già solo l'inizio sbugiarda se stesso nel giro di quattro frasi, in più tutta la mitologia che vuole creare si rifà a nomi che specialmente in lingua originale fanno straridere (e le espressioni di Paul Giamatti spesso sembrano proprio quelle di un uomo che si domanda cosa ci faccia li).
Il Tartutic, la ragazza che si chiama Storia e che appartiene al popolo Narf inseguita dallo Scrunt, il ragazzino che legge il destino nelle scatole dei cereali con il padre che lo legge nelle parole crociate, Giamatti costretto a fare la parte di un bambino che si piscia addosso steso su un divano, il critico che impersona tutte le persone che "non hanno compreso il lavoro di Shyamalan" e che sfonda la quarta parete prima di fare una pessima fine, e SOPRATTUTTO l'autoincensamento di Shyamalan stesso che interpreta lo scrittore i cui lavori saranno di ispirazione per il presidente degli Stati Uniti
Questo film é una perla rara. Si può considerare bello, brutto, folle, visionario, ma sul serio é uno di quei lavori inclassificabili