lui mi guardò come per dire: ‘ti perdono di tutto il male che hai fatto. Possa la tua anima riposare in pace’. Iniziai a gridare per la rabbia, fino a che il mio corpo si dissolse. Venni processato dal tribunale dei Morti. Mi condannarono a stare solo, dentro questa fiamma, a riflettere sul male che avevo provocato. Sono passati anni. NON MI SONO MAI PENTITO, ANZI VOGLIO DISTRUGGERE IL SOMMO ORA PIU’ CHE MAI! E’ COLPA SUA SE SONO QUI DENTRO!-, le fiamme si rialzarono fino al soffitto e la voce divenne più terrorizzante. La spada si riaccese e disse: -ora che vi ho raccontato tutto, PREPARATEVI A MORIRE! MI SONO DIVERTITO ABBASTANZA!-. Feci segno a Erik che la scatola era presa. Dovevamo fuggire immediatamente. Erik parlò: -Rees! Mi dispiace che la tua vita è stata così tormentata. Mi dispiace che la tua forza abbia servito il male. Ma anche un grande guerriero si distrae parlando di se. Abbiamo la scatola, vassallo. Non abbiamo più niente da fare qui! ADDIO!-, e iniziammo a correre verso l’ uscita. Non ebbi il coraggio di voltarmi indietro, non saprei tutt’ ora dire se Rees ci inseguì. So solo che a quelle parole i suoi occhi si intravedevano appena ed erano pieni di rabbia. Uscimmo dalla stanza di Rees e lui restò li dentro, solo, immerso nelle fiamme dell’ odio senza speranza di salvezza. Capitolo 32 LA RIUNIONE DEGLI EROI Tornammo felici e gioiosi nella casa del Sommo. Ci accolse gioioso e felice e narrammo tutto ciò che avevamo vissuto. Fu inutile, dato che lo sapevano già ma servì a passare il tempo. Ostri parlò: -siamo veramente contenti di quello che avete fatto! Vi siete dimostrati abili e furbi. Non so se lottare contro Rees vi abbia potenziato, ma avete preso il tesoro e ora gli esper sono ai vostri ordini. Marin, indossa gli orecchini e lotta per il Sommo, per la luce!-, la ragazza aprì la scatola. Due orecchini, uno bianco e uno nero, scintillavano alla luce del sole ormai calante. Se li mise. Una nuova forza scorse dentro di lei, si vedeva dalla sua espressione. Impossibile da descrivere a parole. Max prese la parola: -Ora riposate, giovani eroi. Non vi sono momentaneamente missioni da affidarvi. Avete qualche mese per riposare e allenarvi, ma sappiate che l’ ora oscura sta arrivando. La rinascita di Kokutaro è molto vicina.-, a quelle parole, il silenzio scese sulla casa. Subito Palle ci riconfortò: -ora andiamo a cenare. E’ tutto pronto-. Passarono tre mesi di intensi allenamenti. Affrontammo nemici dopo nemici, prove dopo prove. Diventavamo sempre più forti giorno dopo giorno. Il Sommo si meravigliò dei nostri progressi ma non ci diede nessuna nuova missione. Quando mancavano meno di due mesi alla rinascita di Kokutaro, ci convocarono ad una piccola riunione. Ostri parlò per primo: -Avete fatto tre ottimi mesi di allenamento. Siete diventati molto forti, ma non abbastanza per fermare il male. Abbiamo ancora altre missioni per voi. La prima è molto semplice, non dovrete nemmeno combattere-, Max continuò: -vi sarà tra qualche giorno una grande riunione. Tutti gli eroi che salvarono il mondo si riuniranno per rincontrarsi e per conoscere i nuovi eroi. Questa riunione viene fatta ogni anno e prevede feste e divertimenti per tutti. Dovete prenderne parte e ricevere vari oggetti che vi aiuteranno nel vostro viaggio. Partendo oggi, arriverete al luogo della riunione tra due giorni, proprio dopo che tutti i grandi si sono riuniti. Andate, ora, giovani eroi. Conoscete chi prima di voi ha fatto questo lavoro portandolo a compimento con grande onore!-. Una riunione di eroi! La cosa mi piacque subito! Dopo aver raccolto ciò che poteva servirci, partimmo, lasciando la casa alle cure del Sommo. Due giorni durò il viaggio. Metà per via aerea, metà a piedi, affrontando servi di Kokutaro e nemici liberi. Arrivammo in una piccola città. In lontananza, si vedeva un alto colle con un grandissimo edificio in cima. Iniziammo a camminare verso di esso. La città era deserta, ma la gente era tutta alle pendici del colle, osservando felice il grande edificio. Un mucchio di gente era dentro i cancelli. Riconobbi Dart, l’ uomo che eliminò Melbu Fhrama, il dittatore degli alati. I suoi amici erano vicino a lui. Vidi anche Cloud, colui che lottò contro il Meteor e Sephirot. C’erano moltissimi eroi. Ero veramente stupito ed emozionato. Un giovane si avvicinò a noi. Aveva i capelli a punta e sorrideva. –Salve. Siete voi i ragazzi che stanno lottando contro Kokutaro? Piacere, io sono Sora. Avete sentito parlare di me, credo…-, Sora fu colui che salvò i mondi dall’ oscurità. Era ancora giovane, nonostante fossero passati molti anni. –Stupiti? Bhe, vi dirò che ho bevuto da una fonte sacra e la mia giovinezza durerà a lungo-, strizzò l’ occhio. –Venite, ora. Molta gente desidera conoscere la vostra storia. E molta gente ha anche consigli e oggetti per voi. Vi saranno utili-. Lo seguimmo molto eccitati. Ci portò da moltissimi eroi, che conoscevo benissimo. Raccontammo la nostra storia fino all’ esaurimento. Gli eroi restarono stupiti di quello che avevamo fatto. Soprattutto Karl, dopo la nostra avventura con Rees. Ci disse che ciò che aveva raccontato il vassallo corrispondeva alla verità. Molti oggetti ci vennero offerti e regalati. Armi, armature, scudi. Di tutto. Accettammo con piacere. Passò così un’ intera giornata. Ma una brutta sorpresa attendeva me e i miei amici. Una sorpresa pericolosa. Capitolo 33 L’ ESERCITO DEL MALE La giornata seguente non fu molto diversa. Raccontavamo la nostra storia a chiunque la chiedesse e ricevevamo sempre consigli utili, oltre a utilissimi oggetti. Ma Sora non era tranquillo. L’ avevo notato da quando ci svegliò. Era piuttosto freddo e severo e sembrava molto preoccupato. In più non parlava quasi mai ed era molto guardingo, tenendo la mano stretta sull’ impugnatura della sua arma. Gli altri mi sembravano molto allegri e spensierati. Non riuscivo a capire quale poteva essere il suo problema. All’ una e mezza fu pronto il pranzo. Moltissime portate ci vennero servite. Carne, pasta, pane e ottimo vino. Milioni di tavoli erano stati portati nello spiazzo dell’ edificio, ed erano tutti pieni di roba da mangiare e di grandi eroi che si servivano. Sora era nel nostro tavolo. Sembrava molto sospettoso e mangiò pochissimo. Si avvicinò a me e mi disse a bassa voce: -devo parlarti. Alziamoci ed entriamo dentro-. Curioso, decisi di seguirlo. Entrammo nell’ immenso edificio. Il grande atrio era vuoto. Solo io e Sora. Iniziò a parlarmi, sempre guardandosi intorno: -ho paura!-, disse. –Ho fatto un sogno. Ho visto un massiccio attacco da parte di esseri immondi. Attaccavano questo luogo e chi vi si trovava. Non vidi altro. Ho la sensazione che Kokutaro stia preparando un attacco contro la riunione. Probabilmente vuole distruggere tutti e spera di finire anche voi. Dobbiamo stare attenti. Sento avvicinarsi le forze del male e presto, tutti saranno in allerta. Dovete restare con me! Non vi allontanate assolutamente! Soli verreste sopraffatti facilmente, ma con me siete al sicuro, fidatevi. Non so quanto immenso sia l’ esercito o quanto siano forti i mostri. So solo che siamo nei guai! Tra meno di un’ ora saranno qui. Avvisa i tuoi amici. Gli altri si prepareranno da soli. Vai. Vi raggiungo subito!-. Lasciai Sora e mi diressi preoccupato verso i miei amici. Raccontai loro tutto. Si preoccuparono visibilmente di questo fatto e iniziarono a preparare le armi. Dieci minuti dopo, il brusio di sottofondo cessò. Tutti si ammutolirono e sguainarono le loro armi, rivolti verso l’ ingresso. Avevano sentito la presenza del male, e iniziavo a sentirla anche io. Ma qualche altra cosa iniziava a entrarmi nel cuore. Una sensazione strana, una strana nostalgia. Mi sentivo come se stessi per incontrare qualcuno di importante e allo stesso tempo, pericoloso. Sora arrivò correndo e si affiancò a noi. Nel frattempo, tutti gli eroi si diressero armati verso i cancelli. E fu allora che vidi l’ orrore! Miliardi e miliardi di esseri pronti a uccidere. Mostri di qualunque genere, forma e dimensione. Erano molto di più di noi, ma noi avevamo la forza! Erano immobili, come in attesa di qualcosa che desse l’ ordine di attaccare. A un certo punto, un essere mai visto prima scese dal cielo. Era la strega Adele, generale dell’ Apocalisse, al servizio di Kokutaro. Sora aveva ragione. Nel vederla, qualcosa mi strinse il cuore. Guardò le due schiere. Sorrise. Ci guardò. Scese verso di noi. –salve ragazzi. Che piacere incontrarvi qui!-, la guardai negli occhi. Aveva qualcosa di familiare. Non capivo cosa, però. –che c’è? Perché mi guardate così?-, aveva una voce sdolcinata, ma si capiva che era una dolcezza forzata. –Vedete qualcosa di familiare in me?-, disse quasi come se ci avesse letto le menti. –Oh, avete ragione… BENE!-, la voce divenne più seria: -HA HA HA HA, POVERI MOCCIOSI! COSTRETTI A LOTTARE CONTRO GLI AMICI! HA HA HA HA!-, un brivido mi attraversò la schinena. No, non poteva essere! –Cla…Kira-, dissi sussurrando. –SI! SI HA HA HA, KIRA! DENTRO DI ME SI TROVA IL SUO CORPO IMMOBILE! IL SUO POTERE SCORRE DENTRO DI ME! SIAMO UNA COSA SOLA ORMAI! NON ESISTE PIU’ ADELE! Da oggi, io sono ADEKIRA!-, una scossa mi lacerò il cuore. Kira era stata assorbita da quel mostro e forse non l’ avremmo rivista mai più. Adekira rise. Una risata malefica. Poi si fece seria e tornò in aria. Bastò un suo gesto per scatenare l’ inferno. Milioni e milioni di mostri attaccarono gli eroi di tempi andati. Loro si difendevano con le loro armi, eliminando nemici dopo nemici. Dart, con la sua spada, non se ne faceva sfuggire uno e il suo compagno Lavitz gli proteggeva le spalle con la sua lunga lancia, infilzando ondate di nemici. Gidan faceva del suo meglio, ma senza l’ aiuto di Amarant, non avrebbe fatto molto. Anche Sora si dava il suo bel da fare. Mai, credo, quella keyblade lottò con così tanti nemici in una volta. Ma più ne morivano, più ne arrivavano. Grida di lotta, rumori di lame contro lame, urla di dolore e grida di vittoria. Questi erano i suoni durante quella lunga battaglia. Io e i miei amici restammo uniti, vicino a Sora, aiutandolo e uccidendo tutti i nemici che ci capitavano a tiro. Ma più ne morivano, più ne arrivavano. Sembrava un esercito infinito. Adekira rideva soddisfatta, ma non scese a lottare. Forse era meglio così. A un certo punto, iniziarono a farsi vedere nemici più grossi e più forti. Squall Leonhart impugnava il suo gun-blade e faceva strage di piccoli esseri, ma iniziò a preoccuparsi di fronte ai grandi draghi che iniziavano ad avanzare. Giganteschi troll e golem di roccia iniziarono ad attaccare le prime file di eroi. Nel frattempo, altri nemici più piccoli continuavano ad entrare nell’ immenso cortile, diventato ormai un campo di battaglia. C’ era sangue dappertutto, ma finora nessun morto e pochi feriti gravi, i più anziani. Noi continuavamo a mietere vittime, ma la situazione divenne più preoccupante all’ arrivo dei giganti. Nonostante la differenza di statura, riuscivamo a tenere il confronto con loro, ma iniziavamo a stancarci. La situazione iniziava a farsi critica. Sora si accorse del problema: -ragazzi, non potete continuare così!-, disse eliminando in fretta due piccoli esseri. –Dannati, peggio delle formiche! Dicevo- e un’ altro mostro lo attaccò al volto. –Vai a farti friggere, bastardo!-, gridò distruggendolo. –Dovete assolutamente andarvene! Noi possiamo eliminarli, ma voi non siete ancora pronti a battaglie così lunghe! Dovete tornare dal Sommo, e subito! Non perdete tempo! Non rischiate di morire inutilmente qui!-. Aveva ragione. Dovevamo fuggire, ma come? L’ ingresso era bloccato da una marea di mostri e non potevamo volare anche riuscendoci. Adekira ci avrebbe scorto e fermato subito. –Vi è un sotterraneo in questo palazzo-, disse Sora, impegnato in un duello con un troll spadaccino. –Andate dentro il palazzo, nell’ ascensore di destra. Dentro vi è una botola nascosta sul tetto. E’ quasi invisibile, ma dovreste riuscire a trovarla. Abbassando la leva sul tetto della cabina, inizierete a scendere. Poi seguite il corridoio e vi troverete all’ esterno. SBRIGATEVI!-, concluse sferrando il colpo decisivo al suo avversario. Lo ringraziammo di tutto e lui ci fece un sorriso. Gli sentì dire, mentre correvamo verso il palazzo: -buona fortuna, giovani eroi. Spero che ci rivedremo-. L’ entrata del palazzo era vicina, ma a un certo punto, Adekira ci scoprì! –NON FATE FUGGIRE I GIOVANI! PRENDETELI!-, gridò a un gruppo di mostri vicino all’ ingresso. Con le nostre ultime forze, li eliminammo tutti, ma molti altri ci inseguivano. In pochi istanti, spinti dalla paura, entrammo nell’ ascensore. I mostri ci erano addosso! Erik riuscì a premere il tasto di chiusura delle porte e, nel momento in cui un qualche mostruoso essere infilò la mano, esse si richiusero, tagliando l’ arto del mostro. Iniziarono a dare colpi violenti alla porta. Eravamo stretti, stretti li dentro, ma riuscivamo a muoverci. I colpi diventavano sempre più violenti, ma le porte non cedevano facilmente. Dopo qualche interminabile istante, Marin trovò la botola e la aprì. Noi restammo dentro, in attesa che abbassasse la leva. Marin ebbe appena il tempo di tornare dentro la cabina, quando l’ ascensore scese giù, verso il passaggio segreto e la fuga da quell’ incubo.

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    Capitolo 34
    RITORNO A CASA

    Il tragitto del ritorno fu fatto tutto sulle spalle di Palidor. Avevamo fretta di tornare dal Sommo, ma avevamo anche paura di trovare reggimenti ritardatari sul nostro tragitto. Impiegammo un solo giorno, volando a velocità elevatissime. Eravamo molto scossi e impauriti, ma soprattutto tristi. Avevamo, probabilmente, perso un amica per sempre. Assorbita da un mostruoso essere malvagio. Il Sommo ci accolse con cordialità, e ancora una volta sapeva cosa era successo. –Non ci aspettavamo un attacco così immediato e massiccio!-, disse Ostri. –Sapevamo che avrebbero attaccato, prima o poi, ma non ci aspettavamo accadesse così in fretta, ma soprattutto non ci aspettavamo che Kokutaro avesse tutti quei servi pronti a tutto per lui-, concluse il Sommo. Palle continuò: -sapevamo anche che avrebbero attaccato la riunione degli Eroi, e pensavamo che vi sarebbe servita una battaglia con gli eroi del passato-, a quelle parole, i miei occhi divennero di fuoco, ma prima di pronunciare qualche parola, Max riuscì a calmare il mio animo: -però non ci aspettavamo un attacco così in massa. Vi chiediamo scusa, vi abbiamo fatto prendere un grosso spavento. Non preoccupatevi, però, non sareste morti. E vi do due buone ragioni: primo, se foste stati nei guai, ci saremmo precipitati ad aiutarvi. Siete come dei figli per noi, ormai. Vi abbiamo visto crescere. Secondo, Kokutaro vi vuole vivi! Mentre combattevate, siamo entrati nella mente di uno dei mostri di Kokutaro, e prima che venisse ucciso abbiamo scoperto che non vuole che veniate uccisi, a meno che non sia proprio indispensabile. Vuole eliminarvi con le sue stesse mani, lo avete infastidito troppo a lungo-, quelle parole furono, in qualche modo, confortanti. Ma soprattutto ci confortò il fatto che, per quanto potevano sembrare poco attaccati a noi, i grandi Sommi ci volevano veramente bene. Andammo a riposare e passammo un lunghissimo tempo ad allenarci per diventare ancora più forti. Un giorno, una tremenda notizia giunse alle nostre orecchie tramite il Sommo: un essere dalla grande forza stava iniziando a combinare guai. Due intere città erano state rase al suolo, ma gli abitanti, fortunatamente, erano sopravvissuti. Alcuni testimoni dissero di aver visto un uomo in volo, con un grande mantello giallo e dei capelli lunghissimi. Il Sommo era preoccupato da quella descrizione, ma non volle farci prendere spaventi inutili. Ostri ci disse: -sappiamo dove è diretto. Abbiamo la sensazione di sapere chi sia, ma vogliamo avere la conferma! Può essere pericoloso per voi, ma dovreste essere abbastanza forti per poter fuggire in caso di pericolo serio. Si sta dirigendo dove si è svolta la battaglia di qualche mese fa, nel luogo di riunione degli eroi. Se volete andare, ci farete un grandissimo favore-, decidemmo di partire. Non sapevamo chi potesse essere questo nemico, ne se sarebbe stato pericoloso per noi o per il mondo. Sapevamo solo che il Sommo era preoccupato e non era certo una buona cosa! Viaggiamo sul dorso di Palidor per tutto il tragitto, senza fermarci un attimo. Stavamo per incontrare uno dei nostri più grandi nemici.

    Capitolo 35
    DHAOS

    Non dovemmo aspettare a lungo per conoscere l’ identità del distruttore. Qualche minuto dopo aver raggiunto il luogo della battaglia, una voce iniziò a parlare. Era calma, ma decisa e seria: -vi aspettavo-, disse. –ho sentito delle voci che dicevano di otto ragazzi che stavano dando fastidio a Kokutaro. Volevo incontrare questi ragazzi, quindi ho fatto un pò di baldoria per farvi uscire allo scoperto. Ray, Yuki, Erik, Marin, Hiroshy, Hiroko, Kira e Izumi. Me ne manca uno all’ appello! Che fine ha fatto Kira?-, Erik rispose con voce tremante: -è stata presa da Kokutaro e ora è dentro la strega Adele-. La voce non rispose. Poi disse: -allora avete un nuovo nemico. HA HA HA HA, mi fate pena! Voi vorreste fermare Kokutaro? No, impossibile. Non ci riuscirete mai!-, iniziammo a irritarci a quelle affermazioni. Io iniziai a toccare la mia spada. La voce continuò: -ho deciso di approfittare della gentile offerta di Kokutaro di farmi uscire dall’ Ade, ma non mi sono schierato dalla sua parte. Ho deciso di restare indipendente. Andrò in giro per il mondo a divertirmi massacrando e distruggendo. HA HA HA HA HA HA, erano anni che non mi divertivo come oggi! Sono stato fermo a lungo da quando sono uscito, per cercare di riprendermi al massimo. Ha ha ha, ora sono di nuovo invincibile!-, una figura umana volante iniziò ad avvicinarsi. Un lungo mantello lo avvolgeva, facendolo sembrare più massiccio di quello che era in realtà. Lunghi capelli biondi scendevano dalla sua testa fino alla schiena, coprendogli le orecchie e le spalle. Degli occhi azzurri iniziarono a scintillare nel buio della notte e un viso che sembrava innocente mostrava un ghigno diabolico. –Chi sei?-, dissi timoroso. –HA HA HA HA, chi sono? Non lo indovini? Hai mai studiato la storia a scuola, scolaretto? HA HA HA HA, INCHINATEVI! AVETE DI FRONTE A VOI UN ESSERE INVINCIBILE! IO SONO…-, interruppe. Rise di nuovo più forte e pronunciò un nome che ci pervase di terrore e paura: -DHAOS!-. Gli occhi mi stavano uscendo dalle orbite, e le mie gambe iniziavano a tremare. Anche gli altri erano spaventati. Quel nome ci aveva pervaso di puro terrore. Non si riuscì mai a scoprire chi fosse realmente Dhaos. Un alieno, un demone, non si scoprì mai la verità. Apparì anni e anni fa, portando il terrore in tutto il mondo. Fu sconfitto e sigillato da una magia da quattro combattenti, ma tornò anni dopo, riportando il terrore. Fu eliminato definitivamente da un discendente di colui che lo imprigionò. La particolarità di questo malvagio essere è che era invulnerabile. Nessuna magia o spada poteva trafiggere il suo scudo d’ energia. Fortunatamente, una magia era in grado di ferirlo e fu proprio questa a imprigionarlo e, in seguito, a distruggerlo. Questa magia era l’ indignation, un potente colpo che faceva cadere sul nemico una scarica elettrica molto forte. Sfortunatamente, il libro di magia in cui vi era scritta la formula andò perduto, ed essa rimase per anni obliata da tutti i grandi maghi. Il ritorno di Dhaos significava solo guai. Ci guardò con un’ espressione ironica, per dimostrare che lui era più forte. Noi eravamo spaventati, ma cercavamo di apparire seri e concentrati. Scese a terra. Palidor fece altrettanto, allontanandosi da quel luogo. Eravamo faccia a faccia, noi contro di lui. –spiegatemi una cosa-, disse con voce calma, -perché volete lottare? Non vi rendete conto che sarebbe solo perdita di tempo? Vi eliminerò molto facilmente, siete solo piccoli insetti al mio confronto. Andatevene e lasciatemi tranquillo. Sarà un bene per tutti!-. Lo guardai storto e gli risposi alzando la voce: -Non permetterò mai e dico MAI che un essere come te vada in giro a uccidere e distruggere! E lo stesso vale per i miei amici, non ti lasceremo fare!-, Dhaos rise. –He he he, e come pensate di battermi? Con le vostre armi? SCIOCCHI! Non potete ferirmi! La mia barriera di energia è tornata come prima, indistruttibile! E L’ UNICA COSA CHE POTEVA DISTRUGGERLA E’ ANDATA PERDUTA! COME POTRETE MAI BATTERMI, PATETICI ESSERI?-, la voce divenne più terrificante e paurosa. Mi vennero i brividi di paura. Aveva ragione. Come potevamo distruggere la sua barriera? Iniziai a pensare che era finita. Saremo morti tutti li, di fronte ad un nemico più forte di noi, senza speranza di reagire e di provare a fermarlo. Ma la paura cessò dopo le ultime parole di Dhaos. –Ha ha ha, mi fate pena! Per questa volta vi lascerò andare. Tanto non mi darete fastidio, e faccio anche un favore a Kokutaro, che è alterato con me. HAI SENTITO, DEMONE? TE LI LASCIO. HA HA HA HA HA HA HA!-, e scomparì in un bagliore, lasciandoci li, incapaci di fermarlo.

    Capitolo 36
    ALTRI PROBLEMI

    Nessuno parlò per tutto il viaggio di ritorno. Eravamo tristi e delusi. Non eravamo riusciti a fermare la rinascita di Kokutaro e rischiavamo di essere uccisi dal demone. E se anche l’avessimo battuto, Dhaos avrebbe continuato indisturbato a distruggere tutto. Una volta tornati dal Sommo, raccontammo loro tutto quello che era successo, anche se immaginavo sapessero tutto. Ostri parlò preoccupato: -come sospettavo. Immaginavo che quell’ essere era Dhaos, ma volevo sperare fino all’ ultimo di sbagliarmi. Kokutaro ha combinato troppi danni. Siamo nei guai, nemmeno noi conosciamo l’ indignation e non possiamo insegnarvela-, Palle continuò: -Ma c’è una speranza, ancora. Sappiamo che il libro di magie usato dalla maga che sconfisse Dhaos è rimasto nel suo castello, sprofondato dopo la sua sconfitta, nelle profonde acque dell’ oceano. In quel libro ci sono tutte le magie conosciute fino ad allora, inclusa l’ indignation-, Max completò: -ma non è questo il problema più grande! Abbiamo scoperto che anche la strega Artemisia si è liberata dall’ Ade, ma non si è ancora mossa, mentre abbiamo trovato una seconda figura sconosciuta. Ci ha contattato mentre eravate via, ma non siamo stati in grado di identificarla. Vi ha dato appuntamento tra tre giorni in un luogo ancora da stabilire. Per finire, tra un mese sarà passato un anno. Ma di questo ne parleremo quando sarà il momento. Per ora andate a riposare. Passerete questi tre giorni ad allenarvi, prima di andare all’ appuntamento. Ora riposate-, andammo nelle nostre stanze molto confusi. Troppi problemi si stavano accumulando: Kokutaro, Dhaos, Artemisia e questo essere misterioso. Non avevamo idea di come agire. Mi addormentai dopo lunghe e tormentate ore. Ci svegliammo tutti tardi. Il Sommo ci preparò la colazione e ci fece svegliare piano piano. Poi, Max ci disse: -è il momento che vi alleniate, ma prima voglio insegnarvi una magia particolare. Per il vostro bene, dovete imparare a galleggiare in aria. Non è difficile da imparare, ma ci vuole pratica. Andatevi a preparare e tra un po’ vi insegnerò-. Ero molto eccitato da questo fatto. Volare sarebbe stato magnifico. Corsi in camera, dimenticando tutti i dispiaceri passati e mi vestì in un lampo. Dopo dieci minuti, Max ci portò fuori, insegnandoci le prime lezioni: -la prima cosa da fare è rilassarsi. Per volare la prima volta, dovete essere completamente rilassati. Col tempo, non ne avrete bisogno. Poi chiudete gli occhi e non pensate a niente. Iniziate ad alzarvi piano piano con le gambe e dopo numerosi tentativi, riuscirete a volare. Poi sarà automatico imparare a muoversi. Provate così per dieci minuti, poi vi allenerete normalmente. Io resterò a guardarvi e a darvi istruzioni. Iniziate-. In dieci minuti nessuno riuscì a volare. Max, però, ci fece i complimenti, dicendoci che avevamo capito il meccanismo e con un po’ di pratica, saremmo riusciti a conquistare il cielo molto presto. Detto questo, entrò e noi iniziammo l’ allenamento normale. Trascorremmo l’ intera giornata a combattere tra di noi e contro mostri di ogni genere. La sera andammo a dormire presto, perché eravamo davvero stanchi. Il giorno dopo passò allo stesso modo. Dieci minuti di esercizi di volo e una giornata di allenamento. Ma verso le quattro del pomeriggio, il Sommo ci convocò. Ostri iniziò a parlare: -ci ha contattato quell’ individuo. Domani, alle dodici alla foresta proibita, a pochi metri da qui. Vi aspetterà fuori. Tornate ad allenarvi, la situazione non mi piace-, tornammo ai nostri allenamenti fino a sera. La mattina dopo, alle otto eravamo in piedi, pronti a qualunque imprevisto.

    Capitolo 37
    IL MISTERIOSO INDIVIDUO

    Partimmo alle nove, equipaggiati di tutto punto, pronti ad affrontare qualunque nemico. Viaggiammo sul dorso di Palidor per non stancarci troppo. Alle dodici in punto eravamo nella foresta proibita. Non c’ era nessuno. Iniziammo a guardarci intorno, in attesa di qualcosa. Un qualcosa che non tardò ad arrivare. Una voce maschile, molto dolce e melodiosa iniziò a parlare: -ben arrivati. Siete in perfetto orario. Vi aspettavo, ragazzi, finalmente posso conoscervi-. Questa persona fu meno misteriosa di Dhaos, infatti si presentò subito ai nostri occhi. Una figura umana uscì dall’ intricato labirinto di alberi della foresta proibita. Era un uomo alto, con capelli corti, di un bianco platino molto intenso. Indossava un vestito unico, con due larghissime maniche. Aveva gli occhi verdi e la pelle molto bianca. Ci guardò con un aria di superiorità. Quindi iniziò a parlare: -io sono Kuja, generale dell’ apocalisse al servizio di Lord Kokutaro. Mi sono preso la libertà di incontrarvi per conoscere coloro che hanno messo in difficoltà il padrone. He he he, siete dei poveri mocciosi-, lo guardammo irritati, ma lui sorrise. –inutile che mi guardiate così. Ho solo detto la verità. Bene, odio le perdite di tempo. Vi dico solo una cosa: voglio divertirmi! Combattete, giovani eroi, battetemi in duello! Mostratemi la vostra forza! Soprattutto voi due, Ray e Erik. Si, due maschi forti. FATEMI DIVERTIRE!-, e sfoderò la spada. Noi lo imitammo subito, guardandolo con aria di sfida. Allora Erik disse: -Fermi! Non so perché, ma questo essere mi fa venire voglia di combattere da solo! Ho notato nelle sue parole un tono di sfida! Non è vero, Kuja?-, il nemico si limitò a sorridere. Erik lo guardò duramente. –Ray, andiamo solo noi due. Vuole metterci alla prova. Mostriamogli chi siamo. DISTRUGGIAMOLO!-, sfoderai la mia spada e mi misi a fianco di Erik, mentre i nostri amici si allontanarono. Erano visibilmente preoccupati, ma si fidavano di noi. Sapevano che eravamo tosti. Kuja era visibilmente soddisfatto: -benissimo! Siete caduti nella mia trappola! HA HA HA, non vedo l’ ora di vedere la vostra forza! IN GUARDIA!-. Mai io e Erik lottammo da soli contro un nemico così forte. Più volte ci mise alle strette, ma riuscimmo in un modo o nell’ altro a salvarci. Kuja sembrava divertirsi con noi, ma non usava tutto il suo potere. Usava magie molto potenti e sapeva farci con la spada. Sapeva parare i nostri colpi e attaccare molto velocemente, spesso con molta violenza. Noi resistevamo e attaccavamo con altrettanta forza e velocità, ma non sembravamo alla sua altezza. Forse non saremmo riusciti a batterlo. Dopo una serie di parate e di colpi proibiti, Kuja parlò visibilmente contento: -he he he, mi sto proprio divertendo! Starei a combattere con voi tutto il giorno, fino a che le vostre energie non si esauriranno e voi non verreste sconfitti, ma ho altro da fare! Ho capito che voi sarete proprio le persone giuste per il mio piano. HA HA HA HA, CI VEDREMO, EROI, CI VEDREMO MOLTO PRESTO, HA HA HA HA!-, e volò alto nel cielo, scomparendo dai nostri sguardi. Non saprei spiegare le sensazioni che provavamo quando tornammo a casa. Tristezza, perplessità, paura, non saprei. L’ unica certezza è che il Sommo ci fece tornare alla cruda realtà: mancava meno di un mese al ritorno di Kokutaro. Fu un vero shock per noi. Non ci sentivamo ancora pronti. Non eravamo riusciti a sconfiggere un suo tirapiedi, come potevamo fermare il terrore in persona? Dopo esserci allenati svogliatamente, andammo a riposare pieni di dubbi e incertezze su quello che sarebbe accaduto in futuro.

    Capitolo 38
    L’ ORA DELLA VENDETTA

    La mattina dopo, ci svegliammo presto. Chi per sonno agitato, chi perché non aveva sonno, alle sette eravamo in piedi, riuniti in cucina a discutere. Il Sommo ci preparò la colazione e ci diede qualche consiglio. Ostri ci disse: -capisco il vostro stato d’ animo. Siete preoccupati e tesi e non sapete cosa fare. Ma pensate. Se tutti i vostri predecessori fossero stati confusi, pensate che saremmo qui, vivi, a parlare? No!-, Palle proseguì: -dovete cercare di reagire. E l’ unico modo per farlo è continuare a fare qualche missione prima della rinascita di Kokutaro. E noi ne abbiamo trovata una, che non farà altro che darvi morale!-, Max ci disse la missione: -come sapete, Kokutaro si faceva aiutare dai famosi fratelli. Bene, vi dico che due sono morti-, a quelle parole, io saltai sulla sedia. Non avevo dimenticato il terrore provato quel giorno sull’ autobus e speravo che uno dei due morti era proprio Vug. Ma la mia speranza fu vanificata da Max: -Mug è stato ucciso da Kokutaro dopo la vostra fuga, per punirli tutti e quattro. Tug è stato ucciso dal Re dei Behemot, che ha cercato di aiutarvi attaccandoli a sorpresa. Sug e Vug, vi stanno cercando. Hanno deciso, dopo il consenso di Kokutaro, di distruggervi con le loro stesse mani. Si vogliono vendicare della morte dei loro fratelli. Se siete d’ accordo, domani andrete a cercarli e li distruggerete, togliendo una feccia da questo mondo. Siete d’ accordo?-, io mi misi a gridare: -PERCHE’ ATTENDERE? IO VADO SUBITO! LI UCCIDERO DA SOLO, CON LE MIE STESSE MANI! MALEDETTI! VI UCCIDERO’!!!-, iniziai ad agitarmi. Cercai di uscire di corsa, ma i miei amici mi trattennero. Iniziai a intimargli di lasciarmi, ma non mi mollarono un secondo. Ostri mi si avvicinò e mi disse: -non fare cavolate! So di quello che hai provato quel giorno. E ti capisco. Hai provato il terrore nella sua forma massima. Ma non devi reagire così! Da solo, non arriverai a nulla, soprattutto se sei accecato dall’ odio. Devi andare con i tuoi amici e dovete lottare insieme. Anche se il nemico non è fortissimo, la solitudine e l’ odio ti porterebbero a fare errori che potrebbero esserti fatali. L’ unione fa la forza, ragazzi, e non mi rivolgo solo a Ray, ma a tutti voi. Lottate insieme e avrete molte speranze in più-. Il discorso di Ostri mi fece riflettere e capire che stavo sbagliando. Sorrisi e tornai a sedermi. Ma Erik si alzò e inizio a parlare: -Ray non ha tutti i torti. Credo che dovremo accelerare i tempi. Perché aspettare domani, quando possiamo vendicarci subito di quello che abbiamo subìto per colpa loro? Ray è ancora shockato per l’ incidente, io sono stato investito e per poco non morivo, Yuki per poco non moriva dal dolore, Hiroshy, Hiroko e Izumi sono state rapite e trattate malissimo, Marin ha visto morire i suoi genitori a causa delle loro ricerche e Kira…Kira è stata rapita da Vug. E’ IL MOMENTO DELLA VENDETTA! TREMATE, FRATELLI! TREMATE. STIAMO ARRIVANDO!-, a quelle parole, ci alzammo tutti in piedi, furiosi verso i due fratelli superstiti. Erik aveva ragione, avevamo subito tutti qualcosa da loro. Non solo io, ma tutti volevamo vendicarci e distruggere quegli abomini dalla faccia della terra. Il Sommo era contento. I tre stavano vedendoci crescere e diventare più forti, intelligenti e grandi. Anche se poteva essere presto e qualche giorno di allenamento ci avrebbe potuto fare bene, Ostri, Palle e Max, dissero che era giunto il momento di far pagare a quei maledetti le loro malefatte. Alle dieci del mattino, eravamo pronti per andarli a prendere e distruggere per sempre!

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    Capitolo 39
    LA FINE DEI FRATELLI

    Il Sommo ci indicò il luogo in cui i due fratelli stavano preparandosi per cercarci. Era una zona molto distante da noi, isolata, nel mezzo di un bosco a diversi chilometri di distanza. Partimmo subito in groppa a Palidor. Andavamo velocissimi, forse più veloci del solito. Credo che l’ esper capì la situazione e cercò di aiutarci. Raggiungemmo il luogo indicato dal Sommo verso sera. Passammo un intero pomeriggio in viaggio, a prepararci mentalmente alla vendetta. Appena atterrati, scendemmo dal dorso di Palidor e sfoderammo le nostre armi. A quel punto, Erik gridò: -USCITE FUORI, MALEDETTI! SAPPIAMO CHE SIETE QUI! VENITE A VENDICARVI!-, nessuna risposta. Ci guardammo tutti intorno, in attesa di qualche trappola che non arrivò mai. Dopo diversi minuti, due voci arrivarono alle nostre orecchie. Parlavano con una voce minacciosa e difficilmente si capiva quando parlava una e quando l’ altra: -e così, siete giunti fin qui. Voi, poveri esseri umani, esseri deboli, fatti di carne e sentimenti. Pensate che solo voi provate odio? Che solo voi provate amore? Che solo voi avete i SENTIMENTI? Vi sbagliate! Voi siete solo poveri sciocchi. Per colpa vostra, noi abbiamo perso i nostri fratelli. Pensate che non proviamo dolore? Che siamo immuni a certe cose? Vi sbagliate! Noi quattro ci volevamo bene. Ci amavamo, come voi amate i vostri fratelli umani. E ora siamo soli. Li abbiamo persi. E proviamo le stesse sensazioni che provate voi: tristezza, malinconia, infelicità e…ODIO! VI DETESTIAMO! E’ COLPA VOSTRA, SOLO VOSTRA SE SONO ENTRAMBI MORTI! E NON VE LO PERDONEREMO MAI!-, detto questo, i due fratelli, Vug e Sug, uscirono, armati e pronti alla lotta. Io guardai Vug. Lo guardai fisso negli occhi. Lui fece altrettanto. E ringhiò. Era veramente furioso. Sug era più calmo, ma pure arrabbiato e nervoso. Guardando Vug, dissi ai miei amici: -prendetevi Sug, ma Vug è mio!-, poi mi rivolsi al mio nemico: -VUG! IO E TE, SOLI!-, il mostro chinò la testa in segno d assenso. –proverai le stesse paure che ho provato io, con la differenza che tu MORIRAI! HHHHAAAAAAAAAA!-, come un furia, mi avventai su di lui, che parò il mio colpo con un enorme scudo. Nel frattempo, gli altri si stavano occupando di Sug. Lottammo io e Vug molto a lungo. Spada contro spada, spada contro scudo, rumore di ferro contro ferro e urla e grida e pianti. Con abilità che non credevo di avere, paravo colpo su colpo, contrattaccando il mio avversario con una potenza e una forza mai viste prima. I miei amici si erano sbarazzati già di Sug, che giaceva a terra, semi-vivo e ferito a morte. Io continuavo la mia battaglia con Vug, che non era da meno. Parava e contrattaccava, usando magie di guarigione quando credeva di non potercela fare. –Maledetto! Per colpa tua io non troverò mai più la serenità! Sarò sempre preoccupato di vedere qualcuno come te mettersi davanti e chiudermi in un autobus, solo, contro quattro nemici! NON TE LO PERDONERO’ MAI!-, e sferrai un colpo orizzontale al nemico. Vug indietreggiò, visibilmente ferito, e reagì: -Per colpa vostra e specialmente TUA, i miei fratelli sono morti! Tu ti sei intromesso all’ ospedale, li avevo in pugno! Se tutto fosse andato secondo i piani, i miei fratelli sarebbero ancora vivi e staremmo servendo il Grande Kokutaro, senza moscerini fastidiosi come voi! Ti odio, umano! DOVEVI MORIRE PER MANO NOSTRA QUEL MALEDETTO GIORNO!-. Mi colpì in pieno, facendomi cadere all’ indietro. I miei amici si precipitarono per aiutarmi, ma Marin li fermò dicendo: -NO! Lasciatelo. Non vuole essere aiutato da nessuno. Deve farcela da solo e ce la farà!-. Mi girai per un istante e le dissi: -grazie-, poi, digrignando i denti e stringendo i pugni sull’ impugnatura della mia spada, infilzai Vug un istante prima che mi trafiggesse con la sua arma.
    -Co…come è possibile..anf…abbiamo…perso…io…morto…dannati…-, furono le parole di Vug, caduto a terra dopo il mio colpo mortale. Io mi rialzai e lo guardai negli occhi. Avevo fallito. Non stava provando paura, ma solo odio. Odio allo stato puro. Gli rivolsi le ultime parole che avrebbe sentito nella sua vita, mentre osservava piangendo il corpo di Sug, morto poco prima: -mi hai rovinato l’ esistenza. Sogno ancora quei tremendi momenti in cui vidi la morte in faccia. Ma nonostante tutto, provo un sentimento di pietà nei tuoi confronti. Ho fallito, non sono riuscito a restituirti la paura, ma ho raggiunto un obiettivo importante: ho terminato la tua misera esistenza. E riuscirò a vendicarmi lasciandoti nel dubbio con le mie ultime parole: la colpa di quello che è successo è solo vostra. Di tutti e quattro. Se non vi foste schierati con Kokutaro, sareste ancora vivi. Avete sbagliato tutto e per questo vi meritate la morte, non credi? Pensa a quello che sarebbe successo se foste rimasti soli, pensaci, Vug, hai tutto il tempo-. Vug mi guardava strano. Non capivo cosa provasse in quel momento, se le mie parole l’ avevano colpito o lasciato indifferente. Ma prima di morire, pronunciò qualche parola: -io sono…il più grande…sono stato io…a convincerli di…allearci con il Grande…la colpa è mia…o no? Ho fatto solo…quello che credevo giusto…che colpa ne ho? È colpa vostra…o mia? Chi ci ha uccisi? Io? Voi? Kokutaro? AIUTO! SALVATEM………i-, e sparì, seguito da suo fratello, diretto verso la vita eterna, dove non si sarebbe mai liberato dai suoi dubbi.

    Capitolo 40
    GLI ULTIMI GIORNI DI FELICITA’

    Eravamo riusciti a vendicarci, ma io non ero per niente felice. Ero serio, forse come non mai. Dissi solo una cosa ai miei amici: -grazie. Andiamo!-. Non so perché li ringraziai, forse per essermi stati vicini e per avermi aiutato fino ad ora. Furono sorpresi da quel grazie, e risposero incerti: -prego-. Ripartimmo sul dorso di Palidor, tornando dal Sommo. Era ormai mezzanotte inoltrata quando arrivammo, o forse era molto più tardi. Il Sommo ci accolse felice, invitandoci ad andare subito a dormire. Domani ci aspettava una giornata intensa. Ci svegliammo molto tardi, verso mezzogiorno, a causa della nottata di ieri. La prima cosa che facemmo, fu l’ allenamento per il volo, un po’ trascurato. Nessuno riuscì a volare, ma Max ci incoraggiava sempre di più. Fu allora che, prima di riprendere l’ allenamento, il Sommo ci convocò. Ostri era molto serio e preoccupato: -vi siete comportati veramente bene fino ad ora. Ma il giorno si avvicina. La vostra forza è aumentata vertiginosamente da quando affrontaste Onikarca, ma non credo abbiate raggiunto un livello sufficiente a batterlo. Forse si, ma ci vorrà fatica e molta fortuna. Escluderei un attacco frontale per impedire di effettuare l’ incantesimo. Sarebbe una follia-, Max prese la parola: -dall’ altro lato, bisogna impedire la rinascita di Kokutaro per ovvi motivi, ma credo sia meglio rinunciarci. Aspetteremo il suo ritorno e voi vi allenerete per annientarlo! Se distruggerlo per sempre o imprigionarlo, lo decideremo quando sarà il momento. Sappiate solo che dovete allenarvi e combattere. È il vostro destino!-, Palle concluse la riunione: -infine, Dhaos. So che è un avversario invincibile. Ma sappiamo dove poter prendere l’ indignation. Non è il momento di pensarci, ma dovete sapere che, prima o poi, potrete affrontarlo in una vera battaglia! Fatevi forza, ragazzi! Avete ancora molte speranze di successo! Siete in grado di salvare il mondo!-, quelle parole furono veramente incoraggianti. Ci guardammo tutti negli occhi, sorridendo, e uscimmo con nuova forza e nuovo vigore ad intraprendere gli allenamenti. Nel frattempo, guardandoci fuori dalla finestra, i tre che ci stavano aiutando, Ostri, Max e Palle, piangevano. Erano felici. Si sentivano come dei padri che aiutavano i propri figli in difficoltà. Ostri diceva: -sono proprio in gamba. Gli voglio bene!- e gli altri due annuirono con la felicità nel cuore.
    Passarono i giorni. Nessuna notizia di Dhaos, Kuja o Kokutaro. Il mondo sembrava tranquillo ed era una tranquillità che anticipava la tristezza. Giorno dopo giorno, ci allenavamo sempre con maggior intensità e frequenza. Hiroshy, Yuki, Erik e Marin impararono a volare, io riuscivo a sollevarmi ma cadevo spesso mentre Izumi e Hiroko oltre il sollevarsi non arrivavano. Max si complimentò con tutti quanti per i grandi progressi fatti. Ma il tempo passava. Due giorni ci separavano dalla fine dell’ anno. Kokutaro stava arrivando. Passammo il giorno prima del ritorno ad allenarci senza interruzione! Riuscimmo tutti a volare per la nostra felicità e la soddisfazione di Max. Yuki aveva imparato nuove magie e noi combattenti avevamo imparato nuove mosse e tecniche. Sembravamo pronti ad affrontare chiunque, ma era ancora presto. Continuammo gli allenamenti fino a tarda notte.
    Il giorno del Ritorno era arrivato! Un anno era passato da quando tutti i frammenti erano stati congiunti e si aspettava la notte per eseguire l’ incantesimo che avrebbe liberato Kokutaro. Un annuncio fu fatto in televisione a tutti gli abitanti della terra. Fu il caos! Tutti ebbero paura e invocavano gli ignoti salvatori di tanti anni prima. Noi eravamo tesi e non sapevamo cosa fare quando Kokutaro sarebbe arrivato. Ci avrebbe attaccati? Avrebbe avuto altro da fare? Si sarebbe scontrato con Dhaos? Il tempo passava ma non trovavamo risposte. Fu così che, alle nove di sera, quando la luna piena comparì in pieno cielo, un immenso esercito di mostri attaccò la nostra casa! Non era come quello della riunione, ma era molto folto. Il Sommo ci fece chiudere in casa, circondando quest’ ultima con una barriera invalicabile. Ma i mostri riuscirono ad entrare. Forse dotati di qualche potere dato da Kokutaro in persona prima della sua rinascita, o forse diventati più forti, i mostri abbattero la barriera, penetrando in casa. Si diressero tutti dal Sommo. Ostri, Max e Palle sembravano in difficoltà, ma i mostri sparivano a vista d’ occhio! Fu così che, attratti e incantati dalle abilità del Sommo, fummo colpiti duramente in testa. Svenimmo tutti. Io rimasi cosciente fino all’ uscita dalla casa. Prima di svenire, guardai il cielo. La luna era diventata rossa. Poi, il buio si impadronì dei miei occhi.

  14. #14
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    Capitolo 41 TRANCE! Mi svegliai di soprassalto in una prigione. Mi aspettai di vedere Kokutaro, ma vidi Kuja. Il generale era sorridente e allegro. –Dov’è Kokutaro!-, chiesi selvaggiamente. –Dove mi trovo? Dove sono i miei amici?-, Kuja rise. –Una domanda alla volta, per favore. HA HA HA HA, prima domanda: Kokutaro riposa. Il ritorno è stato veramente stancante, anche per lui. Seconda domanda: sei nella regia di Kokutaro, la torre orthanc. Terzo, i tuoi amici stanno bene e sono anche loro qui. Soddisfatto?-, rise. –Grrrrr, NO! VOGLIO SOLO ESSERE FUORI DI QUI PER SPACCARTI LA FACCIA!-, rise più forte. –E lo sarai! Tra qualche minuto, tu e Erik sarete qui, pronti a combattere con me!-, sobbalzai. –ha ha ha, sorpreso? Ha ha ha-, non riuscivo a capire cosa gli stesse passando per la testa. Lo capii dopo che ci liberò. Tutti e sette, venimmo liberati da Kuja, ma solo io e Erik potevamo muoverci liberamente. Gli altri erano incatenati. –ha ha ha, ho aspettato a lungo questo momento! Si, a lungo! Ha ha ha, PREPARATEVI A COMBATTERE!- e sfoderò la spada. Lo imitammo. Si fece serio. Non parlò più. Io e Erik ci gettammo su di lui con violenza unica. Lo colpivamo in tutti i modi, ma lui si limitava a spostarsi ogni tanto. Le ferite iniziavano a sanguinargli. I graffi aumentavano. Lui non reagiva. Braccia, gambe, viso, dovunque aveva ferite. Sembrava paralizzato. Sorrise. A un certo punto, iniziò a brillare di una luce intensa. Alzò le mani al cielo, volgendo lo sguardo in alto. Iniziò a chiamare: -KOKUTARO. KOKUTARO, VIENI A VEDERE LA TUA FINE!-, e fu così che vidi il tremendo demone! Un gigante altissimo e molto robusto, con un paio di ali gigantesche. Artigli affilatissimi nelle mani e nei piedi e dei denti aguzzi che potevano tranciare qualunque cosa. Indossava un mantello molto lungo che lo rendeva più autoritario e temibile. Aveva gli occhi iniettati di sangue. –TU! DANNATO TRADITORE!-, gridò il demone. Aveva capito quello che Kuja aveva fatto. –si! SI HA HA HA, POTERE, FORZA! KOKUTARO! IL TUO TEMPO E’ ARRIVATO! IO, KUJA, TI SPODESTERO’ E GOVERNERO’ SUL MONDO!-, la luce aumentava, il bagliore lo illuminò completamente. Non si vedeva più. E quando la luce terminò, di fronte ai nostri occhi comparve un altro Kuja. Aveva peli rossi dovunque e una coda gli era spuntata dai lunghi pantaloni ormai accorciati. Aveva perso il vestito di sopra e i capelli gli erano diventati rossi. Aveva un sorriso soddisfatto. –Grazie ragazzi! GRAZIE HA HA HA, MI SIETE STATI PROPRIO UTILI! ADESSO SONO IN TRANCE! SONO INVINCIBILE! MONDO PREPARATI! HA HA HA HA HA!-, mi sentivo nervoso. Volevo colpirlo con tutte le mie forze. Mi aveva usato! Io, uno strumento nelle mani di Kuja! Non lo potevo sopportare. Lo attaccai con tutta la forza che avevo in corpo. Ma non riuscì nemmeno a sfiorarlo. Una barriera invisibile mi spazzò via e un solo sguardo di Kuja mi fece volare via dal campo di battaglia. Erik e i suoi amici rimasero soli. Kuja li guardava e rideva. Kokutaro era nervoso, ma non avventato. –bene Kuja. Hai fatto il doppio gioco e ci sei riuscito. Ma ti avviso! Non è ancora il momento di regolare i conti tra di noi! E voi, mocciosi! Non pensiate che vi abbia dimenticato! SIETE PUR SEMPRE I DISCENDENTI DI COLORO CHE MI IMPRIGIONARONO! E MI AVETE MESSO I BASTONI TRA LE RUOTE TROPPO SPESSO! NON VI DIMENTICHERO’ MAI! Ma per ora è meglio rimandare! CI VEDREMO!- e si aggomitolò su se stesso. In un solo istante, una grande energia fece volare i sei compagni rimasti in diverse zone. Furono letteralmente spazzati lontano. Kuja non venne spazzato. Restò li. Ma si accorse che Kokutaro non poteva essere eliminato così. Lo guardò seriamente e gli disse: -ok. Sarà per un’ altra volta. Ci vediamo. E ricorda, la guerra è iniziata!-, e scomparì nel nulla, lasciando Kokutaro a ridere, ridere e ridere. FINE PRIMA PARTE
    Ed ora è finita la prima parte!!!!!!! la seconda è ancora in lavorazione, dite kosa ne pensate, e postate solo durante o dopo aver letto la storia

  15. #15
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    Scusa, non è che mi fai un riassuntino? XD

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